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Appunti sul grande fratelloa stelle e strisce





Sentiamo in questi  giorni da destra e da molta sinistra che 
lantiamericanismo che si  manifesta in Europa è preoccupante, che mettere 
Saddam Hussein e Bush sullo stesso piano è delirante, che gli USA ci hanno 
liberato dal nazifascismo,e che lEuropa, se non ci fossero gli americani a 
difenderla, sarebbe una terra di conquista.

Cercando di dimenticare le facce di bronzo che fanno con larghezza di mezzi 
queste affermazioni, ci affidiamo a un volantino che da soli stamperemo e 
da soli andremo a distribuire in giro per rispondere e fare un ripassino di 
Storia, che non fa mai male.

Cominciamo da lontano e ricordiamo come è iniziata la storia.

Consistenti gruppi di cittadini europei di origine inglese, francese, 
minoranze religiose olandesi, tedesche, furono incoraggiati a recarsi nel 
nuovo mondo e ad impadronirsi dei territori dei nativi in nome di una 
superiore civiltà europea per portare il messaggio cristiano a quelle 
selvagge popolazioni.

Per fare prima, ne sterminarono una decina di milioni. I superstiti li 
rinchiusero nelle riserve, e si misero al loro posto con la coscienza di 
aver fatto il loro dovere di civilizzatori, avvalendosi di quella 
superiorità tecnologica: fucili e cannoni contro archi e frecce, che anche 
ai giorni nostri è la base della loro strategia.

Visto che al Sud mancava mano dopera, per avviare una agricoltura di tipo 
industriale, pensarono bene di organizzare dallAfrica dei confortevoli 
viaggi nellinteresse degli stessi africani, che così trovavano abbondante 
lavoro, però con la clausola che non venivano pagati.

La cosa bella è che dopo la guerra civile e la fine della schiavitù, dopo 
aver creato ricchezze immense, che furono alla base del successivo sviluppo 
industriale, i neri per integrarsi dovettero sottostare alle angherie di 
organizzazioni bianche razziste e ancora oggi sono discriminati.

Lo sterminio degli indiani e la vergognosa epoca dello schiavismo sono nel 
DNA di questa nazione, assomigliano molto ai massacri di Maori e Aborigeni 
fatti, rispettivamente in Nuova Zelanda e in Australia,  dai loro fratelli 
e maestri inglesi, che come loro chiusero nelle riserve i superstiti e si 
misero al loro posto.

Questi liberatori anglo-americani hanno molto in comune.

Ricordiamo qualcosa della liberazione dellEuropa: lo scopo principale degli 
USA fu quello di fermare linfluenza sovietica, e il muro di Berlino fu il 
risultato della volontà di due parti che dopo aver fatto muro con i loro 
eserciti, decisero di dividere il mondo in sfere dinfluenza.

La famosa barbarie del muro di Berlino dipendeva da due volontà, non da una 
sola.

Lo stesso accadde lungo la linea del 38° parallelo per le due Coree e anche 
lì il muro e la successiva tragica guerra furono il risultato della volontà 
di definire quelle sfere di influenza(1950-1953).

Nello stesso solco anticomunista si colloca lintervento nel Vietnam dove 
gli Usa rimarranno impantanati per ben 10 anni(1965-1975) con gravi perdite 
e una sconfitta militare su cui meditare.

Dimenticavo la questione cubana: quando nel 1959 Fidel Castro e Che Guevara 
presero il potere a Cuba gli americani ci rimasero così male che lanno 
dopo, 1960, decretarono un embargo economico verso lisola che dura ancora 
oggi dopo 44 anni, ma per ricordo si tennero la base militare di Guantanamo 
che oggi gli torna comoda per torturare i talebani e gli uomini di Bin Laden.

Nel 1962 la famosa crisi dei missili a testata nucleare che vennero 
installati sullisola dagli alleati sovietici: Gli Usa non esitarono ad 
organizzare un blocco navale, ossia un atto di guerra, intorno allisola, 
perché detestavano lidea di poter essere colpiti nello stesso spazio di 
tempo in cui i loro missili schierati in Germania e Turchia potevano 
colpire lURSS:

Agli americani, si sa,la par condicionon va a genio.

Finita la crisi si impegnarono, democraticamente, in un centinaio di 
tentativi di uccidere Fidel e finanziarono qualche sbarco, ma non 
concludendo niente decisero di lasciar perdere.

