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BIBLIOGRAFIA STORICA DELLE LOTTE NONARMATE E NONVIOLENTE
D I F E S A S E N Z A G U E R R A
BIBLIOGRAFIA STORICA DELLE LOTTE NONARMATE E NONVIOLENTE
a cura di Enrico Peyretti
>>> Ultimo aggiornamento e diverse correzioni introdotte il 16 marzo 2003 <<<
Questo testo sostituisce i precedenti ed e' sostituito dai successivi.
Questa bibliografia (comprendente fino ad ora circa 120 libri, opuscoli,
articoli, 78 nella prima parte e 42 nella seconda) non e' una bibliografia
generale sul pacifismo e sulla nonviolenza, ma soltanto sui casi storici
che ho potuto reperire di difesa di diritti umani e di diritti dei popoli,
e di liberazione da tirannie, senza uso della violenza armata. Questa
raccolta e' sempre in corso di completamento e aggiornamento. E' nata come
appendice ad una mia relazione Possibilita' del pacifismo nonviolento,
tenuta al Centro Studi Piero Gobetti, di Torino, il 21 gennaio 1994. Una
redazione aggiornata alla primavera 1995 e' comparsa, insieme a quella
relazione, su Testimonianze n. 376, giugno-luglio 1995, pp. 7-26. Un
aggiornamento al marzo 1996 e' stato pubblicato in appendice alla mia
lezione dell'aprile 1995, La Resistenza civile nelle ricerche storiche, in
Fascismo-Resistenza-Letteratura, I Quaderni del Museo Nazionale del
Risorgimento, n. 2, Torino 1997, pp. 61-87. Una breve presentazione delle
principali opere indicate nella presente bibliografia e dei relativi casi
storici e' contenuta in un mio articolo dal titolo Nonviolenza pubblicato
in Effe, rivista delle librerie Feltrinelli, n. 9, estate 1998, pp. 35, 37,
39. La bibliografia, aggiornata a quella data, e' pubblicata anche
nell'Annuario di pace, Italia/maggio 2000-giugno 2001, ed. Asterios,
Trieste 2001, pp. 339-352.
Questa bibliografia raccoglie elementi di quella storia delle lotte
nonarmate e/o nonviolente, alternative alla guerra in conflitti politici
acuti, alla cui scoperta un ramo della cultura di pace sta lavorando in
questi anni. Si dicono nonarmate le lotte che fanno a meno delle armi per
una ragione di fatto, per impossibilita' o convenienza, mentre sono dette
nonviolente le lotte che fanno questa scelta per una ragione di principio,
pur potendo usare le armi. Anche le prime, comunque, dimostrano le
possibilita' e la relativa efficacia delle lotte condotte con l'arma
semplice e potente della noncollaborazione popolare ad un potere ingiusto.
Queste possibilita' e' dimostrata anche nei casi in cui giuste rivoluzioni
nonviolente hanno avuto in seguito delle involuzioni per altri versi negative.
La dominante cultura di guerra ha di fatto ignorato queste forme di
resistenza e di liberazione, facendole apparire impossibili. Per quanto
possa essere difficile, quel che e' fatto e' possibile. Oltre a singoli
ricercatori, lavorano alla storia della pace istituzioni come quella
diretta a Harvard da Gene Sharp (vedi sotto), come il Council on Peace
Research in History, in Usa, analogo all' European Working Group on Peace
Research in History. I "racconti di pace" presenti in tante culture sono
punto d'appoggio per immaginare, volere, costruire la pace (cfr Elise
Boulding, Inventare futuri di pace, Ed. Gruppo Abele, Torino 1998). Tutto
questo lavoro dovra' poter modificare la cultura della difesa ancora
dominante, ristretta sull'esclusivo modello del monopolio militare.
La prima parte di questa bibliografia indica le opere generali o
riguardanti momenti storici diversi, la seconda le opere relative alla
Resistenza al nazismo e al fascismo. L'ordine e', per quanto possibile,
quello di pubblicazione dei libri o articoli citati. Questa bibliografia e
i suoi aggiornamenti potranno essere letti su alcuni siti della cultura di
pace. Quasi tutti i lavori indicati si possono consultare presso la
biblioteca (forse la piu' ricca in Italia su pace, nonviolenza, ecologia)
del Centro Studi "Domenico Sereno Regis", via Garibaldi 13, 10122 Torino,
tel 011/53.28.24, fax 011/51.58.000; E-mail: regis@arpnet.it;
web:http://www.arpnet.it/regis. A questi indirizzi (o a quello del
curatore: peyretti@tiscalinet.it) potra' essere comunicata ogni
segnalazione che integri l'attuale aggiornamento, della qual cosa si
ringrazia fin da ora. Un grazie anche ai molti ricercatori che in tante
occasioni mi hanno indicato opere a cui non sarei arrivato da solo. (e.p.)
I - OPERE GENERALI
O SU CASI DIVERSI DALLA RESISTENZA 1939-45
1. Aldo Capitini, Le tecniche della nonviolenza, parte IV, Feltrinelli,
MIlano 1967 (ripubblicato da Linea d'Ombra, 1989). Riporta casi storici da
Roma antica repubblicana, al Sudafrica 1900-1910 e 1952, all'India
1917-1947, alla Norvegia 1940-43.
2. Thich Nhat Hahn - Cao Ngoc Phong, La lotta non-violenta del buddismo nel
Vietnam, Citta' Nuova Ed., Roma 1970.
3. Jean-Marie Muller, Il vangelo della nonviolenza, Prefazione di Matteo
Soccio, Ed. Lanterna, Genova 1977 (1969). L'Autore analizza la resistenza
morale francese all'occupazione nazista consistente nella noncooperazione
col nemico, come mirabilmente esemplificata da Vercors (pseudonimo di Jean
Bruller, 1902-1991), in Le silence de la mer (Ed. de Minuit, Paris, 1942,
ora in Le Livre de Poche, n. 25, ed. Albin Michel, 1951; traduzione
italiana Einaudi, Torino, numerose edizioni a partire dal 1945). Muller
esamina poi altri casi storici: gli insegnanti norvegesi sotto il governo
filo-nazista di Quisling, la resistenza danese all'occupazione nazista, gli
avvenimenti della Cecoslovacchia nell'agosto 1968, le lotte operaie con
metodi nonviolenti in vari momenti storici.
4. M.K. Gandhi Teoria e pratica della nonviolenza (a cura di Giuliano
Pontara), Einaudi, Torino 1973 e seguenti; ediz. economica Einaudi 1996,
col saggio introduttivo di Pontara su Il pensiero etico-politico di Gandhi
riveduto e rinnovato, nel quale l'Autore, a p. CXXIX, elenca otto serie di
esempi storici di lotte nonviolente nel '900 in ogni parte del mondo, gia'
registrati in altri punti di questa bibliografia. Libro fondamentale, dal
punto di vista storico utile soprattutto per il caso indiano, ma anche per
gli interventi di Gandhi sugli altri grandi conflitti.
5. AA.VV., Difesa popolare nonviolenta, atti del convegno di studio di
Verona, ottobre 1979, Ed. Lanterna, Genova 1980. Casi storici del '900 -
Germania, Paesi scandinavi, Olanda, Cecoslovacchia, Algeria, India,
Vietnam, Iran - nelle relazioni di Soccio e Drago. Casi di lotte sociali,
antimilitariste, antinucleari in Italia nei lavori delle commissioni.
6. Theodor Ebert, La difesa popolare nonviolenta, Ed. Gruppo Abele, Torino
1984 (originali 1967-1982). Analizza i seguenti casi: Berlino 1920, Ruhr
1923, Danimarca 1940-45, Norvegia 1940-43, Finlandia 1948, Berlino 1953,
Ungheria 1956, Cecoslovacchia 1968, Polonia dal 1980.
7. Jacques Semelin, Per uscire dalla violenza, Ed. Gruppo Abele, Torino
1985 (1983). Casi considerati: Kady (Urss) 1937, testimonianze di generali
nazisti nella 2a guerra mondiale, Norvegia 1942, Cecoslovacchia 1968,
Italia 1974, Argentina 1977, Iran 1979, Polonia 1980, Irlanda 1916-1976 e
1981, opposizione di Sacharov 1981.
