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La nonviolenza e' in cammino. 519



LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO

Foglio di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la pace di
Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. e fax: 0761353532, e-mail: nbawac@tin.it

Numero 519 del 26 febbraio 2003

Sommario di questo numero:
1. Mohandas Gandhi, se hai il coraggio di soffrire per amore
2. Sette criteri per l'azione diretta nonviolenta
3. Campagna di obiezione/opzione di coscienza: "Scelgo la nonviolenza"
4. Silvana Silvestri ricorda Annabella Miscuglio
5. "Credere nel dialogo"
6. Peppe Sini, denunciare all'autorita' giudiziaria i golpisti e stragisti
7. Lalla Romano, come il cieco si afferra
8. Maria Luisa Spaziani, come un grumo di sangue
9. Riletture: Donatella Della Porta, Movimenti collettivi e sistema politico
in Italia. 1960-1995
10. Riletture: Giovanni Lodi, Uniti e diversi
11. Riletture: Giovanni Salio, Le guerre del Golfo e le ragioni della
nonviolenza
12. Riletture: Giovanni Scotto, Emanuele Arielli, La guerra del Kosovo
13. La "Carta" del Movimento Nonviolento
14. Per saperne di piu'

1. MAESTRI. MOHANDAS GANDHI: SE HAI IL CORAGGIO DI SOFFRIRE PER AMORE
[Da Mohandas Gandhi, La forza della verita', vol. I, Sonda, Torino-Milano
1991, p. 470. Mohandas Gandhi e' il fondatore della nonviolenza. Nato a
Portbandar in India nel 1869, studi legali a Londra, avvocato, nel 1893 in
Sud Africa, qui divenne il leader della lotta contro la discriminazione
degli immigrati indiani ed elaboro' le tecniche della nonviolenza. Nel 1915
torno' in India e divenne uno dei leader del Partito del Congresso che si
batteva per la liberazione dal colonialismo britannico. Guido' grandi lotte
politiche e sociali affinando sempre piu' la teoria-prassi nonviolenta e
sviluppando precise proposte di organizzazione economica e sociale in
direzione solidale ed egualitaria. Fu assassinato il 30 gennaio del 1948.
Sono tanti i meriti ed e' tale la grandezza di quest'uomo che una volta di
piu' occorre ricordare che non va  mitizzato, e che quindi non vanno
occultati limiti, contraddizioni, ed alcuni aspetti discutibili - che pure
vi sono - della sua figura, della sua riflessione, della sua opera. Opere di
Gandhi:  essendo Gandhi un organizzatore, un giornalista, un politico, un
avvocato, un uomo d'azione, oltre che una natura profondamente religiosa, i
suoi scritti devono sempre essere contestualizzati per non fraintenderli;
Gandhi considerava la sua riflessione in continuo sviluppo, e alla sua
autobiografia diede significativamente il titolo Storia dei miei esperimenti
con la verita'. In italiano l'antologia migliore e' Teoria e pratica della
nonviolenza, Einaudi; si vedano anche: La forza della verita', vol. I,
Sonda; Villaggio e autonomia, Lef; l'autobiografia tradotta col titolo La
mia vita per la liberta', Newton Compton; La resistenza nonviolenta, Newton
Compton; Civilta' occidentale e rinascita dell'India, Movimento Nonviolento;
La cura della natura, Lef. Altri volumi sono stati pubblicati da Comunita':
la nota e discutibile raccolta di frammenti Antiche come le montagne; da
Sellerio: Tempio di verita'; da Newton Compton: e tra essi segnaliamo
particolarmente Il mio credo, il mio pensiero, e La voce della verita'.
Altri volumi ancora sono stati pubblicati dagli stessi e da altri editori. I
materiali della drammatica polemica tra Gandhi, Martin Buber e Judah L.
Magnes sono stati pubblicati sotto il titolo complessivo Devono gli ebrei
farsi massacrare?, in "Micromega" n. 2 del 1991. Opere su Gandhi: tra le
biografie cfr. B. R. Nanda, Gandhi il mahatma, Mondadori; il recente
accurato lavoro di Judith M. Brown, Gandhi, Il Mulino; il recentissimo libro
di Yogesh Chadha, Gandhi, Mondadori. Tra gli studi cfr. Johan Galtung,
Gandhi oggi, Edizioni Gruppo Abele; Icilio Vecchiotti, Che cosa ha veramente
detto Gandhi, Ubaldini; ed i volumi di Gianni Sofri: Gandhi e Tolstoj, Il
Mulino (in collaborazione con Pier Cesare Bori); Gandhi in Italia, Il
Mulino; Gandhi e l'India, Giunti. Cfr. inoltre: Dennis Dalton, Gandhi, il
Mahatma. Il potere della nonviolenza, Ecig. Una importante testimonianza e'
quella di Vinoba, Gandhi, la via del maestro, Paoline. Per la bibliografia
cfr. anche Gabriele Rossi (a cura di), Mahatma Gandhi; materiali esistenti
nelle biblioteche di Bologna, Comune di Bologna. Altri libri particolarmente
utili disponibili in italiano sono quelli di Lanza del Vasto, William L.