  Per rimanere nella dimensione imperiale, si appoggia in Cile il golpe 
militare contro il presidente Allende, democraticamente eletto, e si 
riconosce il governo del dittatore Pinochet, isolato per i massacri 
compiuti, dai governi di tutto il mondo.

Si continua con la costituzione di un poderoso esercito dello Stato di 
Israele, dotato delle armi più moderne e della tecnologia nucleare, che 
deve sostituire lIRAN del detronizzato Scià di Persia nel ruolo di gendarme 
del Medio Oriente.

La grande democrazia americana provvede ad allearsi con il dittatore 
dellIRAK Saddam Hussein, lo riempie, di armi comprese quelle di distruzione 
di massa, perchè le usi contro lIran degli aiatollah, provocando una guerra 
che durerà 10 anni con un milione di morti, combattuta per conto degli Usa.

Contemporaneamente si stabiliscono rapporti di fraterna collaborazione con 
il signor Bin Laden che viene armato e appoggiato contro i sovietici in 
Afghanistan.

William Blum ex funzionario del Dipartimento di Stato USA- nel libro Con la 
scusa della libertà(Marco Tropea Editore),  a pag. 53 e segg., riporta una 
lista di importanti esponenti stranieri al cui assassinio ( o alla cui 
pianificazione) gli Stati Uniti hanno preso parte a partire dalla fine 
della seconda guerra mondiale (Gli agenti della CIA in alcune occasioni 
hanno definito ironicamente queste operazioni esecuzioni di suicidi 
involontari):

1949                    Kim Koo, leader dellopposizione coreana

Anni 50                                  La Cia e i neonazisti mettono a 
punto una lista di oltre 200 esponenti politici tedeschi 
di                                                       cui 
sbarazzarsiin  caso di invasione sovietica

anni 50               numerosi  attentati alla vita del primo 
ministro   cinese Zhou Enlai

anni 50, 1963    Sukarno, presidente dellIndonesia

1951                 Kim Il Sung, primo ministro della Corea del Nord

1953                  Mohammed Mossadeq, primo ministro dellIran

metà anni 50     Claro M. Recto, leader opposizione nelleFilippine

1955                 Jawaharlal Nehru, primo ministro indiano

1957                  Gamal Abdul Nasser, presidente egiziano

1959,63,69     Norodom Sihanouk presidente della Cambogia

1960                      Abdul Karim Kassem, primo ministro Irak

anni 50-60          Josè Figueres, presidente del Costarica (due attentati 
alla sua vita)

1961                   Francois Papa DocDuvaller,  presidente di Haiti

1961                   Patrice Lumunba, primo ministro 
Congo

1961                   Rafael Trujillo, presidente Repubblica Dominicana

1963                   Ngo Dinh Diem, Presidente Vietnam del Sud

Anni 60              Fidel Castro, presidente di Cuba,subisce 
numerosi  attentati

Anni 60              Raul Castro, alto esponente del governo cubano

1965                   Francisco Caamano,leader opposizione dominicana

1965/66              Charles De Gaulle, presidente francese

1967                   Che Guevara, leader rivoluzionario

1970                   Salvador Allende, presidente del Cile

1970                   Renè Schneider, comandante in capo dellesercito cileno

anni 70-1981     Omar Torrijos, presidente di Panama

1972                    Manuel Noriega, capo servizi segreti di Panama

  1975                   Mobutu presidente Zaire

1976                     Michael Mannley, primo ministro della Giamaica

1980/86                        Mohammar Gheddafi presidente 
libico  (diversi attentati contro la sua vita)

1982                        Khomeini, leader dell'Iran

1983                        Ahmed Dlimi, comandante esercito marocchino

1983                        Miguel D'Escoto, ministro esteri del 
Nicaragua

1984                        I nove comandanti del Comitato nazionale sandinista

1985                        Sceicco Mohammed Hussein Fadlallah leader 
sciita libanese

1991                        Saddam Hussein, presidente Iraq

1998                        Osama Bin Laden, principe saudita a capo 
organizzazione terroristica Al Qaeda

1999                        Slobodan Milosevic Presidente Yugoslavia

  A pagg,113 e segg. dello stesso libro Con la scusa della 
libertàdi  William Blum è riportata la

"Lista di paesi che gli Stati Uniti hanno bombardato dalla fine della 
guerra mondiale a oggi"

Cina 
1945-46 
Corea e Cina 1950-1953 (guerra di Corea)