8. Gene Sharp, Politica dell'azione nonviolenta, 3 volumi, Ed. Gruppo
Abele, Torino 1985, 1986, 1996 (1973).
- Nel vol 1°, Potere e lotta, cap.III, pp.133-136, Sharp propone sette
spiegazioni del fatto per cui gli storici hanno trascurato ed ignorato
questo genere di lotte. Egli presenta la teoria del potere come consistente
essenzialmente nell'obbedienza dei sottomessi. Questa teoria ha illustri
precedenti, p. es. Etienne de la Boe'tie con Tirannia servitu' volontaria,
pubblicato tra il 1546 e il 1550. Cio' permette di vedere le possibilita'
di controllo nonviolento del potere mediante la gestione del proprio
consenso da parte della societa' consapevole.
- Nel vol 2°, Le tecniche, Sharp elenca 198 tecniche osservate nella storia
di tutti i tempi e luoghi, per ognuna delle quali colleziona numerosi casi
storici; si tratta dunque di una raccolta, pur sommaria, di molte centinaia
di realta' storiche di nonviolenza attiva in luogo della guerra. Da quasi
30 anni Sharp promuove questa ricerca nel Program on Nonviolent Sanctions
in Conflict and Defense at the Center for International Affairs, Harvard
University.
9. W.H.Conser, R.M.McCarthy, D.J.Toscano, G. Sharp, Resistance, Politics,
and the American Struggle for Independence, 1765-1775, Lynne Rienner
Publishers 1986, Boulder, Colorado, 580 pages.
10. Johan Galtung, Gandhi oggi, Ed. Gruppo Abele, Torino 1987. Vi si
trovano riferimenti ad altre lotte oltre quelle condotte da Gandhi.
11. Johan Galtung, Palestina-Israele. Una soluzione nonviolenta?, Ed.
Sonda, Torino 1989 (1989). Insieme a scritti precedenti la prima Intifada
(1987), il libro contiene una riflessione su questa lotta (violenza
limitata, ma non ancora nonviolenza) e un'intervista e scritti di Mubarak
Awad, il "Gandhi palestinese", promotore di lotte nonviolente, cittadino di
Gerusalemme Est, espulso da Israele nel '69 e nell'88. Sulla componente
nonviolenta dell'Intifada e il ruolo delle chiese cristiane: Paolo Naso,
Come pietre viventi, Immagini e testimonianze dei cristiani palestinesi,
Claudiana, Torino 1990.
12. Birgit Brock-Utne, La pace e' donna (titolo che non rende bene
l'originale Educating for Peace. A Feminist Perspective, New York 1985),
introduzione di Elisabetta Donini, Ed. Gruppo Abele, Torino 1989. Descrive,
dopo l'azione culturale e organizzativa di Bertha von Suttner (pp. 63-70) e
le organizzazioni femminili per la pace, alcune tipiche lotte nonviolente
condotte da donne (fino al 1985, data di pubblicazione dell'originale): per
la pace in Irlanda del Nord, 1976; contro le armi nucleari e per la pace in
Danimarca, Finlandia, Groenlandia, Islanda, Norvegia, Svezia, 1979-1981;
contro le violenze della dittatura militare e l'occupazione delle Malvine,
le Madri della Plaza de Mayo in Argentina, dal 1977; contro l'installazione
missilistica di Greenham Common, in Galles, dal 1981; contro le
esercitazioni militari nella terra shibokusa, in Giappone, dal 1982; contro
la corsa al riarmo le Donne Australiane per la Sopravvivenza, dal 1983;
contro il Pentagono, simbolo di tutte le violenze maschili, donne
statunitensi nel 1981; contro l'apartheid le donne sudafricane fino dal
1913, 1943, 1952, 1956, 1981 (pp. 72-88).
13. Jan Zielonka, Political Ideas in Contemporary Poland, Gower Publishing
Group, Aldershot UK, 1989. Volume ricco di informazioni storiche
sull'esperienza nonviolenta di Solidarnosc.
14. Steven Duncan Huxley, Constitutionalist Insurgency in Finland, SHS,
Helsinki, 1990, sulla resistenza non armata dei finlandesi alla Russia
nell'800.
15. Su Islam e nonviolenza: Eknath Easwaran, Badshah Khan, il Gandhi
musulmano, Ed. Sonda, Torino 1990 (1984). Anche popolazioni guerriere e
feroci come i Pathan della Frontiera indiana, musulmani, seppero adottare
la nonviolenza contro le repressioni molto violente del dominio inglese. Il
loro leader, Abdul Ghaffar Khan, trovo' nella sua fede islamica
l'ispirazione alla nonviolenza. Gandhi osservo' che proprio il violento
coraggioso nella difesa di diritto e dignita' e' il piu' disponibile a
capire e vivere la "nonviolenza del forte".
- Chaiwat Satha-Anand, Islam e nonviolenza, ed. Gruppo Abele, Torino 1997.
L'autore, studioso thailandese, musulmano, in questo libro, in cui sostiene
la speciale attitudine della cultura islamica all'azione nonviolenta
(nonostante fenomeni contrari vistosi ma limitati), narra ed analizza (pp.
24-31) un'azione nonviolenta nel Pattani (Thailandia) nel 1975.
- Sulla rivoluzione popolare del 1979 in Iran, che caccio' lo Scia' senza
uso di violenza, pur essendo ispirata al fondamentalismo religioso che
caratterizzo' il successivo regime oppressivo, si puo' vedere l'articolo di
Mouna Naïm, La fuite du chah d'Iran, su Le Monde, 18 gennaio 1999, e col
titolo Vent'anni dopo, su Internazionale, 19 febbraio 1999.
- Ho riunito alcuni miei scritti sull'argomento in E. Peyretti, La politica
e' pace, ed. Cittadella, Assisi 1998, nei capitoli Islam e pace, p. 124,
Studi su Islam e nonviolenza, p. 127, Uomini di pace nell'Islam, p. 131.
- Cfr anche il n. 24 di questa bibliografia.
16. Voce Lotte sociali nonviolente, stesa da Giorgio Giannini per
L'abecedario dell'obiettore, a cura di Diego Cipriani e Guglielmo
Minervini, Ed. La meridiana, Molfetta 1991, pp.82-89.
17. Sulle lotte nonviolente per i diritti civili negli Stati Uniti il libro
a cura di Paolo Naso, L'altro Martin Luther King, Claudiana, Torino 1993,
contiene un'ampia bibligrafia.
- Powerful Days. The Civil Rights Photography of Charles Moore, Yexu by
Michael S. Durham. Introduction by Anfrew Young. Stewart, Tabori & Chang.
N. York, 1984.
- The Power of the People. Active Nonviolence in the USA. Edited by Robert
Cooney & Helen Michalowski, New Society Publishers, Philadelphia 1987.
- King. A filmed Record Montgomery to Memphis, Arte G.E.I.E., 2/a rue de la
Fonderie, F-67080 Strasbourg Cedex. In inglese con sottotitoli in francese,
la videocassetta rende direttamente i grandi discorsi di M.L. King e mostra
dal vivo sia le grandi manifestazioni, nel loro spirito e nei metodi
organizzativi, sia gli episodi di repressione.
- Una pagina di bibliografia su Martin Luther King e' comparsa in Cahiers
de la Re'conciliation, n.1, 1998.
18. Sugli aspetti nonviolenti della lotta contro la segregazione razziale
in Sudafrica, si puo' vedere anzitutto Michael Cassidy, Politics of Love,
con introduzione di Desmond Tutu, Hodder & Stoughton, London 1991.
- Steve Biko, Black Consciousness in South Africa, edited by Millard
Arnold, Vintage Books, New York 1979.
