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Amnesty International chiede all'Unione Europea di inviare unmessaggio deciso alla Colombia
- Subject: Amnesty International chiede all'Unione Europea di inviare unmessaggio deciso alla Colombia
- From: p.nigrelli@amnesty.it
- Date: Mon, 1 Dec 2003 12:24:22 +0100
Gent.mi tutti,
vi trasmettiamo il comunicato stampa della Sezione Italiana di
Amnesty International:
Amnesty International chiede all'Unione Europea di inviare un messaggio
deciso alla Colombia
Grazie per la cortese attenzione
Per ulteriori informazioni, approfondimenti ed interviste:
Amnesty International Ufficio Stampa
Tel. 06 44.90.224 cell. 348-6974361 e-mail: press@amnesty.it
ALLA CORTESE ATTENZIONE DEL CAPO REDATTORE ESTERI
COMUNICATO STAMPA
CS161- 2003
AMNESTY INTERNATIONAL CHIEDE ALL'UNIONE EUROPEA DI INVIARE UN MESSAGGIO
DECISO ALLA COLOMBIA
L'Unione Europea deve fare leva sul suo ruolo di grande donatore per
sollecitare il Vicepresidente colombiano Francisco Santos Calderķn, in
visita a Brussels oggi e domani, ad attuare urgentemente le raccomandazioni
delle Nazioni Unite in materia di diritti umani.
Il Vicepresidente Calderķn incontrerā Javier Solana e Chris Patten e
interverrā a una tavola rotonda cui prenderanno parte anche il direttore
dell'ufficio colombiano dell'Alto commissario delle Nazioni Unite per i
diritti umani, il consigliere speciale del Segretario Generale dell'Onu per
la Colombia, rappresentanti dell'Unione Europea e organizzazioni non
governative per i diritti umani. La tavola rotonda esaminerā lo stato di
attuazione delle raccomandazioni delle Nazioni Unite sui diritti umani e il
diritto umanitario.
Amnesty International ricorda che, a seguito di negoziati con l'Unione
Europea, nel corso dell'ultima sessione della Commissione delle Nazioni
Unite sui diritti umani, il governo colombiano si era formalmente impegnato
ad attuare tali raccomandazioni: individuare e consegnare alla giustizia
dei responsabili delle violazioni dei diritti umani, smantellare i gruppi
paramilitari e le strutture analoghe rese legali di recente, proteggere i
settori vulnerabili della societā civile. Le Nazioni Unite hanno anche
chiesto ai gruppi della guerriglia di garantire il pieno rispetto del
diritto internazionale umanitario.
A giudizio di Amnesty, queste raccomandazioni sono state finora ampiamente
disattese: il governo colombiano sta attuando politiche di segno contrario
e manifesta sempre maggiore ostilitā nei confronti delle organizzazioni per
i diritti umani e della societā civile, causando problemi al loro lavoro e
alla loro sicurezza.
"Ci preoccupa il fatto che i gruppi paramilitari, lungi dall'essere stati
smantellati, si stiano riciclando in agenzie private di sicurezza, come per
esempio a Medellin. Inoltre, temiamo che i paramilitari possano essere
inseriti in altre strutture create dal governo, come l'esercito dei soldati
contadini" - ha dichiarato Dick Oosting, direttore dell'ufficio di Amnesty
International presso l'Unione Europea.
Come le Nazioni Unite, anche Amnesty International chiede da tempo al
governo colombiano di assumere iniziative concrete per combattere e
smantellare i gruppi paramilitari e indagare sui loro legami con le forze
di sicurezza del paese.
Inoltre, appena due settimane fa, il Comitato delle Nazioni Unite contro la
tortura ha espresso forti preoccupazioni per l'adozione di nuove leggi
anti-terrorismo che potrebbero giustificare l'uso della tortura. Queste
leggi concedono all'esercito poteri di natura giudiziaria e sospendono le
pene per i gruppi armati che volontariamente depongono le armi, anche
qualora siano accusati di gravi violazioni dei diritti umani.
"Questi sviluppi contraddicono le dichiarazioni del governo di Bogotá,
secondo il quale le raccomandazioni delle Nazioni Unite sarebbero state
attuate" - ha aggiunto Oosting. "Se permetterā alla Colombia di rinunciare
ai suoi impegni in favore dei diritti umani, l'Unione Europea pregiudicherā
di fatto gli sforzi delle Nazioni Unite per risolvere la crisi dei diritti
umani nel paese. Senza l'attuazione delle raccomandazioni delle Nazioni
Unite, l'Unione Europea non potrā avere alcuna garanzia che i suoi aiuti
non contribuiranno a peggiorare le cose".
FINE DEL COMUNICATO Brussels /
Roma, 1 dicembre 2003
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Amnesty International Italia - Ufficio stampa
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