Guatemala 
1954                                                     Indonesia 1958

Cuba 1959-1961                                                   Guatemala 1960

Vietnam 1961-1973                                               Congo 1964

Laos 1964-1973                                                      Perù  1965

Cambogia 1969-1970                                             Guatemala 
1967-1969

Grenada 1983                                                         Libano 
1983-1984 (obbiettivi siriani e libanesi)

Libia 1986                                                              El 
Salvador, anni ottanta

Nicaragua, anni ottanta                                          Iran 1987

Panama 1989                                                          Iraq 
1991-2001

Kuwait 
1991                                                           Somalia 1993

Bosnia 1994-1995                                                  Sudan  1998

Afghanistan 
1998                                                   Jugoslavia 1999

Afghanistan 2001

Lo spartiacque  è il 1989 con la caduta del Muro di Berlino e la 
dissoluzione dellURSS.

Tutte le motivazioni che erano sempre state usate per la necessità di 
fronteggiare lavanzata del comunismo diventavano improvvisamente inutili o 
vecchie, ed era necessario inventarsi qualche altro nemico per continuare a 
svolgere, finalmente da unica super-potenza, il proprio ruolo imperiale.

Ma il terreno di scontro diventava qualitativamente diverso per il 
dispiegarsi degli interessi ormai planetari delle multinazionali Usa, 
strutture portanti delleconomia americana, con i loro appetiti in tutti i 
settori economici mondiali, favorite dal controllo Usa su Fondo Monetario 
Internazionale, favorite dalla libera circolazione dei capitali, e dal 1995 
dal WTO, interessate a godere della protezione di un apparato militare 
forte di più di 200 basi sparse in ogni parte del mondo.

Lintreccio tra politica, affari, e forza militare diventa strategia con 
carattere di globalizzazione, offre copertura alle multinazionali del G8 
che si identificano nel progetto, e così si disegna un mondo dominato dagli 
interessi economici dellOccidente, ben protetti dallombrello militare 
statunitense.

Con un repubblicano al potere, e per di più petroliere e attorniato da 
petrolieri e lobbysti delle armi, si fa strada lidea di confezionare un 
paccoche comprenda false prove sul collegamento tra Bin Laden e Saddam, 
false prove su inesistenti armi chimiche e batteriologice, attacco alla 
autorità dellONU, e consentirà, salvo imprevisti, di mettere le mani, e 
anche i piedi, nel piatto petrolifero del Medio Oriente, che rappresenta il 
70% di tutte le risorse mondiali,  ridurre al silenzio qualunque 
opposizione nella zona e forse liquidare vecchie partite con Siria e Iran.

Il tutto con inaudito cinismo di chi per il Dio dollaro è disposto a 
sacrificare la vita dei propri soldati e quella delle popolazioni civili 
coinvolte e con la vigliaccheria di chi aggredisce con uno strapotere aereo 
e tecnologico enorme.

Il capitalismo delle multinazionali in combutta con il potere politico e 
militare Usa ci regala questa bella pagina di democrazia.

E diamo un prima risposta a coloro che si scandalizzano se si mettono sullo 
stesso piano Bush e Saddam, e ringraziamo Gino Strada di Emergency che lha 
fatto,: è vero, bisogna rispondere, non sono sullo stesso piano, è molto 
più colpevole colui che ha utilizzato e armato il dittatore Saddam per 
muovere guerra allIran e ora che non fa più comodo e si ha una diversa 
strategia, lo si vuole eliminare con un intervento armato.

E ciò che brucia è che lAmerica, pur con questi comportamenti criminali, 
che basa la sua politica estera sulla lotta armata, venga considerata una 
democrazia.

Se ci fosse un podi buona fede e meno pensiero unico su questo tema, 
basterebbe considerare il meccanismo elettorale americano, massima 
espressione di come e chi si manda al potere.

Gli enormi capitali che servono non solo per le costosissime campagne 
presidenziali, ma per lelezione dei singoli deputati al Congresso, sono 
messi in campo dalle varie lobbyes  petrolifere, militari, ebraiche, 
mediatiche, etc, etc., e sono decisivi per comprare spazi televisivi, 
organizzare propaganda e manifestazioni e, a elezione avvenuta, 
presenteranno il conto ai riconoscenti deputati.

E non ci vuole una grande intelligenza per capire che gli americani stessi 
che vanno a votare solo nella misura del 40%, sono rassegnati ad un sistema 
che viene definito democratico, ma è in realtà un ferreo meccanismo pagato 
dai potenti gruppi capitalistici per avere una classe politica al proprio 
servizio.