- Mary Benson, Nelson Mandela, biografia, ed. Agalev, Bologna 1988. Il
capitolo 9 di questo libro descrive la separazione di Mandela da Lutuli, il
capo spirituale e politico del movimento nero, sulla strategia di lotta,
proprio nel 1961, quando Lutuli ricevette il premio Nobel per la pace per
la cinquantennale tradizione nonviolenta dell'ANC (African National
Congress); Mandela decise di adottare dapprima il sabotaggio, che non
comportava perdita di vite umane, e poi anche la lotta armata, pur
rispettando l'impegno di Lutuli per la nonviolenza
- Ruth First, Un mondo a parte. 117 giorni, Oscar Mondadori, Milano 1989
- Allan A. Boesak, Se questo e' tradimento, sono colpevole, Claudiana,
Torino 1989. Sono discorsi e studi, del periodo 1979-1989, del pastore nero
della Chiesa Riformata Missionaria Olandese, che si e' opposto
all'ideologia giustificatrice dell'apartheid su basi teologiche, dominante
in quella chiesa, fino ad ottenerne la condanna da parte dell'Alleanza
Riformata Mondiale, di cui Boesak e' stato presidente.
- Johan Galtung, Giurisprudenza di riconciliazione in Sudafrica, "Lectio
magistralis" nell'Universita' di Torino, 16 gennaio 1998, sulla Commissione
Verita' e Riconciliazione presieduta da Desmond Tutu. Il testo e'
pubblicato in inglese col titolo After the Violence: Truth and
Reconciliation? South Africa, Latin America: Reflections on a New
Jurisprudence, sul Notiziario dell'Universita' di Torino L'Ateneo, Anno
XIV, n. 5, novembre-dicembre 1998, pp. 17-22; testo italiano presso il
Centro Studi Sereno Regis di Torino. Galtung indica nell'esperienza
sudafricana la possibilita' di una modifica della concezione del processo
penale nel senso di ridurre la violenza punitiva dello stato e di
ricostruire il rapporto umano e sociale tra reo e vittima.
- Marcello Flores (a cura di), Verita' senza vendetta. L'esperienza della
commissione sudafricana per la verita' e la riconciliazione, manifestolibri
ed., Roma 1999. L'ampia introduzione del curatore premessa al rapporto
finale della commissione, mostra, nella storia del Sudafrica, il carattere
violento tanto della lotta anti-apartheid condotta principalmente
dall'African National Congress, quanto della repressione governativa, ma
indica l'originaria ispirazione nonviolenta data all'ANC da Albert Luthuli
negli anni '50 e '60 (p. 21); mostra la duplice de-escalation della
violenza per merito di De Klerk e Mandela dal 1990 (pp. 16-17). Nel
rapporto della commissione, introdotto dal presidente, il vescovo Desmond
Tutu, si vede la scelta di evitare la "giustizia dei vincitori" e di basare
la riconciliazione della societa' sulla base della verita' e della dignita'
restituita alle vittime, dell'amnistia personale in cambio della verita' e
ammissione di colpa, piuttosto che sulla base della pura giustizia retributiva.
- Antonello Nociti, Guarire dall'odio, Franco Angeli editore, Milano 2000:
lo straordinario insegnamento del Sudafrica per costruire una pace
interrazziale, che e' problema della nostra societa'.
- Desmond Tutu, Non c'e' futuro senza perdono, Feltrinelli, Milano 2001:
"Fare giustizia non significa punire bensi' risanare" (p. 119-120).
Arcivescovo anglicano di Citta' del Capo e protagonista nella vicenda, Tutu
racconta intensamente e documenta l'esperienza sudafricana dall'apartheid
alla riconciliazione.
19. Trasforming Struggle. Strategy and Global Experience of Nonviolent
Direct Action, published by the Program on Nonviolent Sanctions in
Conflict, Harvard University, 1992, pagg.142. Il libro e' recensito da
Chiara Pent in IPRI Newsletter n.10, marzo 1994 (IPRI, Italian Peace
Research Institute, via Garibaldi 13/a, 10122 Torino, tel 011/53.28.24).
20. AA.VV. La nonviolenza come strategia di mutamento sociale, Cedam,
Padova 1992. Alcuni dei saggi di tipo empirico raccolti in questo volume
(altri saggi sono teorici) riguardano casi studio di lotte nonviolente.
21. Il Comitato Scientifico dell'IPRI per la DPN (Progetto Nazionale di
Ricerca sulla Difesa Popolare Nonviolenta, Comitato Scientifico, via S.
Giovanni Maggiore Pignatelli 14, 80134 Napoli, tel 081/55.10.286, fax
Antonino Drago 081/239.45.08) ha pubblicato gli atti di quattro dei cinque
Convegni nazionali di ricerca, nei quali ricorrono anche esempi storici di
lotte popolari nonviolente:
- Una strategia di pace: la difesa popolare nonviolenta (1° convegno,
Boves, novembre 1989), a cura di A. Drago e G. Stefani, Ed. Fuori Thema 1993;
- La difesa popolare nonviolenta in Italia e nelle crisi internazionali (3°
convegno, Bologna, nov. 1991), a cura di Gino Stefani, Ed. Fuori Thema 1992;
- Per un modello di difesa nonviolento: che cosa ci insegna il conflitto
nella ex-Iugoslavia, (4° convegno, Vicenza, nov.1994), a cura di A. Drago e
M. Soccio, Editoria Universitaria, Venezia 1995.
- La difesa della pace con mezzi civili, (5° convegno, Roma, 4-5 novembre
1995), a cura di A. Drago, Ed. Qualevita, Torre dei Nolfi, 1997. Da notare
la relazione di Andrea Riccardi sulla mediazione civile della Comunita' di
S. Egidio nella guerra in Mozambico.
22. I Quaderni della Difesa Popolare Nonviolenta (DPN) comprendono ormai
oltre 30 titoli pubblicati prima dal Movimento Nonviolento, poi dalla
Editrice La Meridiana, dei quali almeno una dozzina su precisi casi storici
in Italia e nel mondo: Norvegia, Danimarca, Cecoslovacchia, Germania Est,
Resistenza nel Bergamasco, Polonia, Filippine, Resistenza a Forli'.
- Il n. 21, Volontari di pace in Medio Oriente, uscito nel 1993, contiene
il saggio di Alberto L'Abate, Forze nonarmate e nonviolente di pace. I
precedenti storici (pp.17-35), che racoglie molti casi storici.
- Sui fatti piu' recenti: n. 27, Q. Eglitis, Azione nonviolenta nella
liberazione della Lettonia, pubblicato nel 1994; n. 29, G. Miniotaite,
Lituania: la storia della liberazione nonviolenta, pubblicato nel 1995.
23. Il n.22 della collana Quaderni della DPN, col titolo Resistenze civili:
le lezioni della storia (ed. La Meridiana, Molfetta 1993, pp.163) e' la
traduzione (di Gaetano Latmiral, che fu compagno di prigionia di Dietrich
Bonhoeffer, a Tegel) della seconda edizione 1989 di Les leçons de
l'histoire. Re'sistances civiles et de'fense populaire nonviolente, Les
dossiers de Nonviolence politique, n.2, che illustra ampiamente i casi:
Ungheria 1859-67, Finlandia 1898-1905, India 1915-1948, Germania 1920, Ruhr
1923, Guatemala 1944, Sudafrica 1950-1960, Germania Est 1953, Congo-Zaire
1959, Algeri 1961, Cecoslovacchia 1968, Bolivia 1978, Iran 1978-79, Polonia
1980-83, Filippine 1986, Intifada 1987. La traduzione italiana esclude i
capitoli, particolarmente ampi, sulla Resistenza per non interferire col
libro di Semelin Senz'armi di fronte a Hitler, indicato nella seconda parte
di questa bibliografia.
24. Sulla straordinaria decennale resistenza nonviolenta di massa del 90%
di popolazione albanese (in massima parte musulmana) del Kosovo al regime
di occupazione militare serba:
- Ibrahim Rugova, La question du Kosovo, Ed Fayard, Paris 1994.
- Valentino Salvoldi, Lush Gjergji, Resistenza nonviolenta nella
ex-Jugoslavia. Dal Kossovo la testimonianza dei protagonisti, Ed. EMI,
Bologna 1993.
- V. Salvoldi, Kossovo, ex-Jugoslavia. Dove la nonviolenza e' vita, Velar,
Gorle (Bergamo), 1994.
- Giancarlo e Valentino Salvoldi, Lush Gjergji, Kosovo, un popolo che
perdona, Presentazione di Bernhard Haering, Emi, Bologna 1997.
