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Catena di Sanlibero 190
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riccardo orioles <riccardoorioles@libero.it>
tanto per abbaiare
4 agosto 2003 n. 190
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Il trattino. Alle prossime elezioni, che saranno le europee, sia il
centro-sinistra che la destra andranno, a quanto pare, con due uniche
liste, due listoni. Dal lato di Berlusconi (che s'e' appena nominato,
oltre che proprietario, anche coordinatore di Forza Italia), si tratta
di ricordare ai soci di chi sono i voti che gli permettono di fare la
bella vita: lista bloccata, niente preferenze, e al piu' presto premier
plebiscitato con poteri assoluti. Dal lato del centro-sinistra si
tratta di abolire il trattino che indica l'alleanza fra due forze
diverse (il centro e la sinistra) e di fondare un partito nuovo: Ulivo,
Democratici, centrosinistra... I nomi cambiano sempre ma la sostanza e'
sempre la stessa: un partito solo, come in America, basato sui famosi
"moderati" con un po' di "radical" a far contorno.
Per quanto riguarda Berlusconi, mi auguro vivamente - per ragioni
satiriche - che riesca a metter su il suo listone. Cosi' potro'
facilmente paragonarlo a Mussolini, con la sua lista unica ("VOTA SI
alla Lista Nazionale!") comprendente, oltre ai fascisti, i nazionalisti
di Federzoni e altri gruppi minori. Con sei televisioni e tutti i
servizi segreti ai propri ordini, non dovrebbero esserci problemi a
portare avanti un listone del genere. An e Cdu sparirebbero
sostanzialmente dalla scena (come a suo tempo sparirono i nazionalisti)
e il regime ne uscirebbe rafforzato, col Capo libero di mandare avanti
ogni volta "moderati" o "estremisti" (Ciano o Farinacci, Fini o Bossi)
secondo convenienza.
Per quanto riguarda il centro---sinistra (tre trattini, per sicurezza)
sarebbe un'idea confusionaria, e suicida. Suicida, innanzitutto,
perche' i voti che mancano alla maggioranza di centro-sinistra non sono
affatto quelli dei "moderati": sono quelli degli operai del nord che a
un certo punto si sono messi a votare Berlusconi. Questi voti non si
recuperano in altra maniera che rimettendosi a fare gli interessi degli
operai, per quanto banale cio' possa apparire. Confusionaria perche'
non si saprebbe piu' per chi votiamo. Tutti quanti, naturalmente,
vogliamo mandare via Berlusconi e tornare in Europa. Ma questa e' solo
la parte in negativo. Di costruttivo, una volta tornati civili, che
cosa vogliamo fare? Qui gli interessi divergono, e le scelte possibili
cominciano ad essere piu' d'una.
* * *
Per quanto personalmente mi riguarda - sono un giornalista, e sono
siciliano - i miei interessi hanno a che fare con la liberta'
d'informazione e la lotta alla mafia. In entrambi i settori, mi sento
minacciato dalla destra ma non garantito dal centrosinistra senza
trattino. Io, per esempio, non credo che la Rai debba essere fatta a
pezzi e privatizzata. Non credo in un'informazione completamente in
pugno agli imprenditori. Certo, con un imprenditore solo la situazione
e' peggiore che se ce ne fossero due o tre: ma i due o tre, quando ci
fossero, non tarderebbero a mettersi d'accordo sui punti essenziali,
esattamente come hanno fatto quelli delle assicurazioni, dei telefoni e
gli altri "liberi concorrenti". Su questo, non mi fido di Prodi (o
D'Alema). Sono pronto a fare dei compromessi con loro (oligarchia) per
non far vincere Berlusconi (tirannide), ma senza abbandonare la mia
idea (democrazia).
Non parliamo poi dell'antimafia. Qua, Fassino ha appena finito di
mandare un messaggio di solidarieta' al suo esponente siciliano
sorpreso a trattare appalti con i mafiosi. Fassino sara' un galantuomo,
ma il suo messaggio in Sicilia verra' pagato in vite umane. Se il
leader dell'opposizione, di fatto, dichiara di non considerare
importante la questione dei poteri mafiosi, e' evidente che questi
ultimi andranno avanti e non indietro. E io non me lo posso permettere,
perche' sono siciliano. Il centrosinistra potra' essermi utile contro i
mafiosi con coppola e lupara: ma quelli imprenditori e politici, a
quanto pare, me li dovro' combattere da solo. E sta bene: uniti nel
primo caso, ognuno per se' nel secondo. Trattino, trattino e ancora
trattino.
