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Report secondo seminario. Difendere l'acqua, popoli in lotta inItalia e nel mondo
1° Forum alternativo dell'acqua
Firenze 21-22 Marzo 2003
Difendere l'acqua: popoli in lotta in Italia e nel mondo
I lavori del
secondo
seminario del Forum Alternativo dell'Acqua
Firenze 20 marzo - Un altro modo di gestire e consumare l'acqua è
necessario: solo cosi si potrà impedire il tracollo idrico del pianeta e
fermarne la deriva ecologica. E' questo l'allarme lanciato dal Forum
Alternativo sull'Acqua di Firenze nel seminario di lavoro "Acqua e
ambiente: per un altro modo di produrre, di consumare e di gestire il
territorio".
"Quando si parla di emergenza acqua si pensa che il problema consista
nella mancanza di questa risorsa", spiega Wolfgang Sachs, ricercatore
presso il Wuppertal Institut per il clima l'ambiente e l'energia in
Germania, tra i coordinatori del workshop insieme a Gianni Fabbris
(Altragricoltura), Francesco Ferrante (Legambiente) Serge Roy (Associazione
Acqua Quebec). "In realtà - spiega Sachs - si deve parlare di una scarsità
prodotta dall''uomo. Basta pensare, ad esempio, che solo fino a 30 anni fa
il fiume di Nuova Delhi era quotidianamente usato per lavarsi e cucinare
mentre oggi e' ridotto ad una vera e propria cloaca."
Poiché l'acqua e un diritto per tutti dobbiamo ripensare i modi con cui
viene consumata, e la parola d''ordine è pianificazione e ottimizzazione.
"In Italia si è imposta la concezione dell'acqua come una merce che si puo
produrre in base alla richiesta - sottolinea nel suo intervento Lucia
Venturi di Legambiente - seguendo questa logica si può quindi pensare di
togliere l'acqua a chi ne ha e non la usa per portarla dove non c'è. Il
nostro obiettivo è capovolgere tutto ciò e passare dalla gestione e
pianificazione della domanda, alla gestione e pianificazione dell'offerta".
"C'è un nesso strettissimo tra quelli che definiamo cambiamenti climatici,
che mettono in pericolo anche le risorse acquifere e la salubrità delle
acque, e la povertà dilagante del Sud del mondo - chiarisce ancora
Francesco Ferrante, direttore generale di Legambiente - Gli interventi
apportati dall'uomo sull'ambiente determinano lo sfruttamento delle risorse
in base alle necessità umane. E' necessario ribaltare questa pericolosa
equazione considerando la risorsa idrica disponibile per pianificarne un
utilizzo più oculato".
Amref, ong africana attiva anche nel nostro Paese, testimonia infatti che
non è sufficiente realizzare infrastrutture idriche nei Paesi più poveri,
per risolvere il problema dell'accesso all'acqua. "Per garantire il
successo dei progetti idrici - assicura l'ingegnere idrico ugandese di
Amref Mwtalib Walude - è necessario assicurare la loro sostenibilità,
attraverso il pieno coinvolgimento delle comunità locali, il decentramento
e il rafforzamento delle capacità locali di gestione della risorsa".
L'allarme ecologico per la spregiudicata "dominazione umana delle risorse
del pianeta" arriva anche da parte di Gianfranco Bologna, segretario
aggiunto del Wwf Italia: "Per risolvere la sete del pianeta gli sforzi
vanno concentrati sui 261 bacini idrici che attraversano i diversi Paesi
per fare in modo che entro il 2010 i 250 milioni di ettari di ecosistemi di
acqua dolce siano protetti e ben gestiti in modo concretamente sostenibile.
E purtroppo i segnali che arrivano dal forum di Kyoto sono da questo opunto
di vista estremamente preoccupanti''
Ma se le grandi istituzioni non riescono a proteggere l'oro blu del 21esimo
secolo, si fanno sempre più frequenti le mobilitazioni dei cittadini. In
Spagna, racconta Fernando Prieto, del dipartimento di Ecologia
dell'Universidad dí Alcalá di Henares "Oltre 50mila persone hanno
manifestato, da Madrid a Barcellona a Valencia, contro il progetto
governativo di cemintificazione del fiume Ebro". E il conflitto c'è già
anche in casa nostra, come testimonia l'intervento al seminario di un
cittadino di Signa, piccolo comune vicino a Firenze, che da oltre
trent'anni, insieme ad un gruppo di agricoltori, si batte per salvaguardare
la falda acquifera dei Renai: "La battaglia dell'acqua, come è stata
definita più volte oggi, non si combatte solo nei Paesi più poveri del
mondo ma anche ad un tiro di schioppo da qui''.
UFFICIO STAMPA
Monica Di Sisto: 335/8426752 - ufficiostampa@cipsi.it
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