- Kossovo. Conflitto e riconciliazione in un crocevia balcanico, in
Religioni e societa', n. 29, anno XII, settembre-dicembre 1997.
- Alberto L'Abate (a cura di), Prevenire la guerra nel Kossovo per evitare
la destabilizzazione dei Balcani. Attivita' e proposte della diplomazia non
ufficiale. Quaderni della DPN n. 33, Ed. La Meridiana, Molfetta 1997. Il
quaderno e' stato ripubblicato, con l'aggiunta di un'ampia introduzione
dell'Autore che lo aggiorna al 1999, nel volume Kossovo, una guerra
annunciata, Ed. La Meridiana, Molfetta 1999.
25. François Vaillant, La nonviolenza nel Vangelo, prefazione di Filippo
Gentiloni, Ed. Gruppo Abele, Torino 1994 (originale 1991). Vaillant,
considerando la situazione storica e politica in cui visse Gesu', esamina
alcune sue azioni tipicamente nonviolente, come la cacciata dei mercanti
dal tempio (interpretata di solito come violenta!) (pp. 31-39), la donna
adultera (pp. 42-46), il tributo a Cesare (pp. 46-49), la strategia
decolpevolizzante che ritroviamo anche in Martin Luther King (pp. 49-58).
Anche Gesu', minacciato e braccato, fu tentato dalla violenza, ma nella
preghiera si converti' alla nonviolenza e alla pazienza forte fino ad
accettare la morte e rovesciarne il potere (pp. 81-91).
26. Gene Sharp, Dopo la guerra fredda. La via della non-violenza, in Il
Regno-attualita', n.14/1994, 15 luglio 1994, pp. 435-445. Le realta'
storiche delle lotte nonviolente sono richiamate, in un rapido ed ampio
giro d'orizzonte, a mostrare la possibilita' della strategia nonviolenta.
27. Christian Mellon et Jacques Semelin, La non-violence, Collection
encyclope'dique "Que sais-je?", Presses Universitaires de France, Paris
1994. In appendice, questo limpido e ricco libretto elenca 31 casi storici
tra il 1770 e gli anni successuvi al 1990 relativi a tutto il mondo (tra
cui alcuni non ancora comparsi in questa bibliografia), e 11 casi
riguardanti la Francia tra il 1957 e gli anni '90.
28. Sulle rivoluzioni nell'Europa dell'Est del 1989, che sono il piu'
recente e notevole esempio delle possibilita' dell'azione nonarmata e
nonviolenta:
- Giovanni Salio, Il potere della nonviolenza. Dal crollo del Muro di
Berlino al Nuovo Disordine Mondiale, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1995.
Contiene la piu' ampia rassegna critica delle interpretazioni di quegli
avvenimenti.
- Johan Galtung, Il nuovo disordine mondiale, nel volume di atti sopra
citato Per un modello di difesa nonviolento: che cosa ci insegna il
conflitto nella ex-Iugoslavia, pp. 19-35.
29. Jacques Semelin, Quand les dictatures se fissurent... Re'sistances
civiles a' l'Est et au Sud, Culture de paix, Descle'e de Brouwer, Paris
1995. Per ognuna delle quattro parti (Resistenza e religione; Resistenza e
diritti dell'uomo; Resistenza e comunicazione; Resistenza e legittimita')
singoli studiosi esaminano un caso del Sud e uno dell'Est nel decennio
precedente le rivoluzioni del 1989: Filippine 1986 e Polonia; dissidenza
cecoslovacca dalla Carta 77 e Bolivia dal 1978; Benin 1987-1992 e Piazza
Tiananmen a Pechino 1989; tentativi di colpi di stato in Spagna 1981 e a
Mosca 1991.
30. Giuliano Pontara, in discussione con Norberto Bobbio sulla nonviolenza
e la politica, elenca circa 15 casi recenti in N. Bobbio Elogio della
mitezza e altri scritti morali, Ed. Linea d'ombra 1994, p.44. Questo testo
riveduto compare in G. Pontara, Guerre, disobbedienza civile, nonviolenza,
Ed. Gruppo Abele 1996, raccolta di saggi su etica e politica, pace e guerra
(casi storici di difesa senza guerra a p. 94-95).
31. Peter Ackerman - Christopher Kruegler, Strategic Nonviolent Conflict.
The Dynamics of People Power in the Twentieth Century, Praeger, Westport
Connecticut - London, 1994. Il volume esamina i seguenti casi: Prima
rivoluzione russa, 1905; Ruhr, 1923; Lotte per l'indipendenza indiana
1930-1931; Resistenza danese 1940-1945; Salvador 1944; Soldarnosc 1980-1981.
32. Il puzzle della nonviolenza (quasi un manuale per imparare a costruire
un'azione nonviolenta), MIR, Centro Ricerche per la Difesa Popolare
Nonviolenta, Padova 1994. Si tratta di un libro a schede, ampliabile,
preparato da S. Bergami, F. Curinga, F. Tipolla, F. Varotto, A. Zangheri,
per conto del Mir (via Cornaro 1/a, 35128 Padova, tel e fax 049/80.73.836).
La prima parte presenta, in ampie schede con relativa bibliografia, undici
casi tratti dalla storia del Novecento: India 1930, Bulgaria 1940-44,
Montgomery 1955, Larzac 1970-81, Bolivia 1979, Polonia 1980-90, Comiso
1981-87, Filippine 1986, Pechino 1989, Mosca 1991, Madagascar 1991-93.
33. Bojan Aleksov, Disertori della guerra in ex-Jugoslavia, a cura di
Gianni Caligaris ed Emilio Rossi, Ed. Alfazeta, Parma 1995. Documenta la
realta' di oltre 100.000 disertori, che l'Europa non accoglie ne' riconosce
come dovrebbe, quale forte risorsa umana contro quell'assurda guerra e le
sue conseguenze. Esiste una buona legge italiana, di fatto non applicata
alla frontiera.
34. Corazon C. Aquino, Martirio e redenzione sulla via filippina verso la
pace, in Testimonianze n. 380, dicembre 1995, pp. 84-96. La leader
filippina racconta i precedenti e lo svolgimento della rivoluzione del
1986, con speciale riferimento al ruolo della religione.
35. Andrew Rigby (Department of Peace Studies. University of Bradford),
Unofficial Nonviolent Intervention: Examples from the Israeli-Palestinian
Conflict, in Journal of Peace Research, vol 32, no. 4, 1995, pp. 453-467.
L'articolo dimostra che le possibilita' di intervento nonviolento sono
molto piu' ampie della sola interposizione testimoniale o sacrificale.
36. Alexander Allan, Le Larzac et apre's: l'e'tude d'un mouvement social
novateur, ed. L'Harmattan, Paris 1995. Sulla lotta delle 105 famiglie
dell'altopiano del Larzac contro l'esproprio militare, lotta che coinvolse
fino a 100.000 persone (1971-1981), infine vittoriosa e proseguita come
movimento per unire il Nord col Sud del mondo (1981-1992).
37. Rodolfo Venditti, La difesa popolare nonviolenta: storia, teoria,
esempi concreti. Aperture dell'ordinamento giuridico italiano, Eirene,
Studi per la pace, Bergamo 1996 (via F. Scuri 1/C, 24100 Bergamo, tel
035/26.00.73). Il fascicolo richiama o descrive 15 casi storici. Questo e'
il 16° opuscolo della collana "Ricerche e Documentazione", che comprende
anche: S. Cattaneo, J. Galtung, B. Jenkins, S. Piziali, G. Sharp, La
nonviolenza nel Maggio Cinese. Pechino 1989.
38. Alberto Melandri, Jose' Ramos Horta e mons. Carlos Felipe Ximenes Belo,
leaders della resistenza nonviolenta di Timor Est, in Azione Nonviolenta,
nov. 1996, pp. 6-7.