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Per gli appalti all'ospedale Garibaldi di Catania, condannati una serie
di politici e manager fra cui Giuseppe Castiglione e Giuseppe Ursino.
Quest'ultimo, che e' il principale manager dell'editore catanese
Ciancio, organizzava le riunioni della commissione incaricata di
valutare gli appalti direttamente nello studio del suo principale. Che
ogni tanto s'affacciava: "mi raccomando, lavorate bene!".
* * *
Per altri appalti, la settimana scorsa, arrestati ventisette fra
imprenditori e politici in tutta la Sicilia. Uno di loro era in diretto
contatto col clan Santapaola e con le famiglie mafiose di Barcellona
Pozzo di Gotto. Queste ultime, coinvolte dieci anni fa nell'assassinio
del giornalista Beppe Alfano, lo erano anche negli appalti delle
ferrovie (http://www.terrelibere.it) che l'anno scorso indirettamente
causarono il disastro ferroviario a Rometta. Il messinese, una volta
"provincia babba", edesso e' quasi interamente dominato da Cosa Nostra.
Nelle poche zone ancora "libere", la mafia s'inserisce acquisendo
attivita' economiche e organizzando attentati: l'ultimo, alla
Legambiente a Milazzo. In Sicilia, l'87 per cento degli appalti viene
ancora aggiudicato con ribassi inferiori all'uno per cento, come ai
tempi di Ciancimino. La gara al ribasso non si verifica quasi mai, o
per intimidazione o per intrallazzo.
* * *
A Palermo, al processo Dell'Utri, il pentito Salvatore Contorno (uno di
quelli "storici", utilizzato da Falcone), dichiara quanto segue:
"Avendo paura, non ho mai fatto alcuna dichiarazione sugli onorevoli
Andreotti e Berlusconi. La vita me la guardo io perche' non mi protegge
nessuno".
* * *
Ad Agrigento, l'ex sindaco Sodano rinviato a giudizio per una villa
abusiva, in piena zona dei templi, intestata alla vecchia suocera. Gli
ecologisti, a suo tempo, sollevarono una battaglia contro l'abusivismo,
guidati dal Diessino Giuseppe Arnone: Arnone fu trombato alle elezioni,
e Sodano prese una valanga di voti.
* * *
A Roma, l'ex comunista Giuliano Ferrara intervista, su un giornale di
Berlusconi, il diessino Vladimiro Crisafulli appena incriminato per
aver concordato appalti coi mafiosi. Il politico rivendica con
orgoglio: "Gli appalti non sono farina del diavolo, sono materia della
politica e io sono qui per convogliare finanziamenti". Il giornalista
lo giustifica con entusiasmo: un politico siciliano non puo' fare a
meno di trattare dai mafiosi.
* * *
A Palermo, il presidente della Regione Cuffaro, sotto inchiesta per
concorso esterno in associazione mafiosa, esercita ancora regolarmente
le sue funzioni (di presidente; di associato mafioso, non si sa). A
Bronte, il sindaco Salvatore Leanza, inquisito per vari e gravi reati
gia' nel '93, partecipa regolarmente ai comizi elettorali del
centrosinistra. A Messina il sindaco, condannato per peculato, non e'
stato sospeso dalla carica - come la legge prevederebbe - dal prefetto.
A Palermo, il Crisafulli di cui dicevamo sopra non e' stato espulso ma
si e' semplicemente "autosospeso" dal partito. A Palermo i dirigenti
regionali diessini, riunitisi, esprimono una condanna durissima verso
il loro collega traditore - grazie soprattutto all'intervento di
Claudio Fava: "Ricordiamoci di Pio La Torre!" - e annunciano una
conferenza nazionale sulla questione morale, di cui adesso riconoscono
l'esistenza. Restano tuttavia isolati dai vertici del partito, il cui
segretario nazionale - che non e' Berlinguer - solidarizza con
Crisafulli.
* * *
Questa e' una settimana qualunque in Sicilia, una settimana normale.
