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[ba ro news] (#125) Articolo di Galeano e comunicazione per i nuovi iscritti alla lista



Inviamo un efficace articolo di Eduardo Galeano, già pubblicato domenica su 
"Liberazione", ma che può essere sfuggito a molti. Inoltre, essendo stati 
inseriti di recente nella mail list molti nuovi indirizzi, invitiamo chi 
non li avesse ricevuti a chiedere un invio individuale delle ultime uscite, 
sulla guerra e sul dibattito su "Impero" e imperialismo.

Il prossimo invio sarà sulla situazione in Palestina e sulle "proposte di 
pace" di Sharon.

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NAUSEA

di Eduardo Galeano



Le bombe intelligenti, che sembrano così somare, sono quelle che sanno di 
più. Hanno rivelato la verità dell´invasione. Mentre Rumsfeld affermava: 
"queste sono bombe umanitarie", le bombe sventravano bambini e demolivano 
mercati di strada.

Il paese che nel mondo produce più armi e più menzogne sprezza il dolore 
altrui: "Non stiamo qui a contare i morti", ha risposto il generale Franks, 
quando qualcuno gli ha chiesto dei danni collaterali, come si chiamano i 
civili che saltano in pezzi senza mangiarle o berle.

Babilonia, la meretrice dell´Antico Testamento, merita un simile castigo. 
Per i suoi molti peccati e per il suo tanto petrolio

Gli invasori vanno in cerca delle armi di distruzione di massa che avevano 
venduto, quando il nemico era amico, al dittatore dell´Iraq, visto che esse 
sono state il principale pretesto dell´aggressione. Finora, che si sappia, 
hanno trovato solo armi da museo, in un conflitto così impari.

Sono forse armi di "costruzione di massa" i giganteschi missili che sparano 
loro? Gli invasori fanno bella mostra delle loro armi tossiche e di quelle 
proibite: le stanno usando. L´uranio impoverito avvelena la terra e l´aria 
e i grappoli d´acciaio delle bombe a frammentazione uccidono o mutilano 
entro un raggio che va ben oltre i loro bersagli.



***



Nel 1983, quando i marines occuparono l´isola di Grenada, l´assemblea 
dell´Onu condannò l´invasione a schiacciante maggioranza. Il presidente 
Reagan commentò rispettosamente: "La cosa non ha minimamente sconvolto la 
mia colazione".

Sei anni dopo, è stata la volta di Panama. I liberatori hanno bombardato i 
quartieri più poveri, hanno fulminato migliaia di civili, ridotti al numero 
di 560 nelle statistiche ufficiali, e hanno eletto il nuovo presidente del 
paese nella base militare di Fort Clayton. Il Consiglio di Sicurezza si è 
pronunciato contro, quasi all´unanimità. Gli Stati Uniti hanno posto il 
veto alla risoluzione e si sono messi al lavoro per le successive invasioni.

L´Onu ha espresso il proprio plauso per queste successive invasioni, oppure 
ha disapprovato e girato lo sguardo dall´altra parte. Ed è stato l´Onu a 
decretare quell´embargo internazionale contro l´Iraq che ha assassinato 
molta più gente della guerra di Bush padre: oltre mezzo milione di bambini 
morti per mancanza di medicinali e di cibo.

Ora invece, sorpresa! L´Onu si è rifiutata di seguire la nuova carneficina 
di Bush figlio. Onde evitare che nelle prossime guerre si ripeta questo 
episodio di cattiva condotta, temo non vi sarà altro rimedio che contare i 
voti del Consiglio di Sicurezza nello Stato della Florida.



***



Non erano ancora comparsi i primi missili nel cielo dell´Iraq che già era 
stato approntato il governo d´occupazione, democratico governo 
integralmente formato da militari statunitensi, e già avveniva la 
spartizione delle spoglie del vinto. Ora si continua a contendersi il 
bottino, che non è indifferente: i favolosi giacimenti di oro nero, il 
grande affare della ricostruzione di quel che l´invasione distrugge...

Le imprese favorite celebrano le loro conquiste sui tabelloni della Borsa 
di New York. Lì si ritrova il miglior bollettino di guerra. Gli indici 
ballano al suono della carneficina umana.

Nel 1935, il generale Smedley Butler aveva riassunto così il suo 
trentennale lavoro di ufficiale dei marines: "Sono stato un gangster del 
capitalismo". E aveva dichiarato che avrebbe potuto fornire qualche 
consiglio ad Al Capone, visto che i marines operavano in tre continenti e 
Al Capone si muoveva soltanto in tre distretti di una sola città.



