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Newsletter N. 25 del 2003
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*** Associazione Culturale Telematica ***
********** "Metro Olografix" **********
Newsletter n. 25 del 23 giugno 2003
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IN PRIMO PIANO
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Tristi mutande Frugando nella e-spazzatura
Dall'analisi statistica della e-mail indesiderata si delinea l'immagine di
una società ossessionata solo dal denaro, dai debiti e dal sesso. Una
società ansiosa e incerta sulla virilità. D'altronde è il sesso il settore
trainante dell'e-commercio e costituisce la spinta maggiore verso Pc sempre
più potenti
MARCO D'ERAMO
Vuoi sapere davvero perché ti ha lasciato?», dice il titolo inglese di un
messaggio nella tua posta elettronica. Un altro, più esplicito, ti ordina:
«Ingrandisci la tua mascolinità». Un terzo t'invita ad «aumentare la tua
mascolinità di 3-8 cm» (e torna in mente François Rabelais quando parlava
del «maschio mascolinizzante»). Sono solo alcuni delle centinaia di
messaggi indesiderati - in gergo spam -che sommergono i nostri indirizzi
e-mail. Questa posta spazzatura sta rovinandoci quello che - per pochi anni
che sembravano dovessero durare per sempre - è stato un piacere: il
segnale, pieno di attese: «Hai ricevuto nuova posta» una volta nascondeva
la promessa di un nuovo messaggio, forse di una nuova conoscenza o il
riannodarsi di una vecchia amicizia, oggi fa trapelare la minaccia di
messaggi porno o di nuovi mutui. Certo, di posta indesiderata ne abbiamo
sempre ricevuta, fin dall'apparire di Internet, in particolare quella
prodotta dalla maleducata consuetudine di invitarti a firmare improbabili
appelli per
le cause più stravaganti. Ormai, la quasi totalità dei messaggi è
spazzatura. Ma proprio la sua natura di rifiuto ti spinge ad applicare
quella tecnica che alcuni antropologi hanno usato per studiare la nostra
civiltà: e cioè frugare nella spazzatura. D'altronde da molto tempo
investigatori privati e servizi segreti considerano le pattumiere come
fonti privilegiate di informazioni. Così negli ultimi nove giorni ho
annotato tutti i Subjects dei 109 spam che mi sono arrivati, una media di
12 al giorno.
Se si dovessero dedurre le due maggiori ansie e preoccupazioni che emergono
dagli spam, dovremmo dire che la società americana (la maggior parte degli
spam che arrivano sono scritti in inglese e hanno origine negli Usa) è
ossessionata da due grandi temi, dal sesso e dal denaro: in questo senso,
la posta spazzatura fornisce un'immagine forse esasperata, ma certo
veritiera delle nostre priorità sociali. Ben 18 messaggi su 109 riguardano
la ricontrattazione dei mutui e dei prestiti a lungo, 4 riguardano
l'assistenza bancaria o t'invitano a usare nuove carte di credito e 10 ti
promettono d'insegnarti come riuscire a ottenere rapidamente sovvenzioni
statali o di arricchirti anche mentre dormi.
Quest'insistenza deriva dalla cronica condizione di sovraindebitamento in
cui vive la famiglia americana. L'americano è "overspent", come dice il
titolo The Overspent American del bel libro di Juliet Schor, docente di
Women Studies di Harvard (Harper 1998). E l'America è una nazione che vive
letteralmente a credito. Non solo in quanto a debito estero, il più alto
del mondo. Il debito totale delle famiglie Usa è salito ad oltre l'80% del
Pil Usa, e cioè ben oltre gli 8.000 miliardi di dollari - 8 volte il
prodotto interno lordo italiano!). Il servizio del debito risucchia il 18%
del reddito disponibile delle famiglie. Da sempre le famiglie s'indebitano
non solo per comprare la casa e la/e macchina/e: negli Usa a credito si
compra tutto, dagli elettrodomestici al mobilio, per non parlare dei mutui
colossali accesi per l'istruzione dei figli. Basti pensare che la retta di
una buona scuola secondaria privata costa quasi 14.000 dollari (euro),
quella di un'università più di 25.000 dollari. Immaginate ad avere tre
figli che studiano!
