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La nonviolenza e' in cammino. 685



LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO

Foglio quotidiano di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la
pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. e fax: 0761353532, e-mail: nbawac@tin.it

Numero 685 del 26 settembre 2003

Sommario di questo numero:
1. Amina Lawal e' salva
2. Daniele Lugli: sulla proposta di Lidia Menapace per un'"Europa neutrale e
attiva"
3. Coordinamento romano dei giuristi democratici: illegittimo il sequestro
delle telestreet
4. Ida Dominijanni: un'altra relazione e' possibile
5. Presentazione della Iupip-Unip
6. Amelie Nothomb: a conferma
7. Alcune novita' editoriali della Editrice missionaria italiana
8. Dieci libri segnalati da "Redattore sociale"
9. Letture: Maryse Conde', Io, Tituba strega nera di Salem
10. Letture: Franco Ferrarotti, Guida alla nuova sociologia
11. Letture: Elena Liotta, Educare al se'
12. Riletture: AA. VV., Kinomata. La donna nel cinema
13. Riletture: Tullio Masoni, Paolo Vecchi, Andrej Tarkovskij
14. Riletture: Giancarlo Zappoli, Erich Rohmer
15. Riletture: Marivaux, Theatre complet
16. Riletture: Blaise Pascal, Pensieri
13. La "Carta" del Movimento Nonviolento
14. Per saperne di piu'

1. DIRITTI UMANI. AMINA LAWAL E' SALVA
[Riceviamo e diffondiamo la seguente buona notizia apparsa sul sito
dell'agenzia "Misna" (www.misna.org). Per la salvezza della vita di Amina
Lawal (che nel 2002 era stata condannata a morte per lapidazione da un
tribunale islamico nigeriano per aver avuto un figlio fuori del matrimonio)
c'e' stata, come e' noto, un'intensa mobilitazione internazionale]
Amina Lawal e' stata assolta dalla Corte islamica di Katsina, capitale
dell'omonimo Stato del nord della Nigeria, che ha cosi' accettato la
richiesta d'appello presentata dalla difesa della donna contro la condanna a
morte per lapidazione decisa da un altro tribunale islamico.

2. EDITORIALE. DANIELE LUGLI: SULLA PROPOSTA DI LIDIA MENAPACE PER
UN'"EUROPA NEUTRALE E ATTIVA"
[Siamo assai grati a Daniele Lugli (per contatti: daniele.lugli@libero.it)
per questo intervento. Daniele Lugli e' il segretario nazionale del
Movimento Nonviolento, figura storica della nonviolenza, unisce a una lunga
e limpida esperienza di impegno sociale e politico anche una profonda e
sottile competenza in ambito giuridico ed amministrativo, ed e' persona di
squisita gentilezza e saggezza grande]
Lidia Menapace avanza la proposta di un'Europa neutrale quale caratteristica
costitutiva della stessa Unione. E' una proposta di grande interesse, che
Lidia e' venuta precisando ed articolando.
Non mi risulta, spero di essere disinformato, che sia fatta propria da forze
politiche italiane o europee. Certo non lo e' da parte dei due
raggruppamenti che si contendono il primato nel parlamento europeo.
Popolari e socialdemocratici non sembrano infatti impegnati a tradurre nelle
istituzioni il migliore apporto delle esperienze storiche alle quali pure
pretendono di ispirarsi. Il movimento popolare, legato all'insegnamento
delle chiese cristiane, ed il movimento operaio, orientato al socialismo,
hanno infatti mostrato, nei loro momenti "buoni", identica repulsione alle
guerre e capacita' di lotta politica e sociale senza ricorso alla violenza.
Non siamo evidentemente in un momento "buono" se leader di tali movimenti
sono populisti autoritari, come i presidenti dei consigli spagnolo ed
italiano da un lato, e un laburista, che continua l'opera dei conservatori,
come il premier inglese, dall'altro. Sono peraltro uniti nel sostegno alla
peggior  politica statunitense di uso spregiudicato della forza, di ricorso
alla guerra come strumento normale per affrontare i problemi che si
presentano.
*
La neutralita', Lidia lo ricorda, non e' un novita' in Europa: Svizzera,
Svezia, Finlandia e Austria ne hano dato esempi protratti nel tempo.
Possiamo aggiungere la Citta' del Vaticano. Non sembra che cio' abbia tolto
loro influenza positiva nelle controversie internazionali, semmai il
contrario, o li abbia esposti a maggiori pericoli.
Si potrebbero obiettare il declino e la crisi del concetto stesso di
neutralita'. Nella seconda guerra mondiale Belgio, Danimarca, Norvegia,
Paesi Bassi, tutti neutrali, sono stati egualmente occupati dalle truppe
tedesche. La fine del confronto tra due super-potenze comporta anche il
venir meno di ogni proposta di non allineamento e neutralita' rispetto ai
massimi contendenti. L'idea di sicurezza collettiva, che ispira la
travagliata esperienza dell'Onu, non sembra conciliabile con il "chiamarsi
fuori" da conflitti, che tale sicurezza mettono in discussione.
Ma un'Europa neutrale sarebbe tutt'altra cosa.
La Svizzera, per citare un caso, ma ce ne sono altri, non ha visto violata
nella seconda guerra la propria neutralita'. A nessuno conveniva, come ancor
meno converrebbe attaccare un'Europa neutrale.
Al conflitto Est-Ovest si e' sostituito un conflitto Nord-Sud. Un'Europa non
schierata potrebbe ben impedire il suo approfondimento ed allargamento,
grazie anche all'essere punto di contatto tra Nord e Sud, confinanti.
Neutralita' oggi non sarebbe "chiamarsi fuori" ma "chiamarsi dentro"
l'impegno a risolvere i conflitti con i soli strumenti idonei, che sono
strumenti di pace.
Neutralita' impone quindi anche la riflessione sul tipo di difesa coerente a
tale scelta e, prima ancora, sulla cultura, sulla tecnologia, sulla
politica, sugli interessi che hanno bloccato il processo di disarmo e fanno
chiamare Difesa la predisposizione e l'uso dei peggiori strumenti di Offesa.
*
Negli anni '30 una Commissione del senato americano concluse i suoi lavori
rivelando e denunciando gli alti profitti dell'industria bellica nella prima
guerra mondiale. Il desiderio di conseguire tali straordinari profitti era
gia' allora individuato come componente rilevante nella volonta' di
suscitare guere e prendervi parte. Seguirono una serie di leggi, Neutrality
Acts, miranti a impedire tale influenza.
Si prospetto' l'ipotesi che la stessa partecipazione degli Usa alla prima
guerra mondiale fosse stata influenzata da interessi personali del
presidente Wilson. Dall'indagine il presidente, nel frattempo deceduto,
usci' pienamente discolpato. Sarebbe interessante che il Senato americano
ripetesse questa analisi con riferimento agli interessi dell'attuale
presidente e del suo entourage nella promozione delle guerre fatte e che ha
in animo di fare.
Non interessa qui rilevare l'appropriatezza o meno dei provvedimenti
adottati, i loro effetti negativi, il loro collocarsi in una prospettiva
isolazionistica di perseguimento di pura potenza degli Usa, fuori dalla
Societa' delle Nazioni, pure ispirata dal'ex presidente Wilson. Resta il
fatto che si trattava e si tratta di un grande problema politico, oggetto di
scarsa e cattiva considerazione. Ne abbiamo avuto precisa esperienza con il
peggioramento della legge sul commercio delle armi vigente nel nostro Paese
per adeguarla, si e' detto, a standard europei.
*
L'Unione Europea e' stata connotata, con rudezza yankee, come "gigante
economico, nano politico, verme militare". Piu' elegantemente Prodi
sottolinea che all'Europa ci si rivolge, da Paesi estranei all'Unione, per
avere aiuti, ma non per avere sicurezza. Chi puo' dare sicurezza, e
toglierla, sono semmai gli Usa, con le variabili coalizioni che, di volta in
volta, mettono in campo.
Che una crescente e diffusa insicurezza sia un effettivo problema non e'
dubbio. Che il ricorso alla guerra faccia parte, come componente decisiva,
del problema e non della soluzione dovrebbe essere sempre piu' evidente.
Un'Europa neutrale e attiva, che sostiene, sperimenta, qualifica forme di
azione, che gia' hanno dimostrato la loro necessita' ed utilita',
costituisce il presupposto per una efficace alternativa.
Nel convegno di Gubbio abbiamo voluto sottolineare in particolare il
possibile ruolo di Corpi civili di pace, capaci di raccogliere il meglio
delle esperienze presenti.
Anche per tale via ci sembra possa darsi concretezza alla prospettiva
indicata da Aldo Capitini, concludendo lo scritto Attraverso due terzi di
secolo, redatto poco prima dell'operazione alla quale non sopravvisse:
"L'Europa, unita al Terzo Mondo e al meglio dell'America, elaborera' la piu'
grande riforma che mai sia stata comune all'umanita', quella riforma che
rendera' possibile abolire interamente le disuguaglianze attuali di classi e
di popoli, e abolire le differenze tra i fortunati e gli sfortunati".

