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Gli USA ammettono: abbiamo preso per i fondelli tutto il mondo



Fonte: repubblica.it
http://www.repubblica.it/online/esteri/iraqattaccotrentadue/wolfowitz/wolfowitz.html

Il Pentagono adesso spiega: la nostra priorita' era far saltare il regime 
per poi ritirarci dall'Arabia

IRAQ, ORA GLI USA AMMETTONO "LE ARMI FURONO UN PRETESTO"

E il "falco" Wolfowitz: "Era la sola ragione che poteva mettere d'accordo 
tutti, ma non e' mai stata la vera motivazione"

dal nostro inviato VANNA VANNUCCINI


NEW YORK - Ricorderete come Bush presento' la guerra al popolo americano, e 
Colin Powell alle Nazioni Unite: Saddam - dissero - e' il Male, ma quello 
che lo rende pericoloso, e rende necessaria una guerra preventiva, sono le 
sue Armi di Distruzione di Massa.

Due mesi dopo la fine della guerra, nemmeno un'arma di distruzione di massa 
e' stata trovata. E mentre escono notizie su come siano stati gonfiati i 
rapporti d'intelligence americani e britannici, i falchi del Pentagono 
vanno all'attacco. "Abbiamo messo l'accento sulle armi di distruzione di 
massa per motivi burocratici. Erano la sola ragione che poteva mettere 
d'accordo tutti. Ma in realta' non e' mai stata questa la motivazione 
principale della guerra", ha detto chiaro Paul Wolfowitz, che e' 
l'inventore della dottrina della guerra preventiva adottata da Bush.

In un'intervista a Vanity Fair il numero due del Pentagono confida che "la 
ragione principale della guerra era un'altra" passata, a suo dire, "quasi 
inosservata": "Il rovesciamento di Saddam avrebbe permesso agli Stati Uniti 
di ritirare le loro truppe dall'Arabia Saudita. Il solo fatto di togliere 
questo fardello dalle spalle dei sauditi apre la porta a un Medio Oriente 
piu' pacifico".

Il ministro della Difesa Donald Rumsfeld non e' stato da meno. Con la sua 
solita nonchalance ha spiegato ieri che se Saddam non ha usato le armi di 
distruzione di massa e' perche' "probabilmente aveva deciso di distruggerle 
prima". E a chi gli faceva notare che proprio questa era stata la richiesta 
dell'Onu, o comunque si meravigliava che il disastrato esercito iracheno 
avesse potuto distruggere le armi senza lasciar traccia, "col tempo sapremo 
di piu'", ha detto Rumsfeld sorridendo.

Ha poi paragonato il dopoguerra iracheno a quello in America dopo la Guerra 
d'Indipendenza: "Non ci possiamo aspettare di essere trasferiti dal 
dispotismo alla liberta' su un letto di piume", ha detto citando Jefferson.

L'Amministrazione americana appare tranquilla: Bush gode di alti consensi, 
che si sono estesi ora anche ai militari i quali secondo il 75% degli 
americani "fanno la cosa giusta". Ne' il presidente ha di che temere dai 
nove sconosciuti candidati democratici che si contendono la nomina per 
sfidarlo alle presidenziali del 2004. Vanity Fair riferisce che Wolfowitz 
fu il primo a dire a Bush, quattro giorni dopo l'attacco alle Torri 
Gemelle: "Abbiamo buone opzioni per poterci occupare dell'Iraq".

All'osservazione dell'intervistatore che nell'ufficio di Wolfowitz c'e' "un 
governo ombra segreto" che ha usurpato le operazioni della Cia, il numero 
due del Pentagono risponde che "c'e' piena trasparenza". E tranquillamente 
ammette: "Per normalizzare l'Iraq ci vorranno anni". Wolfowitz e' ora il 
capofila nell'Amministrazione di chi vuole dare avvio ora a una massiccia 
azione di destabilizzazione in Iran contando anche sull'aiuto delle milizie 
armate dei Mojaheddin-e Khalq, un'organizzazione che il Dipartimento di 
Stato annovera tra i gruppi terroristi.

(30 maggio 2003)