Shirer, Ignatius Jesudasan, George Woodcock, Giorgio Borsa, Enrica Collotti
Pischel, Louis Fischer. Un'agile introduzione e' quella di Ernesto Balducci,
Gandhi, Edizioni cultura della pace. Una interessante sintesi e' quella di
Giulio Girardi, Riscoprire Gandhi, Anterem]
Se hai il coraggio di soffrire per amore, puoi sciogliere il piu' duro cuore
di pietra.

2. MATERIALI. SETTE CRITERI PER L'AZIONE DIRETTA NONVIOLENTA
[Il "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo ha diffuso ieri il seguente
testo, adattamento di un paragrafo della "Guida pratica all'azione diretta
nonviolenta delle mongolfiere della pace" diffusa ed utilizzata nel 1999]
* Sette criteri di condotta per l'azione diretta nonviolenta del blocco dei
mezzi di trasporto che recano armi che verranno utilizzate per le azioni
terroristiche e stragiste di cui consistera' l'annunciata guerra illegale e
criminale.
* Scegliamo la nonviolenza per difendere la pace e la vita umana, per
difendere la legalita' costituzionale e il diritto internazionale.
*
1. A un'azione diretta nonviolenta possono partecipare solo le persone che
accettano incondizionatamente di attenersi alle regole della nonviolenza
durante tutto lo svolgimento dell'azione diretta nonviolenta stessa
(ricordando che, come sempre, la fase piu' difficile e' la conclusione).
*
2. Tutti i partecipanti devono saper comunicare parlando con chiarezza, con
tranquillita', con rispetto per tutti, e senza mai offendere nessuno.
*
3. Tutti i partecipanti devono conoscere perfettamente senso e fini
dell'azione diretta nonviolenta cui prendono parte, nel caso specifico del
blocco del trasporto di armamenti destinati alla guerra cio' significa fare
un'azione rigorosamente nonviolenta e concretamente efficace:
- per impedire la guerra, le stragi, le devastazioni; cioe' per salvare
delle vite umane, come e' diritto e dovere di ogni essere umano;
- per rispettare ed inverare con il proprio impegno personale la legalita'
costituzionale e il diritto internazionale che proibiscono questa guerra.
*
4. Tutti i partecipanti devono conoscere perfettamente anche le possibili
conseguenze personali della partecipazione all'azione diretta nonviolenta
cui prendono parte, nel caso specifico del blocco del trasporto di armamenti
destinati alla guerra cio' vale a dire essere consapevoli che ogni singolo
partecipante puo' andare incontro alla possibilita' di denuncia, di fermo e
di arresto, di procedimento penale e di condanna a sanzione sia pecuniaria
che detentiva.
Queste possibilita' vanno seriamente esaminate prima di prendere parte
all'azione diretta nonviolenta; una volta decisisi a partecipare e se esse
si verificassero si ha il dovere di accettare pacificamente e onestamente
tali conseguenze, e ad esse nessuno deve cercare di sottrarsi.
Tra le imputazioni possibili vi sono l'interruzione di pubblico servizio,
l'attentato alla sicurezza dei trasporti, l'istigazione a delinquere (questo
stesso testo puo' essere considerato istigazione a delinquere), con
l'aggravante del concorso essendo in piu' persone a compiere l'azione
diretta nonviolenta.
Tutti i partecipanti devono essere muniti di documenti di identita' e devono
esibirli su richiesta delle forze dell'ordine (non farlo e' reato); tutti i
partecipanti hanno il dovere di non provocare danni alle persone,
all'ambiente o ai beni; tutti i partecipanti devono avere un atteggiamento
di massimo rispetto nei confronti di tutte le persone e soprattutto nei
confronti delle forze dell'ordine.