***



E a me quale fetta toccherà?, si domandano alcuni membri della coalizione. 
Ma che coalizione? I complici di questa missione liberatrice, che sono 
quaranta come nella novella di Alì Babà, fanno parte di un coro in cui 
abbondano i violatori dei diritti umani e le dittature belle e buone. E da 
dove è partita la crociata? Dove erano ubicate la basi militari degli Stati 
Uniti? Basta dare un´occhiata alla mappa: quelle monarchie del petrolio, 
inventate dalle potenze militari, assomigliano tanto alla democrazia quanto 
Bush a Gandhi.



***



Si tratta di un´alleanza a due. Uno in crescita, l´impero di oggi, l´altro 
che declina, l´impero di ieri. Il resto serve il caffè e aspetta la mancia.

Questa alleanza a due per la libertà del petrolio, che l´Iraq ha 
nazionalizzato, non ha niente di nuovo.

Nel 1953, quando l´Iran aveva annunciato la nazionalizzazione del petrolio, 
Washington e Londra risposero organizzando, insieme, un colpo di Stato. Il 
mondo libero minacciato fece scorrere il sangue e lo scià Pahlevi, astro 
dei rotocalchi, divenne il carceriere dell´Iran per un quarto di secolo.

Nel 1965, quando l´Indonesia annunciò la nazionalizzazione del petrolio, 
ancora una volta Washington e Londra risposero insieme organizzando un 
colpo di Stato. Il mondo libero minacciato installò la dittatura del 
generale Suharto su un cumulo di cadaveri. Mezzo milione, stando ai calcoli 
che si fermano alla cifra più bassa. Da ogni albero pendeva un impiccato. 
Tutti comunisti, spiegava Suharto. E continuò ad uccidere. Gli era rimasto 
il tic. Nel 1975, qualche ora dopo la visita del presidente Gerald Ford, 
invase Timor Est e assassinò un terzo della popolazione. Nel 1991 uccise, 
sempre a Timor, qualche altro migliaio di persone. Dieci risoluzioni 
dell´Onu obbligavano Suharto al ritiro "immediato" da Timor Est. E lui, 
regolarmente sordo. Nessuno lo ha bombardato per questo, né l´Onu ha 
decretato l´embargo universale.



***



Nel 1994, John Pilger ha visitato Timor Est. Dovunque volgesse lo sguardo, 
ai campi, ai monti, alle strade, vedeva soltanto croci. L´isola, tutta 
piena di croci, era un grande cimitero. Nessuno si era interessato a quella 
carneficina.

Lo scorso anno, Ana Luisa Valdés è stata a Jenin, uno dei campi profughi 
palestinesi bombardati da Israele. Ha visto una immensa buca piena di 
cadaveri sepolti sotto le macerie. La buca di Jenin aveva la stessa 
dimensione di quella delle Torri Gemelle di New York. Ma chi la vedeva, a 
parte i sopravvissuti che rivoltavano le macerie in cerca dei loro cari? Le 
tragedie commuovono il mondo in modo direttamente proporzionale alla 
pubblicità che ottengono.



***



Ci sono giornalisti onesti, che raccontano la guerra dell´Iraq come la 
vedono. Alcuni hanno pagato con la vita. Ma ci sono giornalisti camuffati 
da soldati, che sembrano piuttosto soldati camuffati da giornalisti, che 
forniscono versioni adattate al gusto delle grandi catene della 
disinformazione globalizzata.

Carneficine in mercati zeppi di gente? Sono state le bombe irachene. Civili 
uccisi? Scudi umani usati dal dittatore. Città assediate senza acqua né 
cibo? L´invasione è una missione umanitaria. Qualche città ha resistito più 
del previsto? In televisione si sono arrese tutti i giorni.

Gli invasori sono eroi. Gli invasi che resistono sono strumenti della 
tirannide, accusati di difendersi. La maggioranza dei cittadini 
statunitensi è convinta che sia stato Saddam Hussein ad abbattere le Torri 
di New York. E crede inoltre, questa maggioranza, che il presidente faccia 
quel che fa per il bene dell´umanità e per ispirazione divina. I mezzi di 
comunicazione di massa smerciano certezze, e le certezze non hanno bisogno 
di prove. Ma il mondo è stufo che ancora una volta lo costringano ad 
ingoiare quotidianamente i rospi di questo menù.



***



Il paese dedito a bombardare gli altri paesi, che da anni e anni sta 
infliggendo al pianeta una incalcolabile quantità di 11 settembre, ha 
proclamato la terza Guerra mondiale infinita.

Il presidente che non è stato in Vietnam grazie a papà e che conosce solo 
le guerre holliwoodiane, manda ad uccidere e manda a morire.

Non in nostro nome, gridano i parenti delle vittime delle Torri.

Non in nostro nome, grida l´umanità

Non in mio nome, grida Dio. [Traduzione di Titti Pierini]




La redazione di Bandiera Rossa News
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