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Newsletter II, n.2
Movimento di Cunegonda
L'occhio critico sui consumi
<http://www.cunegonda.info>
Anno 2, numero 2, 28 febbraio 2003
inviata a 5387 iscritti
IN QUESTO NUMERO
- NUOVA FORMA ALLA NEWSLETTER DI CUNEGONDA
- LA STORIA SIAMO NOI
- ETIOPIA. LA NESTLE' FA MARCIA INDIETRO
- RC AUTO. I CONSUMATORI "DENUNCIANO" IL GOVERNO
- RAI. CHI VIENE E CHI VA
- CONSULENTE NATO FA CAUSA A PEACELINK
- SCRITTI CORSARI. LO SGUARDO DI PASOLINI SULLA PUBBLICITA'
- FRATE SCIROPPO. LA FIGURA DEL MONACO IN PUBBLICITA'
- RISPARMIARE ACQUA. FINO AL 50% CON I RIDUTTORI
- NON PAGHIAMO IL CANONE AL MONOPOLIO DELL'INFORMAZIONE TELEVISIVA
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NUOVA FORMA ALLA NEWSLETTER DI CUNEGONDA
Come avrete notato, da questo numero la newsletter di Cunegonda cambia
volto. Non più figure e colori, ma solo testo. Abbiamo preso questa
decisione in conseguenza del fatto che molti iscritti alla newsletter
utilizzano programmi come Eudora o Outlook che di fatto non erano in grado
di leggere correttamente la precedente versione della newsletter. Anche la
nostra newsletter si è fatta un po' più democratica...
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LA STORIA SIAMO NOI
Centodieci milioni di persone sono scese in strada, in tutto il mondo, per
dire no alla guerra contro l'Iraq. Ma cosa sta succedendo in questo mondo?
Mentre la globalizzazione economica viene apologeticamente presentata come
la realizzazione hegeliana dello spirito del tempo, con tutte le sue
conseguenze sui diritti fondamentali dell'uomo, sull'ambiente e sulle
aspettative di vita di miliardi di persone, contemporaneamente si sta
realizzando un'altra globalizzazione, che è quella del sentire comune di un
popolo planetario che si è incaricato spontaneamente di una missione
importantissima e fondamentale per i destini dell'intera umanità: fare
sopravvivere l'utopia di un mondo più giusto e più libero.
Il 15 febbraio 2003 sarà ricordato come una data storica, per almeno due
motivi. Non solo perché si è realizzata una mobilitazione planetaria a
favore della pace - e contro, diciamo noi, una certa idea aggressiva e
arrogante di politica estera -, ma anche perché questa mobilitazione avrà
impedito una guerra, avrà salvato migliaia di vite umane, avrà evitato di
aggiungere sui nostri libri di storia l'aberrante concetto di "guerra
preventiva". E questo nella Storia non era mai successo.
La guerra infatti non ci sarà, e questo grazie alla nostra voce, alla voce
di tutti coloro che erano in strada a manifestare, e di tutti gli altri che
li sostenevano moralmente, magari esponendo bandiere ai balconi. Di fronte
a questo fatto epocale avremo anche la possibilità di sapere con certezza
chi è Bush. Se è un capo di stato, avrà già compreso che una guerra contro
l'Iraq non è più possibile, perché minerebbe alle fondamenta l'immagine
internazionale degli Stati Uniti, le sue sorti economiche, il suo sviluppo
futuro. Non dimentichiamoci, infatti, le conseguenze economiche di una
"antipatia" dei consumatori di tutto il pianeta per il gigante economico
statunitense. Non dimentichiamoci cosa significherebbe per gli Stati Uniti
opporsi e contrapporsi alla volontà delle Nazioni Unite. Ma se Bush è un
folle, allora darà l'ordine di invadere l'Iraq, di occuparlo, di
impadronirsi dei suoi pozzi petroliferi, decretando tuttavia l'isolamento
internazionale degli Stati Uniti. Bu!
sh non è un folle, ed è per questo che possiamo esserne certi: la guerra
contro l'Iraq non ci sarà.
C'è chi sostiene che la Storia la fanno le grandi personalità. Può darsi.
