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[ba ro news] (#125) Articolo di Galeano e comunicazione per i nuovi iscritti alla lista
- Subject: [ba ro news] (#125) Articolo di Galeano e comunicazione per i nuovi iscritti alla lista
- From: "Bandiera Rossa News" <ba.ro.news@inwind.it> (by way of Carlo Gubitosa <c.gubitosa@peacelink.it>)
- Date: Tue, 15 Apr 2003 11:52:21 +0200
Inviamo un efficace articolo di Eduardo Galeano, già pubblicato domenica su
"Liberazione", ma che può essere sfuggito a molti. Inoltre, essendo stati
inseriti di recente nella mail list molti nuovi indirizzi, invitiamo chi
non li avesse ricevuti a chiedere un invio individuale delle ultime uscite,
sulla guerra e sul dibattito su "Impero" e imperialismo.
Il prossimo invio sarà sulla situazione in Palestina e sulle "proposte di
pace" di Sharon.
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NAUSEA
di Eduardo Galeano
Le bombe intelligenti, che sembrano così somare, sono quelle che sanno di
più. Hanno rivelato la verità dell´invasione. Mentre Rumsfeld affermava:
"queste sono bombe umanitarie", le bombe sventravano bambini e demolivano
mercati di strada.
Il paese che nel mondo produce più armi e più menzogne sprezza il dolore
altrui: "Non stiamo qui a contare i morti", ha risposto il generale Franks,
quando qualcuno gli ha chiesto dei danni collaterali, come si chiamano i
civili che saltano in pezzi senza mangiarle o berle.
Babilonia, la meretrice dell´Antico Testamento, merita un simile castigo.
Per i suoi molti peccati e per il suo tanto petrolio
Gli invasori vanno in cerca delle armi di distruzione di massa che avevano
venduto, quando il nemico era amico, al dittatore dell´Iraq, visto che esse
sono state il principale pretesto dell´aggressione. Finora, che si sappia,
hanno trovato solo armi da museo, in un conflitto così impari.
Sono forse armi di "costruzione di massa" i giganteschi missili che sparano
loro? Gli invasori fanno bella mostra delle loro armi tossiche e di quelle
proibite: le stanno usando. L´uranio impoverito avvelena la terra e l´aria
e i grappoli d´acciaio delle bombe a frammentazione uccidono o mutilano
entro un raggio che va ben oltre i loro bersagli.
***
Nel 1983, quando i marines occuparono l´isola di Grenada, l´assemblea
dell´Onu condannò l´invasione a schiacciante maggioranza. Il presidente
Reagan commentò rispettosamente: "La cosa non ha minimamente sconvolto la
mia colazione".
Sei anni dopo, è stata la volta di Panama. I liberatori hanno bombardato i
quartieri più poveri, hanno fulminato migliaia di civili, ridotti al numero
di 560 nelle statistiche ufficiali, e hanno eletto il nuovo presidente del
paese nella base militare di Fort Clayton. Il Consiglio di Sicurezza si è
pronunciato contro, quasi all´unanimità. Gli Stati Uniti hanno posto il
veto alla risoluzione e si sono messi al lavoro per le successive invasioni.
L´Onu ha espresso il proprio plauso per queste successive invasioni, oppure
ha disapprovato e girato lo sguardo dall´altra parte. Ed è stato l´Onu a
decretare quell´embargo internazionale contro l´Iraq che ha assassinato
molta più gente della guerra di Bush padre: oltre mezzo milione di bambini
morti per mancanza di medicinali e di cibo.
Ora invece, sorpresa! L´Onu si è rifiutata di seguire la nuova carneficina
di Bush figlio. Onde evitare che nelle prossime guerre si ripeta questo
episodio di cattiva condotta, temo non vi sarà altro rimedio che contare i
voti del Consiglio di Sicurezza nello Stato della Florida.
***
Non erano ancora comparsi i primi missili nel cielo dell´Iraq che già era
stato approntato il governo d´occupazione, democratico governo
integralmente formato da militari statunitensi, e già avveniva la
spartizione delle spoglie del vinto. Ora si continua a contendersi il
bottino, che non è indifferente: i favolosi giacimenti di oro nero, il
grande affare della ricostruzione di quel che l´invasione distrugge...
Le imprese favorite celebrano le loro conquiste sui tabelloni della Borsa
di New York. Lì si ritrova il miglior bollettino di guerra. Gli indici
ballano al suono della carneficina umana.
Nel 1935, il generale Smedley Butler aveva riassunto così il suo
trentennale lavoro di ufficiale dei marines: "Sono stato un gangster del
capitalismo". E aveva dichiarato che avrebbe potuto fornire qualche
consiglio ad Al Capone, visto che i marines operavano in tre continenti e
Al Capone si muoveva soltanto in tre distretti di una sola città.