Tutti i partecipanti devono saper spiegare le ragioni dell'iniziativa
nonviolenta e chiarire che la propria condotta sara' comunque rigorosamente
nonviolenta; e poiche' si occuperanno le aree di transito die mezzi di
trasporto con il proprio corpo, qualora si venga spostati di peso non si
deve in alcun modo ne' opporre resistenza, ne' lanciare offese ne' minacce:
e' bene continuare a parlare serenamente e rispettosamente anche con le
persone che materialmente sposteranno i partecipanti, rassicurandoli che la
nostra azione non e' affatto contro di loro e non intendiamo in alcun modo
ne' offenderli ne' far loro del male, e che anzi l'azione diretta
nonviolenta e' eseguita per difendere la legalita' costituzionale che e'
stata violata da chi illegalmente e criminalmente ha promosso o sta
favoreggiando la guerra in preparazione.
*
5. Tutti devono rispettare i seguenti principi della nonviolenza:
- non fare del male a nessuno: se una sola persona tra i partecipanti
all'azione diretta nonviolenta dice o fa delle stupidaggini, o una sola
persona per responsabilita' dei partecipanti all'azione diretta nonviolenta
si fa male, l'azione diretta nonviolenta e' irrimediabilmente e totalmente
fallita, e deve essere immediatamente sospesa;
- spiegare a tutti (amici, autorita', interlocutori, interpositori,
eventuali oppositori) cosa si intende fare, e che l'azione diretta
nonviolenta non e' rivolta contro qualcuno, ma contro la violenza (in questo
caso lo scopo e' fermare la guerra, cercar di impedire che avvengano altre
stragi ed atrocita', salvare delle vite umane, difendere la legalita'
costituzionale e il diritto internazionale);
- dire sempre e solo la verita';
- fare solo le cose decise prima insieme con il metodo del consenso ed
annunciate pubblicamente (cioe' a tutti note e da tutti condivise); nessuno
deve prendere iniziative personali di nessun genere; la nonviolenza richiede
lealta' e disciplina;
- assumersi pienamente la responsabilita' delle proprie azioni e quindi
subire anche le conseguenze che ne derivano;
- mantenere una condotta nonviolenta anche di fronte all'eventuale violenza
altrui.
*
6. Occorre chiarire che chi non accetta queste regole non puo' partecipare
all'azione diretta nonviolenta, poiche' sarebbe di pericolo per se', per gli
altri e per la riuscita dell'iniziativa che e' e deve essere rigorosamente
nonviolenta.
*
7. E' bene che chi promuove azioni dirette nonviolente fornisca a tutti i
partecipanti per iscritto le regole di condotta condivise, e meglio ancora
sarebbe se esse venissero discusse e definite tra tutti i partecipanti col
metodo del consenso.
Questo testo puo' essere un canovaccio utilizzabile a tal fine: se condiviso
puo' essere riprodotto in volantini e cartelloni.
E' inoltre bene che le regole di condotta condivise dai partecipanti
all'azione diretta nonviolenta vengano fatte conoscere anche alle forze
dell'ordine, alle varie autorita' ed a tutte le altre persone che si
trovassero nel luogo in cui si svolge l'azione diretta nonviolenta dandone
una copia scritta ad ogni persona presente, oltre che a tutti i mezzi
d'informazione.

3. INIZIATIVE. CAMPAGNA DI OBIEZIONE/OPZIONE DI COSCIENZA: "SCELGO LA
NONVIOLENZA"
[Ripreso dal sito del Movimento Nonviolento (www.nonviolenti.org)
riproponiamo ancora una volta questo importante appello che gia' pubblicammo
nell'ottobre 2002. Invitiamo tutti i nostri interlocutori a sostenere questa
iniziativa]
MIR (Movimento Internazionale della Riconciliazione), Rete di Lilliput,
Movimento Nonviolento, promuovono una campagna di obiezione/opzione di
coscienza del/la cittadino/a.
Obiettivo di questa campagna e' quello di mantenere vivo il diritto
all'obiezione di coscienza al militare, in vista dell'attuazione pratica
della difesa nonviolenta come alternativa alla difesa armata, e impedire che
venga annullato con la "sospensione" dell'obbligo di leva.
E' quindi importante passare da un'obiezione di coscienza che interessava i
giovani al momento della chiamata al servizio militare ad una obiezione piu'
diffusa che coinvolga tutti i cittadini/e.
Occorre pertanto che tutti coloro che condividono le nostre scelte di
nonviolenza si dichiarino obiettori e sostengano almeno una delle "opzioni
positive" come momento di impegno concreto.
Segreteria operativa: presso Mir-Movimento Nonviolento, via Garibaldi 13,
10122 Torino, tel. 011532824, e-mail: scelgolanonviolenza@retelilliput.org,
sito: www.retelilliput.org/scelgolanonviolenza.asp
*
La nostra obiezione alle scelte di guerra
Il no della coscienza alla violenza organizzata e all'omicidio come
soluzione dei conflitti si esercitava fino ad ora, nel nostro paese,
soprattutto nella forma del rifiuto del servizio militare, cioe'
dell'addestramento ad uccidere.
