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vittoria del popolo boliviano: si dimette il presidente De Lozada, pupillo degli Usa



P 190   190 TELEVIDEO Sa 18 Ott 02:07:21




         a cura di Rodolfo Fellini

    LA GUERRA DEL GAS ABBATTE DE LOZADA
    Si dimette presidente boliviano   191

    I PERICOLI PER LA DEMOCRAZIA
    Oligarchia, indios e "cocaleros"  192
    "Goni", veterano della politica   193
              La dura repressione     194
                Il mare che non c'è   195

                  OPINIONI DA LA PAZ
                  Pulso: no a Morales 196

                  PER SAPERNE DI PIU'
                  Breve cronistoria   197
                  Notizie in Rete     198
                  Carta d'identità    199


P 191   191 TELEVIDEO Sa 18 Ott 08:36:05

                            DELLE CRISI

     QUANDO IL GAS SCUOTE L'ALTOPIANO
  Colpo di scena in Bolivia: il presiden-
  dente Sanchez de Lozada ha accettato di
  dimettersi, dopo aver resistito a set-
  timane di protesta popolare assicurando
  che non avrebbe mai ceduto. Il potere
  passa per ora al vicepresidente Mesa.

  Le proteste, scoppiate un mese fa, sono
  degenerate in un bagno di sangue. All'
  origine dello scontento, il ventilato
  progetto di esportazione del gas natu-
  rale verso gli Usa.

  I giacimenti, scoperti alcuni anni fa
  nell'estremo sud del Paese, sono tra i
  più ricchi del mondo, e costituiscono
  per l'Occidente un'alternativa a quelli
  di Venezuela e Paesi arabi.

  Nel suo precedente mandato, Sanchez de
  Lozada aveva privatizzato l'industria
  estrattiva, promettendo la "capitaliz-
  zazione" delle risorse.

  Secondo l'opposizione, il progetto è
  fallito: lo Stato incassa oggi 120 mi-
  lioni di dollari annui, a fronte dei
  350 di prima della riforma. Fino al'96,
  poi,i boliviani pagavano i combustibili
  al prezzo di produzione;oggi le tariffe
  vengono fissate dalle multinazionali.

  Desta infine apprensione l'ipotesi che
  il gas sia portato dalla Bolivia al ma-
  re attraverso il Cile e che poi, invece
  di essere diretto negli Usa,sia venduto
  all'eterno "nemico" di Santiago.


P 192   192 TELEVIDEO Sa 18 Ott 08:36:05


P 193   193 TELEVIDEO Sa 18 Ott 08:36:06

        "GONI" NON MOLLA LA PRESA
  Appartenente a una delle famiglie più
  influenti del Paese, Gonzalo  Sanchez
  de Lozada (detto "Goni") è un veterano
  della politica boliviana.

  Cresciuto e laureato negli Usa, occupa
  un seggio in Parlamento fin dal 1979.
  Ministro negli anni '80, diventa presi-
  dente nel 1993,e come tale attua un va-
  sto programma di riforme, proiettando
  la Bolivia nell'economia di mercato.

  I proventi delle massicce privatizza-
  zioni vengono investiti in progetti so-
  ciali, di cui - per un periodo - bene-
  ficiano i ceti meno abbienti. I suoi
  detrattori gli rimproverano tuttavia di
  aver "svenduto la patria".


OLIGARCHIA, INDIOS E "COCALEROS"
  Lo scontro per il gas ripropone il tra-
  dizionale conflitto tra l'oligarchia
  bianca,che da sempre controlla il pote-
  re, e gli indios, maggioranza assoluta
  della popolazione che vive per lo più
  nell'indigenza.

  Lo scorso anno, gli indigeni boliviani
  hanno sperato che, come già avvenuto in
  Perù con Toledo, un loro esponente po-
  tesse accedere alla presidenza.

  Evo Morales, capo del "Movimento verso
  il socialismo" e di etnia aymara, ha
  sfiorato la vittoria alle presidenzia-
  li, ma l'essere il capo dei "cocaleros"
  (i coltivatori di coca) gli ha alienato
  molti appoggi in patria e all'estero.


GONI" NON MOLLA LA PRESA
  Dopo la presidenza Banzer, "Goni" viene
  rieletto nel 2002 col 22,5% dei voti.
  Punta allora al rilancio delle politi-
  che energetiche nell'ottica del mercato

  Lo scontento non tarda a farsi sentire:
  nel febbraio 2003,il presidente ricorre
  all'esercito per domare una prima pro-
  testa popolare.Ma malgrado i metodi re-
  pressivi,la comunità internazionale non
  ne contesta mai la legittimità.

  A ulteriore conferma dei favori di cui
  "Goni" gode all'estero, l'annuncio di
  una mediazione da parte di Argentina e
  Brasile, Paesi guidati oggi da governi
  socialdemocratici, e pertanto di uno
  schieramento opposto al suo.


P 194   194 TELEVIDEO Ve 17 Ott 20:39:03

LA DURA REPRESSIONE
  Fin dall'inizio dei disordini,il gover-
  no ha attuato misure repressive sempre
  più dure, tali da suscitare unanimi re-
  azioni di condanna nel Paese.

  L'esecutivo ritiene che la protesta sia
  opera di una minoranza "legata al ter-
  rorismo", e si comporta di conseguenza.
  Numerosi giornalisti sostengono di aver
  subito manipolazioni e intimidazioni da
  parte del governo.

  Le maggiori associazioni denunciano
  costanti e gravi violazioni dei diritti
  umani, mentre da tempo la Chiesa locale
  chiede con forza che l'esercito smetta
  di sparare sui manifestanti. Molto pre-
  occupante anche la situazione sanitaria