39. Nonviolenza nella storia. Casi di resistenza civile nel Novecento.
Materiale ancora inedito di un corso di aggiornamento per insegnanti,
organizzato a Torino nei mesi a cavallo tra 1996 e 1997 dal Centro Studi
"Domenico Sereno Regis" di Torino e dall'Istituto Piemontese per la Storia
della Resistenza e della Societa' Contemporanea (via Fabro 6, 10122 Torino,
tel. 011-56.28.836). Sono 15 lezioni distribuite nelle seguenti sezioni del
corso: 1) La resistenza civile in Europa durante la seconda guerra mondiale
(J. Semelin, A. Bravo, A.M. Bruzzone, E. Peyretti, A. Dogliotti Marasso, F.
Levi); 2) Lotte di liberazione dai sistemi coloniali (G. Sofri); 3) Lotte
politiche e civili nei paesi occidentali (G. Bouchard, E. Donini); 4) Lotte
nei paesi dell'Est e forme di resistenza civile nell'ex-Jugoslavia (G.
Salio, A. Zangheri, A. L'Abate, M. Granero); 5) I movimenti per la pace (S.
Albesano, G. Salio).
40. AA.VV., Invece delle armi: obiezione di coscienza, difesa nonviolenta,
corpo civile di pace europeo, a cura della Segreteria per la Difesa
Popolare Nonviolenta, con la collaborazione del Centro Eirene di Bergamo,
ed. Fuorithema, Bologna 1996. Il volume contiene nella prima parte gli atti
di una importante conferenza internazionale su "Difesa nonviolenta,
Partecipazione Popolare, Obiezione di Coscienza" tenutasi a Firenze nel
settembre 1992 con contributi dei maggiori studiosi mondiali; nella seconda
parte i documenti del dibattito in corso "Per un corpo civile di pace
europeo". Nanni Salio (pp. 23-29) esamina i casi storici proponendone una
classificazione per tipologie e strutture. Segue una mia bibliografia (pp.
29-31), molto meno aggiornata e completa della presente. Alberto L'Abate
ricorda una mezza dozzina di casi storici - Algeria 1962, Aden 1967,
Pechino 1968, Filippine 1986, Nicaragua 1989, Mosca 1991 (pp. 145-148) - e
indica diversi studi ad essi relativi, apparsi su riviste internazionali di
peace research.
41. Voci e azioni di nonviolenza nell'antichita' classica, a cura di Rocco
Campanella, Libreria Editrice Fiorentina, 1996. Nel libro leggiamo le
pagine di Giuseppe Flavio (37-100 d.C.) sulla resistenza nonviolenta degli
ebrei sotto gli imperatori Tiberio (14-37 d.C.) e Caligola (37-41 d.C.) e
quelle di Tito Livio sulla secessione della plebe a Roma (nel 494 e nel 471
a.C.).
42. David Morrison, Philip Taylor, Shastri Ramachandaran, Media, guerre e
pace, Ed Gruppo Abele, Torino 1996. Nella seconda parte del libro (I mezzi
di comunicazione come risorsa per la pace), Ramachandaran raccoglie, nel
paragrafo I mezzi di comunicazione dei popoli (pp. 132-146), esamina in
breve, sotto questo specifico aspetto, i casi Iran 1979, India 1975-77,
OLP, Filippine 1986, Europa orientale 1989, America Latina in vari momenti.
Si puo' aggiungere qui la Resistenza danese, caratterizzata dal mezzo della
comunicazione popolare (v. i documenti a cui rinvia il n. 9 della seconda
parte di questa bibliografia).
43. Hildegard Goss-Mayr, Come i nemici diventano amici, Insieme per la
nonviolenza, la giustizia e la riconciliazione, EMI, Bologna 1997. E' il
racconto di vita di una coppia che ha lottato insieme per oltre 30 anni.
Jean Goss (morto nel 1991) e sua moglie Hildegard, eminenti attivisti ed
educatori del MIR (Movimento Internazionale della Riconciliazione) hanno
compiuto insieme azioni dirette nonviolente e lavoro di formazione, hanno
avviato associazioni e opere culturali, hanno posto le basi di rivoluzioni
nonviolente (come nelle Filippine, nel 1986), hanno sospinto vescovi e
leaders sociali all'impegno per la giustizia col metodo della forza
nonviolenta. Il campo della loro azione va dall'Unione Sovietica (gia' nel
1961) alla Polonia, dal Concilio Vaticano II all'America Latina, dall'Asia
all'Africa.
I coniugi Goss trovano nel vangelo l'ispirazione alla lotta nonviolenta, ma
sanno scoprire e valorizzare le analoghe potenzialita' presenti nelle
culture e religioni proprie dei diversi popoli: vediamo un bell'esempio
nelle "regole nonviolente" individuate nella tradizione africana della
"chiacchierata", vero metodo di risoluzione nonviolenta dei conflitti (p.
230).
Il capitolo conclusivo, raccogliendo l'esperienza, prospetta con lucida
sintesi la resistenza nonviolenta all'impero liberalcapitalistico oggi
impostosi al mondo, su varie linee d'impegno: l'incontro tra le religioni e
il loro compito per la pace, il movimento per la pace e il servizio di pace
(qualcosa di piu' del servizio civile!), i mezzi di comunicazione nel mondo
unito e la loro possibile funzione di "portatori di speranza".
44. Robert L. Holmes, La sfida della non violenza nel nuovo ordine
mondiale, nel volume di James Burk, La guerra e il militare nel nuovo
sistema internazionale, Franco Angeli, Milano 1998, pp. 211-229. Holmes
esamina la tendenza ad un nuovo militarismo dopo che gli Usa sono rimasti
unica superpotenza e, di contro, la lezione delle rivoluzioni nonviolente
nell'Europa dell'est per una strategia e delle istituzioni atte alla
risoluzione nonviolenta dei conflitti, ai fini di una maggiore tutela
generale della societa' dalla violenza diffusa.
45. Emanuele Arielli - Giovanni Scotto, I conflitti. Introduzione a una
teoria generale, Ed. Bruno Mondadori, Milano 1998. Questo studio
scientifico fa il punto sulla ricerca interdisciplinare, promossa da molti
studiosi e istituzioni in tutto il mondo, delle strategie per una
trasformazione e risoluzione senza violenza dei conflitti. Il volume
richiama tutti i casi piu' significativi di lotte nonviolente, collocandoli
opportunamente nel sistema teorico proposto, specialmente nella terza parte
del libro (Strategie di trasformazione costruttiva).
46. Jean-Marie Muller, Vincere la guerra, Principi e metodi dell'intervento
civile, Ed. Gruppo Abele, Torino 1999 (1997). Lavoro descrittivo, ricco di
informazioni sulle ingerenze davvero umanitarie e non belliche in zone di
conflitto. Mancano alcune significative esperienze italiane, ma il panorama
mondiale e' ampio e cosi' il catalogo dei metodi. Tanto basta per vedere
che le alternative alle guerre ci sono, se le si vuole conoscere e
praticare. La prefazione di Antonino Drago critica il carattere che
l'intervento civile ha nell'esperienza francese e nella proposta di Muller,
non abbastanza alternativo ma dipendente dal militare. Drago mostra le
possibilita' uniche al mondo ormai inserite nella legislazione italiana.
47. Due esempi di resistenza nonviolenta alla violenza politica e a quella
economica, mediante le nuove possibilita' date dalla comunicazione
informatica di base: 1) Rafal Robozinski, Mapping Russian Cybersapace:
Perspective on Democracy and the Net, Paper presented at the United Nations
Research Institute for Social Development (UNRISD) conference on
Information Technology and Social Development, 22-24 June 1998, Geneva.
L'Autore rileva, tra l'altro, il ruolo giocato dai fax e dalla iniziale
rete informatica nel galvanizzare la resistenza dell'opinione pubblica
russa al golpe del 1991 contro Gorbaciov. 2) Stephen Kobrin, The MAI and
the Clash of Globalizations, Foreign Policy 112(fall), 1998: 97-109.