Ma il 15 febbraio la Storia eravamo noi, grandi donne e grandi uomini scesi
in strada per incarnare il principio della non violenza come possibile
motore virtuoso della Storia. C'è anche chi sostiene che la Storia
dimentica in fretta i piccoli uomini, i mediocri, gli opportunisti. E forse
questo è vero. Chi si ricorderà, infatti, di un piccolo uomo che chiuso nel
suo tragicomico ufficio-bunker ha negato con ostinazione la diretta
televisiva a un avvenimento che ha cambiato il corso della Storia?
Per concludere, ci pare doveroso sottolineare che proprio da un quotidiano
statunitense è giunto uno dei commenti più significativi sulla
manifestazione del 15 febbraio: "The fracturing of the Western alliance
over Iraq and the huge antiwar demonstrations around the world this weekend
are reminders that there may still be two superpowers on the planet: the
United States and world public opinion. " The New York Times, 16/02/2003.
[Redazione Cunegonda]
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ETIOPIA. LA NESTLE' FA MARCIA INDIETRO
Era stata presentata come "una questione di principio", ma sarebbe stata
piuttosto una scandalosa mancanza di pietà verso uno dei paesi più poveri
del mondo. La Nestlè, multinazionale elvetica il cui fatturato annuo si
aggira attorno ai 100 miliardi di euro, aveva infatti preteso dall'Etiopia
un risarcimento di 6 milioni di dollari per un fatto verificatosi
addirittura 28 anni fa.
Nel lontano '75 l'allora regime militare etiopico, frutto di un colpo di
stato, espropriò uno stabilimento alimentare di proprietà di un gruppo
tedesco (rilevato anni dopo proprio dalla Nestlè) e lo nazionalizzò, per
poi rivenderlo a privati; nel 2001, quindi, tramite la Banca Mondiale, la
Nestlè ritenne opportuno richiedere un indennizzo al poverissimo Paese
africano, tentando di giustificare proprio con la "questione di
correttezza" il carattere evidentemente scandaloso e quasi grottesco della
richiesta.
E' di scandalo che si parla, certo. Non solo perché i fatti risalgono a
moltissimi anni fa - tanto più che la fabbrica contesa non apparteneva
neanche alla multinazionale svizzera -, ma anche, e soprattutto, perché è
evidente la situazione di drammatico squilibrio tra le parti. Le vendite
annuali della Nestlè fruttano 8 volte l'intero PIL dell'Etiopia, mentre nel
Paese africano si vive con meno di 2 dollari a testa al giorno, 11 milioni
di persone sono sottonutrite, e la recente siccità, unita al crollo del
prezzo del caffè, sta causando una spaventosa carestia.
In considerazione di tutto questo, ben 40000 lettere di protesta sono state
inviate da tutto il mondo alla multinazionale alimentare, annunciando tra
l'altro un preciso impegno al boicottaggio dei suoi prodotti fino a
ravvedimento avvenuto. E sembra prorio che la mobilitazione civile abbia
sortito i suoi effetti: il contenzioso, infatti, si è risolto
ragionevolmente bene, con l'indennizzo sceso a 1,5 milioni di dollari e
l'impegno della Nestlè ad utilizzarlo per combattere la carestia che
attanaglia l'Etiopia.
C'è ora solo da augurarsi che quello che appare un gesto nobile non si
riveli l'ennesima intrusione occidentale nel Sud del mondo a scopo
prettamente di lucro, sulla scia di quello che proprio la Nestlè fa ormai
da anni tra i paesi africani, promovendo, ad esempio, l'uso di latte in
polvere per i neonati e contravvenendo così ad un espresso divieto
promulgato dall'OMS. A questo proposito, basta l'amara constatazione del
premio Nobel Dario Fo: "Hanno compiuto una strage infame dicendo che
andavano a salvare l'umanità. Ma sono andati solo per interesse di mercato".
