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Missili fuori controllo: interrogazioni e interpellanze



Comitato sardo Gettiamo le Basi



Missili fuori controllo: lotta istituzionale. Interrogazioni parlamentari: 
Elettra Deiana; Loddo, Ladu, Maurandi. Interpellanza regionale Dettori, 
Spissu, Fadda, Balia, Scano, Manca.





La parlamentare di Prc, Elettra Deiana, una delle poche voci che con 
puntuale precisione denuncia i problemi connessi all'abnorme 
militarizzazione che penalizza la Sardegna, interviene ancora per 
interrogare il ministro della Difesa sul caso dei "missili impazziti" nel 
poligono di Quirra.

Dopo aver fatto il punto sui cinque incidenti occorsi nell'arco di due mesi 
e ricordato che nei paesi confinanti con il poligono Salto di Quirra 
continuano ad aumentare i casi di tumori al sistema emolinfatico e 
alterazioni genetiche, Elettra Deiana rimarca:

"Il lancio degli Hawk dal  Poligono  Interforze Salto di Quirra, tra cui 
quelli deviati dalla loro traiettoria ed esplosi mettendo a rischio di 
strage la popolazione civile, non era previsto sul programma reso noto alla 
Regione. Le norme in vigore impongono che la programmazione semestrale sia 
obbligatoriamente preposta all’esame del Comitato Misto Paritetico e 
ottenga il parere favorevole della componente regionale. Tali prerogative 
sono state eluse con un escamotage formale attraverso un’ordinanza dello 
scorso febbraio firmata dalle Capitanerie del porto di Cagliari e di 
Arbatax, dal Comando militare della Sardegna e dal Comando del poligono che 
hanno dato il via al lancio degli Hawk per il mese di giugno. Un altro 
escamotage per sfuggire e vanificare i controlli imposti dalle leggi 
1.898/76 e 104/90 è quello di sostituire, nella programmazione semestrale 
sottoposta al parere favorevole del COMIPA,  le date precise con la 
dicitura “periodo da definirsi”, in riferimento al tempo entro cui 
effettuare i vari tipi di attività.

  E' in base a questo cavillo che, senza la possibilità di verifica e di 
approvazione della regione,  stanno avvenendo lanci continuati di missili 
Aster 30, Kormoran, Tris-T, Hawk nonché test di materiali esplosivi e voli 
addestrativi di Tornado, in una logica di intensificazione delle attività 
militari nell’arco dei sei mesi in calendario, mettendo la popolazione 
civile in una situazione di permanente pericolo e di incombente disastro 
ambientale".

  La parlamentare conclude prospettando concrete soluzioni con la formula 
di rito "si chiede di conoscere":

"Per quali motivazioni il Ministro della difesa non intervenga con 
determinazione per bloccare questa forsennata escalation all’uso militare 
del territorio ristabilendo, quantomeno, la rigorosa osservanza delle 
procedure previste dalla legge, non concedendo deroghe ad essa e adottando 
tutte le misure necessarie oggi per garantire il territorio e la sua 
popolazione  dai rischi che derivano dall’intensificazione 
dell’indiscriminato uso militare della regione sarda".



Non stupisce il raffronto tra la forza e la determinazione di Elettra, 
filla de Sardinnya, con la timidezza delle richieste avanzate sullo stesso 
argomento da Antonio Loddo, Tonino Ladu (Margherita) e Pietro Maurandi 
(DS). I tre parlamentari sardi chiedono al ministro della Difesa di sapere: 
se siano tutti veri casi segnalati dalla stampa riguardanti i missili 
impazziti (...sembra che si suggerisca al ministro una risposta!); chi 
provveda a governare i sistemi di lancio degli Hawk, per quali motivi i 
missili non abbiano ricevuto il segnale di autodistruzione (....quando le 
cose vanno male bisogna trovare un colpevole, possibilmente tra le ultime 
ruote del carro, tra tecnici e i soldati di leva addetti alle manovre!); da 
quando e perché il ministero non paga gli indennizzi ai Comuni nei cui 
territori sono presenti servitù militari (.... altro suggerimento di 
risposta alle fondate preoccupazioni?).



La Regione sembra scuotersi dal torpore. Ivana Dettori, prima firmataria, 
Spissu, Fadda, Balia, Scano, Manca presentano al presidente Mauro Pili 
un'interpellanza precisa nella denuncia dei fatti e mirata negli obiettivi.

