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Corrispondenze da Baghdad



Quale Tg duopolista ci racconterà mai gli sforzi degli
insegnanti e degli studenti dell’Università di
Baghdad, che ­ come quelli di Sarajevo appena ieri -
scavano praticamente a mani nude tra le rovine della
loro biblioteca - una delle più ricche di volumi,
storia e tradizione dell’intero mondo arabo -
completamente distrutta dalle bombe, nel tentativo di
salvare qualche libro? Chi ci dirà che sono state
bombardate praticamente tutte le scuole di Baghdad,
anch’esse evidentemente tra gli obiettivi “sensibili”
dei bombardieri alleati? Dove leggeremo di quel
fotografo free lance, laureato in medicina, che, dopo
pochi giorni di bombardamento, ha posato la macchina
fotografica e si è messo ad aiutare i medici iracheni
che provano a rattoppare, senza medicinali, fasce,
filo da sutura, senza energia elettrica ed acqua
corrente, tutti i corpi che le bombe si sono
preoccupate di sbranare?  O della ragazza che, prima
di fuggire via dalla città, verso un campo profughi in
Giordania, ha regalato ad un fotografo americano il
suo progetto di un parco per bambini? La facoltà di
architettura è distrutta e lei ha preferito affidare
il suo progetto a qualcuno venuto da lontano, nella
speranza che non finisse calpestato dai soldati.
Lello Voce



Durante i giorni più duri del conflitto in Irak un
giornalista italiano è in costante contatto con
Baghdad: non scrive su grandi testate nazionali, non
lavora per una televisione. E’ un free lance che
preferisce spedire i suoi pezzi su Indymedia, il sito
di informazione indipendente. Si firma “Robdinz”. In
breve, i suoi articoli quotidiani diventano per molti
la fonte più precisa, vivace e vera di notizie dalla
guerra in corso. Mentre i media ufficiali sono per lo
più la cassa di risonanza dei centri di potere
mondiale, “Robdinz” - armato solo di un telefono, un
computer e tanta pazienza - conduce in piena libertà
il mestiere di giornalista. E mentre stampa e
televisione si espongono giorno dopo giorno a brutte
figure che farebbero la vergogna di qualunque serio
organo di informazione (“Bassora è caduta, anzi no,
continuano i combattimenti”. “Trovate armi di
distruzione di massa. Correzione: erano solo
vernici”), i post di Robdinz su Indymedia offrono uno
spaccato della vita quotidiana a Baghdad durante
l’assedio.
Ora le corrispondenze di “Robdinz”, alias Roberto di
Nunzio, sono diventate un libro: Corrispondenze da
Baghdad, pubblicato da Falsariga edizioni, una giovane
casa editrice di La Spezia. Riletti a qualche mese di
distanza, al di fuori del contesto di febbrile
partecipazione, di immediato bisogno di informazione
che era proprio dei primissimi giorni del conflitto, i
comunicati di Robdinz non perdono nulla della loro
efficacia. Anzi: rivisti e corretti per la stampa,
permettono ancor meglio di cogliere la tragedia che
per intere settimane si è abbattuta sulla pelle della
popolazione civile, delle donne, dei bambini, degli
uomini di Baghdad.
Il volume non è distribuito in libreria; si può
ordinare direttamente presso l’editore al prezzo di 7
euro (comprensivo delle spese di spedizione), sconto
del 40% per chi acquista più di cinque copie (per
informazioni: Falsariga, cas.post. 84, La Spezia, tel.
0187 24183, e mail falsa_riga@yahoo.it)








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