[Ilenia, Redazione Cunegonda]
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RC AUTO. I CONSUMATORI "DENUNCIANO" IL GOVERNO
Il Governo italiano si è guadagnato un'altra denuncia, e questa volta in
merito alla vicenda della truffa perpetrata dalle 17 compagnie assicurative
denunciate dall'Antitrust. Sono state le associazioni Adusbef, Adoc,
Codacons e Federconsumatori a invocare un arbitrato presso la Corte europea
dei diritti dell'uomo. Il nostro Governo ha infatti emanato un decreto,
definito da qualcuno "salva compagnie", che permetterebbe alle
assicurazioni colpevoli di frode di non restituire il maltolto a noi
cittadini. Questa azione violerebbe l'articolo 6 della convenzione sui
diritti dell'uomo.
Ci sembra a questo proposito assai significativo il commento di Anna
Bartolini, rappresentante italiana nel Consiglio dei consumatori
dell'Unione Europea, che durante la trasmissione "Quelli che il calcio" di
domenica 9 gennaio si è espressa con le testuali parole: "Del resto si sa
di chi sono le assicurazioni, sono di un signore che possiede tante
televisioni". I consumatori non si danno per vinti e sono in preparazione
nuove iniziative di protesta: le compagnie sono state condannate e pertanto
hanno l'obbligo di risarcire il denaro sottratto con pratiche fraudolente a
noi cittadini.
[Redazione Cunegonda]
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RAI. CHI VIENE E CHI VA
Il Cda Rai se ne sta andando, o almeno quello che ne era rimasto, ma
intanto altre novità si stanno preparando. Il primo ritorno eccellente
sembrerebbe essere quello di Fabio Fazio alle prese con le previsioni del
tempo... sì, avete letto bene. Dall'11 aprile sulla terza rete condurrà una
breve striscia intitolata "Che tempo che fa": collegamenti per vedere che
tempo fa in giro per il mondo, così, senza pretese scientifiche, ma solo
per il gusto di viaggiare con la fantasia.
Ma ci sarebbero novità in vista anche per Michele Santoro, già, proprio
lui. Sarebbe allo studio la possibilità di rimettere in onda Sciuscià,
magari in seconda serata sulla terza rete. Buona volontà da parte
dell'Azienda? Reinterpretazione più temperata del famoso dictat bulgaro di
Berlusconi? Non sembrerebbe. Il ritorno di Santoro in video sarebbe
piuttosto dovuto alla recente sentenza del Tribunale del lavoro che ha
imposto alla Rai di riassumerlo.
E chi se ne va? Frizzi e la D'Eusanio. Ma i più maliziosi sostengono per
ragioni opposte. Frizzi sembra in partenza per Canale 5, ma forse lo
storico conduttore Rai non lascia dietro di sé grandi fette di audience.
Sarebbe piuttosto la D'Eusanio a provocare un danno alla Rai andandosene.
Infatti la sua trasmissione ""Al posto tuo""- coacervo di banali volgarità
e di volgari banalità - pare abbia molto successo, almeno nella stessa
misura dell'altro coacervo di insignificanti e sterili pettegolezzi, ,
quello della Maria De Filippi nella stessa fascia oraria. La Rai che fa
concorrenza a Mediaset? Che non se ne parli nemmeno.
[Redazione Cunegonda]
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CONSULENTE NATO FA CAUSA A PEACELINK
Peacelink, l'associazione indipendente che ormai dal '91 è impegnata nel
diffondere in rete informazioni su ambiente, pace e diritti umani, rischia
seriamente il fallimento. L'associazione è stata infatti citata per danni
per aver riprodotto fedelmente il testo e i nomi dei 68 firmatari di un
"Manifesto per un forum ambientalista", già presente nel web sul sito di
Rifondazione Comunista (fonte espressamente citata). Tutto questo avveniva
nel febbraio 2000.
A ben tre anni di distanza dalla pubblicazione e senza alcun contatto o
diffida preliminari, è giunto a Peacelink un atto di citazione.
Protagonista dell'accusa un consulente della Nato per le questioni
ambientali, citato tra i firmatari, ma che nega di aver mai sottoscritto il
documento e che, ritenendosi danneggiato nella sua "professionalità,
immagine e carriera", esige un risarcimento di ben 50000 euro
La "colpa" del sito sarebbe stata quella di non aver verificato l'effettiva
adesione dei 68 firmatari, riportando semplicemente i nomi già pubblicati
altrove, ma Peacelink si difende sottolineando l'impossibilità di un tale
controllo e lancia l'allarme per tutti quei siti che si occupano di
informazione sociale: se il caso si chiudesse con una condanna, "verrebbe
imposto un irrealizzabile principio di controllo totale dei testi e
un'improbabile verifica di ogni parola, di ogni nome e cognome dei tanti
appelli che circolano in rete".