La nuova legge 230 del 1998 sull'obiezione di coscienza al servizio
militare, cosi' come quella piu' recente sull'istituzione del Servizio
civile nazionale, che compiono alcuni importanti passi avanti nella cultura
giuridica dell'obiezione al militare, sono arrivate contemporaneamente
all'abolizione pratica della leva e al passaggio graduale all'esercito
professionale.
Nella nuova situazione che si presenta il cittadino sembra non avere piu'
strumenti per esprimere il rifiuto della violenza strutturale e culturale,
non solo di quella diretta, e per costruirne il continuo superamento. Ci
sono invece da praticare obiezioni e da attuare programmi costruttivi sui
due lati della cultura del dominio, il modello economico (della produzione,
scambi e consumi) e il modello difensivo (della tutela da aggressioni e
della tutela del diritto).
Percio' ci sembra urgente un rinnovato impegno, coordinato e coraggioso, per
una nuova Campagna di obiezione di coscienza alle guerre e di opzione
nonviolenta per il disarmo economico e militare, che sia contemporaneamente
di resistenza al nuovo militarismo e di costruzione dell'alternativa
nonviolenta.
La campagna si articola su due punti:
1. Una dichiarazione di obiezione di coscienza nella quale ci si dissocia
dalla politica di difesa del nostro paese e dalla Nato, evidenziando
l'incostituzionalita', l'immoralita' intrinseca di scelte aggressive e la
funzionalita' al sistema economico di rapina nel confronti dei Paesi
impoveriti del sud del mondo; da parte delle donne accompagnata da una
dichiarazione di rifiuto esplicito della cosiddetta "pari opportunita'" di
servire nell'esercito, da parte dei/delle giovani che scelgono il servizio
civile accompagnata da una dichiarazione che metta in evidenza come la
scelta fatta sia inconciliabile con il servizio militare, escludendo la
possibilita' di "richiami" in caso di guerra.
2. Una dichiarazione di opzione per la nonviolenza attiva che si concretizzi
attraverso l'assunzione di impegni nel campo della formazione ed educazione
alla pace e alla nonviolenza, dell'obiezione di coscienza alle guerre, nella
disponibilita' a partecipare e/o sostenere azioni nonviolente e nel campo
del consumo critico e dell'economia nonviolenta.
La Campagna si pone come primo termine il 31 dicembre 2004, data entro la
quale vi sara' una verifica del raggiungimento degli obiettivi delle singole
campagne e di quanto si sara' riusciti ad ottenere in campo istituzionale
sul disarmo, sulla difesa civile non armata e nonviolenta prevista dalla
legge 230/1998 e sull'economia nonviolenta.
*
Campagna di obiezione di coscienza alle guerre e di opzione nonviolenta per
il disarmo economico e militare
Dichiarazione delle cittadine e dei cittadini
Al Presidente della Repubblica, Palazzo del Quirinale, 00186 Roma
Al Presidente del Consiglio dei Ministri, Palazzo Chigi, 00187 Roma
A...
Io sottoscritto/a ... nato/a a ... residente a ... come appartenente alla
famiglia umana, residente nella Repubblica Italiana fondata sulla
Costituzione che sancisce la dignita' inviolabile della persona, il
diritto-dovere di lavorare per il bene comune, il ripudio della guerra e la
risoluzione pacifica dei conflitti, dichiaro in piena consapevolezza:
- di dissociarmi, per motivi di coscienza, dalla politica militare del
nostro paese e della Nato che nel decennio 1991-2001, invece di sviluppare
una politica di pace planetaria resa possibile dalla svolta nonviolenta del
1989, ha scelto la guerra come strumento di risoluzione dei conflitti
internazionali;
- di rifiutare tale politica militare perche' viola la Costituzione italiana
e la Carta delle Nazioni Unite, fa scelte belliche omicide e aggressive in
luogo delle possibili soluzioni pacifiche, e' funzionale all'attuale sistema
politico-economico di dominio e di sfruttamento, aggrava la distanza e i
risentimenti tra le culture e i popoli invece di favorirne la comprensione e
la cooperazione.
Per questi motivi:
- dichiaro la mia obiezione di coscienza alle guerre e la mia
indisponibilita' a collaborare in qualunque modo al sistema
economico-militare che le prepara;
- scelgo la nonviolenza come politica capace di promuovere la giustizia e la
soluzione pacifica dei conflitti.
