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"Non molesterai il forestiero!" - un decalogo per aiutare gli immigrati oggi
- Subject: "Non molesterai il forestiero!" - un decalogo per aiutare gli immigrati oggi
- From: "p. mosè" <mosemora@libero.it> (by way of Carlo Gubitosa <c.gubitosa@peacelink.it>)
- Date: Wed, 23 Jul 2003 17:39:00 +0200
"Non molesterai il forestiero..." (Es 22,20)
un decalogo per aiutare gli immigrati oggi
"Sara' mai possibile che all'inizio del terzo millennio il fenomeno
migratorio debba essere gestito con affanno e paura? La poverta' che spinge
i fratelli e le sorelle del sud del mondo sulle nostre coste si combatte
con la solidarieta' intelligente nelle cosiddette periferie del villaggio
globale. Il nostro benessere e' spesso causa di sfruttamento in terre
lontane!".
(Da "Ascolta si fa sera" del 9/07/03 di p. Giulio Albanese, MISNA)
La lista dei corpi senza vita di immigrati che tentano di sbarcare a
Lampedusa aumenta ogni giorno. Certi politici italiani istigano, con
linguaggi anacronistici e razzisti, azioni di abbattimento. Non possiamo
rimanere indifferenti e tanto meno silenti. Siamo chiamati in causa nel
tentativo di trovare percorsi e soluzioni che portino a non sentirci
conniventi con una mentalita' antievangelica. In Esodo 22,20 si legge: "Non
molesterai il forestiero ne' lo opprimerai, perche' voi siete stati
forestieri nel paese d'Egitto".
Alcuni gesti simbolici, come l'incatenamento dei padri comboniani alla
finestra della questura di Caserta dal 4 al 13 giugno 2003, sono serviti a
riportare l'attenzione sul problema. L'immigrazione in Italia e' oggi per
molti immigrati una nuova forma di schiavitu': la maggior parte degli
immigrati attirati dal miraggio del benessere della nostra societa'
occidentale, finiscono per diventarne schiavi, facendo i lavori che gli
Italiani non vogliono piu' fare. Mentre nei secoli scorsi i governi
coloniali li deportavano dai loro paesi d'origine per renderli schiavi in
Europa...ora essi vengono con i loro mezzi e con le loro speranze e
finiscono per trovare un mondo che il piu' delle volte non li accoglie, li
prostituisce e li asservisce lasciandoli infine al margine della societa'
italiana.
Invitiamo tutti coloro, religiosi e laici, che condividono queste
preoccupazioni a costruire una rete comune per sensibilizzare l'opinione
pubblica, per facilitare la crescita di una sensibilita' di accoglienza
degli immigrati e di riconoscimento dei loro diritti e della loro dignita'.
Prima di descrivere alcune iniziative concrete che possono essere prese a
riguardo, e' utile mettere in luce alcuni aspetti contraddittori e
palesemente ingiusti della normativa relativa al trattamento dei migranti
irregolari in Italia.
A) Le procedure suggerite dalla legge per regolamentare l'accesso e la
permanenza di immigranti irregolari nel nostro paese sono tali da
"criminalizzare" di fatto queste persone piuttosto che aiutarle a trovare
una soluzione viabile alla loro difficile situazione. La condizione di
clandestinita' che, di per se', non e' e non puo' costituire un reato,
viene di fatto tramutata in una condizione di "illegalita'" attraverso un
ordine di espulsione rilasciato dal questore da attuarsi entro cinque
giorni, senza possibilita' di appello e la cui mancata attuazione prevede
la pena del carcere.
B) Il riconoscimento o meno del diritto di soggiorno e' legato a condizioni
restrittive dei diritti della persona, come nel caso in cui una questura
possa negare o revocare il permesso di soggiorno semplicemente sulla base
che il soggetto abbia subito una condanna precedente anche per reati
minori. Un'esasperata sottolineatura, in ogni caso, della distinzione di
trattamento tra cittadini italiani e immigranti irregolari, inevitabilmente
diventa veicolo di un'implicita, ma effettiva mentalita' razzista.
C) Le misure finalizzate all'inserimento dell'immigrante sono in maniera
piu' o meno esplicita legate semplicemente agli interessi del datore di
lavoro e quindi al beneficio economico che puo' venire al paese ospitante
dal lavoro dell'immigrante. Quest'ultimo, insomma, e' riconosciuto
soprattutto come una risorsa economica, come mano d'opera a basso prezzo,
senza una piu' comprensiva considerazione del suo valore come persona
soggetto di diritti, dei bisogni suoi e della sua famiglia, del possibile
contributo umano, culturale e spirituale che potrebbe apportare al nostro
paese.