La prima udienza del processo si è tenuta il 18 febbraio 2003. Nel
frattempo Peacelink chiede a quanti vorranno farlo di inviarle un messaggio
di solidarietà, ma anche dei contributi per le spese legali, tramite mail
all'indirizzo info@peacelink.it, via fax al numero 1782279059, o per posta
a PeaceLink - C.P. 2009 - 74100 Taranto. Ecco anche il link al sito:
<http://www.peacelink.it/emergenza>.
[Ilenia, Redazione Cunegonda]
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SCRITTI CORSARI. LO SGUARDO DI PASOLINI SULLA PUBBLICITA'
C'è una campagna nella storia della pubblicità che ha segnato una svolta
nel codice della comunicazione pubblicitaria. Lo slogan per i jeans Jesus
recitava: "Non avrai altri jeans all'infuori di me". Chi se lo ricorda? Con
una prontezza intellettuale sbalorditiva Pierpaolo Pasolini [segnaliamo il
sito Pagine corsare <http://pasolini.net>], con il suo lucido sguardo
tragicamente premonitore, svelò il valore storico e sociologico di quello
spot: il riflesso della germinazione di una globalizzazione del mercato che
drammaticamente attaccava e fagocitava anche i valori che il mercato stesso
aveva cinicamente utilizzato per affermarsi, i valori della Chiesa
cattolica.
Da quel momento la macchina pubblicitaria invase il campo della mistica,
della teologia, impossessandosi per i suoi scopi di quei valori, e di
quelle figure profondamente radicati nell'immaginario collettivo di una
nazione storicamente cristiana. Oggi più che mai la pubblicità televisiva
fa ampio uso di santi, preti, frati e suore, che ammiccano, vendono,
consolano e rassicurano l'immenso gregge dei consumatori. Gli esempi più
eclatanti: la divertente ricostruzione del paradiso che da anni ormai è lo
scenario degli spot di una tazzina di caffè; il prete che aiuta una bella
ragazza in déshabillé per vendere un servizio telefonico; un prete di
campagna per vendere della maionese; i tanti frati che usano il loro saio
consunto per venderci sciroppi contro la tosse. E la Chiesa? Ha capito,
forse, di essere stata utilizzata come cavallo di Troia per conquistare
preziose fette di mercato, e ora, contro il mercato e le sue spietate
logiche pare tardivamente scagliarsi: quella del Pa!
pa è oggi una delle poche decise voci contro il consumismo, contro il
libero mercato, contro tutte le guerre.
E Pierpaolo Pasolini, il 17 maggio 1973 scriveva così sul "Corriere della
Sera": "Il futuro appartiene alla giovane borghesia che non ha più bisogno
di detenere il potere con gli strumenti classici; che non sa più cosa
farsene della Chiesa, la quale, ormai, ha finito genericamente con
l'appartenere a quel mondo umanistico del passato che costituisce un
impedimento alla nuova rivoluzione industriale; il nuovo potere borghese
infatti necessita nei consumatori di uno spirito totalmente pragmatico ed
edonistico [Š] c'è in esso [nello slogan, N.d.R.] un interesse anche
positivo, cioè la possibilità di ideologizzare, e quindi di rendere
espressivo, il linguaggio dello slogan e quindi, presumibilmente, quello
dell'intero mondo tecnologico. [Š] Infatti lo slogan di questi jeans non si
limita a comunicare la necessità del consumo, ma si presenta addirittura
come la nemesi - sia pur incosciente - che punisce la Chiesa per il suo
patto col diavolo".
[Pierpaolo Pasolini, Scritti corsari, Milano, Garzanti, 1990]
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FRATE SCIROPPO. LA FIGURA DEL MONACO IN PUBBLICITA'
Nel mondo della pubblicità, tra le fascinazioni e le diffidenze dei
consumatori associati e dipendenti, si punta sulla scelta del testimonial.