Nel 1978, secondo la sentenza dei giudici di Palermo, il senatore
Giulio Andreotti aveva regolari rapporti coi vertici della vecchia
mafia siciliana. Un capo della vecchia mafia era Spatola, che fece
assassinare il giudice Costa, il primo ad incriminare i trafficanti di
droga. Un altro capo era don "Tano" Badalamenti, quello che fece
ammazzare il nostro compagno Peppino Impastato. Peppino diceva che la
mafia e' appoggiata o almeno tollerata dagli imprenditori siciliani e
dal governo nazionale. I giudici, con la sentenza che accertava i
legami mafiosi di Andreotti, gli hanno dato pienamente ragione.
Venticinque anni dopo, la questione della mafia e' ancora la piu'
importante, e la piu' rimossa, di tutta la politica italiana.
Venticinque anni dopo, Peppino ha ancora ragione.
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John Brown. "Ancora una rivolta nel centro d'accoglienza...". Fra una
notizia e l'altra, i telegiornali, fanno rapidamente scorrere immagini
di reticolati, di uomini scuri che si agitano dentro i reticolati
gridando qualcosa, di poliziotti schierati e di fiamme. Sono immagini
da lager, da nazisti. Le immagini degli emigranti (ieri i "fuorirazza"
e gli "asociali", oggi sempre gli stessi) rastrellati, umiliati,
rinchiusi come animali nei campi, sorvegliati a vista, ammassati nel
sole. A volte delle sommosse, quando il caldo e la pena sono troppo
intollerabili, scoppiano in questi campi. Gridano, fanno falo',
mostrano dei cartelli. I piu' coraggiosi, nel disordine, cercano di
fuggire, seminudi. La maggior parte viene ripresa subito. Qualcuno
riesce a superare le guardie e a raggiungere abusivamente la citta'
degli ariani. In Puglia, due settimane fa, i compagni - i pacifisti, i
cattolici, i communisti, i santi: chiamateli come volete, fa lo stesso
- sono riusciti a sfondare un campo, e a farne fuggire almeno un po'
dei prigionieri. Non so come si chiami questo reato, certamente punito
dalla legge. Fu punito anche John Brown, e anche Gesu' Cristo.
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La lista della spesa. "Agenti tossici chimici o biologici, gas
lacrimogeni, materiali radioattivi". "Sostanze atte a essere utilizzate
in guerra per produrre danni alle popolazioni, degradare materiali e
danneggiare le colture e l'ambiente". "Gas lacrimogeni e antisommossa".
"Apparecchi per la disseminazione delle sostanze chimiche". "Tecnologia
per lo sviluppo, produzione o utilizzazione di agenti tossici". "Agenti
per guerra chimica: Solfuro di 2-cloroetile (vescicante),
3-Quinuclidinil benzilato (inabilitante) e
Butil-2-cloro-4-fluorofenossiacetato (defoliante)". "Precursosi binari:
Alchil, Etil e O-Alchil". E infine: "Sarin, Soman e Tabu'n", che non
sono i seguaci di Bin Laden ma semplicemente i gas nervini all'ultima
moda.
Tutto cio' sarebbe la lista dei prossimi acquisti del ministero della
Difesa, regolarmente pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale. Immagino
quando il ministro torna a casa. "Caro, ti sei ricordato di comprare il
butilcloro?". "No... Ma guarda che offerta di gas nervini ho trovato:
un tabu'n in omaggio per ogni confezione da tre stragi!".
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Eventi. "Rutelli a pranzo con Prodi per la lista unitaria dell'Ulivo"
(dai giornali). Beh, forse la rivoluzione non e' un pranzo di gala. Ma
certo un pranzo di gala non e' una rivoluzione.
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Economia. Sondaggio: ma in realta', quanto vale un euro? Risposte:
"Circa duemila lire" (il 34,6 per cento degli intervistati); "Circa
mille lire" (il 45,6 per cento degli intervistati).
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Industria. Nuovo colpo di genio del management Fiat. Il nuovo modello,
che dovrebbe risollevare le sorti dell'azienda, e' un'utilitaria molto
simile alla Renault Twingo. Il nome? Gingo. La Renault, naturalmente,
ha minacciato causa legale per plagio. Gli abili manager Fiat hanno
dovuto quindi far marcia indietro, e cambiare in tutta fretta nome e
carrozzeria del modello. Per la carrozzeria non si sa. Quanto al nome,
sara' Panda. (All'epoca della Panda vera la Fiat faceva ancora
automobili e c'era ancora Ghidella, un manager competente e non servile
poi fatto fuori da Romiti). Alla televisione, tutta questa storia viene
tradotta semplicemente: "Non si chiama piu' Gingo, si chiama Panda.
