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Iraq. Delegato governo italiano si dimette: "L'autorità USA non funziona, serve l'ONU"
- Subject: Iraq. Delegato governo italiano si dimette: "L'autorità USA non funziona, serve l'ONU"
- From: Alessandro Marescotti <a.marescotti@peacelink.it>
- Date: Mon, 17 Nov 2003 19:58:21 +0100
IL CASO
Lascia il delegato italiano: "L'autorità provvisoria non funziona, serve l'Onu"
LE DIMISSIONI Marco Calamai, consigliere speciale della Cpa di Nassiriya,
autorità provvisoria della coalizione che di fatto governa l'Iraq, ha dato
le dimissioni
LE ACCUSE
Per Calamai solo un intervento dell'Onu, con un ruolo particolare
dell'Europa, può migliorare la situazione in Iraq «gravemente compromessa»:
«Il disagio sociale è crescente - ha detto - e il terrorismo può attecchire
più facilmente»
DAL NOSTRO INVIATO
NASSIRIYA - «Inefficienza». «Miopia». «Incapacità di ricostruire l'Iraq sia
dal punto di vista economico sia da quello politico». Accuse pesanti
all'intero apparato di governo messo in piedi dall'amministrazione Usa in
Iraq. Parole ancora più inquietanti perché non vengono da un nostalgico del
regime di Saddam o da un estremista anti americano, ma da un maturo
signore, scelto dal ministero degli Esteri italiano per fare da governatore
ombra dellarea dove sono impegnati i 3.000 soldati del nostro contingente.
Marco Calamai, consigliere speciale dell'«Autorità Provvisoria della
Coalizione» (Cpa) della provincia di Dhi Qar, ha deciso di sbattere la
porta e di dimettersi.
«Ho maturato un profondo dissenso verso la politica della coalizione», ha
esordito davanti ai giornalisti. Le sue spiegazioni aprono un punto di
vista nuovo nell'analisi della crisi post bellica irachena e anche sui
possibili canali di alimentazione della violenza. Una fotografia inedita
visto che le uniche fonti disponibili sull'economia irachena vengono
dall'interno della amministrazione provvisoria e parlano tutte di
miglioramento della situazione generale (sicurezza esclusa). Invece no.
Calamai, che fino a ieri faceva parte di quello stesso esperimento
politico, dà un'immagine completamente diversa.
«L'autorità provvisoria - sostiene l'ormai ex "governatore" Calamai -
semplicemente non funziona. Non è né carne né pesce. I progetti di
ricostruzione promossi e finanziati hanno dato risultati praticamente
nulli. Il reddito degli iracheni è sceso dalla fine della guerra e da
Bagdad - dall'ufficio del rappresentante di Washington Paul Bremer, ndr - è
arrivato l'ordine di licenziare. Nella sanità e nella scuola, per esempio,
molti contratti andati in scadenza non sono stati rinnovati per ordine di
Bremer a causa di sedicenti problemi di bilancio. I soldi invece ci
sarebbero. Qui a Dhi Qar, nella provincia dove sono dislocati i soldati
italiani, ci sarebbe stata la teorica disponibilità di 400 mila dollari al
mese. Ma a causa dellorganizzazione farraginosa della Cpa ne sono stati
spesi solo una minima parte».
Più risultati ha dato lo sforzo del contingente militare italiano, che con
meno fondi, è «riuscito però a portare a termine una serie di piccoli
progetti». «Rispetto a questo tentativo americano si è comportato
decisamente meglio l'Onu in Kosovo - giudica Calamai . In Iraq è stato
abolito uno Stato, ma non ne è stato formato un altro».
Le conseguenze della gestione Bremer che il rappresentante italiano bolla
come fallimentare sono «delusione, disagio sociale e rabbia». Sentimenti
sui quali «il terrorismo può attecchire più facilmente». Infatti «già prima
dell'attentato ai carabinieri si percepiva un cambiamento di clima. C'era
una forte tensione sociale che scaturiva spesso in manifestazioni» di
protesta. «A mio avviso soltanto un nuovo scenario internazionale gestito
dall'Onu e con un ruolo particolare dell'Europa può tentare di migliorare
la situazione che ritengo comunque gravemente compromessa. Ci vuole una
svolta radicale rispetto alla politica fin qui perseguita dagli Usa».
(Il Corriere della Sera 17/11/03)