3. INFORMAZIONE. COORDINAMENTO ROMANO DEI GIURISTI DEMOCRATICI: ILLEGITTIMO
IL SEQUESTRO DELLE TELESTREET
[Dalla mailing list romana di Attac (per contatti:
attac_roma@yahoogroups.com) riprendiamo questo comunicato del Coordinamento
romano dei giuristi democratici sul sequestro delle telestreet]
Il coordinamento romano dei giuristi democratici esprime la propria
solidarieta' alle associazioni ed ai gruppi di lavoro sulle telestreet, le
televisioni di strada, rilevando che:
I sequestri amministrativi in ottemperanza alla legge 156 del 26/03/1973
come modificata dall'articolo 30, della legge 223 del 6/08/1990, cosiddetta
legge Mammi', appaiono illegittimi in quanto viziati da  eccesso di potere.
Infatti il Ministero non ha tenuto conto, che alla data in cui fu redatta la
legge Mammi' e precedentemente nel 1973, non esisteva affatto la tecnologia
in grado di produrre trasmissioni in immagine, verso ambiti territoriali
ristrettissimi.
Rileviamo, pertanto, che ci troviamo di fronte ad un "vuoto legislativo" per
la regolamentazione dei rapporti istituzionali e dei "diritti", nei
confronti delle televisioni di strada, che non utilizzano affatto le
frequenze, bensi' i loro coni d'ombra, non interferendo quindi con le
frequenze utilizzate dagli operatori autorizzati.
Ribadiamo che nei casi di incertezze o di vuoti legislativi deve prevalere
il principio costituzionale della liberta' di espressione, garantito ad ogni
cittadino dall'art. 21 della Costituzione.
Trattandosi, inoltre, di uno strumento della "libera partecipazione" del
cittadino alle attivita' proprie del quartiere: nei molteplici campi
dell'associazionismo, della espressione pastorale nelle parrocchie, nel
soccorso cittadino ad anziani e disabili e del volontariato in genere,
invitiamo il Ministro on. Gasparri a voler prontamente rivedere la propria
posizione arbitraria e immotivata, nei confronti dei cittadini tutti.