E se in America tocchi certi interessi, anche se sei diventato Presidente, 
ti stendono.

Una grande democrazia, come viene definita lAmerica dai dirigenti della 
sinistra (quasi tutta), che per sua natura dovrebbe cercare sempre 
soluzioni democratiche, perché possiede più di 200 basi militari in tutto 
il mondo, perché spende ogni anno 900.000 miliardi delle vecchie lire per 
il proprio esercito, che non è unarmata di tipo difensivo, ma aggressivo, 
perché non ha sciolto la Nato dopo lo scioglimento del Patto di Varsavia, 
perché non si attiene alle risoluzioni dellOnu invece di ridicolizzarlo per 
sostituirsi ad esso, perchè  vende armi a mezzo mondo e in modo 
spropositato ad Israele, alterando equilibri secondo la sua convenienza?

Ancora oggi in America cè la libera vendita di armi, ne girano più di 200 
milioni.

Cè in questo popolo un DNA violento che trova normale ricorrere alle armi 
per sistemare i conflitti.

Agghiaccianti le scuole americane dove la mattina gli alunni devono passare 
sotto il metal-detector per evitare sparatorie in classe.

Vi sono i films, soprattutto quelli popolari, delle varie serie militari, 
di Roky, di 007, delle guerre stellari, che distillano violenza con una 
voluttà e un potere di convinzione così forte, soprattutto sulle giovani 
generazioni, che difficilmente queste avranno interesse alla vita democratica.

Per ciò che riguarda linformazione la maggior parte dei canali TV sono di 
proprietà di 5 network strettamente interconnessi: Aol Time Warner(che 
controlla la CNN), Disney, Viacom (che controlla MTV), Newscorp di Rupert 
Murdoch, e la General Electric proprietaria di molti canali.

I 5 consorzi maggiori controllano quasi tutte le stazioni di TV e radio, 
non tutte, così gli imbecilli possono dire che cè la democrazia. Quindi, 
malgrado i 57 canali a disposizione, gli spettatori consumatori hanno 
sempre meno scelta.

Come dice Bruce Springteen in una delle sue canzoni 57 canali e niente in Tv.

La libertà di stampaè diventata proprietà delle multinazionali che 
considerano linformazione una merce che circola nel mondo globalizzato 
seguendo le leggi della domanda e dellofferta, per veicolare messaggi 
pubblicitari, allinterno dei prodotti, brevi semplici e divertenti, 
lasciando la realtà fuori dalla porta.

I Sindacati: che invece di essere espressione democratica dei lavoratori 
sono in mano alla mafia, e quando va bene in mano a forze padronali senza 
scrupoli pronte a far uso della forza contro le rivendicazioni operaie.

Echelon: il grande spione che registra ogni impulso elettronico emesso in 
Europa, scandalosa ingerenza nei fatti privati e nelleconomia degli 
europei: Il grande orecchio che come una sorta di aspirapolvere risucchia 
tutto: fax, telefonate di apparecchi fissi e mobili, e-mail, telex, voci, 
testi, immagini, sette giorni su sette, 24 ore al giorno. Usa, Inghilterra, 
Australia, Nuova Zelanda e Canada pilotano una colossale rete di stazioni 
automatiche per l'intercettazione che copre l'intero pianeta.

Nacque negli anni '70 per intercettare le trasmissioni satellitari 
sovietiche, non solo non è stata smantellata con il dissolvimento 
dell'URSS, ma potenziata in capillarità e raggio d'azione.

Il sistema Echelon funziona senza che vi sia riconoscimento ufficiale della 
sua esistenza e viola moltissime leggi internazionali.

Dalla guerra contro il "comunismo" si è passati a ingerenza totale in tutti 
i sistemi di comunicazioni mondiali e a molti episodi di spionaggio 
industriale.

Tra l'altro in un rapporto al Parlamento europeo si denunciava il 
doppiogioco della Gran Bretagna che spiava i suoi partners europei.

Agghiacciante il sistema sanitario che lascia le persone senza 
assicurazione a crepare senza aiuto.

Incredibile il cinismo con cui vengono trattati gli stessi soldati 
americani, sottoposti senza protezione e senza essere informati ad 
esperimenti di guerra batteriologica, esposti agli effetti devastanti 
dell'uranio impoverito usato dai loro proiettili, tanto sono neri, 
ispanici, filippini e sottoproletari bianchi, che una volta tornati a casa 
risultano tra i più poveri e disadattati,  malati e senza casa.