L'Autore esamina la vincente campagna informatica mondiale delle ONG nel
1998 contro il MAI, l'Accordo multilaterale sugli investimenti favorevole
alle multinazionali. Queste due pubblicazioni sono citate a p. 78 del
Rapporto 1999 su Lo Sviluppo Umano, dell'United Nations Development
Programme, vol. 10, La Globalizzazione, Rosenberg & Sellier, Torino 1999
48. AA.VV., Le periferie della memoria. Profili di testimoni di pace, edito
dal Movimento Nonviolento, Verona, e dall'Associazione Nazionale
Perseguitati Politici Italiani Antifascisti, Torino, a cura di Sergio
Alebsano, Torino 1999. Il volume, di 180 pagine, raccoglie 22 "medaglioni"
esclusivamente di italiani/e che, nel periodo dall'unita' ad oggi, hanno
agito nell'opposizione alla guerra. Fra loro peronaggi noti, ma anche altri
finora del tutto ignoti, anarchici e cattolici, valdesi e vescovi,
scrittori e filosofi, pedagogisti e politici, soldati e disertori. La
raccolta testimonia la presenza spesso ignorata di esperienze e metodi
alternativi alla guerra.
49. Arundhati Roy, Per il bene comune, in Internazionale, n. 306, 22-28
ottobre 1999, pp. 17-25. L'articolo, mentre denuncia la devastazione umana
e ambientale causata dalle Grandi Dighe indiane nella valle della Narmada,
racconta la lotta nonviolenta di resistenza delle popolazioni implicate.
L'autrice e' la piu' famosa scrittrice indiana (Il dio delle piccole cose).
Sono pubblicati in italiano i volumi La fine delle illusioni, Ugo Guanda,
Parma 1999, e Guerra e' pace, Guanda, Parma 2002, che ricupera interamente
il volume precedente ed aggiunge altri saggi.
50. Centro di ricerca per la pace, Viterbo (nbawac@tin.it), ha pubblicato
nel 1999 la Guida pratica all'azione diretta nonviolenta delle mongolfiere
per la pace con cui bloccare i decolli dei bombardieri. Questa tecnica
nonviolenta del "pallone frenato" e' stata sperimentata efficacemente per
alcune ore davanti all'aeroporto militare di Aviano, da cui partivano nel
1999 gli aerei che bombardavano la Jugoslavia.
51. Enrico Peyretti, Per perdere la guerra, Beppe Grande ed., Torino 1999.
In questa raccolta di scritti pubblicati durante la guerra della Nato alla
Serbia per il Kossovo, indicando le varie alternative alla guerra,
praticate o praticabili, richiamo anche alcune esperienze storiche.
52. Gilles Gesson, La non-violence cre'e l'e've'nement a' Seattle, in
Non-violence Actualite' (janvier 2000, pp. 16-18). L'articolista, presente
alle manifestazioni di "Nonviolent Direct Action" che hanno impedito la
cerimonia di apertura del vertice della Organizzazione Mondiale del
Commercio (WTO- OMC), il 30 novembre 1999, vertice fallito, scrive che
l'avvenimento segna l'entrata dell'opinione pubblica internazionale sulla
scena delle negoziazioni ufficiali relative all'economia globalizzata, in
difesa degli aspetti umani (lavoro, giustizia, ambiente, salute, culture)
trascurati e violati dal carattere finanziario e speculativo della
globalizzazione. Contro alcune interpretazioni deformanti, testimonia il
carattere nonviolento delle manifestazioni, accuratamente preparato, di cui
espone le tecniche e le tattiche, concludendo: "Consciamente o no, [i
manifestanti] hanno agito come degni eredi dei teorici della resistenza
civile. Questo e' forse il segno che essa e' oggi entrata nel costume".
53. Francisco A. Muñoz, Mario Lo'pez Marti'nez (eds.), Historia dela Paz.
Tiempos, espacios y actores, Instituto de la Paz y los Conflictos,
Editorial Universidad de Granada, 2000. Questo volume, pioniere nella
costruzione di una specifica storia della pace, percorre, attraverso i
tempi e le culture umane, soprattutto le idee, situazioni, strutture,
protagonisti di relazioni pacifiche tra differenti popoli e civilta'.
Specialmente nei paragrafi sul pacifismo della nonviolenza (pp. 326-340),
sul pacifismo antinucleare (pp. 340-349), sul pacifismo dopo la caduta del
Muro di Berlino verso il muovo secolo (pp. 349-357) Mario Lo'pez Marti'nez
raccoglie in una ampia bella sintesi piu' o meno tutti i casi storici di
interventi e soluzioni nonviolente dei conflitti a cui si riferiscono le
opere segnalate in questa bibliografia.
54. Enrico Euli e Marco Forlani (a cura di), Guida all'azione diretta
nonviolenta, ed. Berti 2003. La prima parte del volumetto riferisce sulle
esperienze di Comiso 1981-83, Mostra navale bellica di Genova 1982-89,
Genova Mobilitebio 2000, Genova G8 2001, Brescia Exa 2000, Missioni di pace
all'estero.
II - OPERE SULLA RESISTENZA AL NAZIFASCISMO
Oltre i riferimenti alla Resistenza compresi nelle opere gia' indicate, si
vedano le opere sotto indicate. Nell'aprile 1995 ho presentato gli studi
disponibili a quella data in una relazione su La resistenza civile nelle
ricerche storiche, pubblicata in Fascismo - Resistenza - Letteratura.
Percorsi storico-letterari del Novecento italiano, Museo Nazionale del
Risorgimento Italiano, I Quaderni del Museo n. 2, Torino, febbraio 1997,
pp. 61-87.
1. J. Semelin, Senz'armi di fronte a Hitler. La resistenza civile in Europa
1939-1943, Ed. Sonda 1993 (Payot, Paris 1989). Il lavoro si limita al
periodo 1939-1943 allo scopo di illustrare le sole forme di lotta nonarmata
autonome dalla lotta armata, e non quelle successive, combinate con questa.
Studiando le forme sociali della resistenza nonarmata al nazismo in tutti i
paesi occupati e nella stessa Germania, ne realizza la raccolta storica
finora piu' ampia. L'edizione italiana contiene anche due appendici, una di
Stefano Piziali, Commento bibliografico. La resistenza nonarmata in Italia
(pp.227-234) e una mia (che deve essere riveduta e corretta), Un caso
italiano: lo sciopero come strumento di lotta (pp. 235-240), sugli scioperi
operai del '43 e '44 in Italia, trascurati da Semelin.
2. Il Centro Studi Difesa Civile (via della Cellulosa 112, 00166 Roma, tel
06/61.55.07.68) ha organizzato alcuni convegni di cui gli atti sono
pubblicati e disponibili:
- La lotta nonarmata nella Resistenza, Roma, ottobre 1993, (contributi di
Giannini, Parisella, Drago, Zerbino, Albesano, Vaccaro, Marescotti ed altri);
- La Resistenza nonarmata, Roma, novembre 1994, patrocinato dal Comitato
nazionale per il 50ennale della Resistenza e della guerra di liberazione
(contributi di Zerbino, Giannini, Parisella, Drago, Semelin, Klinkhammer,
Peyretti, L'Abate, Menapace, Giuntella, ed altri). Atti pubblicati in La
Resistenza nonarmata, a cura di G. Giannini, Ed. Sinnos, Roma 1995.
- L'opposizione popolare al fascismo, Roma, ottobre 1995. Atti pubblicati
con lo stesso titolo, a cura di G. Giannini, ed. Qualevita, Torre dei Nolfi
1996.
- Sull'esperienza di resistenza non armata all'occupazione e ai soprusi
dell'esercito tedesco, da parte di centinaia di persone nella tenuta Tor
Mancina, a 30 km da Roma, dal settembre 1943 al giugno 1944, e' possibile
leggere la testimonianza, di cui possiedo il testo, resa dal cav. Paolo
Sabbetta (paolosabbetta@libero.it).
3. G. Giannini, La resistenza nonarmata nella lotta al nazifascismo, in
Bozze 94, n.2/1994, pp.77-84.
4. Jean-Marie Muller, De'sobe'ir a' Vichy, La re'sistance civile de
fonctionnaires de police, Presses Universitaires de Nancy, 1994. Nella
collaborazione data ai nazisti dalla polizia francese della Francia
occupata nel perseguitare gli ebrei, ci furono significative disobbedienze.
