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[REPORT] notizie dall'Ecuador



Ciao, finalmente ho trovato un internet point e riesco a mandare qualcosa. 
Grazie per l'opportunita' di far conoscere questa parte di mondo. Se riesco 
mandero' altro da qui, altrimenti posso mandare qualcosa quando saro' in 
Italia, visto che sto annotando tutto...
Buon lavoro!
Licia Lanza




I piccoli sorrisi dell'Ecuador

"Qui non si usa la pianificazione" mi dice una nonna circondata dai suoi 
nipotini, infatti l'Ecuador e' un paese con tantissimi bambini che si 
affacciano un po' ovunque, in strada, nei campi, al lavoro, a scuola.
Molti sono costretti a lavorare per portare a casa qualche dollaro: 
lustrano scarpe, raccolgono il platano (una banana un po' piu' grande che 
si mangia solo cotta), stanno dietro il banco di un negozio, vendono 
caramelle e acqua sugli autobus; le ragazze per un dollaro lavano 12 pezzi 
di vestiti. Ogni tetto e' condiviso da tanti fratelli e sorelle, spesso 
cinque, a volte otto o di piu'; non sono molte le famiglie che hanno la 
presenza di entrambi i genitori, dato che qualcuno cerca un po' di fortuna 
in Europa o negli Stati Uniti, dato che qualche uomo ha abbandonato figli e 
moglie per rifarsi una vita in un'altra citta'. Di tutti questi bambini 
qualcuno riesce ad andare a scuola: ce ne sono nelle citta', nei paesi, nei 
campi circondati dala selva e dalle palme da platano. In ogni classe ci 
sono banchi e panche di legno, una lavagna, un po' di gessi, a volte 
qualche cartello con le lettere dell'alfabeto. C'e' un insegnante per tutta 
l'aula, anche se spesso questa e' condivisa da bambini di gradi differenti: 
nella 'Scuola dei bambini lavoratori' di El Carmen ci sono tre aule e la 
prima e' condivisa da bambini troppo piccoli per sapere scrivere, che 
passano il tempo copiando numeri e lettere sul quaderno e da altrii che 
stanno imparando le prime parole. Per tutti, qualsiasi sia il grado 
d'istruzione, c'e' lo stesso metodo di apprendimento: copiare diverse volte 
le parole e ripetere le nozioni a voce alta all'infinito. Entro in una 
classe di questa scuola e tutti i bambini immediatamente si alzano in piedi 
e mi salutano: "Good morning, teacher!"; sanno che saro' la loro maestra 
d'inglese e mi salutano con dei sorrisi enormi. Sono bravi e attenti e non 
sembra loro vero di avere una maestra che viene da un paese cosi' lontano 
("quante ore di macchina ci hai messo per arrivare qui?" mi chiede una 
bambina): copiano tutto quello che scrivo alla lavagna e corrono a farmi 
vedere il quaderno e a strapparmi un 'bravo' ed un sorriso. A fine 
mattinata  mi salutano con un bacio, mi chiedono se ci saro' anche il 
giorno dopo e mi dicono che sono stata brava. Sono bambini che troppo 
presto abbandonano la spensieratezza ed i giochi, che non hanno 
l'opportunita' di vivere la propria eta', ma che hanno conservato la 
spontaneita' di sorrisi meravigliosi.

Licia Lanza
El Carmen, Ecuador, 11 agosto 2003.