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Undici settembre due anni dopo
Undici settembre due anni dopo
Articolo di Santi Greco per peacelink.it
"Da oggi niente sara' come prima". Una frase passata di bocca in bocca dopo
i tragici eventi dell'undici settembre del 2001. Da quel momento niente
doveva svolgersi come s'era svolto fino a quel momento.
Nel mio limitato modo d'intendere, questo significava che non si sarebbe
piu' caduti negli stessi errori compiuti fino a quel giorno. Cio' avrebbe
significato non piu' ricorso alle armi per rispondere al male, non piu'
guerre per costringere l'avversario ad accettare le nostre idee, non piu'
spese per il riarmo ma utilizzo di ogni risorsa per sconfiggere la fame.
Nulla sarebbe continuato come prima. Da un gesto folle sarebbe nata una
nuova civilta'.
Guardandomi intorno tutto e' divenuto peggiore di prima. Nel nome della
guerra al terrorismo si sono scatenate carneficine in Afganistan e in Iraq,
senza che quest'ultimo sia stato sconfitto. Anzi, nel nome della guerra al
terrorismo, tutte le nazioni si sentono autorizzate ad usare i mezzi piu'
violenti per risolvere i loro problemi, pensiamo solo alla Cecenia o al
conflitto israelo-palestinese, a Cuba o ai tanti Stati dell'Africa.
Viviamo in un mondo sempre piu' sorvegliato, in cui chi vuole fare del
male riesce comunque a realizzare il suo progetto, in cui c'e' chi della
morte degli altri vive fabbricando armi ed ottenendo l'appoggio del proprio
governo per venderle, in cui di rado si riesce a colpire i veri
responsabili delle azioni terroristiche, mentre si fa sempre piu' esteso il
numero delle vittime colpite per sbaglio, che sono solo considerate
percentuali previste nel gioco della vittoria ad ogni costo.
Ma siamo sul serio intenzionati ad andare avanti in questo modo? Abbiamo
sperimentato che la guerra non e' la soluzione giusta, eppure continuiamo a
perseverare su questa strada, pur sapendo che ci condurra' solo alla
reciproca distruzione. E' inutile chiedersi quanti altri morti ci dovranno
essere prima di capire che bisogna cambiar strada, perche' i morti sono
gia' troppi, superiori ad ogni limite accettabile, che dovrebbe essere
inferiore ad uno.
Occorre che chi crede nella forza della pace non cessi mai di ricordarlo,
non cessi di annunciare che si puo' sempre trovare un'alternativa alla
violenza, che mai la guerra ha portato verso il bene.
Tutti ci auguriamo che non accadano piu' eventi come quelli dell'undici
settembre, ma siamo sicuri che la guerra preventiva potra' impedirlo? E se
accadra' di nuovo, alzeremo ancora la voce per gridare vendetta, in un
gioco senza fine? Oppure saremo capaci di non rispondere al male col male?
Ci sara' un capo di stato cosi' lungimirante da interrompere quel circolo
vizioso? E noi sapremo riconoscerlo?
E' una frase fatta, ma e' l'unica che si adatta alla storia attuale: che
Dio ce la mandi buona.