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Cinque anni al cyberdissidente cinese
- Subject: Cinque anni al cyberdissidente cinese
- From: Carlo Gubitosa <c.gubitosa@peacelink.it>
- Date: Tue, 20 May 2003 00:59:55 +0100
Fonte: Punto Informatico
http://punto-informatico.it/p.asp?i=44138
Cinque anni al cyberdissidente cinese
Questa la condanna inflitta a Huang Qi, che aveva postato sul proprio sito
notizie ritenute pericolose per l'integrita' dello stato, come elenchi di
persone scomparse o lo statuto del Partito democratico
19/05/03 - News - Pechino - Cinque anni di carcere. Questa la condanna che
il tribunale del popolo di Chongqing ha deciso di infliggere a Huanq Qi,
arrestato nel 2000 con l'accusa di attivita' sovversive condotte via
internet, uno dei primi a finire nel mirino della polizia del regime per
quanto pubblicato in rete.
Huang Qi ha subito un lungo processo e dopo la condanna attendeva da tempo
di conoscere la pena che, in realta', avrebbe potuto essere ancora piu'
pesante. Nei guai Huang si e' messo a causa del suo sito
(www.6-4tianwang.com/index.shtml), attraverso il quale si era dedicato alla
pubblicazione di notizie sulle persone scomparse. Con il tempo, pero', ha
finito per parlare delle sparizioni di individui arrestati dalla polizia e
mai piu' ricomparsi.
Questa attivita' lo ha portato ad esprimere con una certa vivacita' le
proprie opinioni in rete, accompagnandole con pubblicazioni proibite, come
quella dello statuto del Partito Democratico cinese, movimento messo
ufficialmente al bando dalle autorita' di Pechino.
Ora proprio il suo sito da' notizia della condanna, quella che all'Agence
France-Press il suo legale ha definito ingiusta. "A mio parere - ha
dichiarato l'avvocato - non c'erano abbastanza prove per portare ad una
condanna del genere". Una dichiarazione forte che sembra indicare la
strenua difesa del diritto di parola che tale avvocato deve aver messo in
atto per conto del proprio cliente...
Va detto che si contano a decine, oggi, i cinesi che sono sotto processo
per aver utilizzato internet "illegalmente", nella maggioranza dei casi per
aver diffuso via internet notizie illegali all'estero o aver espresso sui
forum opinioni non "consone" ad un cittadino del regime comunista cinese.