4. RIFLESSIONE. IDA DOMINIJANNI: UN'ALTRA RELAZIONE E' POSSIBILE
[Dal quotidiano "Il manifesto" del 23 settembre 2003. Ida Dominijanni (per
contatti:  idomini@ilmanifesto.it), giornalista e saggista, e' una
prestigiosa intellettuale femminista. "Via Dogana" e' una storica autorevole
rivista femminista milanese]
Per battere il terrorismo non basta la guerra, ha ripetuto ieri il
segretario generale dell'Onu Kofi Annan, "bisogna conquistare i cuori e le
menti".
La frase non e' nuova; circolava gia' in alcune corrispondenze dall'Iraq, e
segnala egregiamente la contraddizione cieca in cui si e' andata a cacciare
la politica di potenza americana pretendendo di spacciare per liberazione la
sua occupazione dell'Iraq.
Un territorio, infatti, si puo' prendere con le armi; ma per i cuori e le
menti ci vuole altro. Che cosa d'altro, la politica occidentale tutta, non
solo quella armata di Bush, sembra non saperlo piu' - salvo sedurre i cuori
e le menti con dosi massicce di televendite, soap e veline modello
Berlusconi.
Ha smesso di saperlo dall'89, ricorda sull'ultimo numero di "Via Dogana" la
storica spagnola Maria Milagros Rivera Garretas: da quando cioe' non ha piu'
saputo trovare un linguaggio diverso dall'ideologia socialista per dire il
bisogno di senso e di giustizia della gente comune. Del resto, che stiamo
ancora vivendo nel cono d'ombra determinato dal crollo del Muro e' proprio
la guerra antiterrorismo di Bush a dimostrarlo, se e' vero che e' alla
ricostruzione del "Nemico" perduto dall'America nell'89 che essa
principalmente serve.
A ripartire dalla frase sui cuori e le menti, sulla stessa "Via Dogana", e'
Maria Luisa Boccia, riprendendo una delle questioni cruciali emerse nel
corso e alla fine della guerra in Iraq, quella dell'incommensurabilita' fra
la politica di potenza, armata o no, e la politica che rifiuta non solo
l'uso delle armi ma anche il criterio della potenza. C'era da misurare
guadagni e perdite del movimento contro la guerra, e a chi riteneva che esso
avesse fatalmente perso non essendo in grado di contrastare la potenza
americana con una potenza uguale e contraria si rispose - anzi, alcune
risposero - che non si puo' misurare l'efficacia di un movimento usando il
metro che esso contesta in partenza; e che dunque cio' che i no-war avevano
seminato non poteva essere giudicato con il criterio dei rapporti di forza.
Ma il problema dell'incommensurabilita' non si pone solo fra guerrafondai e
pacifisti: e' sul tappeto da decenni, ad esempio, a proposito della
valutazione dell'efficacia della politica delle donne. La quale continua a
essere misurata in base al metro del potere, mentre e' una politica che
volutamente agisce (e comunica con i cuori e con le menti) su un piano
diverso da quello del potere.
"Via Dogana" riprende questa tematica, connettendola a una scommessa di piu'
lungo periodo della rivista che Vita Cosentino sintetizza efficacemente
nell'editoriale: "l'idea di giocare la differenza femminile libera come
possibilita', dopo la fine del patriarcato e in regime di fratriarcato, di
mettere fine agli sforzi per stare alle leggi di dominio e di potere di
questo mondo, di mettere fine anche all'optare fra alternative gia' date, e
orientarsi a rendere possibile altro, a sprigionare l'impossibile".
Questo "impossibile", questo altro dalle leggi del dominio e del potere,
puo' essere l'amore (Marina Terragni), la corrispondenza fra parola e
esperienza (Milagros Rivera), la potenzialita' generatrice della madre
contro la "distruzione creatrice" del capitale (Alberto Leiss). E comporta
l'urgenza, come recita il titolo del numero, di "passare a un altro ordine
di rapporti": dall'ordine basato sulla triade identita'-forza-guerra a
quello basato su differenza-relazione-conflitto.
E' un passaggio che chiama in causa, prioritariamente, i rapporti fra i
sessi.
Non da oggi infatti la rivista della Libreria di Milano invita ad
abbandonare una visione della politica della differenza sessuale come forma
di "resistenza-contro" fondata sulla comune identita' del "noi donne", per
restituirle il senso originario di una politica incentrata sulla
modificazione di se' e della relazione con l'altro - un altro a sua volta
gia' modificato dal femminismo -, nella piu' ampia prospettiva di una
rivoluzione anti-identitaria e relazionale della politica di donne e uomini.
Lo scritto di Maria Luisa Boccia, che dialoga con un articolo di Pietro
Ingrao sulla guerra pubblicato nel numero di maggio della "Rivista del
manifesto", e quello di Luisa Muraro e Lia Cigarini che dialoga con l'ultimo
editoriale di Luigi Pintor, esemplificano questa pratica nel confronto su
alcune parole - guerra, pace, sinistra, umanita', vita, potenza, amore,
impotenza - di un lessico politico sempre piu' incerto, controverso e, come
scriveva Pintor, "retrodatato rispetto alla dinamica delle cose".
Su un punto-limite della trasformazione in corso, dove e' diventata maschile
la difficolta' di trovare "le parole per dirlo" che fu del primo femminismo,
ed e' femminile la difficolta' di mettere in circolo le parole trovate nel
frattempo. Su questo punto-limite della crisi, forse, un'altra relazione tra
donne e uomini diventa possibile.

