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Missionari Comboniani Bari: solidarietà a mons. Nogaro
- Subject: Missionari Comboniani Bari: solidarietà a mons. Nogaro
- From: Alessandro Marescotti <a.marescotti@peacelink.it>
- Date: Wed, 19 Nov 2003 17:43:42 +0100
18 novembre 2003
Siamo in un momento in cui la lotta al terrorismo, quello dei cattivi, è
l’unica parola d’ordine. Si ha la netta sensazione di ritrovarsi dinanzi ad
una e propria campagna di propaganda di guerra avvallata da molte testate
di tiratura nazionale e la reazione di esponenti della maggioranza
governativa e del ministro degli interni Pisanu all’omelia del vescovo di
Caserta mons. Raffaele Nogaro sembra dirci che si vuol mettere il bavaglio
ai fuori coro. Tutto questo ci inquieta profondamente. Non hanno forse i
vescovi, piena autonomia e libertà nell’esercizio del loro ministero
pastorale e nel loro magistero?
Il vescovo Nogaro ha affermato che quei ragazzi caduti in Iraq sono
“martiri della Patria…e sono vittime di guerra,” chi imbraccia un’arma non
è certo un missionario di pace o di nonviolenza. Le responsabilità, non
solo politiche, della loro morte sono da attribuire a coloro che avrebbero
dovuto evitare ogni forma di violenza e nel rispetto della Costituzione non
avrebbero dovuto portare l’Italia in guerra…perché di questa si tratta.
Agli occhi di coloro che hanno il coraggio intellettuale dell’onestà molti
terroristi diventano eroi della resistenza purtroppo violenta e gli
invasori armati restano oppressori dei poveri, colpevoli solo di essere
stati assoggettati da altri clowns, già a corte dell’imperatore di turno,
prima che degli attuali.. È strano vedere come la propaganda stia montando
il sentimento popolare per nascondere la propria debolezza e la vergogna
dell’esserci messi in guai seri solo per delirio di briciole che sarebbero
cadute dalla tavola dei padroni che gestiscono la ricostruzione.
Almeno la Chiesa, in un momento oscuro come questo dove la verità è
stravolta da chi ha la voce più grossa o i mezzi economici e politici per
imporre la sua visione, ha il dovere di mantenere alta la fedeltà agli
insegnamenti evangelici in piena comunione con Giovanni Paolo II che ha
detto il suo MAI! a questa guerra all’Iraq. Anche il presidente di
Giustizia e Pace del Vaticano, l’Arcivescovo Martino ha dichiarato
criminale questa guerra preventiva.
Le parole del vescovo Nogaro, ci spingono a pensieri di ammirazione e stima
di lui come pastore che richiama la sacralità della vita delle nostre e di
tutte le vittime di ogni guerra. Un senso di vergogna collettiva avrebbe
dovuto scuotere gli Italiani, e i saggi politici e amministratori avrebbero
dovuto evitare di strumentalizzare la morte dei nostri ragazzi…colpevoli di
essere impoveriti da un sistema di sviluppo economico militare e spendibili
sul mercato della guerra, pronti a far guerra ad altri impoveriti.
Molti di questi nostri ragazzi, se avessero avuto la possibilità di un
lavoro dignitoso, se avessero visto l’impegno dei diversi governi a
promuovere il diritto al lavoro e a custodirne il valore costituzionale
sacro, non avrebbero certamente accettato di separarsi dai propri affetti.
Cosa pensare di espressioni tipo: “Il vantaggio del ricorso ai volontari,
da un punto di vista non tanto tecnico quanto politico, è rappresentato dal
fatto che il volontario essendo reclutato negli strati più bassi della
popolazione, è expendable: se per esempio, muore il figlio di un pastore
calabrese, non ci saranno movimenti di piazza: è sufficiente dare alla
famiglia 100 milioni per chiudere l’incidente” (gen. C. Jean , 23 gennaio
1977 ascoltato dalla Commissione Difesa della Camera)
Cosa pensare delle nostre ultime finanziarie: l’investimento in armi è una
pazzia, è una scelta contro l’uomo e contro Dio, un investimento in morte
anziché in vita.
Grazie mons. Nogaro, il tuo grido profetico ci porti ad effettuare scelte
sempre più autentiche. Se la guerra all’Iraq è un crimine, è concepibile la
presenza dei cappellani militari, pagati dal potere militare, negli
eserciti? Quali benedizioni e assoluzioni possono impartire?
I cattolici, che volontariamente si arruolano e partono per questa guerra
criminale e immorale, possono fare la comunione? Se la neghiamo ai
divorziati, a coloro che praticano l’aborto, come possiamo amministrarla a
coloro imbracciando un’arma sono pronti ad uccidere?
Piuttosto che minacciare “i passi opportuni”, allora, i politici cattolici
dovrebbero chiedersi se è morale dare il proprio assenso ad una guerra
criminale.
Missionari Comboniani, Bari
Via G. Petroni 101
70124 Bari