ANNA POLlTKOVSKAJA, NOVAJA GAZETA,
RUSSIA
Pubblicato su INTERNAZIONALE n 496
del 11/17 luglio 2003
La Cecenia e le bombe
umane
Se non cambia la politica di Mosca,
ci saranno accora attentati suicidi
Mamme che singhiozzano disperatamente accanto allo
sbarramento e si aggrappano disperatamente al ferro della recinzione. Padri che
continuano a tormentare i cellulari
nella speranza di riuscire a mettersi in contatto con i figli... È un déja vu. È già Successo. Solo che
ora non fa freddo, non è come a ottobre, fa molto caldo. E non hanno preso
ostaggi hanno ucciso subito. Mosca,
5 luglio: attentato terroristico con "bombe viventi". Come in Israele. Hanno
fanno saltare in aria un gruppo di ragazzi che andavano a un festival
rock.
E non solo come in Israele, ma proprio come è già
successo in Cecenia: il 27dicembre, il 12 e 14 maggio... e ancora... e ancora. È
il sesto attacco terroristico kamikaze negli ultimi otto mesi! È troppo poco per
preoccuparsi? E le autorità? Anche per loro è ancora troppo poco, non basta per
cambiare finalmente politica in Cecenia. mettere fine alle esecuzioni senza
processo, all'anarchia militare, alle sparizioni delle persone come nel 1997 per
avviare dei negoziati e smilitarizzare la repubblica?
La lista
si allunga.
Si profila una risposta triste: per molti di noi come
per le nostre autorità è ancora troppo poco, non basta. La società russa ha
avuto un atteggiamento molto superficiale rispetto agli avvenimenti degli ultimi
mesi in Cecenia. Il motivo è uno solo: tutti gli attentati suicidi sono stati
compiuti in Cecenia, e i russi reagiscono fiaccamente, con leggerezza e mancanza
di serietà: si ammazzino pure tra loro, purché ci lascino in pace. Al potere
questa .superficialità piace moltissimo. e non prova nemmeno a riflettere sul
fatto che a causa dell'ossessione politica di fare terra bruciata, negli ultimi
mesi si sono moltiplicati quanti vogliono farsi saltare in aria per vendetta.
Nella nuova fase dello scontro russo-ceceno caratterizzata da un'evidente
palestinizzazione del conflitto, il potere invece odi
organizzare
tutti i brain storming necessari, invece di mettere a
punto una politica diversa per la Cecenia al posto di quella miserabile e
pericolosa di oggi, si è messo a negare la realtà, dicendo che sono tutte
invenzioni, che stanno seguendo la strada giusta: il processo politico, la nuova
Costituzione, il governo del nostro "Yasser Arafat”, il presidente cecen1o filo
russo (corrotto e sanguinario) Akhmat-Khadzhi
Kadyorov...
Ia conseguenza dell'ottusità politica degli ultimi
mesi sono i 16 morti dell'attentato del 5 luglio al festival rock. Questi16 giovani cadaveri
spingeranno le nostre autorità a riflettere e a cambiare quella politica
chiamata "lotta contro il terrorismo internazionale con alcuni costi da pagare"?
Se la risposta è no, ci aspettiamo solo altri funerali sullo sfondo di fuochi
artificiali della campagna elettorale. Considerando l’inerzia e l'impotenza
intellettuale delle autorità, un nuovo attentato terroristico è praticamente
inevitabile.
Sul
palco si continuava a cantare. Il Concerto non è stato interrotto, per sfida al
nemico. Sull'asfalto arroventato giacevano resti di corpi umani lacerati e
irriconoscibili. In lontananza le mamme che non avevano ancora trovato i loro
figli erano scosse dai singhiozzi.
ge
Pubblicato su
INTERNZAIONALE n 496 del 11/17 luglio
2003 |