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nuovo editoriale di PeaceLink



Tom Hurndall e George Shultz, due umanità a confronto

Da che parte stare?

La scelta della pace e della solidarietà contro la scelta della guerra e 
dell'affarismo


Ancora un editoriale che non avremmo voluto scrivere, ancora un pacifista 
colpito dal fuoco israeliano. Tom Hurndall, inglese di 21 anni 
dell'International Solidarity Movement (ISM), stava aiutando dei bambini 
palestinesi ad attraversare la strada in una zona sotto il fuoco dei 
soldati a Rafah.
I medici dell'ospedale hanno detto che per lui non c'è più nulla da fare: è 
dichiarato "clinicamente morto".
Tom era impegnato contro la demolizione di case palestinesi, proprio come 
la pacifista americana Rachel Corrie, travolta e uccisa da una ruspa 
militare israeliana.
Qualche giorno fa a Jenin (Cisgiordania) altri due militanti pacifisti sono 
stati colpiti da soldati israeliani: un giovane americano è stato ferito 
gravemente al volto da un proiettile sparato da un blindato, mentre un 
danese è rimasto ferito in maniera lieve dopo essere stato colpito dai 
militari.

Mentre giovani americani e inglesi rischiano la vita per fare la guerra, 
questi giovani americani e inglesi rischiano la vita per fare la pace. E 
con loro vi sono altri pacifisti. Come la nostra amica F., anch'ella 
impegnata contro le ruspe israeliane.

Il New York Times, citato sul TG3 nell'edizione serale dell'11 aprile, ha 
fatto i nomi di chi in questa guerra irakena sta pianificando profitti 
sulla pelle di chi rischia la vita. Uno per tutti: George Shultz, ex 
segretario di Stato del governo americano. E' passato dalla politica al 
mondo degli affari. Questo "liberatore", così attivo nel ridare dignità e 
speranza a chi l'aveva perduta, nel 1988 dichiarò che non c'erano prove 
della responsabilità di Saddam Hussein nel bombardamento chimico della 
città curda di Halabja in cui trovarono la morte circa 5 mila civili 
inermi. Egli stesso si era adoperato a "convincere il National Security 
Council a vendere all'Iraq 10 elicotteri, ufficialmente destinati a 
"irrorare" le colture con diserbanti e insetticidi, ma in realtà impiegati 
per colpire la popolazione con i gas", scrive Achille Lodovisi su 
Guerre&Pace (novembre 2002).

Ora Shultz, mosso da un profondo senso di responsabilità verso il popolo 
irakeno, completa i suoi affari in Iraq già intrapresi nel 1988.

Ci sono due umanità che si confrontano in questo momento.
Noi scegliamo di stare con l'umanità sincera e coraggiosa di Tom Hurndall e 
Rachel Corrie.

Alessandro Marescotti