La dimensione multinazionale della produzione e della distribuzione finisce
di fatto per omologare i prodotti: ciò che li caratterizza e li rende
appetibili rispetto ad altri è la veste pubblicitaria.
Così accade che le merci, surrogati del mondo che il misogino guarda dalla
finestra, vengano presentate come gli ippogrifi di quest'era post-moderna.
Lungo viaggi metafisici o virtuali, che dovrebbero far dimenticare
l'esperienza traumatica del quotidiano, vengono sussurrate le
caratteristiche tecniche del prodotto, dettagli non determinanti in una
pletora di offerte analoghe.
In questo modo, l'operazione dell'acquisto, indotta e omologante, viene
fatta percepire come scelta autonoma e qualificante. Le multinazionali
farmaceutiche debbono convincere consumatori assuefatti all'uso dei farmaci
ma sensibili alle proposte di medicamenti alternativi, diffidenti verso le
medicine ma con gli armadietti pieni di acquisti spesso risultanti da
prescrizioni fai da te, avidi delle potenzialità curative che promettono
giovinezza eterna ma desiderosi di ignorare gli effetti collaterali, pieni
di sensi di colpa ma pronti a perdonarsi la permanenza nell'effimero.
E quale veicolo migliore, per carpire la fiducia del farmaco-dipendente,
delle figure di frati giocondi e rubizzi? Nella memoria collettiva è
radicata l'immagine, fra mito e storia, del frate alchimista e stregone
che, carpendo i segreti alla natura e confidando in un rapporto
privilegiato con la Provvidenza, prepara nella penombra di chiostri e
monasteri medicamenti miracolosi. Dal frate che cerca al frate che trova,
la storia narra numerose vicende di questi religiosi. Semplici, prosaici,
qualche volta meschini; ora sapienti e ambiziosi, con il piglio e la mente
dell'uomo di potere.
Uomini di mondo o asceti, paziente manovalanza o zenit dell'intelligenza,
fra orti e biblioteche, i frati hanno segnato il mondo. Da Boccaccio a Eco,
da Giotto a Zurbaran, ci sono giunte figure di mistici santi e imbroglioni.
Frati venditori di miracoli e distillatori di farmaci, fustigatori dei
costumi o dispensatori di letizia. Finiti i tempi delle lotte spirituali
con il demonio nella solitudine degli eremi e del deserto, i fraticelli di
oggi sembrano soggetti a tentazioni più terrene: un buon pranzetto, qualche
bicchiere di vino, qualche solleticazione della vanità.
Meno profondi ed ascetici, più lontani dal cielo, essi hanno però l'aspetto
dell'umano e del buonumore che corrisponde ad un atteggiamento di clemenza
verso se stessi, lontani dalla santità ma più vicini all'uomo.
Fra caroselli e jngles depositati nella memoria, quasi caricature e solo
echi lontani degli speziali dai contorni anche sulfurei della farmacopea,
meno mercuriali ma più mercantili, i frati dello schermo dispensano i
principii attivi dalle innumerevoli combinazioni, nei dosaggi che oscillano
fra le concentrazioni tossiche e la blanda azione terapeutica indotta del
placebo. Sempre con la stessa bonomia.
[Da <http://www.salvelocs.it>]
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RISPARMIARE ACQUA. FINO AL 50% CON I RIDUTTORI
Il 2003 è l'anno internazionale dell'acqua. L'acqua è un bene prezioso,
sarà - dichiarano gli esperti - l'oro del futuro. Perché non imparare, con
delle semplici azioni, a consumarne di meno? E' già possibile farlo
installando dei semplici riduttori di flusso sui propri rubinetti. Si
possono acquistare all'indirizzo
<http://www.commercioetico.it/ridutflusso/>.
Grazie ai riduttori di flusso è possibile risparmiare acqua calda e fredda
con un intervento semplicissimo. E' sufficiente avvitare all'uscita del
rubinetto il riduttore. Nella doccia e nei rubinetti che non consentono di
avvitare nulla si interviene inserendo un riduttore nel flessibile. Si
tratta di svitare il flessibile, avvitare il riduttore e riavvitare il
tutto. Qualunque hobbista o idraulico può farlo in pochi minuti. Grazie
alla particolare conformazione del riduttore Eco si ottiene un getto
d'acqua migliore con circa la metà dell'acqua.