Quanto al diritto degli Usa di disarmare Saddam delle armi di distruzione 
di massa (che gli avevano venduto loro), la cosa non sta né in cielo né in 
terra:

A prescindere che bisogna stabilire quali esse siano: ad es un bombardiere 
non è forse responsabile di massacri?

E una volta stabilito in sede Onu quali esse siano, se ne deve ordinare la 
distruzione in tutti i paesi che le possiedono, per prima lAmerica che già 
le ha usate sulle popolazioni civili di Hiroshima e Nagasaki:

Noi saremmo entusiasti di cancellare da tutto il mondo le armi offensive, 
compresi bombardieri, portaerei, missili con un raggio di più di 100 km, e 
le armi nucleari.

Tutti gli eserciti delle nazioni dovrebbero essere solo difensivi ed essere 
strutturalmente incapaci di portare invasione e morte in un paese lontano.

Tutti parlano di pace anche quelli che appoggiano in qualche modo la 
guerra, ma perché non propongono nulla che renda le guerre di aggressione 
impossibili e non danno i giusti poteri allOnu?

Perché  il predominio economico e militare dellOccidente sul mondo, dietro 
il paravento della demoKrazia, è una vera e propria strategia che non 
prevede la pace e la cooperazione tra i popoli.

Se mi chiedono se sono anti-americano gli rispondo di sì e gli spiego 
perché.e non faccio distinzione tra il popolo e dirigenti politici: nei 
sondaggi a guerra iniziata il 70% degli americani sta con Bush.

  LEuropa deve allontanarsi dallAmerica, prendere le distanze dalla sua 
pericolosa politica imperiale deve uscire dalla Nato e costituire un suo 
esercito integrato, ma non di tipo offensivo, ma difensivo.

Deve parlare con una voce sola, e le decisioni di politica estera devono 
essere prese a maggioranza, non allunanimità, come in una democrazia normale.

Deve sviluppare e finanziare massicciamente energie alternative: idrogeno, 
solare, fotovoltaico, eolico per dipendere sempre meno dal petrolio.

Deve uscire unilateralmente da FMI, Wto, dominati dalle convenienze 
commerciali americane, deve aprire un dibattito sullOnu per riformarlo e 
dotarlo di nuovi poteri.

Per fare ciò, che è il minimo per arrivare ad una dignità Europea, non 
bisogna chiedere il permesso allAmerica, non occorre dichiarare guerra a 
nessuno.

Ci piace la pace e la prospettiva di una Europa unita che cammina verso uno 
sviluppo compatibile con la vita sulla terra e la cooperazione tra popoli.

Per ottenere ciò abbiamo necessità di unire quelle forze che si riconoscono 
nellanalisi del pericoloso ruolo economico-militare-globale che 
Usa-Inghilterra e Israele vogliono svolgere, per rigettare qualsiasi tipo 
di complicità con la loro politica e quindi sconfessare qui in Italia la 
ambigua ed  equivoca posizione del governo Berlusconi favorevole ai 
criminali signori della guerra.

Una massiccia e globale ondata di riduzione dei consumi di merci 
provenienti dallasse anglo-americano-israeliano può diventare l'innegabile 
prova di dissenso generale e profondo che può far decidere ai cittadini di 
questi paesi di mandare a casa i propri governanti guerrafondai e ripensare 
la politica internazionale su basi nuove.

Regolandosi ciascuno secondo la propria coscienza e sensibilità, è 
importante astenersi dal consumo di qualsiasi prodotto proveniente da Usa, 
Inghilterra, Israele, evitare viaggi turistici nei suddetti paesi, non 
andare a vedere i loro films, non consumare la loro musica, rifiutare 
l'abbigliamento dei loro "marchi" famosi, diminuire i consumi di benzina, 
in particolare la ESSO, che comunque vanno a incrementare i guadagni delle 
multinazionali del petrolio, non acquistare le auto Ford, GM,Crysler, Opel:

Visto che è molto difficile stilare un elenco di tutti i prodotti da 
evitare, volta per volta i consumatori consapevoli devono controllare le 
etichette di provenienza e fare la loro scelta.