In coerenza con questa mia scelta mi impegno:
* Formazione ed educazione alla pace e alla nonviolenza
- A partecipare al servizio civile o come volantario in progetti di difesa
civile, mediazione o formazione alla nonviolenza presso i nodi della rete di
Lilliput, associazioni o "uffici della Pace" in Italia o all'estero.
- A diffondere l'educazione alla nonviolenza e alla gestione nonviolenta dei
conflitti in sintonia con il decennio per la nonviolenza indetto
dall'Unesco.
- A sostenere la nascita e la diffusione di Istituti culturali e scientifici
per la pace e i diritti umani.
* Obiezione di coscienza alle guerre
- A partecipare alla "Campagna di obiezione di coscienza alle spese militari
per la Difesa Popolare Nonviolenta" versando il corrispettivo come opzione o
obiezione alle spese militari in vista del riconoscimento del diritto di
opzione fiscale.
- Ad aderire alla "Campagna di pressione banche armate" per un controllo
sulle operazioni di finanziamento e di appoggio delle banche al commercio di
armi.
- Come donna a rifiutare, in maniera esplicita e forte, la cosiddetta "pari
opportunita'" di servire nell'esercito.
- Come giovane soggetto agli obblighi di leva a scegliere il servizio civile
invece del servizio militare dichiarando sin d'ora la mia indisponibilita'
di fronte al richiamo in caso di guerra.
* Azioni nonviolente
- A sostenere iniziative di base di intervento civile e nonviolento nelle
realta' di conflitti armati (Campagna Kossovo, Operazione Colomba, Caschi
bianchi, Berretti bianchi, Anch'io a Butembo/Kisangani, Tu non tagliare la
corda, ecc.), al fine di prevenire e trasformare i conflitti, di
riconciliare i contendenti, di difenderli dalla manipolazione degli
interessi militari-industriali che intendono far degenerare i conflitti in
guerra:
a) con la mia partecipazione personale all'iniziativa ...
b) col mio contributo finanziario all'iniziativa ...
- Ad aderire e/o sostenere i movimenti nonviolenti organizzati.
* Consumo critico ed economia nonviolenta
- Ad orientare il mio stile di vita al principio della sobrieta' e della
semplicita' volontaria.
- A indirizzare i miei consumi verso beni prodotti nel rispetto della
dignita' dei lavoratori e dell'ambiente.
- A boicottare e a cercare di sottrarre risorse a quei settori della
produzione, del commercio e della finanza coinvolti nel sistema
militare-industriale di dominio, sfruttamento e guerra.
- A sostenere la campagna "Sbilanciamoci" tesa a modificare gli indirizzi
della legge finanziaria dello Stato riorientando la spesa pubblica a favore
di societa', ambiente e pace.
- Altro (specificare).
Data e firma
Spedire copia per conoscenza a Segreteria Mir-Movimento Nonviolento, via
Garibaldi 13, 10122 Torino
*
Indicazioni operative
Dopo aver compilato la dichiarazione di obiezione e' importante sostenere
almeno una delle opzioni riportate.
Si puo' utilizzare lo stesso testo di questa guida, oppure personalizzarlo
inserendo delle modifiche.
E' indispensabile che copia della dichiarazione e delle opzioni scelte venga
inviata a Mir-Movimento Nonviolento, via Garibaldi 13, 10122 Torino, in modo
da avere un riscontro sull'andamento della campagna, analizzare
statisticamente le opzioni scelte, far valere politicamente questa scelta di
obiezione.
Il testo sottoscritto va naturalmente inviato tramite posta al Presidente
del Consiglio dei Ministri (responsabile delle scelte militari ed
economiche) e al Presidente della Repubblica (capo delle Forze Armate),
nonche' eventualmente anche ad altri soggetti (partiti politici, sindaci,
deputati, giornali, ecc.) per pubblicizzare questa scelta di nonviolenza.
*
Indirizzi per collegarsi ad azioni e interventi nonviolenti in zone di
conflitto e di guerra
- Campagna Kossovo: e' una iniziativa che lavora su progetti di
riconciliazione in Kossovo. Malgrado la guerra condotta dalla Nato abbia
distrutto quello che di positivo era riuscita a creare, la Campagna Kossovo
e' nuovamente attiva. Campagna Kossovo per la Nonviolenza e la
Riconciliazione, c/o Casa per la Pace, casella aperta 8, 74023 Grottaglie
(Ta), tel. e fax: 0995662252.
