[Date Prev][Date Next][Thread Prev][Thread Next][Date Index][Thread Index]

Report da Amman #6



di Rosarita Catani
da Shafa Badran
(Amman)
Giordania

18.04.03 REPORT 6

Il primo Venerdì di preghiera da quando i Tanks americani sono entrati nel 
cuore di Bagdad la scorsa settimana, e, l’Imam Ahmad Al-Kubaisi, dice nel 
suo sermone che gli Stati Uniti hanno invaso l’Iraq per difendere Israele e 
non perché l’Iraq possiede armi di distruzione di massa, come si è 
dimostrato e si è visto.



Migliaia di persone a Bagdad protestato contro la presenza degli Stati 
Uniti in Iraq, oggi Venerdì, dopo la preghiera del Venerdì.



Agitando bandiere in inglese ed in Arabo con la scritta “Vogliamo vivere 
nel nostro Paese, vogliamo la Pace”, i dimostranti fuori la Moschea di “Abu 
Hanifa Al Numan cantavano “NO all’America, No A Saddam”. Questa Patria è 
per gli shiiti e per i sunniti”, in segno di unità tra I due gruppi.

La maggior parte dell’Iraq con una popolazione di 25 milioni di abitanti è 
sciita. In questi giorni vi sono stati molti dissensi da parte degli sciiti 
per la presenza americana in Iraq.

I protestanti chiedevano l’unità dell’Iraq e l’urgenza di mettere fine ai 
conflitti e le differenze.

Un corrispondente di Al ­Jazeera, Youseff Al-Shouly riporta che è la prima 
protesta non organizzata descrivendo in questo un rilevante sviluppo.

A Takrit, nonostante la presenza americana, i curdi prendono le case degli 
iracheni. Sarà per compensarsi degli anni di violenza subita sotto il 
regime di Saddam. Vogliono riscattarsi in questa maniera? La mia domanda 
rimane senza risposta.

L’emergenza in Iraq è sempre crescente. Moltissimi convogli stanno partendo 
per l’Iraq. La porta d’accesso l' ha aperta la Giordania. Da questo paese 
stanno passando moltissimi convogli anche quelli provenienti dalla Turchia 
per raggiungere il Nord dell’Iraq. Il convoglio giordano trasporta 1.400 
tonnellate di cibo per Bagdad. “questo ritardo negli aiuti umanitari è 
incredibile. E’ anche lungo il processo per entrare nell’area dove il 
conflitto non è direttamente successo” dice Veronique Caveau, il portavoce 
dell’Ufficio di Coordinamento Umanitario in Iraq.

La nostra agenzia da aiuto per salvare i bambini, dice Veronique, è stato 
attuato un piano in Arbil nel nord dell’Iraq con supporto di medicine. 
40.000 persone hanno urgente bisogno di cibo ed i bambini sono a rischio 
per malnutrizione. Purtroppo, i soldati americani non fanno entrare gli 
aiuti perché affermano che l’aerea non è sicura.



“I dottori stanno cercando aiuto nella città di Mosul, stanno lottando 
contro ogni pronostico per settimane per continuare a salvare vite, ma ora 
gli aiuti che sono stati promessi loro stanno subendo incredibili ritardi” 
dice Rob MagGillivrar responsabile del programma di emergenza.



L’Ufficiale statunitense non era molto disponibile per i commenti.



“Il tempo, scorre veloce per il 60% del popolo iracheno che hanno bisogno 
di cibo e di ripristinare i servizi” Dice Khaled Mansour un altro 
responsabile del WFR in Giordania.

L e organizzazioni umanitarie e la Croce Rossa denunciano che le condizioni 
degli ospedali sono peggiorate perché sono state distrutti moltissimi 
macchinari. Negli ospedali non si può bere acqua e non c’è acqua per 
disinfettare e pulire. Sta anche finendo il cibo per i pazienti.

(fine.)