Punto e basta".
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Immigrazione. "Clandestini? Noi un rimedio l'avremmo". Secondo il
ministro degli interni russo Gryzlov il rimedio sarebbe semplicemente
di deportare tutti gli immigrati clandestini in appositi stabilimenti,
quelli che da noi si chiamano "campi di raccolta" ma che in Russia
avrebbero un nome - Gulag - un po' piu' breve. Il presidente russo
Putin ("il mio amico Putin" di Berlusconi) di campi d'altra parte se ne
intende, visto che prima di fare il politico faceva il dirigente del
Kgb. Pero' e' un'ingiustizia: noi, per sbarazzarci degli immigrati,
dobbiamo fare i salti mortali - impronte digitali, cannonate in pancia
e cosi' via; loro, per sbarazzarsi di qualcuno, hanno gia' una Siberia
pronta e attrezzata. Tutte le fortune.
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Igiene. "Perche' non ci mettiamo tutti d'accordo, destra e sinistra,
per fare a meno di Bossi e della Lega senza cercare piu' di portarcelo
via a vicenda?". L'idea, di Veltroni, non e' male.
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Famiglie. Qualche lettore di Caltanissetta ce la fa a darmi l'elenco
completo dei membri della famiglia Di Dio? Sono i dieci fratelli che,
partendo per le ferie, hanno lasciato in mezzo alla strada la mamma
ottantenne. Mi piacerebbe molto pubblicarne tutti i nomi.
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Informazione. Arrestato in Iraq l'inviato della televisione araba Al
Jazeera. L'emittente - l'unico esempio di giornalismo occidentale in
Medio oriente - non e' nelle grazie dell'esercito americano, che gia'
ad aprile ne aveva ucciso a freddo un redattore, Tarek Ajub, mediante
un missile mirato. Neanche il precedente dittatore dell'Iraq aveva gran
simpatia per la libera informazione.
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Argentina. Il presidente Nestor Kirchner ha annullato il decreto che
garantiva l'impunita' ai militari argentini che instaurarono dal 1976
al 1983 una delle piu' feroci dittature del Novecento. In carcere
quarantadue alti ufficiali, pronti per l'estradizione in Spagna. Li
attende Baltasar Garzon, il giudice che cerco' di far processare anche
Pinochet. In quei terribili anni le nostre Fiat, Eni, Iri, Bnl,
Generali, Banco Ambrosiano, Rizzoli-Corriere della Sera, Techint, Banca
Commerciale facevano la fila per firmare contratti vantaggiosi con la
Junta dei massacratori. Con la benedizione del cardinale Pio Laghi, che
non sapeva nulla dei desaparecidos e giocava a tennis con l'ammiraglio
Massera, l'ideatore del peggior centro di tortura, la Scuola di
meccanica della Marina. O festeggiando nei ricevimenti
dell'ambasciatore Ferrara, che andava a cavallo con i generali
assassini. Che differenza da quel giovane console, Enrico Calamai, che
sfidando la morte salvo' piu' di quattrocento nostri connazionali,
prima di essere spedito in Nepal! Una storia che sarebbe piaciuta a
quel giornalista di razza che fu GianGiacomo Foa', il corrispondente
del Corriere della Sera in Argentina, allontanato dalla P2 perche' nel
1977 cerco' di raccontare la verita' sulle vicende di quel Paese.
(Alessandro Aita)
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Vaticano. Decisa svolta umanitaria della politica vaticana verso i gay:
non verranno piu' bruciati in piazza (con rami di finocchio, per
mascherarne l'odore) ma semplicemente relegati fra i peccatori.
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Conservatori. Conservare, con-servo.
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Spot. Sul numero di luglio di "Cuntrastamu": Foto delle bombe,
scoppiate dieci anni fa a Roma, con le quali la mafia trattava un
armistizio con lo Stato. Un ricordo delle vittime di Firenze e Milano,
morte nel corso della stessa "trattativa". La vicenda di Claudio Riolo,
docente universitario a Palermo costretto a risarcire un politico per
aver pubblicato un articolo, e un appello in difesa della liberta' di
stampa. Un articolo di Marco Ciriello su Avellino e le riflessioni di
Sabrina Pantano su immigrazione, tossicodipendenza e la risposta delle
istituzioni.