5. ESPERIENZE. PRESENTAZIONE DELLA IUPIP-UNIP
[Dal sito della  International University of Peoples' Institutions for
Peace - Universita' Internazionale delle Istituzioni dei Popoli per la Pace
(in sigla: Iupip-Unip), www.iupip.unimondo.org, riprendiamo la seguente
scheda di presentazione di questa srtaordinaria esperienza diretta da
Giuliano Pontara]
Che cos'e' l'Unip?
L'Universita' Internazionale delle Istituzioni dei Popoli per la Pace (Unip,
in inglese Iupip) e' sorta nel 1993 a Rovereto per iniziativa della
Fondazione Opera Campana dei Caduti. Il suo scopo e' fornire uno spazio di
ricerca e di formazione nel campo della diplomazia popolare e della
nonviolenza.
Destinatario immediato di questa iniziativa e' il mondo delle organizzazioni
nongovernative e dei movimenti della societa' civile impegnati per la
promozione umana e la pace. L'Unip e' sostenuta dal Forum trentino per la
pace, dalla Citta' di Rovereto e dall'Universita' di Trento, nonche' dalla
Provincia autonoma di Trento, che contribuisce finanziariamente in
attuazione della sua legge n. 11 del 10 giugno 1991 sulla promozione e
diffusione della cultura della pace.
*
Le finalita' fondamentali dell'Unip sono:
- promuovere una cultura della pace e della mondialita' nello spirito dei
programmi dell'Unesco;
- contribuire all'affermazione di un ordine mondiale fondato sull'attuazione
dei diritti umani;
- diffondere i principi della nonviolenza;
- formare a ruoli attivi nella diplomazia popolare e nella risoluzione
pacifica dei conflitti, sviluppando competenze e abilita' appropriate.
*
Nascita e sviluppo dell'Unip
A Rovereto, sul Colle di Miravalle, la Campana della pace suona ogni sera
cento rintocchi, in memoria dei caduti di tutte le guerre. L'enorme campana
fu realizzata, nel 1925, fondendo il bronzo dei cannoni di tutti gli
eserciti che si erano combattuti nel corso della prima guerra mondiale.
Nel 1968, con decreto del 18 gennaio del Presidente della Repubblica, fu
costituita la Fondazione Opera Campana dei Caduti, il cui impegno e' stato
particolarmente orientato, soprattutto nell'ultimo decennio, verso
l'educazione alla pace. Le molte attivita' intraprese in questo campo dalla
fondazione sono culminate nella creazione della Universita' Internazionale
delle Istituzioni dei Popoli per la Pace.
*
Le attivita' dell'Unip
L'attivita' piu' impegnativa dell'Unip e' il corso internazionale
residenziale di tre settimane, rivolto a membri attivi di organizzazioni
nongovernative e movimenti di base della societa' civile. I temi portanti di
ogni edizione sono la diplomazia popolare, la nonviolenza e tematiche
connesse. I partecipanti ai corsi, cosi' come i docenti, provengono da ogni
parte del mondo.
Il corso internazionale dell'Unip sulla diplomazia popolare, la nonviolenza
e tematiche inerenti e' iniziato nel 1993. Il corso si situa in un contesto
transnazionale di interazioni positive tra docenti e partecipanti e di
scambi intensivi di esperienze tra persone di diverse culture, societa' e
background sociale.
Nel corso degli anni hanno partecipato al corso circa 250 persone da quasi
cento Paesi diversi. Molti esperti ed attivisti provenienti da tutto il
mondo hanno insegnato e moderato, tra i quali Philip Alston (Universita' di
Legge, New York, Usa), Elise Boulding (College di Dartmouth, USA), Alejandro
Bendana (Centro di Studi Internazionali, Nicaragua), Michel Chossudovsky
(Dipartimento di Economia, Universita' di Ottawa, Canada), Johan Galtung
(Transcend, rete per la pace e lo sviluppo), David Morrison (Universita' di
Leeds, Regno Unito), Jan Oberg (Fondazione Transnazionale per la Pace e la
Ricerca per il Futuro, Svezia), Shastri Ramachandaran (quotidiano "The Times
of India"), Francois Rigaux (Universita' Cattolica di Lovanio, Belgio) e
Anuradha Vittachi (Fondazione Internazionale OneWorld, Regno Unito).
Tra i vari argomenti trattati nelle passate edizioni vi sono: il ruolo dei
movimenti delle donne per la pace; il ruolo dei media nel favorire e
nell'ostacolare la risoluzione dei conflitti; aspetti umani, economici e
legali della migrazione; globalizzazione, violenza strutturale e approcci
economici alternativi; argomenti di diritti economici; ricostruzione sociale
e morale delle societa' del dopoguerra e riconciliazione.
Nel primo anno (estate 1993) sono state analizzate due situazioni di
conflitto acuto: le guerre nell'ex-Jugoslavia e le lotte sociali in Brasile.
Le problematiche sono state affrontate alla luce della teoria generale dei
conflitti, del diritto internazionale, dei diritti umani e della teoria e
pratica della nonviolenza.
Nel secondo anno (estate 1994) si sono affrontati i temi della diplomazia
popolare, della nonviolenza e del ruolo dei movimenti di donne nella
risoluzione pacifica dei conflitti. Particolare attenzione e' stata posta
nell'analizzare il ruolo di movimenti femminili per la pace nel conflitto
israeliano-palestinese.
Il terzo anno (estate 1995) e' stato dedicato ai mezzi di comunicazione di
massa come ostacolo e, rispettivamente, risorsa per la conduzione pacifica e
nonviolenta dei conflitti.
Durante il quarto anno (estate 1996) sono stati approfonditi gli aspetti
umani, legali ed economici del fenomeno delle migrazioni.
L'argomento del quinto anno (autunno 1997) sono stati i problemi legati alla
globalizzazione dell'economia, i suoi aspetti di violenza strutturale ed i
possibili approcci alternativi.
Nel sesto anno (autunno 1998) e' stata esaminata la ricostruzione sociale e
spirituale delle societa' post-belliche.
La settima edizione (autunno 1999) e' stata dedicata all'analisi dei diritti
economici, culturali ed ai problemi legati alle lotte ecologiche.
Il tema dell'edizione del 2000 e' stato il governo umano e la solidarieta'
globale.
Al corso internazionale si sono successivamente aggiunte le seguenti
attivita':
- il corso biennale sui diritti umani e la trasformazione dei conflitti
rivolto a studenti di giurisprudenza israeliani e palestinesi, istituito nel
1998;
- il corso annuale per formatori di obiettori in servizio civile, istituito
nel 1994;
- i corsi locali sulla diplomazia popolare, la tutela dei diritti umani, la
cooperazione internazionale, l'economia e l'educazione interculturale,
rivolti al mondo della scuola, del lavoro e dell'associazionismo di
promozione umana in Trentino, iniziati nel gennaio 1997;
- la promozione di progetti di ricerca scientifica; la pubblicazione della
collana "Alternative" (Edizione Gruppo Abele): una serie di agili volumi in
cui vengono pubblicati materiali presentati o preparati nell'ambito
dell'Unip ed altri interventi sui grandi temi della pace;
- la pubblicazione di"Iupip Newsletter", bollettino di informazione e
discussione, rivolto particolarmente ai partecipanti ai corsi
internazionali.
L'Unip e' dotata di una biblioteca in costante espansione con materiale
riguardante la nonviolenza, la pace, i diritti umani, la diplomazia
popolare, i mass media, il femminismo, le migrazioni, i rifugiati, la
globalizzazione, gli approcci di economia alternativa e la peace research.
I libri sono a disposizione presso la biblioteca civica di Rovereto.

6. FRASI COLTE AL VOLO. AMELIE NOTHOMB: A CONFERMA
[Da Amelie Nothomb, Igiene dell'assassino, Voland, Roma 1997; Guanda, Parma
2002, p. 9. Amelie Nothomb, scrittrice belga di lingua francese nata a Kobe
in Giappone nel 1967, e' autrice di molti libri tradtti in venticinque
lingue]
E citavano a conferma qualche autore dal nome esoterico, di cui non avevano
loro per primi letto le opere, il che permetteva di parlarne con
penetrazione.