- Caschi bianchi - Operazione Colomba: promuove progetti di solidarieta'
internazionale e per i diritti umani a cui partecipano volontari e obiettori
di coscienza in servizio civile (caschi bianchi). Operazione Colomba, via
della Grotta Rossa 6, 47900 Rimini, tel. 0541753619, fax 0541751624, e-mail:
odcpace.apg23@libero.it
- Berretti Bianchi: organizza interventi di pace con la presenza di
volontari e con azioni dirette in zone di conflitto. Berretti Bianchi, via
F. Carrara 209, 55042 Forte dei Marmi (Lu), fax 0584735682, cell.
3357660623, e-mail: bebitartari@bcc.tin.it, sito:
www.peacelink.it/users/berrettibianchi
- Anch'io a Butembo/Kisangani: iniziative nonviolente condotte in Africa
(Butenbo e Kisangani) dove e' in corso una guerra non dichiarata scatenata
perlopiu' da compagnie diamantifere. Questa iniziativa e' organizzata da:
Beati i Costruttori di Pace, via Antonio da Tempo 2, 35139 Padova, tel.
0498070699, e-mail: beati@protect.it
- Tu non tagliare la corda: azione condotta da "Un ponte per Bagdad" per
impedire che avvenga una nuova guerra e per l'abolizione delle sanzioni
economiche i cui effetti negativi ricadono soprattutto sulla popolazione
piu' debole (ammalati e bambini). Un ponte per Bagdad, via della Guglia
69/A, 00196 Roma, tel. 066780808, fax 066793968, e-mail:
posta@unponteper.it, sito: www.unponteper.it
*
Indirizzi per orientarsi verso un consumo critico ed una economia
nonviolenta
- Sbilanciamoci: questa campagna promossa dall'associazione Lunaria esercita
una pressione sui parlamentari per spostare risorse finanziarie dello Stato
a favore delle spese sociali, delle iniziative di pace, alla difesa
dell'ambiente. Lunaria, via Salaria 89, 00198 Roma, tel. 068841880, fax
068841859, e-mail: lunaria@lunaria.org, sito: www.lunaria.org
- Acquisti trasparenti: significa consumare solo beni di aziende che non
sono coinvolte nello sfruttamento di bambini, che non inquinano, che sono
rispettose dei diritti dei lavorari. Centro Nuovo Modello di Sviluppo, via
della Barra 32, 56019 Vecchiano (Pi), e-mail: coord@cnms.it
- Bilanci di giustizia: iniziativa tesa a orientare i gruppi familiari verso
un consumo critico e una finanza etica, per cambiare l'economia partendo
dalle piccole cose, dai gesti quotidiani. Bilanci di giustizia c/o MAG
Venezia, 30175 Venezia Marghera, tel. 0415381479, e-mail: bilanci@libero.it,
sito: www.unimondo.org/bilancidigiustizia.
*
Come partecipare alla campagna di pressione sulle banche armate
La campagna e' promossa dalle riviste "Missione Oggi", "Mosaico di Pace",
"Nigrizia".
Propone un controllo attivo sia sulle operazioni di finanziamento che di
semplice appoggio delle banche in esportazioni di armi. Viene richiesto di
verificare se la propria banca e' coinvolta nel finanziamento all'export di
armi, e in caso affermativo di scrivere una lettera in cui si disapprova
questo sostegno al commercio delle armi, riservandosi di chiudere il proprio
rapporto in mancanza di una risposta soddisfacente.
L'elenco degli istituti di credito e delle banche coinvolte, un fac-simile
della lettera da inviare, alcune risposte gia' pervenute da parte delle
banche, le somme finanziate, ecc., si possono trovare sul sito:
www.banchearmate.it, oppure richiedere a: Banche armate, c/o "Missione
Oggi", via Piamarta 9, 25121 Brescia, tel. 0303772780, e-mail:
info@banchearmate.it
*
Come partecipare alla Campagna di obiezione di coscienza alle spese militari
per la difesa popolare nonviolenta
Questa campagna nata inizialmente (1982) come campagna di obiezione alle
spese militari (OSM) si propone come obiettivo ultimo l'opzione fiscale,
vale a dire il diritto di non finanziare la difesa armata.
Nella forma principale viene richiesto ai partecipanti di sottoscrivere una
dichiarazione, effettuare un versamento all'Ufficio Nazionale per il
Servizio Civile e di impegnarsi a detrarre tale somma dalla dichiarazione
dei redditi.
Per eseguire correttamente questi passaggi, che possono essere diversi a
seconda della situazione tributaria del contribuente, e' bene avvalersi
della apposita "guida" che puo' essere richiesta a: Campagna OSM-DPN c/o
Lega obiettori di coscienza (Loc), via Mario Pichi 1/E, 20143 Milano, tel.