Ma a credito si comprano anche le cure dentistiche e le vacanze, E infatti
ben 5 spam mi invitano a comprare a credito settimane di vacanze ai Caraibi
o alle Maldive (ma uno, incongruo, mi invitava a scoprire Macerata). Altri
9 messaggi mi propongono una nuova assicurazione sanitaria o per la vita.
Quattro mi propongono infallibili metodi dimagranti. Tra i temi sparsi:
inchiostri per stampanti (2), collegamenti telefonici (2) leasing di auto
(2) anti-invecchiamento (1), riproduzione di musica (1), consigli sul
pagamento delle tasse (1) difesa dei consumatori (1), e così via.
Dopo il denaro, l'altra grande ossessione è il sesso, ma nella forma più
curiosa. Sui 40 messaggi sessuali, ben 24 riguardano l'ingrandimento del
pene, uno un «nuovo Viagra» a base di erbe e «solo»15 sono classici
messaggi di pornografia.
I titoli non mostrano molta fantasia: «adolescenti che si fanno sbattere il
culo», «ragazzine che provano il loro primo enorme...». I messaggi italiani
di questo tenore si caratterizzano perché non hanno soggetto, ma il
mittente è sempre un nome di donna: carlotta, francesca. La prima - e unica
volta - che ho aperto il messaggio, ho saputo che a carlotta «piace fare un
sacco di maialate».
Ma la vera informazione, per molti versi inattesa, che ci fornisce lo spam
sessuale è la paranoia - questa sì di dimensioni cosmiche - riguardo alle
dimensioni del pene. Su questo tema le variazioni si moltiplicano: «Sai
perché le ragazze ridono di te?» « E' possibile avercelo più grosso».
«Abbiamo sentito che il tuo cazzo (dick) è sottile». «Non ti piacerebbe
avercelo più grosso?». «Entra nel meraviglioso mondo di un dick grosso».
Viene la nostalgia per ricchezza linguistica sciorinata dalle governanti
del bimbo Gargantua che «avevano per passatempo di farsela venir su fra le
mani .. e una la chiamava la mia spinetta, l'altra la mia pignolina,
l'altra il mio rametto di corallo, l'altra il mio tamponcino, il mio
turacciolo, il mio trapano, il mio cacciavite, il mio succhiello, il mio
ciondolino, il mio bel giochetto duro e bassetto, il mio drizzatoio, il mio
bel salamino rosso, il mio pannolino d'oro» (Libro I, cap. 11).
Lo spam ci delinea invece una paranoia (letteralmente) del cazzo e ci
conferma - semmai ce ne fosse bisogno - che l'invidia del pene ce l'hanno i
maschi, non le donne. Oltretutto, siccome il genere dei destinatari è
ignoto, lo spam invita anche le signore ad ingrandire la loro mascolinità,
o forse le vuole incitare a chiedere ai propri partners di upgrade la
propria. Lo spam ci rinvia così a una sessualità ostentatoria, competitiva,
a chi ce l'ha più grosso. Una sessualità prepotente, non gioiosa, non
giocosa. Da questi messaggi traspare una percezione triste che i maschi
hanno di sé, sempre timorosa di apparire inadeguati, sempre insicuri: non
si ha mai un dick abbastanza grosso, come non si ha mai abbastanza denaro,
non si ha mai una macchina abbastanza potente: si è sempre al di sotto
delle aspettative. Costoro non conosceranno mai l'irridente impudenza di
Panurge che a una nobildonna parigina promette: «Perché ci ho qui un
Giovannino senza paura, che vi suonerà una passacaglia da farvene risentire
fin ne
lle midolla degli ossi. E' bello vispo sapete...» (Libro II, c. 22).
Insomma Internet sembra afflitto da una vera e propria erotomania triste:
tra i vari settori economici che usano la rete come supporto, l'industria
sessuale è quella che cresce al ritmo più rapido. Per gli imprenditori di
e-sesso, il settimanale inglese The Economist aveva persino coniato il
neologismo «entreporneur», tratto dal francese «entreprenneur». Infatti
Internet è perfetto per trovare una specifica domanda voyerista per ogni
specifica offerta esibizionista, per quanto strampalata e arzigogolata essa
sia: basti pensare che se si chiede a un motore di ricerca come Google di
repertoriare i siti che riguardano una perversione presumibilmente rara
come il «feticismo del piede», si trovano 19.500 voci (e il termine sex è
riportato in 177 milioni di pagine). Tanto più che l'offerta varia
enormemente per tutti i gradi dal dilettantismo al professionismo. Vi sono
siti, per lo più gratuiti, in cui i protagonisti filmano con una
videocamera le proprie effusioni e performances e poi le mettono a
disposizione di
chi vuole vederle; e invece siti di vero e proprio hard-core che hanno
tariffe carissime. E gli hackers hanno messo su dei siti, come quello
«www.passwords.com», per pubblicizzare le passwords per entrare gratis nei
siti porno a pagamento.