7. LIBRI. ALCUNE NOVITA' EDITORIALI DELLA EDITRICE MISSIONARIA ITALIANA
[Da Francesco Saldi, dell'ufficio stampa della Emi (per contatti:
stampa@emi.it) riceviamo e diffondiamo. La Emi, storica casa editrice
cattolica, e' una delle case editrici italiane piu' impegnate nella
promozione di una cultura della pace, dell'incontro e della comprensione tra
i popoli e le culture, della nonviolenza; per informazioni e contatti: Emi,
Editrice missionaria italiana, via di Corticella 181, 40128 Bologna, tel.
051326027, fax 051/327552, sito: www.emi.it]
AA. VV., Privatizzare i servizi. Il costo sociale, Social Watch, rapporto
2003, pp. 240, euro 16. Autore: Istituto del Tercer Mundo. Sommario:
Globalizzazione, poverta', salute e qualita' della vita nei diversi Paesi
del mondo. Destinatari: per tutti, in particolare per insegnanti, studenti,
giornalisti e coloro che sono interessati alle problematiche legate allo
sviluppo. Sintesi: La situazione sociale e l'impatto della privatizzazione
dei servizi essenziali in 52 Paesi. Lo stato attuale dello sviluppo sociale
nel mondo. Progressi e regressi paese per paese. Il trasferimento di risorse
dal Sud al Nord. Servizi e diritti umani. La ricaduta della privatizzazione
dei servizi pubblici sulle donne. Gats: l'accordo generale sul commercio dei
servizi. Sfide della globalizzazione e libero mercato. Obiettivi di sviluppo
delle Nazioni Unite. Il profilo di 52 Paesi. Particolarmente ampio il
rapporto sull'Italia.
*
Roberto Bosio, Guida all'altra informazione sul web, pp. 64, euro 2. Autore:
Roberto Bosio, laureato in economia con una tesi di geografia sul Sud del
mondo, ha collaborato con l'Associazione Finanza Etica, partecipando tra
l'altro alla stesura della "Carta d'intenti per la finanza etica in Italia".
Argomento: il sistema della comunicazione e' nelle mani dei grandi gruppi di
potere del pianeta che non vogliono minimamente far sapere qual e' lo stato
delle cose. Sintesi: trecento societa' dominano il mercato dell'informazione
mondiale. Quattro agenzie stampa, tra queste trecento, gestiscono l'80% del
flusso di notizie, e la quasi totalita' delle informazioni del Sud del mondo
passa attraverso il loro controllo prima di raggiungere i nostri giornali e
i nostri Tg. E il potere sui media si sta concentrando sempre di piu'. La
notizia, pertanto, non e' piu' informazione da trasmettere ai lettori ma un
prodotto di consumo, una merce da piazzare sul mercato. Non e' piu' un
pregio il suo contenuto di verita', bensi' la capacita' di produrre
profitto. Questa realta' della comunicazione sta distruggendo ogni forma di
etica e di deontologia professionale, trasformando tutti in macchine che
producono profitti. Questo piccolo manuale, con esperienze di informazione
libera, ci insegna a diventare "consumatori consapevoli e critici" del
prodotto "informazione". Di fronte all'acquisto di un libro o di un giornale
dobbiamo chiederci quale modello di sviluppo editoriale e informativo
alimentiamo.
*
Michele Brunelli (a cura di), Produzione e commercio delle armi. Industria
militare e politiche per la difesa, pp. 288, euro 14. Autori: contributi di:
Chiara Bonaiuti, Michele Brunelli, Enrico Ciampolini, Guido Correggi,
Cecilia Corsi, Giancarlo Graziola, Nicholas Hooper, Sergio Parazzini.
Argomento: la realta' dell'industria bellica in Italia: produzione,
commercializzazione ed esportazione delle armi e modelli di riconversione
del settore. Sintesi: nel corso del 2002 sono state autorizzate esportazioni
di armi dall'Italia per un valore complessivo di 920 milioni di euro e le
esportazioni gia' definitive hanno raggiunto i 500 milioni di euro. Nello
stesso periodo sistemi d'arma sono stati consegnati alla Malaysia, Corea del
Sud, Dubai, Stati Uniti, Siria, Turchia e Pakistan per un valore complessivo
di circa 200 milioni di euro. Dall'entita' di questi dati gia' si puo'
intuire la mole di interessi economici e politici che gravitano attorno al
settore degli armamenti. Questo studio affronta le tematiche inerenti la
produzione, commercializzazione ed esportazione dell'industria delle armi.
La prima parte del volume analizza i principali gruppi industriali italiani,
con particolare riguardo alle imprese localizzate in Lombardia, nel
bresciano. Nella seconda parte si esamina il settore delle armi leggere: la
loro classificazione, i problemi legati alla sicurezza e rintracciabilita'
di queste armi e i metodi adottati per la loro distruzione. Nella terza
parte del volume viene affrontato il tema della conversione e
diversificazione dell'industria degli armamenti. Nell'ultima parte si
esamina la legislazione italiana ed europea sul controllo e l'esportazione
dei materiali di armamento. In appendice vengono riportati i testi completi
della legge 185/1990 e del progetto di legge 1927. Un libro ricco di dati e
proposte per un settore ancora troppo nascosto.
*
Miguel Ortega Cerda', Daniela Russi, Debito ecologico.Chi deve a chi?, pp.
96, euro 7. Autori: Daniela Russi, laureata in economia ambientale presso
l'Universita' Richard Goodwin di Siena, e' stata ricercatrice presso il
Wuppertal Institut e attualmente e' dottoranda in Economia ecologica e
gestione ambientale presso l'Universita' autonoma di Barcellona. Miguel
Ortega Cerda' e' specializzato in radioattivita' ambientale e attualmente e'
dottorando in Economia ecologica e gestione ambientale presso l'Universita'
autonoma di Barcellona; e' coordinatore della Commissione sul debito
ecologico della "Red Ciudadana por la Abolicion de la Deuda Externa".
Argomento: nuove economie e predazione delle risorse economiche mondiali.
Sintesi: i paesi industrializzati del Nord del mondo hanno contratto un
debito ecologico insostenibile nei confronti dei Paesi poveri, depredandoli
da secoli delle loro risorse naturali e utilizzandoli attualmente come
pattumiere di rifiuti tossici di tutti i tipi. L'enorme danno ambientale
provocato dallo sfruttamento del sottosuolo, della terra, delle foreste,
delle aree marine e fluviali, la contaminazione dell'acqua e dell'aria con
conseguenze disastrose per la salute di intere popolazioni, superano di gran
lunga, in termini economici, il debito estero dei paesi del Sud. La
biopirateria, cioe' l'utilizzo non retribuito delle conoscenze agricole di
sementi e piante medicinali delle popolazioni indigene, e' una parola di
recente coniazione per definire l'espropriazione di antichi saperi iniziata
in epoca coloniale. A livello internazionale non e' ancora stato
riconosciuto che lo sfruttamento indiscriminato della natura e' una delle
conseguenze di un sistema economico orientato al profitto e contrario ai
diritti umani. La dimensione umana e' profondamente collegata al tema
ambientale poiche' l'ecosistema e' la casa di tutti i popoli e di tutte le
generazioni senza esclusione di nessuno. Il riconoscimento del concetto di
debito ecologico e' un passo necessario per ripensare e regolamentare, prima
che sia troppo tardi, meccanismi che rischiano di compromettere il futuro
dell'intera umanita'.
*
Emilio Grasso, Globalizzazione chiama Africa. Le sfide del vangelo, pp. 96,
euro 6. Autore: Emilio Grasso, sacerdote della Comunita' "Redemptor
hominis", ha conseguito il dottorato in missiologia presso la Pontificia
Universita' Gregoriana; e' gia' autore di numerosi testi per l'Editrice Emi.
Argomento: l'Occidente globalizza, l'Africa e' globalizzata. Il cristiano
che posizione assume di fronte a questa realta'? Destinatari: studiosi e
persone impegnate nei confronti dell'Africa. Sintesi: questo studio intende
leggere i cambiamenti legati alla globalizzazione senza lasciarsi sviare da
dogmatismi ideologici o da pregiudizi. Riflettere e' infatti un compito al
quale il cristiano non puo' rinunciare. Condizione essenziale e'
ripercorrere la storia che ha condotto alla creazione del sistema attuale e
alla formulazione delle teorie neoliberali che lo sottendono. Il mercato, la
formazione dei prezzi, il risparmio, gli investimenti, la distribuzione del
prodotto: sono queste le nozioni che delimitano il campo di questa
riflessione condotta con chiarezza e profondita'. E' solamente dopo aver
riconosciuto la giusta autonomia delle realta' terrestri, in effetti, che
l'intelligenza illuminata dalla fede potra' esprimere dei giudizi, cosciente
che l'emarginazione dell'Africa e' "problema di Cristo", una questione
cristologica rivolta ad ogni credente. La risposta non potra' prescindere
dal "politico" nella pluralita' delle scelte possibili per la trasformazione
di questo mondo.
*
Maurizio Pittau, Economie senza denaro. I sistemi di scambio non monetario,
pp. 240, euro 9. Autore: Maurizio Pittau e' laureato in economia con
specializzazione in funzioni internazionali; ha partecipato a progetti di
sviluppo in Africa, America Latina e Balcani; attualmente collabora con
agenzie delle Nazioni Unite e con organizzazioni non governative; e'
ideatore e curatore del sito www.utopie.it. Argomento: una nuova economia
non basata sul denaro ma sulla reciprocita', la generosita', la
condivisione. Sintesi: oggi tutto, o quasi, e' denaro. L'economia di mercato
si nutre di moneta. Ma a livello locale sono diffusi, specialmente nel Sud
del mondo, sistemi di scambi di beni e servizi senza l'intermediazione del
denaro. Queste esperienze locali, nei loro limiti, incidono positivamente
sullo sviluppo di interi Paesi. Grazie ad esse molte persone riescono a
sopravvivere, molte societa' si mantengono unite e possono conservare almeno
in parte le loro culture. Questo volume presenta le varie forme di scambio
non monetario nei Paesi post-industrializzati e nel Sud del mondo. Analizza
i ruoli del denaro e dei sistemi di scambio non monetari in termini sia
economici, sia sociali e culturali. Mostra come le economie senza denaro
producano fiducia mediante elementi che la teoria economica classica non ha
mai preso in considerazione, quali la reciprocita', la generosita',
l'altruismo. I fondamenti antropologici dell'economia risultano ampliati: le
persone agiscono non solo in base a interessi egoistici, ma anche a
sentimenti e valori. L'obiettivo di tutti i diversi sistemi di scambio non
monetari e' quello di restituire all'essere umano l'economia con i suoi
prodotti e farla ritornare a tutti gli effetti uno strumento di benessere
condiviso.

