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Articolo Interessante su Il Barbiere della Sera
06.04.2003
Taranto: un itinerario di pace ispirato a Don Tonino Bello
di Danger
L'operosita' e il pensiero del compianto vescovo di Molfetta sulle
strategie per la pace offrono momenti di riflessione agli alunni del biennio
Dalle pressanti richieste pervenuteci dai nostri alunni di poter
manifestare solidarieta' nei confronti di quella parte di umanita' che vive
nel terribile scenario della guerra, e' scaturito il bisogno, in alcuni
docenti, di iniziare un itinerario di educazione alla pace, al fine di
dotare queste partecipazioni di contenuti consapevoli e pregnanti.
Una coincidenza profetica ci ha indicato la giusta figura di riferimento:
il 20 Aprile, giorno di Pasqua, ricorre il 10° anniversario della morte di
Don Tonino Bello, audace profeta dei nostri giorni, infaticabile
costruttore di una pace non svincolata dalle ragioni della nonviolenza.
Dopo attente valutazioni abbiamo individuato negli alunni delle prime
classi i destinatari di questo progetto formativo che, nel corso degli anni
scolastici, ne sosterra' la crescita e la maturazione umana e spirituale
attraverso la conoscenza di personaggi che hanno lasciato testimonianze
tangibili della loro opera a favore della pace.
La copiosa produzione di antologie tematiche del controverso vescovo di
Molfetta consentira' ai ragazzi di leggere e commentare quotidianamente una
delle lettere che Don Tonino era solito indirizzare ai "fratelli
diseredati" favorendo la conoscenza della vita e dell'impegno di "un
pastore umile e generoso che ha attraversato il cielo della Chiesa italiana
come una cometa, lasciando dietro di se una scia luminosa destinata a
ricadere nei cuori di quanti lo hanno scoperto, anche dopo la sua morte,
attraverso la profondita' dei suoi scritti".
Con queste parole Claudio Ragaini introduce una interessante e completa
biografia "Don Tonino fratello vescovo" tra i primi testi presi da noi in
esame, e dalla quale emerge la multiforme personalita' del profeta dei
poveri, pastore del dialogo e del sorriso, poeta della speranza, voce
evangelica della pace, fratello di tutti, testimone scomodo di solidarieta'
a servizio degli ultimi.
Il compendio delle luminose sfaccettature del suo essere ha generato la sua
intuizione piu' famosa: la necessita' di una "Chiesa del grembiule" che
sappia chinarsi con umilta' di fronte agli uomini e analizzi le cause delle
nuove poverta'; che sappia essere punto di riferimento e di ascolto; che
sia piu' capace di stare fra la gente con coerenza e credibilita'; che sia
punto di congiunzione tra il cielo e la terra, tra la preghiera, la
riflessione e l'attenzione ai diritti e alla giustizia attraverso il
coraggio della parola e della denuncia.
"Charitas sine modo" e' il messaggio gridato in una lettera inviata ai
parrocchiani dopo una visita pastorale a San Bernardino nel 1991. Amore
senza moderazione, senza freni, senza misura, un invito a richiamare
l'attenzione dei fedeli sul manifesto programmatico della vita cristiana
proprio nei giorni della guerra del golfo, nella speranza che la logica
della pace tornasse a prevalere sugli scenari di morte; che le ragioni
della nonviolenza evangelica non sembrassero meno affidabili delle
argomentazioni della forza delle armi; che gli animi umani non rimanessero
lacerati tra i richiami dell' "onnidebolezza" di Cristo e la seduzione
dell' "onnipotenza" dell'uomo.
L' invito a tradurre operativamente quella frase attraverso comportamenti
protesi alla comprensione e al perdono, attraverso l'attenzione al richiamo
dei valori di alto profilo e la costante ricerca del bene comune e' al
centro della pubblicazione del 1993 dal titolo "Senza misura".
Evangelizzazione, spiritualita' e scelta degli ultimi sono i perni di
un'opera pastorale che ha sperimentato la difficolta' di comprensione da
parte di chi stentava a sintonizzarsi su questa lunghezza d'onda evangelica.
Le sue parole e i suoi gesti non potevano non suscitare conflitti, anche se
egli era conosciuto come uomo di comunione e non di separazione, di
amicizia e non di discordia, di carezze e non di offese. Ma la sua profonda
liberta' interiore lo porto' a volte a essere contestato, irriso,
discriminato da gente incapace di misurarsi con un personaggio che
infrangeva linguaggi e convenzioni culturali.
Un affettuoso avvertimento lo ritroviamo nella presentazione di "Alla
finestra la speranza" curata da David M. Turoldo: "Gli stessi confratelli
ti giudicheranno un esaltato; la stessa gerarchia sentira' il dovere di
richiamarti per la solita necessaria, invocatissima prudenza". Ma poi
conclude ringraziandolo per il suo coraggio, perche' "riesci a scuoterci
dalle nostre distrazioni, dal belvedere delle nostre contemplazioni
panoramiche e ci inviti a metterci in ascolto del futuro, dopo aver
denunciato la croce che pende dal collo ma non sulle nostre scelte. Grazie
per questo tuo incedere nel fiume della vita a mani distese, a sentimenti
dispiegati come bandiere".
Don Tonino Bello e' morto prematuramente il 20 Aprile 1993.
Prof.ssa Daniela Gerundo
Docente presso l'I.T.A.S "Maria Pia" di Taranto.