***
E a me quale fetta toccherà?, si domandano alcuni membri della coalizione.
Ma che coalizione? I complici di questa missione liberatrice, che sono
quaranta come nella novella di Alì Babà, fanno parte di un coro in cui
abbondano i violatori dei diritti umani e le dittature belle e buone. E da
dove è partita la crociata? Dove erano ubicate la basi militari degli Stati
Uniti? Basta dare un´occhiata alla mappa: quelle monarchie del petrolio,
inventate dalle potenze militari, assomigliano tanto alla democrazia quanto
Bush a Gandhi.
***
Si tratta di un´alleanza a due. Uno in crescita, l´impero di oggi, l´altro
che declina, l´impero di ieri. Il resto serve il caffè e aspetta la mancia.
Questa alleanza a due per la libertà del petrolio, che l´Iraq ha
nazionalizzato, non ha niente di nuovo.
Nel 1953, quando l´Iran aveva annunciato la nazionalizzazione del petrolio,
Washington e Londra risposero organizzando, insieme, un colpo di Stato. Il
mondo libero minacciato fece scorrere il sangue e lo scià Pahlevi, astro
dei rotocalchi, divenne il carceriere dell´Iran per un quarto di secolo.
Nel 1965, quando l´Indonesia annunciò la nazionalizzazione del petrolio,
ancora una volta Washington e Londra risposero insieme organizzando un
colpo di Stato. Il mondo libero minacciato installò la dittatura del
generale Suharto su un cumulo di cadaveri. Mezzo milione, stando ai calcoli
che si fermano alla cifra più bassa. Da ogni albero pendeva un impiccato.
Tutti comunisti, spiegava Suharto. E continuò ad uccidere. Gli era rimasto
il tic. Nel 1975, qualche ora dopo la visita del presidente Gerald Ford,
invase Timor Est e assassinò un terzo della popolazione. Nel 1991 uccise,
sempre a Timor, qualche altro migliaio di persone. Dieci risoluzioni
dell´Onu obbligavano Suharto al ritiro "immediato" da Timor Est. E lui,
regolarmente sordo. Nessuno lo ha bombardato per questo, né l´Onu ha
decretato l´embargo universale.
***
Nel 1994, John Pilger ha visitato Timor Est. Dovunque volgesse lo sguardo,
ai campi, ai monti, alle strade, vedeva soltanto croci. L´isola, tutta
piena di croci, era un grande cimitero. Nessuno si era interessato a quella
carneficina.
Lo scorso anno, Ana Luisa Valdés è stata a Jenin, uno dei campi profughi
palestinesi bombardati da Israele. Ha visto una immensa buca piena di
cadaveri sepolti sotto le macerie. La buca di Jenin aveva la stessa
dimensione di quella delle Torri Gemelle di New York. Ma chi la vedeva, a
parte i sopravvissuti che rivoltavano le macerie in cerca dei loro cari? Le
tragedie commuovono il mondo in modo direttamente proporzionale alla
pubblicità che ottengono.
***
Ci sono giornalisti onesti, che raccontano la guerra dell´Iraq come la
vedono. Alcuni hanno pagato con la vita. Ma ci sono giornalisti camuffati
da soldati, che sembrano piuttosto soldati camuffati da giornalisti, che
forniscono versioni adattate al gusto delle grandi catene della
disinformazione globalizzata.
Carneficine in mercati zeppi di gente? Sono state le bombe irachene. Civili
uccisi? Scudi umani usati dal dittatore. Città assediate senza acqua né
cibo? L´invasione è una missione umanitaria. Qualche città ha resistito più
del previsto? In televisione si sono arrese tutti i giorni.
Gli invasori sono eroi. Gli invasi che resistono sono strumenti della
tirannide, accusati di difendersi. La maggioranza dei cittadini
statunitensi è convinta che sia stato Saddam Hussein ad abbattere le Torri
di New York. E crede inoltre, questa maggioranza, che il presidente faccia
quel che fa per il bene dell´umanità e per ispirazione divina. I mezzi di
comunicazione di massa smerciano certezze, e le certezze non hanno bisogno
di prove. Ma il mondo è stufo che ancora una volta lo costringano ad
ingoiare quotidianamente i rospi di questo menù.
***
Il paese dedito a bombardare gli altri paesi, che da anni e anni sta
infliggendo al pianeta una incalcolabile quantità di 11 settembre, ha
proclamato la terza Guerra mondiale infinita.
Il presidente che non è stato in Vietnam grazie a papà e che conosce solo
le guerre holliwoodiane, manda ad uccidere e manda a morire.
Non in nostro nome, gridano i parenti delle vittime delle Torri.
Non in nostro nome, grida l´umanità
Non in mio nome, grida Dio. [Traduzione di Titti Pierini]
La redazione di Bandiera Rossa News
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