8. LIBRI DIECI LIBRI SEGNALATI DA "REDATTORE SOCIALE"
[Dall'agenzia quotidiana d'Informazione "Redattore sociale" (per contatti:
tel. 073468191, e-mail: info@redattoresociale.itsito:
www.redattoresociale.it) riceviamo e diffondiamo]
"Nuove droghe" tra realta' e stereotipi, a cura di Ugo Ferretti e Luciana
Santioli, Edizioni Franco Angeli, 2003, euro 16, pp. 221.
Approfondire le proprie conoscenze, acquisire informazioni precise. Questo
l'imperativo imprescindibile per chiunque si trovi ad operare nel mondo
delle tossicodipendenze, per evitare di essere assaliti da quella sensazione
di impotenza e inadeguatezza che blocca per sempre ogni percorso di
recupero. E in questo senso parlare di droghe, di nuove droghe, oggi
significa descrivere i nuovi comportamenti associati all'uso e abuso -
storica distinzione necessaria - di sostanze psicoattive, significa crescere
e ricercare i contesti e le circostanze piu' frequenti entro le quali
adolescenti e giovani adulti assumono tali sostanze, significa capire una
volta per tutte che la droga e' ormai un bene di consumo largamente diffuso,
elemento legante di aggregazioni sociali. Il presente volume, scritto a piu'
mani da operatori dei Servizi per i tossicodipendenti, intende, in questa
prospettiva, approfondire l'argomento delle nuove droghe - divenuto centrale
nel dibattito delle politiche sociali e sanitarie - e divulgare informazioni
corrette per facilitare il confronto fra tutti coloro che sono interessati
al problema; in una prima parte l'attenzione e' rivolta al mondo dei
giovani - la musica techno, il pianeta discoteche, le sale giochi, i
concerti rave o di altri gruppi musicali - nella seconda, invece, si passa
all'analisi piu' approfondita delle tipologie delle nuove droghe in
commercio volendo porre le basi per una ridefinizione del problema e curando
gli aspetti epidemiologici e fenomenologici degli abusi.
*
La globalizzazione dal volto umano. Diritti umani: la nuova sfida della
cooperazione allo sviluppo, di Antonio Raimondi e Carla Carazzone, Edizioni
Sei, 2003, euro 10, pp. 167.
Esiste un diritto allo sviluppo per quel miliardo e trecento milioni di
persone che vivono sotto la soglia della poverta' estrema? Quali contributi
alla causa dello sviluppo possono dare i diritti umani e un sistema di
responsabilita' individuali, collettive, locali, internazionali e globali?
Che conseguenze ne discendono in termini di cooperazione internazionale?
Per il terzo millennio e' necessario un rinnovato, deciso impegno per lo
sviluppo umano, capace di unire la lotta per il progresso economico e
sociale e la lotta per i diritti civili e politici, in un nuovo approccio
integrato che superi la vetusta separazione tra le azioni in favore dello
sviluppo e quelle per la difesa dei diritti umani. Ecco il nuovo scenario
geopolitico mondiale e la globalizzazione che impongono una nuova
mentalita', altrimenti i diritti umani saranno solo una lista di desideri o,
peggio ancora, un paravento ad uso di alcuni Stati per celare i propri
interessi politici ed economici.
*
Per un'economia dal volto umano. Contro i poteri, le guerre, i profitti, di
Domenico De Simone, Edizioni Malatempora, 2003, euro 6,20, pp. 83.
Un piccolo manuale con il quale l'autore, Domenico De Simone, noto anche
come "controeconomista", suggerisce alcuni spunti per come tenere sotto
controllo la Banca Mondiale, il Fondo Monetario Internazionale e la World
Trade Organization; come passare da un'economia di guerra a una di pace. E
come dare a tutti un reddito vitale, al di la' del lavoro ormai precario, un
reddito che dia a tutti il diritto ad una vita non da schiavi. Il libro
presenta anche un glossarietto con il significato dei piu' importanti
termini usati in economia. La conclusione del volume propone alcune delle
alternative per la costruzione di un mondo migliore, attraverso
l'argomentazione di temi come: il reddito di cittadinanza, il sistema
fiscale, la Tobin Tax e il debito dei paesi poveri, la liberazione del
lavoro, la globalizzazione dei popoli.
*
Minori in affido. Un aggiornamento per educatrici dei Villaggi Sos, di Anna
Maria Bacherini, Giuseppina Arrighi, Corrado Bogliolo, Edizioni del Cerro,
2003, euro 15,50, pp. 101.
Il testo propone una sintesi del corso di formazione del personale educativo
impegnato nell'accoglienza dei bambini. Le figure di cui si parla sono
quelle dell'educatrice o "mamma" o affidataria di un Villaggio che si
prendono cura dello sviluppo psicoemotivo dei minori allontanati dalla
famiglia di origine e accolti temporaneamente dai Villaggi Sos. Il resoconto
e' legato ad una esperienza formativa fatta a Firenze negli anni
1998/1999/2000 con un gruppo di donne, giovani e meno giovani provenienti da
Villaggi Sos di tutta Italia. Il libro e' suddiviso in tre parti: un rapido
excursus sui principi generali della psicologia relazionale; viene poi
presentata la storia dell'affido nella legislazione italiana e delle
normative che la governano; infine vi e' una parte dedicata alla descrizione
di come e' stato condotto il corso di aggiornamento. La condizione
psicologica degli affidati e delle affidatarie e' descritta nella sua
delicatezza e nelle responsabilita' connesse: i compiti ed il mondo di
queste figure femminili sono affrontati proponendo una dimensione d'aiuto a
molti sconosciuta.
*
Abitare lo spazio civile. Giovani, reti di relazione e costruzione
dell'identita', di Giuliana Mandich, Guerini, 2003, euro 16,50, pp. 173.
La ricerca presentata in questo volume ricostruisce - utilizzando il metodo
dei diari - le reti sociali che emergono dalla socialita' quotidiana di un
campione di studenti universitari. Per ognuna delle giornate in cui hanno
tenuto il diario gli studenti hanno registrato le interazioni significative
che si sono realizzate (le chiacchiere con la madre durante la prima
colazione, la telefonata all'amico per organizzare la serata, la passeggiata
con il fidanzato, ecc.). La "banalita'" di questi incontri costituisce un
aspetto fondamentale del modo in cui i giovani abitano e "rendono abitabile"
la societa', ed e' alla base della possibilita di creare un ambito comune e
condiviso di esperienza.
*
Il genius loci del welfare. Strutture e processi della qualita' sociale, a
cura di Lavinia Bifulco, Officina, 2003, euro 14, pp. 157.
Vengono presentati i risultati della ricerca sul welfare urbano e gli
standard di qualita' sociale condotta nell'ambito del programma nazionale