028378817, fax 0258101220, e-mail: locosm@tin.it
La campagna OSM-DPN e' promossa da Associazione per la Pace, Beati i
Costruttori di Pace, Berretti Bianchi, Comunita' Papa Giovanni XXIII, Lega
per il Disarmo Unilaterale, Lega Obiettori di Coscienza, Pax Christi.
*
Aderiscono alla campagna "Scelgo la nonviolenza" la Lega obiettori di
coscienza
*
MIR (Movimento Internazionale della Riconciliazione)
Il MIR (International Fellowship Of Reconciliation - IFOR, nei paesi
anglofoni) si definisce movimento a base spirituale, composto da donne e
uomini impegnati nella nonviolenza attiva come stile di vita e mezzo di
cambiamento personale, sociale e politico. Essi rifiutano l'uso della
violenza nonche' la preparazione e la partecipazione alla guerra sotto
qualsiasi forma.
Dopo la seconda guerra mondiale il MIR, grazie anche all'opera instancabile
di Jean e Hildegard Goss-Mayr, cerca vie alternative e nonviolente per
conseguire la giustizia e la riconciliazione tra tutti i popoli. In America
Latina e' presente con dom Helder Camara e Adolfo Perez Esquivel; negli
Stati Uniti con Martin Luther King e Dorothy Day; in Vietman collabora alla
resistenza nonviolenta con i monaci buddhisti; in Sudafrica e' presente con
Albert Luthuli; in Irlanda con Mairead Corrigan. E inoltre in Medio Oriente,
Zaire e Africa Sub-sahariana, Filippine, India, Bangladesh, Madagascar e,
dopo il 1989, anche in molti paesi dell'Europa Orientale. A membri del
MIR/IFOR per otto volte e' stato conferito il premio Nobel per la pace:
- Jane Addams (USA 1931),
- Emily Green Balch (USA 1946),
- Albert Luthuli (Sudafrica 1960),
- Linus Pauling (USA 1962),
- Martin Luther King (USA 1964),
- Mairead Corrigan (Irlanda del Nord 1976),
- Adolfo Perez Esquivel (Argentina 1980),
- Rigoberta Menchu' (Guatemala 1992).
Il M.I.R. in Italia ha sostenuto Giuseppe Gozzini e Fabrizio Fabbrini, primi
obiettori cattolici al servizio militare, e si e' impegnato per il
riconoscimento giuridico dell'obiezione di coscienza. Dall'approvazione
della legge e' convenzionato con il Ministero della Difesa per far espletare
agli obiettori il servizio civile nell'attuazione di programmi di formazione
alla pace e alla nonviolenza attiva. E' stato il movimento che ha avviato
per primo in Italia la Campagna di obiezione di coscienza alle spese
militari (OSM) e si adopera per far conoscere la Difesa Popolare Nonviolenta
(DPN) come alternativa alla difesa armata.
Gia' contrario alle armi nucleari, all'inizio degli anni '70 il MIR e' stato
il primo movimento in Italia a schierarsi contro il nucleare civile.
Sito: www.peacelink.it/users/mir, e-mail: mir@peacelink.it
*
Movimento Nonviolento
Il Movimento Nonviolento, fondato da Aldo Capitini dopo la prima "Marcia per
la fratellanza tra i popoli" da Perugia ad Assisi del 24 settembre 1961, fin
dai suoi primi anni di vita consolida i suoi rapporti con le altre
associazioni nonviolente all'estero, diviene sezione italiana della War
Resisters' International (Internazionale dei Resistenti alla Guerra).
La carta programmatica del Movimento impegna i suoi membri per:
- l'opposizione integrale alla guerra;
- la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali,
l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di
nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza
geografica, al sesso e alla religione;
- lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura e la
creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile
gestione di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
- la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono
patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui contaminazione
e distruzione sono un'altra delle forme di violenza contro l'uomo.
Il Movimento Nonviolento ha dal 1964 un suo periodico mensile, "Azione
Nonviolenta", che si propone di offrire formazione, informazione e dibattito
sulle tematiche della nonviolenza in Italia e nel mondo. Movimento
Nonviolento, via Spagna 8, 37123 Verona, sito: www.nonviolenti.org, e-mail :
azionenonviolenta@sis.it
*
Rete di Lilliput
"Rete Lilliput, per una economia di giustizia", non l'ennesima associazione
ma un'alleanza di gruppi di base, singoli individui, associazioni che si
sviluppa dal 1999 grazie alla spinta di un gruppo di coordinamento formato
da associazioni e campagne di pressione da sempre impegnate sui temi
politico-sociali.