ECO è un meccanismo piccolissimo ma estremamente raffinato. E' composto da
3 parti: una valvola di riduzione della portata dell'acqua, un dispositivo
a spirale che imprime all'acqua un movimento circolare aumentandone la
velocità, e un sistema di retine e fori che sfruttando la forza dell'acqua
stessa la miscela con aria aumentando il volume del getto. Perciò non si
tratta di un semplice miscelatore di aria e acqua ma di un dispositivo che
agisce in 3 diverse direzioni.
Ridurre del 50% circa il consumo dell'acqua dei rubinetti significa ridurre
del 20-30% circa il consumo globale dell'acqua (consumi ingenti sono
infatti gli scarichi degli sciacquoni, lavatrici e bagni in vasca sui quali
ovviamente i riduttori di flusso non agiscono). Il che significa che questi
riduttori pagano il loro costo in pochi mesi e offrono un risparmio
notevole e un rapporto straordinario tra investimento e risultato. Montando
i riduttori di flusso si ottiene veramente un contributo al risparmio
energetico e allo spreco delle risorse. Si usa meno acqua, quindi meno
acqua deve essere pompata per raggiungere casa tua, risparmi così anche
energia. Utilizzi meno acqua calda e quindi risparmi energia per
riscaldarla. Solo per questo risparmio varrebbe già la pena di installare i
riduttori.
[Redazione Cunegonda]
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NON PAGHIAMO IL CANONE AL MONOPOLIO DELL'INFORMAZIONE TELEVISIVA
Ognuno di noi, acquistando prodotti pubblicizzati sulle reti Mediaset,
versa a fine anno una quota che è di molto superiore alla cifra del canone
Rai. E' in base a questa constatazione che Cunegonda Italia invita a
leggere con attenzione la seguente lista di prodotti, che comprende i
maggiori inserzionisti che comprano spazi pubblicitari sulle reti Mediaset.
Il Movimento Cunegonda non invita a non acquistare, ma a pensare che ogni
nostro acquisto di prodotti reclamizzati sulle reti Mediaset si traduce in
un contributo economico a sostegno del monopolio dell'informazione
televisiva. La scelta sull'acquisto o meno dei prodotti viene dopo, e
dipende solo dalla volontà individuale.
Acquistando questi prodotti paghiamo il canone a Mediaset. Elenco valido
fino al 31 marzo 2003
Alimentazione
San Pellegrino, Acqua Panna, Surgelati Findus, Nesquik, Nescafè, Mulino
Bianco, Oro Saiwa, Buitoni, Perugina, Gelati Motta, Moncherì, Pocket
Coffee, Raffaello, Rocher, Kinder, Nutella Ferrero, Yogo Brioss, Olio
Bertolli, Pasta e sughi Barilla, Mulino Bianco, Pavesi, Daygum.
Articoli per la casa
Ace, Bolt, Dash, Mastro Lindo, Nelsen Piatti, Swiffer, Viakal, Lysoform, WC
Net, Omino Bianco, Swiffer.
Articoli per l'igiene personale
Infasil, AZ, Pantene, Roberts, Mentadent, Dove.
Per lei e per lui
Laura Biagiotti Profumi, Max Factor, Oil of Olaz, Golden lady, Omsa,
Settimanale Donna Moderna, Lacoste Profumi, Calzedonia.
Auto
Renault, Daewoo, Opel.
Telefonia
Alice Adsl, Tim.
Rilevamento dati: osservatorio Cunegonda
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Gentile iscritto, contiamo sul fatto che Lei voglia aiutarci a diffondere
quanto più possibile questa iniziativa di massa critica, non solo
contattandoci per partecipare direttamente alle attività del movimento, ma
anche attraverso il semplice passaparola.
Ringraziamo Umberto Eco, tutti coloro che ci sostengono e incoraggiano, e
tutti quelli che ci aiuteranno a rendere la nostra cara Italia un po' più
democratica e libera.
Un saluto cordiale da
Movimento di Cunegonda
L'occhio critico sui consumi
<http://www.cunegonda.info>
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