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[Lettere.da.bagdad] report6



Baghdad 18-03-03

Non so se sto mettendo in atto una forte difesa, ma ho avuto notizia
poch'anzi che Bush ha dato l'ultimatumdi 48 ore a che Saddam lasci il paese
e tradotto in altri termini mancano due giorni all'attacco; istintivamente
ho preso il blok notes e sto scrivendo alla mailing list. Sono convinto
della scelta di restare, ovviamente non sul sito della raffineria, ma in un
luogo piu' sicuro; evidentemente se vi scrivo e' perche' la testa ha bisogno
di essere li da voi. Vorrei comunque tranquillizzarvi, semmai foste
preoccupati per me, comunicandovi che poco prima dell'attacco mi trasferiro'
in una stanza d'albergo dove alloggiano tutti I giornalisti, zona quindi
ritenute sicura.
Un margine di rischio e' assolutamente innegabile tenuto conto che I
giornalisti di guerra sono a tutti gli effetti scudi umani; questo e'
proprio parte della loro deomtologia professionale. Essere nel centro di un
conflitto, fuori dale parti, testimony degli accadimenti e, soprettutto,
voce di un contesto che nella maggior parte dei casi e' terra di nessuno.
I giornalisti di guerra sono consapevoli del loro status, e' pur vero che il
loro ruolo e' riconosciuto da tutti ed e' chiaro, mentre gli human shields
new generation devono trovarsi una collocazione e/o le parti devono tentare
di trovargliela; rimane il fatto che e' piu' destabilizzante e quindi forse
piu' efficace se gli scudi umani non permettono a terzi di trovargli una
collocazione sulla scacchiera politica.

Ho ritrovato degli appunti di alcuni giorni fa, puo' essere che quello che
sto per scrivere io l'abbia gia' scritto in un report precedente.
Ricollegandomi alle 48 ore affinche' il rais lasci il paese, noi occidentali
speriamo ed implicitamente chiediamo al popolo iracheno di ribellarsi e di
abbattere Saddam, proprio ora che e' nel pieno della sua potenza e
popolarita', con un esercito di uo,imi e di armi di un discreto valore o
comunque sufficiente per reprimere qualsiasi rivolta interna.
Il mondo occidentale, nella sua grandiose civilta' (e lo dico con la massima
ironia che mi e' possible), si trova nella medesima situazione in cui
miliardi di persone sono contro la guerra con una stima che va dal 65%
all'80% eppure non si riesce a destituire un pazzo criminale ed un manipolo
di squilibrati che controllano mercato economico e armi. E' un discorso un
po' rivoluzionario, ma e' vero!


Prendo un po' di spazio per me:
Vorrei ringraziarvi molto, vi sento molto vicino e mi dispiace se vi state
preoccupando per me. Sappiate che per il mio modo di funzionare (egocentrico
ed egoista) non faccio nulla per non ricevere nulla. Io sto ricevendo molto
e se devo realmente pensare e dire cosa sto effettivamente dando non trovo
gran che.
Mi ritrovo per l'emmesima volta in una situazione alla Forrest Gump dove
tutto il mondo intorno a me sta montando un'impalcatura gigantesca senza che
effettivamente ci sia gran che a farla reggere.
Un giorno in India incontrai una ragazza spagnola e lei distingueva le
persone in due categorie, I takers cioe' coloro che prendono ed I givers
coloro che danno. Tutti siamo l'uno e l'altro, pero' ci sono I personaggi
che sono agli estremi; incontrare uno che prende solamente e' molto
pericoloso perche' ti sfrutta e ti risucchia come una sanguisuga attaccata
al tuo collo (mi piace tradurre letteralmente takers con prenditori ed il
gioco di parole e' evidente im-prenditori). Incontrare un giver e' colui che
dispensa amore assolutamente in modo incondizionato.
L'equilibrio od il disequilibrio non e' altro che il concetto di karma. La
mia situazione personale e' che io nella vita credo di aver preso molto,
quasi sempre a dire il vero (mi chiamano ironicamente) zecca e sto
contimuando a prendere; dovrei imparare a dare e spero di impararlo in queta
vita perche' credo che sia proprio bello e santo.

Con questa predica sono riuscito ancora una volte a prendere da voi, il
vostro tempo, la vostra attenzione e chissa cos'altro.

Vi rubo ancora un piccolo spazio per dirvi che oggi la citta' funzionava al
20%, la gente si sta chiudendo in se stessa. Un giornalista di guerra
francese mi diceva che la gente in una situazione cosi vuole trascorrere il
tempo con I propri cari, con la famiglia, perche' il futuro non portera'
certo buone cose anzi la certezza e' che sera' tutto molto difficile. La
vita cambiera' completemente e cio' che io posso solo immaginare loro
l'hanno veramente gia' vissuto.
Oggi e' stata una giornata di attesa e come sempre e' difficile esprimere
uno stato d'animo. Il rapporto con le persone e gia' da ora diverso,
sentiamo di essere vicini e complici in un pezzo di vita, ma nello sguardo
c'e qualcosa di magico che dice che saremo solidali nelle difficolta'
future.

Ora vi saluto e spero che riusciate a capire quello che ho scritto e che
ovviamente non rileggero'

Invio un saluto speciale ad ALESSIA
Saluto e ringrazio tutti quanti; mi sono esaltato leggendo quello che avete
fatto Domenica alla manifestazione in citta' alta. Grazie di cuore.
Gli iracheni sono grandi, non si meritano tutto questo.

alfredo


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