5. Anna Bravo e Anna Maria Bruzzone, In guerra senza armi. Storie di donne
1943-1945, Laterza 1995. Sono 125 interviste su diversi aspetti
dell'opposizione delle donne alla guerra, p.es. il "maternage" di massa, la
pieta' per i morti anche nemici, e sulla violenza di genere della guerra
sulle donne. Il libro - introdotto da un ampio saggio critico di Anna
Bravo, Donne, guerra, memoria - mostra la vasta realta' della resistenza
senz'armi attuata dalle donne e contribuisce a individuare un'immagine
della difesa che supera la guerra, e della cittadinanza svincolata dalla
figura del cittadino in armi. Questo libro ha portato ad un autorevole
mutamento nella considerazione della resistenza civile da parte di uno
storico quale Claudio Pavone. Infatti, e' interessante notare come Pavone,
autore dell'importante e ampio volume Una guerra civile. Saggio storico
sulla moralita' nella Resistenza (Bollati Boringhieri, Torino 1991), nel
quale non si dimostrava sensibile alla ricerca sulla Resistenza non armata
(tanto che trascurava del tutto la figura di Aldo Capitini, che da lungo
tempo aveva combattuto il fascismo con insolita profondita' di motivi, ma
senza mai prendere le armi; e, attraverso una citazione di una testimone
ebrea, presentava un'idea del tutto inadeguata della nonviolenza come una
posizione "metastorica" e irresponsabile; cfr ivi, p. 414), introducendo
invece, nel 1995, il numero della rivista Il Ponte dedicato al 50° della
Resistenza, si soffermi sul saggio di Anna Bravo contenuto nel fascicolo
(corrispondente all'introduzione al libro In guerra senza armi), per
rilevare il "valore euristico" del concetto di resistenza civile ivi
proposto, che e' - scrive Pavone - "qualcosa di piu' ampio" della
cosiddetta resistenza passiva, ma - come dice appunto Anna Bravo - una
"pratica di lotta" con mezzi diversi dalle armi (I percorsi di questo
speciale, articolo introduttivo del fascicolo de Il Ponte, n.1/1995,
dedicato a Resistenza. Gli attori, le identita', i bilanci storiografici,
p. 13.). Il concetto di resistenza civile vale dunque a superare la
tendenza, rilevata da Claudio Dellavalle nello stesso fascicolo, ad
adottare "il criterio militare come criterio prevalente" (ivi, p. 12).
Pavone scrive ancora: "La Resistenza civile rimane una forma di Resistenza.
I suoi confini con l'esercizio della violenza, anche di quella piu'
palesemente difensiva, non sono sempre sicuri. Sicura e' invece la sua
distanza da quella "zona grigia" in cui si ritrovano coloro che i
resistenti bollavano come "attesisti"" (ivi, p. 13).
6. Sul vasto e significativo fenomeno del rifiuto di collaborazione da
parte di centinaia di migliaia di militari italiani internati dai tedeschi
dopo l'8 settembre 1943:
- AA.VV., I militari italiani internati dai tedeschi dopo l'8 settembre
1943 (atti del convegno 14-15 novembre 1985), Giunti, Firenze 1986.
- Resistenza senz'armi. Un capitolo di storia italiana dal 1943 al 1945
(dalle testimonianze dei militari toscani internati nei lager nazisti),
prefazione di Leonetto Amadei, Le Monnier, Firenze 1988.
- Orlando Lecchini, Per non chinare la testa. Un Lunigianese nei lager
nazisti, Edizioni "Il Corriere Apuano", Pontremoli, 1988.
- AA.VV., Fra sterminio e sfruttamento (atti del convegno 23-24 maggio
1991), Ed. Le Lettere, Firenze 1992.
- Gerhard Schreiber, I militari italiani internati nei campi di
concentramento del Terzo Reich 1943-1945, a cura dell'Ufficio Storico dello
Stato Maggiore dell'esercito, 1992.
- Luigi Collo, La resistenza disarmata, Introduzione di Nuto Revelli,
Marsilio, Venezia 1995.
- Giampiero Carocci, Il campo degli ufficiali, Giunti, Firenze 1995.
- Alessandro Natta, L'altra Resistenza. I militari italiani internati in
Germania, Einaudi, Torino 1997.
7. Sulla Resistenza di cittadini tedeschi al nazismo, in Germania o nei
territori assoggettati al Terzo Reich, si trovano nelle biblioteche 10-20
titoli, in gran parte sull'attentato del 20 luglio 1944. L'Istituto
Piemontese per la Storia della Resistenza conserva quasi 80 titoli di cui
32 in tedesco, 3 in francese, 2 in inglese, 4 pubblicazioni promosse dal
Consiglio Regionale Piemontese. Ho raccolto gli aspetti civili e
nonviolenti che si possono rintracciare entro la realta' limitata e
prevalentemente militare della resistenza interna al nazismo, nella
relazione La Resistenza antinazista in Germania, tenuta nel corso di
aggiornamento per docenti "Nonviolenza nella storia. Casi di resistenze
civili nel Novecento" (organizzato dal Centro Studi Domenico Sereno Regis e
dall' Istituto Piemontese per la storia della Resistenza e della societa'
contemporanea, Torino, ottobre 1996 - gennaio 1997). Da questo lavoro
traggo le indicazioni che rientrano nella presente bibliografia.
- Jacques Semelin, Senz'armi di fronte a Hitler, La Resistenza civile in
Europa, 1939-1943, Ed. Sonda, Torino 1993 (1989), p. 120-129, 171-172.
- Ad uno degli episodi di resistenza efficace da parte di cittadini
tedeschi - donne sposate o imparentate ad uomini ebrei gia' arrestati -
contro la persecuzione razzista e' dedicato il libro di Nina Schröder, Le
donne che sconfissero Hitler, Pratiche editrice, Milano 2001. Sullo stesso
significativo fatto esiste il libro di Nathan Stoltzfus, Resistance of the
Heart: intermarriage and the Rosenstrasse protest in Nazi Germany,
pubblicato nel 1996. La regista Margarethe von Trotta ha iniziato
nell'ottobre 2002 le riprese di un film su questo episodio, intitolato
Rosenstrasse, nome della via di Berlino in cui seimila donne sostarono per
sei giorni, nel 1943, costringendo infine Göbbels e Hitler a liberare i
1.700-2.000 uomini ebrei.
- Enzo Collotti, La Germania nazista, (dalla Repubblica di Weimar al crollo
del Reich hitleriano), Einaudi, Torino 1962, pp. 273-305. Dello stesso
autore vedi anche l'articolo Per una storia dell'opposizione antinazista in
Germania, in Rivista storica del socialismo, gennaio-aprile 1961, pp.
105-137, che contiene piu' ampie referenze bibliografiche.
- Giorgio Vaccarino, Storia della Resistenza in Europa, 1938-1945,
Feltrinelli, Milano 1981, parte prima, pp. 17-152.
- La "parola nuda come arma di resistenza" (come dice Julian Aicher, in Il
Margine, Trento, n.8/1998) fino a pagare con la vita fu il mezzo d'azione
dei fratelli Hans e Sophie Scholl e dei loro compagni d'azione
nell'Universita' di Monaco, su cui vedi Paolo Ghezzi, La Rosa Bianca, ed.
Paoline, Cinisello Balsamo 1994. Il libro di Ghezzi contiene una
bibliografia di 53 titoli, dalla quale segnalo Inge Scholl, Die Weisse
Rose, Fischer Taschenbuch Verlag, Frankfurt am Main 1982, edizione italiana
non integrale La Rosa Bianca, a cura di Carlo Francovich, La Nuova Italia
editrice, Firenze 1978, 4ª edizione. Una profonda riflessione su questa
esperienza e' il libro di Romano Guardini, La Rosa Bianca, Morcelliana,
Brescia 1994 (scritti del 1946 e 1958). Il testo intero dei sei volantini
scritti e diffusi dal gruppo di studenti resistenti e' in Paolo Ghezzi, Noi
non taceremo. Le parole della Rosa Bianca, Morcelliana, Brescia 1997.
- La limpida grande figura di Franz Jägerstätter, contadino austriaco che,
sostenuto solo dalla comprensione della moglie, rifiuto' per ragioni morali
e religiose il servizio militare sotto il nazismo e fu decapitato il 9
agosto 1943, e' illustrata in due libri in lingua italiana, usciti a grande
distanza di tempo: Gordon Zahn, Il testimone solitario. Vita e morte di
Franz Jägerstätter, Gribaudi, Torino 1968; Erna Putz, Franz Jägerstätter,
Un contadino contro Hitler, Editrice Berti, Piacenza 2000. Il secondo libro
(da me recensito in Il Margine, n. 6/2002) e' piu' preciso del primo nella
documentazione.