I Consiglieri regionali rilevano:

" E' in atto una espansione e una intensificazione dell'attività del 
Poligono di Quirra e ancora permane un fitto segreto sugli incidenti 
missilistici accaduti precedentemente;

nonostante incalzanti richieste per istituire una commissione d'inchiesta 
per conoscere le cause dei diversi casi di leucemia e malformazioni 
genetiche che si verificano nei paesi confinanti con il Poligono del Salto 
di Quirra, non si è mai provveduto al riguardo;

chiedono di interpellare il Presidente della Regione per sapere:

1)   se non ritenga urgente convocare il Comitato Misto Paritetico per 
esigere informazioni dettagliate e certe sui sistemi di sicurezza 
predisposti e per l'eventuale revisione del programma di esercitazioni;

2)   se non ritenga di dover portare all'esame del Consiglio regionale un 
rapporto sull'intero quadro delle servitù, delle presenze e delle attività 
militari riguardanti il territorio sardo, comprese quelle concernenti la 
base di Santo Stefano, in vista di un forte rilancio del confronto col 
Governo sull'intera materia".



                                                                *****

Quattro missili "difettosi" e un radiobersaglio "impazzito", cinque stragi 
sfiorate nell'arco di due mesi, sono un costo intollerabile imposto alla 
Sardegna, paradossalmente in nome delle esigenze nazionali della sicurezza. 
Non si può continuare a fingere che si tratti sempre, di volta in volta di 
"un episodio del tutto imprevedibile".

Il primo incidente della serie, il missile Aster 30 precipitato in un ovile 
di Villasalto il 16 aprile scorso, non ha trovato eco tra i rappresentanti 
istituzionali del popolo sardo. Nel silenzio inquietante della Regione, dei 
deputati, senatori, sottosegretari e ministri eletti in Sardegna, Elettra 
Deiana, parlamentare non eletta nell'isola, è prontamente intervenuta per 
interrogare il ministro della Difesa, per denunciare in modo circostanziato 
e avanzare soluzioni:

"In coincidenza con lo scoppio del conflitto angloamericano in Iraq, si 
sono intensificate le esercitazioni militari che hanno interessato diverse 
zone della Sardegna, confermando il ruolo centrale dell'isola nella 
sperimentazione di armamenti e sistemi difensivi, come l'esercitazione 
«Spring Flag 2003» che ha visto impegnata anche la base aerea di 
Decimomannu dalla quale sono decollati decine di aerei in volo, dai tornado 
G222, dai C130J agli Mb339, fino agli Amx;
"L'esplosione del missile, non è che l'ennesimo incidente occorso negli 
ultimi anni in una regione come la Sardegna che vede molta parte del suo 
territorio subordinato alle servitù militari italiane e plurinazionali con 
grave danno all'ambiente, alla sicurezza e alla salute dei suoi abitanti , 
come dimostra nel maggio del 2001 la bomba che dal poligono di Teulada 
esplosa sulla spiaggia di Sant'Antioco davanti agli occhi dei bagnanti, 
illesi per miracolo, o i due missili carichi di esplosivo, partiti da 
Quirra e dispersi in mare (maggio '98) o il siluro imbottito di tritolo, 
finito nelle reti di alcuni pescatori nel febbraio del 2002.
Se non ritenga il Governo di limitare fortemente tale attività al fine di 
non sottoporre il territorio sardo e la sua popolazione ai rischi che 
derivano dall'intensificazione dell'indiscriminato uso militare della 
regione, soprattutto nel nuovo contesto bellico internazionale e quali 
iniziative urgenti intenda adottare per garantire l'assoluta sicurezza 
delle popolazioni in merito all'incolumità personale e al diritto alla 
salute, al godimento del territorio".



Condividiamo in pieno le soluzioni prospettate da Elettra: "Bloccare la 
forsennata escalation all’uso militare del territorio e garantire 
l'assoluta sicurezza delle popolazioni in merito all'incolumità personale, 
al diritto alla salute e al godimento del territorio".

In base al buon senso e in base all'elementare principio di cautela, almeno 
fino a quando non sia stata trovata una ragionevole e convincente 
spiegazione dei troppi missili "impazziti", delle troppe leucemie, delle 
troppe alterazioni genetiche che devastano il territorio, riteniamo urgente 
la sospensione di tutte le attività del poligono della morte Salto di Quirra.



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