Miur "Welfare urbano e standard urbanistici" (anni 2001/2002). Lo scopo e'
da un lato di illuminare il processo di ridefinizione degli standard sotteso
alle riorganizzazioni delle politiche sociali e delle diverse formule che lo
concretizzano nei contesti locali, dall'altro di contribuire alla
elaborazione di parametri e alla identificazione di indicatori per la
valutazione delle politiche sociali, attingendo alla nozione di qualita'
sociale elaborata nel dibattito europeo. Quali condizioni favoriscono la
partecipazione dei cittadini alla vita sociale? Su cosa si misura la
capacita' di interventi e servizi di accrescerla? Quali standard sottintende
e richiede, piu' in generale, questo registro processuale? Per rispondere
agli interrogativi il volume fa riferimento soprattutto alle dimensioni
spaziali delle politiche e dei servizi sociali. Le dimensioni spaziali delle
organizzazioni esprimono ed esercitano una forza generativa. Dallo sguardo
dello spazio organizzativo viene fuori un modo per indagare ed articolare il
rapporto che essi intrattengono con il parametro della qualita' sociale.
Oltre uno spazio dedicato alla elaborazione dei risultati della fase
empirica di ricerca, una parte e' indirizzata ad elaborare quanto e' emerso
dalla ricerca stessa a proposito di standard e di qualita' sociale, e a
fornire indicazioni per definire materie e criteri per la valutazione delle
politiche sociali.
*
La famiglia di fronte alla disabilita'.Stress, risorse e sostegni, di
Mirella Zanobini, Mara Manetti, Maria Carmen Usai, Edizioni Erickson, 2002,
euro 18, pp. 182.
La vita delle famiglie con figli disabili e' un fenomeno complesso. Il
testo, rivolto a tutti coloro che per motivi professionali o personali si
confrontano con le ricadute della disabilita' nel contesto familiare, vuole
portare un contributo al dibattito fra operatori, esperti, famiglie e
persone disabili, mostrando diverse prospettive non solo teoriche. L'intento
delle autrici non e' di fornire spiegazioni o ricette valide per tutti i
casi, ma di mettere in luce alcune ragioni delle differenze possibili. Il
volume comprende nove capitoli: i primi tre descrivono il panorama teorico;
i successivi quattro presentano i risultati di una indagine svolta su 91
famiglie con bambini disabili frequentanti le scuole dell'infanzia e le
scuole elementari di Genova; l'ottavo capitolo descrive una ricerca
qualitativa realizzata attraverso l'analisi lessicale di sei testi scritti
da padri di ragazzi disabili; il nono e ultimo capitolo espone alcune linee
di intervento, ripercorrendo le proposte tradizionali, i suggerimenti e i
bisogni scaturiti dalle ricerche presentate. La ricerca cerca inoltre di
dare risposte a domande come: In che modo la presenza di un bambino disabile
influenza le relazioni familiari, le vite dei genitori e dei fratelli, il
benessere generale della famiglia? Quali sono gli aiuti che la societa' puo'
offrire?
*
Scuola e territorio. Come attivare e promuovere progetti con le comunita'
locali, a cura di Simona Cudini, Monica Morganti, Edizioni Franco Angeli,
2003, euro 13, pp.107.
Il libro nasce con l'intento di offrire spunti di riflessione, metodologie e
tecniche, strumenti operativi concreti, a tutti coloro che operano nelle
scuole, per facilitare la conoscenza delle comunita', la progettazione di
interventi mirati alla prevenzione del disagio e al miglioramento della
qualita' della vita, attraverso l'incontro e la collaborazione con altre
istituzioni e operatori del privato sociale, fornendo una chiave di lettura
e di intervento che valorizzi competenze e risorse della comunita' stessa.
S. Cudini e M. Morganti, autrici del libro, pongono l'accento sul duplice
rapporto scuola-territorio, volendo intendere la scuola come risorsa della
comunita' che necessita dell'apporto esterno per svolgere un lavoro di
qualita'; ma desiderano presentare, altresi', adeguati strumenti per
studiare il territorio sotto tutti gli aspetti: da quello ambientale a
quello sociale, antropologico ed economico, a quello delle istituzioni e dei
servizi da esse offerte.
*
La finanza etica nel sud del mondo, a cura di Marco Gallicani, Emi, 2003,
euro 5, pp; 126.
Il denaro e' fatto per l'uomo, non l'uomo per il denaro. La finanza etica ha
lo scopo di ristabilire le giuste priorita'. Utilizza il denaro in modo
responsabile, per sostenere progetti di crescita solidale che riportino le
relazioni sociali al centro della vita economica. Da trent'anni la finanza
etica sta costruendo un circuito alternativo di mezzi di produzione e di
servizi, di merci e di gestioni del risparmio. Continua a crescere, ed e'
ormai pronta a "uscire dalla nicchia" per affrontare la grande sfida:
diffondere l'economia alternativa. Questo volume contiene contributi di
Francesco Gesualdi e di Romesh Diwan; riporta le esperienze della Comunita'
"Le Piagge" di Firenze, della cooperativa "Desarrollo dos pueblos" (Ecuador)
e dell'Unione Generale delle Cooperative (Mozambico). Il tema dell'alleanza
tra finanza etica e imprenditoria cooperativa per i Sud del mondo e'
trattato in un ampio contributo di Laura Vigano'.
*
I ricordi che curano. Pratiche di reminiscenza nella malattia di Alzheimer,
di Errollyn Bruce, Sarah Hodgson, Pam Schweitzer, Raffaello Cortina Editore,
2003, euro 17,30, pp. 161.
Un vero manuale per aiutare gli operatori socio-sanitari e i familiari di
persone affette da Alzheimer, che parte dalle capacita' residue di tali
persone; in particolare gli autori tentano di far leva su quella capacita'
di conservare i ricordi piu' antichi, e sulla disponibilita' a rispondere
quando si trovano in un ambiente incoraggiante. La rete delle connessioni
neuronali che il morbo intacca viene integrata e sostenuta da un'altra rete:
la rete intersoggettiva dei ricordi condivisi che ognuno si porta dentro e
che chiunque abbia vissuto con il malato puo' restituire, almeno in parte.
Gli autori suggeriscono anche delle attivita' da condurre insieme a casa e
propongono un'ampia gamma di esperienze narrative che possono svolgersi in
gruppo nei centri diurni, negli istituti residenziali e di ricovero e presso
associazioni locali, accomunati dall'intento di promuovere le pratiche di
reminiscenza. Divertirsi insieme e valorizzare le memorie che sopravvivono,
nonostante l'Alzheimer, sono le idee chiave che ispirano questo testo e ne
fanno una lettura stimolante per tutti coloro che si occupano di persone
affette da questa patologia.