- Francesco Comina, Non giuro a Hitler, La testimonianza di Josef
Mayr-Nusser, San Paolo, Milano 2000. Altoatesino, fervente cattolico,
arruolato d'autorita' nelle SS dopo l'8 settembre 1943, Mayr-Nusser si
rifiuto' di giurare a Hitler par ragioni di fede, come Jägerstätter.
Dapprima internato in manicomio, muore di sfinimento durante il viaggio
verso Dachau. Comina documenta la lucidita' del suo precoce giudizio morale
e poltico sul nazismo. Di Mayr-Nusser ha scritto anche Isabella Bossi
Fedrigotti sul Corriere della Sera, 2 febbraio 2002, p. 29.
- Sui resistenti, ribelli e disertori nell'esercito nazista ho raccolto dei
fatti e dei dati in Quelli dell'ultima ora, uscito, come parte di una piu'
ampia relazione tenuta per l'Iprase di Trento nell'aprile 2000, nel volume
Maestri e scolari di nonviolenza, a cura di Claudio Tugnoli, Franco Angeli
ed., Milano 2000, pp. 243-256.
- Ho raccolto parecchi casi di boicottaggio personale della Shoah, compiuto
anche da molti cittadini tedeschi, in uno scritto inedito intitolato Molti
Schindler: dunque si poteva resistere al nazismo.
- Sulla probabile obiezione degli scienziati tedeschi alla costruzione
della bomba atomica: Leandro Castellani, La grande paura, Storia
dell'escalation nucleare, Prefazione di Carlo Bernardini, ERI, Torino 1984,
pp. 96-106; Thomas Powers, La storia segreta dell'atomica tedesca,
Mondadori, Milano 1994 (1993), pp. 503-509.
- Sul problema di coscienza relativo all'uccidere Hitler, cfr la mia
recensione del libro di Peter Hoffmann, Tedeschi contro il nazismo. La
Resistenza in Germania, Il Mulino, Bologna 1994 (1988), pubblicata in
Servitium, n. 102, nov.-dic. 1995, fascicolo "Resistenza al male", pp. 117
e 119-120.
- Documenti di alta resistenza morale, che ricordano in qualche momento gli
atti dei martiri cristiani sotto l'impero romano, sono: Helmuth James von
Moltke, Futuro e resistenza (dalle lettere degli anni 1926-1945),
Morcelliana, Brescia 1985; Dietrich Bonhoeffer, Dieci anni dopo. Un
bilancio sul limitare del 1943, in Resistenza e resa. Lettere e scritti dal
carcere, Ed. Paoline, Cinisello Balsamo 1989, pp. 59-74.
- Aggiungo qualche riferimento attuale in Germania sulla Resistenza
antinazista: 1) DRAFD, Deutsche in der Re'sistance, in den Streitkräften
der Antihitlerkoalition und der Bewegung Freies Detschland (Tedeschi nella
Resistenza, nelle forze armate della coalizione antihitleriana, nel
movimento Libera Germania). Telefono sede centrale di Berlino:
0049/30/509.88.52. Contatto diretto con un partigiano del DRAFD: Peter
Gingold, Reichsforststrasse 3, D-60528 Frankfurt, tel 0049/69/672.631.
2) Bundesvereinigung Opfer der NS Militärjustiz (Associazione vittime dei
tribunali militari nazisti), Freidrich Humbert Strasse 116, D-28758 Bremen,
tel 0049/421/622.073, fax 621.422. Contatto diretto con il presidente
Ludwig Baumann, Aumunder Flur 3, D-28757 Bremen, tel 0049/421/66.57.24.
3) Antikriegsmuseum, Friedensbibliotek (Museo antiguerra, Biblioteca della
pace), Bartolomäuskirche, Friedensstrasse 1, D-10249 Berlin, tel
0049/30/508.12.07.
4) Mahn- und Gedenkstätte für die Opfer der Nationalsozialistischen
Gewaltherrschaft (ammonimento e memoria per le vittime del dominio
nazista), Mühlenstrasse 29, D-40591 Düsseldorf. Catalogo di 202 pagine
Verfolgung und Widerstand in Düsseldorf 1933-1945, (Persecuzione e
Resistenza a Düsseldorf , 1933-1945), Düsseldorf 1990.
8. Ermes Ferraro, La Resistenza napoletana e le Quattro Giornate, in Una
strategia di pace: la difesa popolare nonviolenta, cit. (nella prima
sezione al n. 16), pp. 89-95. Secondo l'ordine di Hitler, l'esercito dei
guastatori doveva lasciare "cenere e fango" al posto della citta'. Una
popolazione in gran parte femminile, quasi senza armi, inflisse
all'esercito tedesco "l'unica sconfitta popolare da esso subita nel mondo"
(A. Drago, Una nuova interpretazione della Resistenza italiana secondo
categorie storiche nonviolente, dattiloscritto).
9. Lotte nonviolente nella storia, volume annunciato. E' una proposta di
lavoro rivolta a insegnanti e studenti. Contiene una parte metodologica
generale e una parte storica limitata al periodo della Resistenza al
nazifascismo, in diversi paesi europei, compresa la Germania. Il lavoro
contiene molte ulteriori indicazioni bibliografiche che allungherebbero di
molto il presente elenco. Esso e' stato compiuto da un gruppo di ricerca
del Centro Studi e Documentazione "Domenico Sereno Regis" di Torino.
10. Un episodio tipico, tra i molti sconosciuti, di resistenza senz'armi e'
narrato bervemente in Neera Fallaci, Vita del prete Lorenzo Milani. Dalla
parte dell'ultimo. Prefazione di David Maria Turoldo, Bur, Milano 1993
(1974), p. 219, nota 13. Nel piccolo villaggio di Acone, nel Mugello
fiorentino fu creato uno dei maggiori centri di smistamento e di raccolta
dei prigionieri alleati fuggiti dai vari campi di concentramento. Poveri
contadini analfabeti, inermi che aiutavano altri inermi per puro spirito
evangelico, furono la base di questa azione animata dal pievano e da una
organizzazione clandestina del Partito d'Azione.
11. Antonio Parisella, Sopravvivere liberi. Riflessioni sulla storia della
Resistenza a cinquant'anni dalla Liberazione, Gangemi editore, Roma 1997,
pp. 160. L'Autore, in questa raccolta di saggi, valorizza la lotta
nonarmata, definita "una scoperta del Cinquantenario", partita dalla
cultura nonviolenta e finalmente entrata sotto l'attenzione degli storici.
Parisella mostra come la lotta per la sopravvivenza fisica e ideale, lungi
dall'essere "attendismo", e' componente essenziale e basilare della
Resistenza al nazifascismo come di ogni lotta di resistenza. La liberazione
e' il compimento della sopravvivenza, e questa e' l'inizio della
liberazione. Parisella cita Collotti e Klinkhammer: "Quando la resistenza
civile assume forme collettive puo' avere una forza anche superiore a
quella di un gesto armato". Si ricava l'immagine della resistenza nonarmata
come un cerchio molto ampio, che comprende mille forme e modi autonomi,
entro il quale sta il cerchio minore, per quanto importante, della
resistenza armata; immagine che rovescia quella tradizionale tutta e solo
armista.
12. Bianca Ballesio, La guerra di Kira, La resistenza civile nel Canavese,
prefazione di Ersilia Perona, L'Angolo Manzoni ed., Torino, 1999.
13. Lidia Menapace, Resiste', Il dito e la luna, Milano 2001, pp. 90.
L'autrice racconta, in base alla propria esperienza partigiana, che nella
Resistenza si poteva fare obiezione di coscienza all'uso delle armi, insomma
che la vicenda fu molto piu' ricca di quanto la tradizione della
storiografia italiana (molto politico-militare e poco sociale e popolare)
ci abbia trasmesso.
Enrico Peyretti
peyretti@tiscalinet.it