Un decalogo per aiutare gli immigrati oggi
Crediamo sia possibile attuare delle misure alternative, sia a livello
personale che comunitario, che possano condurre ad un miglioramento della
legislazione e, laddove questa viola le esigenze della giustizia,
dell'accoglienza cristiana e della solidarieta', che esprimano una netta
dissociazione da essa e quindi un'obiezione di coscienza consapevole e
costruttiva. Seguono, dunque, alcune proposte.
1. "Disobbedisco anch'io" - Riteniamo legittimo un atto di disobbedienza
nei confronti dei contenuti della legge Bossi-Fini e ci diciamo disposti a
compierlo. Intendiamo adoperarci a contribuire materialmente con i mezzi a
nostra disposizione per ottenere che lo straniero in attesa di
regolarizzazione, che non sia responsabile di reati, possa sottrarsi
all'espulsione e siamo disponibili a subire i procedimenti penali e le
conseguenti sanzioni previste per i trasgressori.
2. Favorire il protagonismo del migrante. Incoraggiare la nascita di
iniziative ed organizzazioni che vedano i migranti impegnati e coinvolti in
prima persona come protagonisti nel definire gli obiettivi utili al loro
inserimento ed i modi migliori per perseguirli. A questo livello si chiede
che si riconosca il diritto di voto.
3. Gemellaggio con un migrante. Si tratta di una sorta di "adozione" fatta
da famiglie o comunita' nei confronti di un migrante in maniera tale da
offrirgli amicizia e solidarieta', soprattutto nell'evenienza che si trovi
in situazioni di difficolta'. Concretamente questo puo' implicare diversi
gradi di coinvolgimento:
- una semplice telefonata periodica di "controllo" della situazione
- accompagnamento del migrante adottato agli uffici della questura o
comunque nello svolgimento di qualche pratica
- aiuto nella ricerca di un alloggio o di un lavoro
- stanziamento di una cifra mensile di sostentamento a chi ha piu' bisogno
- un corso personalizzato di lingua italiana
4. Creare una rete di urgenza. La rete di urgenza e' un insieme di singoli,
gruppi o associazioni, avvocati, medici, politici etc. che si rendono
disponibili ad agire in tempi rapidi nel caso di un'emergenza: retate di
polizia, episodi di razzismo etc.
5. Testimoniare pubblicamente il proprio dissenso. Si tratta di organizzare
presidi, sit-in o altre forme di resistenza passiva davanti a questure o
altri luoghi istituzionali per sensibilizzare circa l'ingiustizia di
trattamenti sommari e puramente restrittivi nei confronti di migranti in
difficolta'.
6. Organizzazione del "sanctuary movement" in Italia. Negli USA negli anni
80 nacque il Sanctuary movement per sostenere gli immigranti provenienti
dal Centramerica in guerra. Nel tentativo di rifugiarsi negli Stati Uniti,
quest'ultimi venivano sistematicamente rispediti al proprio paese dove
avrebbero dovuto affrontare la prigione o la morte. Le comunita' cristiane
memori dell'essere luoghi di inviolabilita' e per tanto i piu' idonei per
la difesa del diritto d'asilo, si offrirono a dichiarare un immigrato parte
integrante della loro comunita' facendosi carico di determinati soggetti a
rischio. Quando la polizia veniva per arrestarli ed espellerli, era la
comunita' stessa a farsi arrestare e a presentarsi in tribunale.
7. Offrire sostegno alla regolarizzazione dei migranti. Si tratta di
facilitare in qualsiasi modo possibile il processo di regolarizzazione del
migrante chiedendo ed offrendo informazioni utili o anche qualsiasi altro
tipo di supporto.
8. Sostenere le campagne di pressione. Si tratta di aderire a campagne
volte a cambiare la legge Bossi-Fini e a sensibilizzare la societa' civile
sul problema.
9. Avviare laboratori di convivenza. Creare occasioni e spazi di conoscenza
reciproca, di confronto, di convivialita' tra le persone e le culture,
nelle scuole, nelle parrocchie, negli spazi comunitari.
10. Aprire le case ed i cuori dei religiosi/e al forestiero e al migrante.
Ogni istituto potrebbe trovare il modo di aprirsi al migrante offrendo
spazi o supporto vario.
Commissione Giustizia e Pace
Missionari Comboniani
22 luglio 2003