Report n. 56 di Rosarita Catani
Cos’è la Road Map?
Amman 22 maggio 2003
Dopo aver letto tantissimi Report sul conflitto Israelo-palestinese, e dopo che io stessa ho scritto gli avvenimenti di quello che sta accadendo nei territori occupati, mi sembra opportuno riportare alcune notizie relative alla Road Map.
La mia necessità, nasce dal fatto che molte volte si riportano notizie di cosa è accaduto nei territori occupati, senza partire dalla fonte e la maggior parte dell’opinione pubblica non riesce a capire come mai, i palestinesi continuano a fare attentati nel territorio israeliano e del perché Israele continua l’occupazione, se vi sono trattative di pace in corso.
Non vi sono ancora trattative di Pace in corso, la Road Map non è mai iniziata come processo di pace.
Ma che cos’è la Road Map? La Road Map e’ un documento - trattato diviso in quattro parti: Politico, Economico, umanitario ed istituzionale, che prevede la formazione di uno Stato Palestinese e la fine del conflitto entro il 2005.
Secondo la Road Map, la soluzione dei due Stati Israeliano-Palestinesi per porre fine al conflitto, sarà raggiunta solo con la fine della violenza e del terrorismo, quando il popolo Palestinese avrà una leadership decisa a promuovere atti contro il terrore e costruirà una democrazia basata sulla tolleranza e sulla libertà, e dal canto suo Israele farà quanto necessario affinché sia stabilito lo Stato Palestinese ed una chiara, non ambigua accettazione tra le parti della meta di una transazione del negoziato come descritto di seguito. Il quartetto (Stati Uniti, Egitto, Giordania ed Unione Europea) assisterà e faciliterà l’impiego del piano, partendo dalla I Fase, incluse dirette discussioni tra le parti come richiesto. Il piano stabilisce un tempo realistico per il suo impiego. In ogni modo, l’adempimento del piano dipenderà dalla buona volontà delle parti di rispettare i rispettivi obblighi come di seguito riportati.
L’accordo, negoziato tra le parti, risulta dall’emergenza di uno Stato Palestinese indipendente e democratico, da instaurarsi sullo stesso territorio in pace e sicurezza con Israele e con gli altri Stati vicini. L’accordo risolverà il conflitto Israelo-Palestinese, e, la fine dell’occupazione avvenuta nel 1967, basata sugli accordi della Conferenza di Madrid con le risoluzioni UNSCRS 242, 338 e 1937, accordi reiterati dalle parti, nonché sull’iniziativa del principe saudita Abdullah nel summit di Beirut, che accettava lo Stato d’Israele come un vicino. Quest’iniziativa è un elemento vitale degli sforzi internazionali per promuovere la pace su tutti i fronti, inclusi quelli tra Siria-Israele e Libano-Israele.
I quattro Stati USA, Egitto, Giordania ed Unione Europea, incontreranno regolarmente le parti, nelle varie fasi del progetto affinché si attui il piano. In ogni fase, le parti saranno obbligate a rispettare gli accordi bilaterali.
E’ da sottolineare che nella Road Map non è previsto il ritorno dei profughi palestinesi.
Secondo le dichiarazioni del Ministro del Turismo Israeliano, lo Stato Palestinese, dovrebbe nascere in Giordania ed avere come leadership il Re Abdullah, mentre il portavoce del primo Ministro Sharon afferma che per porre fine al conflitto l’unica via possibile è quella di uccidere o deportare Arafat.
Il nuovo primo Ministro palestinese, Abbas, meglio conosciuto come Abu Mazen, non è potuto entrare a Beit Hounoun perché i tank israeliani presiedevano la cittadina, impedendone l’ingresso.
I Palestinesi chiedono l’avvio delle trattative, Israele tentenna. La Road Map non è iniziata e su queste basi, sarà difficile portarla avanti.
Nel frattempo, il conflitto continua.
Nota: Rosarita Catani e' una reporter indipendente che invia i suoi resoconti da Amman, Giordania, raccontando da un punto d’osservazione privilegiato cosa accade in Iraq e in medio oriente. I suoi report - pubblicati regolarmente sul sito www.peacelink.it - sono utilizzabili liberamente previa citazione della fonte e dell'autrice].