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disarmiamo exa 2003



APPELLO

CAMPAGNA DISARMIAMO EXA 2003
UNA CITTÁ SICURA SENZA ARMI
UNA CITTÁ SI CURA CON LA SOLIDARIETÁ, LA GIUSTIZIA SOCIALE,

LA REDISTRIBUZIONE DELLA RICCHEZZA, L'ACCOGLIENZA, DIRITTI EGUALI PER
TUTTI/E

BRESCIA, 12 - 15 APRILE 2003


    Quest'anno, dal 12 al 15 aprile, Brescia ospita la ventiduesima edizione
di EXA, uno degli appuntamenti espositivi più importanti per le maggiori
aziende produttrici di armi leggere e di piccolo calibro a livello mondiale.
 Secondo la pubblicistica degli organizzatori l'esposizione promuove l'uso
delle "armi sportive e dell'outdoor". In realtà l'esposizione è ampliata
alle armi da difesa personale (pistole e revolver in grande quantità),
articoli antisommossa per le polizie di tutto il mondo (compresi manganelli,
gas lacrimogeni, bersagli in forma di sagome umane, abbigliamento per corpi
speciali) e fucili Sniper (quelli usati dai cecchini che mirano obbiettivi
umani), armi che pur non essendo classificate "da guerra", per la legge
italiana, sono state vendute illegalmente (spesso sotto la copertura del
commercio legale, come ci ha ricordato Mons. R. Martino, rappresentante
della Santa Sede all'Onu, nel suo intervento alla 56ma Sessione Generale
dell'Onu dell'ottobre 2001) e usate nell'ultimo decennio nei conflitti che
hanno insanguinato grandi aree del pianeta.
 Un'EXA cosiffatta finisce per promuovere non l'attività sportiva ma l'idea
di un mondo armato, di una società in cui il ricorso alle armi è diventato
una faccenda banale, cosa di tutti i giorni ed alla portata di tutti/e. Una
mostra che nelle giornate aperte al pubblico viene infatti visitata da
migliaia di semplici cittadini/e, tra cui molti ragazze/i, tante/i delle/i
quali minori.
 La società che trascolora da quella rassegna è quella nella quale la
sicurezza viene affidata alle forze speciali, alle polizie d'ogni ordine e
grado e infine al "fai da te", come molte forze politiche - anche
governative - propugnano da tempo e che anche l'attuale ministro alla
Difesa, On. Martino, ha recentemente ha auspicato, proponendo una modifica
della legge sul porto d'armi nel nostro paese. Una società in preda alla
paura, che alimenta e promuove una inaccettabile cultura, con un unico
strumento a sua disposizione: la violenza!
 Quest'estate il Brescia Social Forum, assieme a numerose associazioni e
organizzazioni cittadine, laiche e religiose, ha sostenuto una iniziativa
per richiedere la modifica del regolamento di Exa 2003. L'appello
sottoscritto formulava, agli organizzatori della rassegna, una semplice
richiesta: esponete esclusivamente ciò che effettivamente viene promosso nel
vostro marchio pubblicitario, "armi sportive e da caccia". Eliminate dal
campionario in mostra tutte le armi da difesa personale e ad uso di corpi
speciali e polizie! Ma anche su questo terreno, quello - minimale - della
stretta coerenza con quanto dichiarato dagli organizzatori stessi nel
marchio pubblicitario della mostra, non c'è stato nulla da fare: le armi
leggere sono - tutte! - un prodotto come un altro. La ricerca del profitto
non si pone problemi etici, non guarda in faccia a nessuno. Il nostro
appello è stato respinto.
 Il parlamento italiano sta chiudendo in questi giorni la discussione sulle
modifiche alla legge 185 sul controllo e la limitazione del commercio di
armi. Scopo evidente delle proposte di modifica è rendere molto più
permissiva la normativa vigente. E' a nostro avviso di grande importanza
dare sostegno alle campagne in atto nel Paese a difesa della legge 185/90.
 Disarmare Exa significa anche denunciare la finanza armata: le connessioni
tra finanza ufficiale e paradisi fiscali, le banche che finanziano il
traffico internazionale di armi, gli Stati che destinano quote importanti
del loro P.I.L. alle spese militari, sottraendole alla spesa sociale; le