E se qualcuno vi comincia a dire che la cosa danneggia i lavoratori e 
continua con i se e con i ma, rispondetegli che la pace è al primo posto, e 
quello che si vuole aprire con laggressione allIraq è un periodo 
lunghissimo di violenze e ritorsioni terroristiche che insanguineranno il 
mondo e lo convinceranno che tra gli uomini la pace non è possibile.

Se riusciamo  a far diventare fenomeno di massa il rifiuto rigoroso di 
foraggiare con i nostri acquisti i paesi guerrafondai, potremo essere a 
posto con la nostra coscienza, sicuri di colpire nel segno, anche perché 
questo atteggiamento deve continuare nel tempo,  al di là della durata 
della guerra, fino a ottenere lo scioglimento di tutte le alleanze 
militari, la chiusura di tutte le basi militari all'estero, la sconfitta 
del progetto di guerra permanente al terrorismo che altro non è che il 
paravento per continuare a dominare il mondo con la forza e la prepotenza 
economica.

A questa strategia globale, il Forum di Porto Alegre, che è l'unica sede in 
cui si parla di una risposta globale all'imperialismo del G8, non ha 
trovato risposte capaci di fronteggiare l'attuale dominio economico-militare:

Inapplicabile appare la Tobin-Tax, lontana l'ipotesi di un Governo 
mondiale, mentre sarebbe urgente creare le condizioni per l'abbandono del 
Fmi e Wto, premere sulla richiesta dell'eliminazione del  debito dei paesi 
poveri, mettere subito in cantiere la deglobalizzazione: cioè la 
trasformazione delle grandi monocolture, sfruttate dalle multinazionali, in 
proprietà diffusa di cooperative o singoli contadini che producano 
prioritariamente per soddisfare i consumi interni del Paese e non per 
l'esportazione.

Urgente anche la democratizzazione dell'Onu secondo il principio "una 
persona un voto" che porterebbe questo organismo a superare la politica dei 
veti dei potenti, per arrivare ai bisogni della maggioranza della 
popolazione della terra.

Solo una Europa, aperta verso la Russia e chiusa per l'Inghilterra, avrebbe 
la "massa critica" politica ed economica per appoggiare un processo globale 
che dia risposte alle grandi questioni planetarie di cui abbiamo detto, 
parlando con una voce sola, uscendo dalla sua storica subalternità agli Usa 
per avviarsi sulla strada di uno sviluppo rigorosamente compatibile con la 
salute degli uomini e della terra, per una politica di pace, disarmo e 
cooperazione.

Al di fuori di questa strategia politica per l'Europa c'è il nulla, c'è 
l'accettazione subalterna della politica del più forte, c'è la divisione 
che gli Usa provocano all'interno della Comunità Europea nella speranza che 
si sfasci, c'è la scelta della forza come strumento per far valere i propri 
interessi, c'è la scelta di uno sviluppo non compatibile con la vita.

Temo che se non riusciremo a costruire una Europa fino alla Russia, con una 
identità e una unità politica, i problemi globali di cui abbiamo parlato 
non avranno la minima possibilità nemmeno di essere affrontati, e il 
dominio imperiale americano sul mondo rimarrà intatto ed impunito.

E se non si riconosce come presupposto evidente che gli Usa non sono più 
una democrazia, ma una potenza minacciosa che abitualmente interviene in 
ogni parte del mondo con interventi militari, complotti Cia, sostegni 
economici per truccare elezioni, forniture militari sofisticate, assassini 
politici, addestramento di personale militare straniero per colpi di stato 
e repressione sociale, e quanto altro è stato documentato in questi anni, 
qualunque azione politica che voglia portare l'Europa fuori dal grande 
abbraccio americano risulterà ambigua e alla lunga inefficace.



Questo è un piccolo "Bignami" dedicato non agli specialisti, ma a coloro 
che credono che l'America sia il faro della libertà e della civiltà 
democratica.

Chiunque ne condivide i contenuti ne faccia qualche copia e la 
distribuisca. La consapevolezza di certi fatti può solo far bene.

Indispensabile, per chi desidera trovare conferma delle affermazioni 
contenute in questo documento o vuole approfondire, leggere di William 
Blum, Con la scusa della libertàMarco Tropea Editore, e di Noam Chomsky 
Sulla nostra pellesempre di Marco Tropea Editore. Veramente indispensabili 
per una opinione approfondita sugli USA, visto che sono dei cittadini 
americani a raccontarci dellAmerica, e nel caso di William Blum dallinterno 
del potere, visto che era funzionario del Dipartimento di Stato USA.