[Date Prev][Date Next][Thread Prev][Thread Next][Date Index][Thread Index]
Piazza Alimonda, comunicato Comitato Verità giustizia
COMITATO VERITA' E GIUSTIZIA PER GENOVA
(presidente onorario Giulietto Chiesa, presidente Enrica Bartesaghi)
Comunicato stampa
E' UN'ITALIA CHE HA PAURA
Quest'archiviazione è la sentenza di un'Italia che ha paura. Un paese più
coraggioso, un'opinione pubblica più forte avrebbero ottenuto un
dibattimento pubblico, un approfondimento dei fatti di piazza Alimonda alla
luce del sole, nelle aule di un tribunale. Dopo quasi due anni d'inchiesta,
trascorsi fra perizie contrastanti, dichiarazioni contraddittorie,
ricostruzioni sempre nuove, l'archiviazione dell'inchiesta è una beffa
atroce. Di fronte a tante ombre, la sola via maestra verso la verità e la
giustizia è quella di un processo pubblico, in cui confrontare tutte le
testimonianze, le prove, le perizie. Con quest'archiviazione si accontenta
solo la voglia di oblio sui fatti di Genova che attraversa il paese.
Noi siamo invece convinti che nel luglio 2001 a Genova la democrazia e lo
stato di diritto siano stati calpestati, come hanno riconosciuto Amnesty
International e altre organizzazioni internazionali. Noi non abbiamo paura
di fare i conti con questa preoccupante verità e anzi riteniamo
indispensabile una ricostruzione completa e convincente dei fatti. Perciò
continuiamo a chiedere la costituzione di una commissione parlamentare
d'inchiesta sui fatti di Genova.
Siamo convinti che i cittadini abbiano diritto ad un rigoroso accertamento
pubblico di tutte le responsabilità, per l'uccisione di Carlo Giuliani come
per i fatti della Diaz, di Bolzaneto, per le aggressioni ai cortei e ai
manifestanti inermi, per i 18 colpi di pistola sparati dalle forze
dell'ordine.
Alla famiglia Giuliani, a tutti i democratici, diciamo che non accettiamo
questa archiviazione e che continueremo a batterci per la ricerca della
verità e della giustizia.
Genova, 5 maggio 2003
nsediamento sarà rimosso nel futuro, poiché, ostacola il
villaggio e la sua terra. Ma, rimane il Muro! Questo problema non è tanto
per la nostra generazione, ma quelle future”, dice Abu Qusai.
“ Ci trasferiranno in un altro paese nel futuro. Questo è un confine, non è
un recinto sicuro. Noi palestinesi insistiamo per vivere in pace e
sicurezza, invece, noi viviamo come animali in questa parte del Mondo. I
soldati israeliani impediscono ad ogni palestinese di fare qualsiasi cosa
senza permesso, nonostante che noi siamo un popolo. Loro hanno deciso di
buttarci fuori della nostra terra”. Dichiara Abu Qusai."
Khadija è un’abitante del villaggio che ha perso tutta la sua terra a causa
del Muro. Lei è una vedova con un figlio portatore di handicap da sostenere
Khadija, ora ha solo il piccolo pezzo di terra vicino la sua casa dove
coltiva delle piante per nutrire tutta la sua famiglia. Piange quando è
intervistata. Ha un figlio di 32 anni e non sa quale sarà il suo futuro.