9. LETTURE. MARYSE CONDE': IO, TITUBA STREGA NERA DI SALEM
Maryse Conde', Io, Tituba strega nera di Salem, Giunti, Firenze 1992, 2001,
pp. 224, euro 8,26. Un durissimo ma intenso e commovente romanzo (che nel
1987 ha ricevuto il Grand prix litteraire de la femme) della grande
scrittrice, studiosa e docente di letterature comparate.

10. LETTURE. FRANCO FERRAROTTI: GUIDA ALLA NUOVA SOCIOLOGIA
Franco Ferrarotti, Guida alla nuova sociologia, Newton & Compton, Roma 2003,
pp. 128, euro 6, una raccolta di scritti dell'illustre sociologo organizzati
in forma di testo introduttivo a sondare temi e autori di riferimento; per
una seconda edizione suggeriremmo anche un aggiornamento della utile
bibliografia ragionata.

11. LETTURE. ELENA LIOTTA: EDUCARE AL SE'
Elena Liotta, Educare al se'. Formarsi per incontrare i bambini, Edizioni
Scientifiche Magi, Roma 2001, pp. 234, euro 12,91. "Questo libro vuole far
riflettere sull'attuale situazione dell'educazione e sul ruolo che in essa
puo' avere il sapere psicologico. Dedicato all'adulto e alla sua formazione
personale e professionale ha, in relta', il bambino come destinatario. Una
crescita psicologicamente sana del fanciullo ha bisogno di acune qualita'
che solo l'adulto puo' garantire: ascolto, presenza affettiva, liberta' e
guida" (dal risvolto di copertina). Elena Liotta e' psicologa e analista,
formatrice e saggista; e' stata per anni assessore alle politiche educative
e sociosanitarie del Comune di Orvieto.

12. RILETTURE. AA. VV.: KINOMATA. LA DONNA NEL CINEMA
AA. VV., Kinomata. La donna nel cinema, Dedalo, Bari 1980, pp. 344. Una
raccolta di saggi di donne sul cinema, con oltre duecento pagine di schede
sulle opere di numerose registe e sceneggiatrici.

13. RILETTURE. TULLIO MASONI, PAOLO VECCHI: ANDREJ TARKOVSKIJ
Tullio Masoni, Paolo Vecchi, Andrej Tarkovskij, Il castoro cinema, Milano
1997, 2001, pp. 136, euro 8,26. Una buona monografia sul regista russo
(1932-1986) i cui film oltre che al cinema appartengono altresi' alla poesia
e alla musica.

14. RILETTURE. GIANCARLO ZAPPOLI: ERICH ROHMER
Giancarlo Zappoli, Erich Rohmer, Il castoro cinema, Milano 1999, pp. 176,
lire 16.000. Una buona monografia sul cineasta (meglio: autore di cinema),
saggista e - decisivamente - moralista francese.

15. RILETTURE. MARIVAUX: THEATRE COMPLET
Marivaux, Theatre complet, Gallimard, Paris 1949, 1984, pp. LXII + 1570. La
classica edizione nella Bibliotheque de la Pleiade della Nrf. Sulla
sacacchiera di Marivaux tutto s'apprende delle relazioni umane.

16. RILETTURE. BLAISE PASCAL: PENSIERI
Blaise Pascal, Pensieri, Rusconi, Milano 1993, pp. 552, lire 16.000. A cura
di Adriano Bausola, con a fronte il testo dell'edizione critica di Chevalier
(ma ovviamente non manca la tavola di concordanze con quella di
Brunschvicg), e con utile apparato. Una delle migliori edizioni del
capolavoro postumo di Pascal, che non cessa d'interrogarti.

13. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale
e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale
e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae
alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo
scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il
libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali,
l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di
nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza
geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e
la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e
responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio
comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono
patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e
contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto
dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna,
dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione,
la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la
noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione
di organi di governo paralleli.

14. PER SAPERNE DI PIU'
* Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per
contatti, la e-mail e': azionenonviolenta@sis.it
* Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della
Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia:
www.peacelink.it/users/mir; per contatti: lucben@libero.it;
angelaebeppe@libero.it; mir@peacelink.it, sudest@iol.it
* Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista
Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati
per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: www.peacelink.it. Per
contatti: info@peacelink.it

LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO

Foglio quotidiano di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la
pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. e fax: 0761353532, e-mail: nbawac@tin.it

Per non ricevere piu' questo notiziario e' sufficiente inviare un messaggio
con richiesta di rimozione a: nbawac@tin.it

Numero 685 del 26 settembre 2003