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Vertice Unione Europea - Russia: le tre domande di AmnestyInternational al presidente Putin. "L'Unione Europea pretenda rispos



Gent.mi tutti,

vi trasmettiamo il comunicato stampa della Sezione Italiana di
Amnesty International:



Vertice Unione Europea- Russia: le tre domande di Amnesty International al
presidente Putin. "L'Unione Europea pretenda risposte"



Grazie per la cortese attenzione

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Amnesty International Ufficio Stampa
Tel. 06 44.90.224 cell. 348-6974361 e-mail: press@amnesty.it










COMUNICATO STAMPA
CS149-2003
                                                                 
                                 
VERTICE UNIONE EUROPEA - RUSSIA: LE TRE DOMANDE DI AMNESTY INTERNATIONAL AL
PRESIDENTE PUTIN. "L'UNIONE EUROPEA PRETENDA RISPOSTE"


Alla vigilia del vertice di Roma tra Unione Europea e Russia, mentre
continuano ad arrivare denunce di gravi abusi dei diritti umani in Cecenia
ed Inguscezia, Amnesty International chiede ai leader europei di porre tre
specifiche domande al presidente Vladimir Putin e di rendere pubbliche le
sue risposte.

Nonostante il tentativo del governo russo di descrivere le recenti elezioni
presidenziali in Cecenia come un passo verso la stabilizzazione, Amnesty
International ha ricevuto negli ultimi due mesi denunce credibili
riguardanti abusi dei diritti umani commessi dalle forze di sicurezza russe
e dai militari che agiscono sotto il controllo del neo-eletto presidente
ceceno Akhmed Kadirov. Questi abusi si starebbero allargando anche alla
confinante repubblica dell'Inguscezia.

Contemporaneamente, continuano anche gli attacchi da parte dei combattenti
ceceni nei confronti di esponenti dell'amministrazione cecena e delle
persone legate al presidente Kadirov.

"L'Unione Europea ha usato parole forti per criticare lo svolgimento delle
elezioni in Cecenia e ha espresso preoccupazioni per la situazione dei
diritti umani. Resta da vedere se queste stesse affermazioni saranno
ribadite nell'incontro faccia a faccia col presidente Putin" - ha
dichiarato Dick Oosting, direttore dell'Ufficio di Amnesty International
presso l'Unione Europea. "Tra una discussione e l'altra sul commercio e la
cooperazione nel futuro spazio economico comune europeo, non dovranno
essere dimenticate la miseria e la disperazione della popolazione civile
nel più grande dei nuovi vicini di casa dell'Unione Europea".

"Le autorità russe devono portare davanti alla giustizia gli autori di
gravi violazioni dei diritti umani. È difficile capire come l'Unione
Europea potrà costruire un'area allargata di stabilità politica e
funzionamento del principio di legalità ai suoi confini orientali se al
presidente russo sarà consentito di continuare ad evitare le critiche su
questi temi cruciali e se l'Unione Europea stessa non pretenderà risposte
concrete" - ha aggiunto Oosting.

Amnesty International chiede all'Unione Europea di porre al presidente
Putin le tre seguenti domande:

Accesso agli organismi internazionali di controllo

Il presidente russo consentirà un monitoraggio internazionale non
sottoposto a limitazioni sulla situazione dei diritti umani in Cecenia, da
parte di organismi quali l'Osce e il Consiglio d'Europa? Stabilirà le date
per le visite in Cecenia degli esperti della Commissione sui diritti umani
delle Nazioni Unite (il Relatore speciale sulla tortura, il Relatore
speciale sulle esecuzioni extragiudiziali, sommarie e arbitrarie e il
Relatore speciale sulla violenza contro le donne)?





Protezione dei profughi interni

Il presidente russo s'impegnerà a porre immediatamente fine ai tentativi di
costringere al rientro forzato i profughi interni ceceni, fino a quando
potranno ritornare volontariamente, in sicurezza e dignità, ai loro luoghi
di origine o di preferenza?

Stop all'impunità

Il presidente russo assicurerà un'immediata azione per portare davanti alla
giustizia i responsabili dei gravi abusi dei diritti umani commessi durante
il conflitto in Cecenia? Fornirà informazioni concrete su tutte le indagini
penali avviate su denunce di crimini che possono costituire violazioni dei
diritti umani o del diritto internazionale umanitario?

FINE DEL COMUNICATO			                         Brussels /
Roma, 5 novembre 2003


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