lobbies e i potentati che influenzano scelte politiche, gravide di effetti
distruttivi nel mondo.
 Nell'ultimo decennio due milioni e mezzo di bambini/e sono stati uccisi/e
in conflitti dove sono state usate armi leggere e cinque milioni sono
diventati/e disabili. Si stima che soltanto in Afghanistan vi siano circa
dieci milioni di armi di piccolo calibro; sette milioni in Africa
Occidentale, circa due milioni in America Centrale. Nei moltissimi conflitti
scoppiati nell'ultimo decennio circa la metà delle armi complessive
utilizzate per le operazioni di guerra sono delle tipologie prodotte dalle
aziende che espongono ad Exa. Oggi nel mondo circolano cinquecentocinquanta
milioni di armi leggere oltre a quelle usate da polizie ed eserciti.
 Nel luglio 2001 il Segretario Generale dell'O.N.U. Kofhi Annan, ha definito
le armi leggere e di piccolo calibro, "armi di distruzione di massa".
 L'Italia è il terzo Paese produttore mondiale di armi leggere. Circa l'90%
delle armi leggere prodotte in Italia viene da Brescia. Crediamo sia venuto
il momento di avviare una riflessione profonda sulla produzione e il
commercio dei sistemi d'arma.
 Al termine della campagna che abbiamo intrapreso nel 2002 è stato avviato
un percorso per la costruzione di un osservatorio permanente sulle armi
leggere (OPAL) attraverso il quale monitorare e studiare la produzione e il
commercio in quel settore, ma anche per riaprire la prospettiva - complessa
e di lungo periodo, ma certo praticabile e ineludibile - della riconversione
dell'industria armiera di natura bellica a produzioni civili, garantendo
reddito e occupazione ai lavoratori. Considerato anche che negli ultimi 10
anni si è ridotta l'occupazione nel settore armiero bresciano di oltre il
50%. Oltre 3000 addetti in meno a fronte di un aumento di produzione e di
profitto aziendale. La delocalizzazione, uno dei tanti frutti amari della
globalizzazione neoliberista, ha investito anche questo settore. Crediamo
quindi sia interesse anche dei lavoratori, delle lavoratrci e delle loro
famiglie iniziare a interrogarsi sul complesso di questo sistema produttivo.
 Opporsi ad EXA significa anche dire un no concreto e forte a tutte le
guerre, un no concreto e forte alla guerra minacciata all'Irak dalla
coalizione guidata dagli Stati Uniti d'America. Un'avventura catastrofica
cui anche il nostro governo si è accodato con solerzia, in violazione
dell'articolo 11 della Costituzione repubblicana ("L'Italia ripudia la
guerra come strumento di risoluzione delle controversie internazionali").
Una guerra per garantire non la sicurezza comune, né la lotta al terrorismo,
bensì il dominio imperiale di pochi ricchi sulle più importanti risorse del
pianeta. Oggi per il petrolio, domani per l'acqua. Un conflitto che
inaugurerebbe la Guerra Preventiva di Bush, vera e propria aberrazione,
svolta di civiltà verso la catastrofe del diritto e della convivenza
internazionale.
 Per queste ragioni facciamo appello a tutte le realtà associative,
politiche, sindacali, ai singoli cittadini/e, perché manifestino in mille
forme pacifiche e chiare l'opposizione alla produzione, alla promozione e
alla diffusione di armi per la difesa personale, per la repressione violenta
della libertà di pensiero e di manifestazione e per l'uso bellico.
Esprimiamo con la più grande varietà di iniziative, attraverso la
sensibilità e la storia di ognuna/o, la volontà e l'auspicio per la
costruzione di un mondo senza armi. Esprimiamo insieme la volontà di pace e
giustizia proprie di grandissima parte della società civile di Brescia e del
Paese.


 A Brescia, il 12 e il 15 aprile 2003, in concomitanza con l'esposizione di
EXA.

 Le adesioni all'appello, che possono essere tanto a titolo personale quanto
a nome di realtà collettive, devono essere inviate via mail a
bsf@bresciasocialforum.org