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[Lettere.da.bagdad] tornato



31 Marzo
Amman

Ultime notizie

Spero che abbiate ricevuto l'ultima email dato che l'internet a Baghdad
non funzionava quasi piu' e holascio lamail nell'inbox.

Domenica siamo partiti i 5 per Amman, dal nostro sito, siamo arrivati
felicemente ieri notte, quindi la nostra esperienzasie' conclusa.

Nel mio caso sono partito per ragioni pratiche, se non avessi avuto moglie
filglia piccola sole e in necessita'economica, sarei restato un po'piu' a
lungo.

Altri hanno ritenuto che la mancanza di comunicazione, ormai quasi totale,
con il mondo esterno (internet telefoni) abbbia reso la loro presenza
superflua. Comunque eravamo tutti gia' da 5 o 6 settimane in Iraq.

La situazione sul mio sito si e' mantenuta tranquilla, la gente continua a
lavorare e a far funzionarel'impianto.
Purtroppo anche i bombardamenti continuano e continuano in maniera intensa
in varie ore del giorno e della notte con vari tipi misssili e bombe. In
generale li habbiamo sentiti in lontananza,soprattutto nellla zona
sudoccidentale di Baghdad, ma le ulttime 3 notti siamo stati risvegliati,
tra le 2 e le 4 di notte, da esplosioni molto forti nelle nostre
vicinanze, si sono anche rotti i vetri di alcune finestre degli uffici
adiacenti a noi.

Lungo la strada di ritorno abbiamo incontrato, a 2 ore e un quarto da
Baghdad, un postodi controllo di soldati
delle forze di invasione. All' inizio pensavamoch fossero iracheni, ma
quando abbiamo visto un avanzato fucile puntato contro di noi auna
distanza dica 20 metri abbiamo capito chi erano....

C'erano 20, 30 soldati, armati di tutto punto e con tre veicoli corazzati.
Donna, la ragazza australiana che era con noi, ha subito riconosciuto i
soldati, erano (almeno alcuni) australiani, infatti, afiffernza
degliamericani edei britannici, portavano i capelli lunghi. Secondo Donna
i soldati australiani sono meno aggressivi degli americani
e meno abituati ad invadere altri paesi.
Noi abbiamo potuto passare senza troppi problemi, semplicemente ci hanno
fatto uscire e hanno dato un'occhiata al nostro veicolo. Alcuni
giornalisti francesi pero' sono stati fatti stendere sull'asfalto con il
fucile puntato, uno di loro aveva osato prendere una fotodi un soldato che
puntava la suaarmasu di un vecchio iracheno in ginocchio con le mani
alzate e un'espressione implorante,  un altro iracheno giaceva a terra
sormontato da un soldato....il rullino e' stato cancellato.
I soldati stavano nelle vicinanze di un ponte bombardato, abbiamo anche
visto un'automobile e un veicolo della Mezzaluna Rossa (la Croce Rossa dei
paesi mussulmani) completamente distrutti.

Piu' avanti ci siamo fermati per fare rifornimento, ma la stazione di
servizio era deserta. Infatti le case intorno erano state bombardate
insieme i botteghini dove si vende datteri e frutta, un camion ed un
furgoncino....uno scenario desolato e inquietante, pensate a chi si
trovava li'.. Ho preso in fretta alcune foto.

Complessivamente ho contato lungo la strada 4 camions, 7 auto, 2
furgoncini e un autobus completamente distrutti, solo un camion era
veicolo militare... Tutti i veicoli, tranne uno erano sulla strada verso
Bagdad.
Stamattina da Amman ho visto un autobus di linea, pieno di gente e di
bagagli, che partiva per Bagdad, c'erano anche vari cameramen che lo
riprendevano, ho pensato all'autobus bombardato... era anch'esso un
autobus di linea pieno di gente...

E' strano ritrovarsi ad Amman, una citta' dovele strade sono piene di
gente, di movimento, di traffico, dove la notte non si sentono le bombe
cadere, improvvisamente si riscopre la differenza fra la vita 'normale' e
la vita sotto la guerra, ma basta lo sbattere violento di una porta a
farmi sussultare...

Mi sento felice e orgoglioso di questa esperienza, ma anche triste perche'
la guerra ed i bombardamenti  continuano, penso a i miei compagni che sono
restati e agli iracheni, i quali non hanno, come noi, la possibilita' di
andarsene. Penso a tute le famiglie che vivono quotidianamente sotto le
bombe, cosa fareste se fossero i vostri figli, i vostri familiari a
trovarsi in questa situazione?
Gli Iracheni non hanno scelta, e' i lloro paese, si difendono come
possono.

Gli Americani non hanno niente a che vedere con l'Iraq, non sono della
regione, non parlano la lingua, provengono da una sfera culturale
completamente diversa, che vogliono in Iraq? Il petrolio glielo possiamo
vendere in accordo alle normali leggi commeciali..Questo e' probabilmente
il sentimento che si ritrova un po'ovunque

Nonostante tutto la vita continua, anche in Iraq, anche a Baghdad, la
gente sfida le bombe, che non si sa mai quando cadano ne' dove cadano, la
vita deve prevalere sulla logica della distruzione e della sopraffazione,
la vita deve continuare...

Sto aspettando ora una telefonata dalla RAI, mi hanno invitato al
programma 'Porta a porta', quindi mi rechero' a Roma prima di tornare a
casa.


Ancora un po'sfasato,
salutoni e continuiamo insieme a fermare questa follia chiamata 'guerra'

gianni






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