Pochi ricordano che il telefono fu inventato come strumento d'affari e di
guerra, senza prevederne l'uso privato che costituisce la vera rivoluzione
apportata da questo congegno nel ventesimo secolo. Così come il computer,
«calcolatore», fu inventato prima da Alan Touring per decifrare messaggi
segreti, poi da John von Neuman per eseguire i macchinosissimi calcoli
necessari a costruire la bomba all'idrogeno, mentre oggi la stragrande
maggioranza del suo uso è rivolta o ai giochi, o alla scrittura, o alla
comunicazione. Questa «eterogenesi dei fini» tecnologici è lampante nel
caso di Internet, una rete informatica che fu costituita originariamente a
scopi bellici per mettere e tenere in comunicazione tra loro gli scienziati
che lavoravano per il Pentagono, il ministero della difesa Usa, e che oggi
connette in rete le perversioni solitarie di frustrati.
Ma nel dilagare della sessualità su Internet si legge qualcos'altro ancora,
oltre il dirottamento delle funzioni e l'eterogenesi dei fini. Perché non
solo il sesso è il settore economico più dinamico in rete, ma è anche un
fattore di progresso tecnologico. Gli addetti al settore non ti nascondono
che è stata trainata dal mercato sessuale la corsa a processori sempre più
potenti, a definizioni di immagini sempre migliori, a memorie più vaste. La
domanda di videocamere digitali e lettori di dvd (e di masterizzatori) è in
gran parte dovuta al desiderio di guardarsi, e prodursi in santa pace, e in
privacy, i film porno. Una delle battute più belle che ho sentito di
recente è: «Io non la do, io la masterizzo».
Tutta questa rete ipertecnologica di computer sempre più potenti e veloci
si risolve in un digitale, ininterrotto comunicare di ormoni. Fa
impressione anche solo immaginare l'inesausto fluire di figure porno
attorno a tutto il pianeta, di maialate che elettroniche rimbalzano di
oceano in continente: dal villaggio globale al casino globale. Anche qui:
era finora insospettabile in quali intimità del corpo umano si nascondesse
il vero motore del progresso.
http://www.ilmanifesto.it/Quotidiano-archivio/17-Giugno-2003/art109.html
TECNOLOGIA&INTERNET
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PERSI NELLA RETE
a cura di Nicola D'Agostino
Scopo del progetto Exactitudes è portare avanti uno studio sulle
sottoculture e sulla loro morfologia. Basandosi su fotografie di persone
riprese nella stessa identica posa, il sito mostra le differenze e
(soprattutto) le similitudini tra persone che cercano di "esprimere la
propria individualità e diversificarsi dalla massa".
http://www.mytech.it/mytech/photogallery/art006010047668.jsp
Chi comprerà l'antivirus targato Microsoft?
di Paolo Attivissimo
Microsoft entra nel mercato degli antivirus acquisendo una società
specializzata. La concorrenza trema, ma i più preoccupati sono i linuxiani
http://www.apogeonline.com/webzine/2003/06/18/01/200306180101
Toblòg/ Hacker Hacker 2003
di Vittorio Bertola - Cos'è stato l'Hackmeeting di Torino? Chi c'era e
perché? Cosa significa essere hacker? Tutto questo nel racconto di uno dei
partecipanti all'evento di Torino che si è appena concluso
http://punto-informatico.it/p.asp?i=44553
http://bertola.eu.org/toblog/images/1056187908bertola.jpg
Telecom Italia sotto assedio
L'Antitrust apre un nuovo fronte di indagine sui servizi di telefonia fissa
alla clientela affari pubblica e privata. L'accusa: con prezzi predatori e
abuso di posizione dominante Telecom sta schiacciando concorrenti e mercato
http://punto-informatico.it/p.asp?i=44548
TEMI&APPROFONDIMENTI
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Al via l'Hackmeeting 2003, una tre giorni delle comunità digitali
In centinaia da tutta Europa per parlare di condivisione dei saperi
Gli hacker a Torino
si scoprono politici
"Non ci interessa soltanto smanettare. Siamo attivisti"
Pronti a colpire i siti svizzeri per protestare contro il G8 di Evian
di ALESSIO BALBI
ROMA - Per anni li hanno descritti come strani animali notturni, ricurvi
sulle loro tastiere, completamente fuori dal mondo. E' un immagine che va
rivista: l'hacker, versione 2003, vuole essere soprattutto un
"hacktivista". Per lui, il sapere tecnologico non è il fine, ma un mezzo.
