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intervista a Oscar Olivera, leader della protesta in Bolivia (con preghiera di pubblicazione)
- Subject: intervista a Oscar Olivera, leader della protesta in Bolivia (con preghiera di pubblicazione)
- From: "marco santopadre" <marco.santopadre1@tin.it> (by way of Carlo Gubitosa <c.gubitosa@peacelink.it>)
- Date: Thu, 16 Oct 2003 18:32:10 +0100
(Questa intervista è stata trasmessa da Radio Città Aperta di Roma, 88.900
Mhz. Una sintesi è stata pubblicata sul quotidiano "Il manifesto" del 16
ottobre 2003)
Intervista a OSCAR OLIVERA, portavoce della "Coalizione per la difesa
dell'acqua e della vita" della Bolivia
"I DELINQUENTI SONO I POLITICI CHE SI SONO APPROPRIATI DELLE NOSTRE RISORSE"
di Marco Santopadre
Domanda: Oscar, qual è la situazione attuale in Bolivia? Il Governo
Boliviano ha sospeso fino a dicembre il contratto di esportazione del gas
verso Messico e Stati Uniti. Perché allora continua lo sciopero generale?
Risposta: In questo momento mi trovo a Cochabamba, nelle regioni centrali
della Bolivia, in una manifestazione indetta dagli abitanti dei quartieri
periferici di questa città che si stanno dirigendo verso il centro. E' una
ennesima manifestazione di protesta e di condanna per il massacro al quale
viene sottoposto il popolo Aymara soprattutto nella capitale La Paz.
Durante la giornata di ieri si sono registrati 32 morti e l'altro ieri
altri 26, e ancora oggi dobbiamo segnalare un'altra decina di uccisi. E' un
vero e proprio genocidio che disgraziatamente sta ricevendo il sostegno
dell'Organizzazione degli Stati Americani guidati da Cesar Gaviria e
ovviamente del governo degli Stati Uniti d'America. La gente è ancora per
le strade per esigere le dimissioni del presidente Sanchez de Lozada, e
nonostante il suo governo ieri mattina abbia emesso un decreto che
posticipa fino alla fine dell'anno qualsiasi decisione in tema di vendita
del gas boliviano, la gente non è soddisfatta. La società boliviana
considera il decreto tardivo e insufficiente e quindi le strade sono ancora
piene di gente che chiede, come provvedimento irrinunciabile, le dimissioni
del presidente Sanchez de Lozada e la formazione di un governo
costituzionale che garantisca nel suo programma la sospensione della
svendita del gas boliviano alle multinazionali estere, confermando la
validità di un decreto emesso sei anni fa che già all'epoca attribuiva allo
Stato la proprietà degli idrocarburi presenti nel sottosuolo boliviano.
Inoltre la popolazione chiede la convocazione di una Assemblea Costituente
per riformare il sistema politico boliviano che fino ad ora è stato
utilizzato da alcuni partiti politici per appropriarsi indebitamente delle
risorse del paese, rivendute a prezzi irrisori alle multinazionali e ai
governi esteri. La situazione è molto tesa. Ci sono stati ancora poco fa
nuovi morti a La Paz soprattutto nella zona de El Alto. Si è registrato un
morto durante una marcia di indigeni nella zona di Santa Cruz, nell'est del
paese. Lì circa 8000 persone, per la maggior parte donne, stanno
attraversando gli altipiani andini per raggiungere a piedi La Paz, che è a
200 chilometri di distanza. Ci sono migliaia di contadini e operai che
marciano anche nelle vie della capitale. La situazione è gravissima,
richiede la denuncia internazionale di questo presidente che sta
massacrando la popolazione boliviana con l'unico sostegno delle armi e
delle forze armate.
Domanda: Il Governo Boliviano accusa i manifestanti di voler attuare un
golpe, mentre il governo degli Stati Uniti ha chiamato delinquenti coloro
che si oppongono al legittimo governo del paese
Risposta: Le accuse che ci rivolgono sono completamente false. Questo è un
governo assolutamente cieco. Gonzalo Sanchez de Lozada è uno straniero in
questo paese, che neanche parla bene lo spagnolo e che in questo momento è
sostenuto esclusivamente dalle multinazionali del petrolio che vogliono
continuare a determinare la politica e l'economia del Paese e che sono
disposte anche a continuare a massacrare la gente. Ci sono ormai più di 60
morti solamente in questa ultima settimana e la situazione è sempre più
tesa. Non è affatto vero che siamo dei delinquenti, i delinquenti sono i
politici che si sono impossessati delle nostre risorse e chi manifesta sono
i lavoratori, migliaia e migliaia, che stanno reclamando che le risorse
petrolifere tornino nelle mani dei boliviani. La popolazione reclama
maggiore democrazia, più partecipazione alle scelte politiche. Oggi la
cosiddetta democrazia in Bolivia si basa sul potere di una manciata di
imprenditori e di politici appoggiati dalle baionette dell'esercito.
Domanda: E' vero che l'esercito per disperdere le manifestazioni sta usando
le mitragliatrici?
Risposta: Si, purtroppo è vero. Stanno massacrando la gente con le
mitragliatrici, addirittura sparando sulle manifestazioni dagli elicotteri
e questo non deve continuare. Mai nella storia di questo paese, neanche
durante le innumerevoli dittature militari, si era vista una tale violenza
da parte dell'esercito.