[Date Prev][Date Next][Thread Prev][Thread Next][Date Index][Thread Index]
nuovo editoriale di PeaceLink
- Subject: nuovo editoriale di PeaceLink
- From: Alessandro Marescotti <a.marescotti@peacelink.it>
- Date: Fri, 11 Apr 2003 22:54:45 +0200
Tom Hurndall e George Shultz, due umanità a confronto
Da che parte stare?
La scelta della pace e della solidarietà contro la scelta della guerra e
dell'affarismo
Ancora un editoriale che non avremmo voluto scrivere, ancora un pacifista
colpito dal fuoco israeliano. Tom Hurndall, inglese di 21 anni
dell'International Solidarity Movement (ISM), stava aiutando dei bambini
palestinesi ad attraversare la strada in una zona sotto il fuoco dei
soldati a Rafah.
I medici dell'ospedale hanno detto che per lui non c'è più nulla da fare: è
dichiarato "clinicamente morto".
Tom era impegnato contro la demolizione di case palestinesi, proprio come
la pacifista americana Rachel Corrie, travolta e uccisa da una ruspa
militare israeliana.
Qualche giorno fa a Jenin (Cisgiordania) altri due militanti pacifisti sono
stati colpiti da soldati israeliani: un giovane americano è stato ferito
gravemente al volto da un proiettile sparato da un blindato, mentre un
danese è rimasto ferito in maniera lieve dopo essere stato colpito dai
militari.
Mentre giovani americani e inglesi rischiano la vita per fare la guerra,
questi giovani americani e inglesi rischiano la vita per fare la pace. E
con loro vi sono altri pacifisti. Come la nostra amica F., anch'ella
impegnata contro le ruspe israeliane.
Il New York Times, citato sul TG3 nell'edizione serale dell'11 aprile, ha
fatto i nomi di chi in questa guerra irakena sta pianificando profitti
sulla pelle di chi rischia la vita. Uno per tutti: George Shultz, ex
segretario di Stato del governo americano. E' passato dalla politica al
mondo degli affari. Questo "liberatore", così attivo nel ridare dignità e
speranza a chi l'aveva perduta, nel 1988 dichiarò che non c'erano prove
della responsabilità di Saddam Hussein nel bombardamento chimico della
città curda di Halabja in cui trovarono la morte circa 5 mila civili
inermi. Egli stesso si era adoperato a "convincere il National Security
Council a vendere all'Iraq 10 elicotteri, ufficialmente destinati a
"irrorare" le colture con diserbanti e insetticidi, ma in realtà impiegati
per colpire la popolazione con i gas", scrive Achille Lodovisi su
Guerre&Pace (novembre 2002).
Ora Shultz, mosso da un profondo senso di responsabilità verso il popolo
irakeno, completa i suoi affari in Iraq già intrapresi nel 1988.
Ci sono due umanità che si confrontano in questo momento.
Noi scegliamo di stare con l'umanità sincera e coraggiosa di Tom Hurndall e
Rachel Corrie.
Alessandro Marescotti