Bookmark: http:// www.cuntrastamu.org
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alessandro wrote:
< Sono sempre stato piu' propenso a schiattare naturalmente piuttosto
che varcare la soglia di una farmacia. Mi son preso l'herpes e mia
moglie, a mia insaputa e contro la mia volonta' mi ha preso l'aciclovir
generico. È vero, costa un po' meno dello zovirax e - a parte il fatto
che non serve a un cavolo allo stesso modo - di un tubetto minuscolo da
5 (dico 5) grammi, piu' della meta' e' VUOTO!!! Ci fregano sempre e
comunque. L'unica soluzione dignitosa e' l'autoriduzione dei consumi!
La vita come socialita', natura, cultura, arte, sesso libero. No al
consumo come fine, mezzo, aspirazione, compensazione. Fare l'amore,
barattare, riparare, leggere nelle biblioteche comunali, spegnere le tv
e accendere i nonni, biciclettare, coltivare, autocostruire, vivere
locale, associarsi, incazzarsi. Facciamoli precipitare in una
recessione mostruosa >
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dinamitebla wrote:
< "E adesso, in Sicilia, la novita' e' che la sinistra e' impazzita..."
Solo in Sicilia? Ma sei sicuro? >
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riccardo.guido@libero.it
< A candidare il noto imprenditore toscano non furono affatto i Ds, ma
il Ppi. Volevano scaricarlo ma non sapevano come fare e lo scaricarono
in Sicilia, un po' come fanno le industrie del Nord Est con i rifiuti
poco piacevoli. Per il resto concordo con te, dopo aver letto le
interviste di Crisafulli. La sua carriera politica nei Ds (e nella
sinistra in generale) dovrebbe finire oggi. Intanto e' "autosospeso" da
cariche e partito, ma ci vorrebbe un passo piu' deciso. Se il problema
e' la perdita del consenso che porta, e' un consenso che solo se lo si
butta fuori da tutte le sedi politiche si puo' ricominciare a
ragionare >
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Nando dalla Chiesa wrote:
< Un uomo della Democrazia Cristiana per eccellenza ha avuto un
incontro con i capi di Cosa Nostra prima dell'assassinio di Piersanti
Mattarella, presidente della Regione Sicilia e uomo di spicco del suo
stesso partito. Ha poi avuto un incontro dopo il suo assassinio. E
nulla ha detto, su nulla ha avvisato, nessuno ha denunciato. Dunque
colui che avrebbe dovuto spronare piu' di ogni altro gli uomini dello
Stato a investigare e sapere sapeva e ha taciuto. Tutto cio' puo'
essere caduto giudiziariamente in prescrizione, ma politicamente,
moralmente pesa come un macigno. Il giudizio storico su Giulio
Andreotti, sulla sua funzione nella DC, sul suo ruolo di uomo di Stato,
non puo', non potra' prescindere da questa agghiacciante verita'. La
quale ne trascina - sotto il profilo stringente della logica - molte
altre: quel che fece Cosa Nostra negli anni immediatamente prima e
immediatamente dopo >
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Persone. Padre Taddeo Gabrielli, 73 anni, missionario, bergamasco.
Ucciso a coltellate a Imperatriz, nello stato di Maranhao in Brasile,
da un tossicodipendente che stava cercando di aiutare. Padre Taddeo
("il frate con la tuta", lo chiamavano li') da quarant'anni lottava
insieme ai contadini senza terra di quella poverissima regione del
nord-est brasiliano.
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antenor@infinito.it wrote:
< Dormi 'u sonnu di seculi,
ppi non sentiri i vuci de patruni.
Dormi 'u sonnu di morti,
c'astuta ogni pinseri di vita.
Dormi, aspittannu ca chiovi.
Ma terra niura, sulfurea nivi
allinchi ogni cosa,
trasennu dintra la to' menti,
astutannu ogni pinseri di focu.
Dormi,
aspittannu ca scura,
ppi drapiri occhi firuti da luci accecanti
di riflessi marini, di muntagni salini, di troppi chiaruri. >
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