Un mezzo per cambiare il mondo, se è il caso.
Oggi parte a Torino la sesta edizione dell'Hackmeeting. Gli organizzatori
lo definiscono "l'incontro delle comunità e delle controculture digitali
italiane". Per tre giorni, gli hacker di casa nostra si ritroveranno al
centro "El Barrio" di Strada Cuorgné, una ex scuola trasformata per
l'occasione in un laboratorio di alta tecnologia informatica: centinaia di
computer collegati tra loro (con e senza fili), trasmettitori radio,
telefoni cellulari, pager, radioscanner e tutto quant'altro i partecipanti
si porteranno dietro.
L'anno scorso a Bologna arrivarono in 1.500 da tutta Europa. Questa volta
gli organizzatori sperano di fare anche meglio: si registrano adesioni
dall'Austria, dalla Spagna, dalla Croazia, dalla Francia. Dopo alcuni anni
di assenza si rivedranno anche i tedeschi del "Chaos Computer Club", uno
dei gruppi hacker più antichi del continente. Tutti a Torino. Ma a fare
cosa?
"Smanettare e basta non ci interessa", ci dice Elettrico, informatico
28enne, uno degli organizzatori. "Più che hacking, vogliamo fare
hacktivism". Tradotto in termini concreti, vuol dire seminari e incontri su
tutto quanto riguarda la gestione dell'informazione, la condivisione delle
conoscenze e dei saperi. In una parola, politica.
"L'Hackmeeting è sempre servito a questo", afferma Elettrico: "a dare forma
alle idee e alle azioni di chi mescola hacking e politica". A Torino si
parlerà di governo della Rete, di software libero nella pubblica
amministrazione, di copyright digitale. Ma si farà anche altro, perché
l'hacktivism è soprattutto azione, e gli hacker sono strettamente legati ai
"movimenti". Durante il G8 di Genova, le loro conoscenze furono
determinanti per far circolare la controinformazione in tempo reale. Da
allora, la solidarietà con la galassia no-global e new-global non è mai
venuta meno. E così una delle prime azioni del meeting sarà
l'organizzazione di un "net strike" contro la Svizzera, paese scenario di
alcuni scontri con le forza dell'ordine nell'ultimo G8: migliaia di
navigatori prenderanno di mira alcuni siti istituzionali e li intaseranno
di traffico fino a farli saltare.
Ma politica, si sa, è partecipazione. E gli hacker, volenti o nolenti,
appaiono spesso come una setta ristretta, particolarmente ostile nei
confronti dei novizi. L'Hackmeeting, allora, serve anche a dissolvere
l'alone di mistero che circonda la comunità digitale: le porte del Barrio
resteranno aperte, da oggi a domenica, a tutti quelli che vorranno farsi un
giro. Per partecipare non è necessario essere dei maghi del computer: il
primo seminario si intitola, significativamente, "Cos'è un pc". Come dire:
per cambiare il mondo, bisogna partire dalle basi.
(20 giugno 2003)
http://www.repubblica.it/online/scienza_e_tecnologia/meeting/meeting/meeting.html
NEWS DALL'ASSOCIAZIONE
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Associazione Culturale Telematica
Metro Olografix
http://www.olografix.org
info@olografix.org
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a cura di Loris "snail" D'Emilio
http://www.olografix.org/loris/
Hanno collaborato a questo numero:
Nicola "nezmar" D'Agostino
http://www.olografix.org/nezmar
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