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DONNE E IMMIGRAZIONE



DONNE E IMMIGRAZIONE

Tre donne, tre mediatrici culturali, a Cassano Magnago (il paese in cui e'
nato Umberto Bossi) ci raccontano di donne e immigrazione, in una serata che
rientra in quell'EtnoFesta (www.etnofesta2003.com) che a Varese e in
provincia, ci permette, dal 3 al 25 ottobre, di confrontarci con altri
popoli, altre culture, altre tradizioni, altre realta'.
Tre donne, dunque, ci narrano di altre donne e di come loro, attraverso la
professione che hanno scelto di svolgere, cercano di aiutare le donne che
partono dai loro paesi di origine ed arrivano in Italia ed in particolare
qui, in terra padana!
Aziza e' marocchina, ha frequentato il liceo classico, si e' laureata in
giurisprudenza, e lavorava nel suo paese; il marito pero' non aveva lavoro
ed e' venuto a cercarlo in Italia; lei, e' rimasta in Marocco. Trovato il
lavoro, affittata una casa, il marito e' tornato in Marocco a prendere Aziza
e i bambini. Questo e' quanto accade a tutte le donne maghrebine. Da
principio partono i mariti, loro arrivano solo in un secondo momento. Giunte
in Italia per tutte loro, donne arabe, il primo vero problema e' la lingua.
Esistono scuole di italiano per emigrati, ma per lo piu' sono corsi serali
e, nella cultura araba, e' impensabile che una donna esca la sera e vada in
una scuola dove puo' trovare un uomo come insegnante. E cosi' non tutte le
donne riescono a imparare l'italiano. Ma senza la conoscenza della lingua e'
impossibile comunicare; e, nel frattempo, molte volte, gia' e' diventato
difficile comunicare con un marito che le ha lasciate troppi anni da sole
nel loro paese d'origine... La donna araba (cosi' come l'uomo arabo) sogna e
spera di tornare un giorno al suo paese ed e' anche per questo che molte
donne continuano a portare i loro vestiti tradizionali, non tutte le donne
li portano nel Nord Africa, ma portarli qui e' un modo per "comunicare" agli
altri che le loro radici sono altrove e che in quell'altrove hanno lasciato
anche il loro cuore...
Diverso e' il cuore delle donne latino americane; donne, ci spiega Marina,
che, da quando i loro paesi sono "governati" dalla politica del Fondo
Monetario Internazionale, emigrano solo ed esclusivamente per cercare di
guadagnare qualcosa. Sono le donne latinoamericane che per prime lasciano i
loro paesi di origine e vengono in Italia. I mariti restano ed anche i figli
restano. I figli vengono cresciuti dalle nonne i mariti si divertono con
altre donne; ci sono tante donne in America Latina, ragazze madri, donne
sole! In Italia le donne sud americane lavorano molto, e nel fine settimana
si trovano, molto spesso, un altro lavoro. Loro nel cuore hanno la voglia di
divertirsi, ma non ci sono possibilita' di divertimento, per loro qua da
noi; e allora lavorano per sentire il meno possibile la nostalgia di casa,
la nostalgia dei figli che altrove vengono cresciute da altre e che a loro
rinfacceranno poi, per sempre, di averli abbandonati. Lavorano e sognano un
giorno di portarsi qua tutta la famiglia; abbandonano quasi subito la voglia
di tornare; capiscono che qua la vita e' piu' facile perche' ci sono piu'
soldi; capiscono che qua, un giorno potranno costruirsi una casa e una
famiglia; c'e' un prezzo da pagare per avere tutto questo, e loro sanno che
il prezzo e' rimanere qua.
Anche le donne albanesi ed in genere tutte quelle che giungono dall'Est, ci
spiega Valentina, vengono per restare. Loro sono quelle che curano i nostri
vecchi e i nostri ammalati. Loro sono quelle che condividono in una stanza
una vita che si spegne. Loro sono quelle che troppo spesso al di fuori
di quella stanza non hanno altro. Sono quelle che frequentano piu' volte il
corso di italiano, anche quando l'italiano gia' lo sanno; ma la scuola di
italiano e' l'unico luogo dove possono andare per ritrovarsi con gente che
parla la loro stessa lingua e con cui poter condividere le loro piccole
conquiste. Anche riuscire a salire su una scala mobile alla Stazione
Centrale di Milano per loro e' una conquista...

La cosa piu' importante per tutte queste donne, qualsiasi sia la loro
provenienza, qualsiasi siano i loro sogni, suppongo sia quella di
confrontarsi con altre donne.
E' dal confronto e dalla reciproca conoscenza che nasce
la voglia di capirsi di aiutarsi e di costruire la pace...

elisabetta caravati