La Rete, grazie alla cosiddetta "strategia lillipuziana", ha l'obbiettivo di
far interagire e collaborare le oltre 700 esperienze locali che in Italia
hanno messo in atto un'agile lotta contro la globalizzazione neoliberista:
proprio come ne I viaggi di Gulliver di Jonathan Swift in cui una miriade di
piccoli lillipuziani riesce ad imbrigliare il gigante. Il metodo nonviolento
e' lo strumento ineludibile per condurre azioni mirate e concrete di
contrasto ad un sistema economico carico di ingiustizie e disuguaglianze.
Una struttura leggera, orizzontale e non burocratica e' alla base
dell'organizzazione della Rete Lilliput. Una settantina di nodi locali e a
livello nazionale i gruppi di lavoro tematici (GLT) strumenti di ricerca e
di proposta per approfondire aspetti specifici; tutte le decisioni vengono
prese con il metodo del consenso e non a maggioranza. La Rete si costituisce
intorno ad un Manifesto di intenti che rappresenta la carta fondamentale. Al
suo interno sono tracciate "le strategie d' intervento, di carattere
nonviolento, che comprendono l'informazione e la denuncia per accrescere la
consapevolezza e indebolire i centri di potere; il consumo critico e il
boicottaggio per condizionare le imprese; la sperimentazione di iniziative
di economia alternativa e di stili di vita piu' sobri per dimostrare che
un'economia di giustizia e' possibile".
Sito: www.retelilliput.org

4. LUTTI. SILVANA SILVESTRI RICORDA ANNABELLA MISCUGLIO
[Dal quotidiano "Il manifesto" del 25 febbraio 2003]
Resteranno l'intelligenza, la forza e la bellezza di Annabella Miscuglio,
pugliese e solare, scomparsa domenica scorsa, con la stessa evidenza di
certe belle immagni di cinema.
Chi l'aveva frequentata non dimentichera' il suo sorriso. Per gli altri il
suo nome resta legato a un modo inimitabile di fare cinema, fulcro attorno a
cui si mise in moto il mondo dei club dei cinema in Italia con il Filmstudio
di Roma e contemporaneamente la macchina cinema delle donne che negli anni
settanta costitui' una vera rivoluzione. Se non tutti conoscono il suo nome
e' perche' la censura nel nostro paese procede instancabile nella
cancellazione dei gesti veramente radicali come era il suo lavoro. Il suo
modo non aggressivo di porre la macchina da presa in campo, gia' questo e'
stato una rivoluzione, in un'epoca in cui le registe cercavano di
mimetizzare la loro femminilita' per essere prese sul serio, una professione
che invece nei paesi del nord e dell'est offriva nomi di spicco alle
nouvelles vagues e al femminismo (Varda, Chytilova, Meszaros).
Quando per la prima volta in Italia organizzo' con Rony Daopoulo (allieva di
Rossellini che firma insieme a lei parecchi lavori) il primo festival delle
donne "Kinomata" si pote' vedere concretamente il panorama storico e la
varieta' del lavoro che le registe stavano compiendo internazionalmente nel
mondo del cinema, fu un'occasione impagabile di prendere coscienza e forza.
Lo spazio di cinema aperto nel '67, il Filmstudio 70 - come si chiamava - di
via degli Orti d'Alibert era (ed e' ancora) una finestra internazionale nel
cuore di Roma, fondato da lei con altri appassionati studiosi ed
esploratori, come Amerigo Sbardella e Paolo Castaldini, quindi allargato ad
Adriano Apra' ed Enzo Ungari.
Poi fu lo stesso Rossellini ad aprire i cellari della Cineteca per le
programmazioni, qualcosa che in ogni capitale avviene tranne che a Roma,
dove ancora non esiste una sala in cui poter vedere i classici in pellicola
(e questa e' un'altra caratteristica del Filmstudio che ancora oggi proietta
rigorosamente non in video).
Grazie al Filmstudio Roma poteva assomigliare a New York, Parigi o Berlino
con in piu' quel via vai di artisti italiani dell'underground o
dell'emigrazione costante (Gianni Amico), del rigore rivoluzionario (Jean
Marie Straub e Danielle Huillet), la scoperta (Moretti al suo esordio); tra
i suoi tesserati il politico appassionato di western (Aldo Moro) e i registi
Gianni Amelio, Michelangelo Antonioni, Dario Argento, Marco Bellocchio,
Bernardo e Giuseppe Bertolucci, Liliana Cavani, Luchino Visconti, Lotte
Eisner che riportava ogni notte in albergo i film della Cinemateque di
Langlois, Godard, i pittori, i collettivi e, tra i giovani con la pizza
sotto il braccio, il giovane Wenders, il giovane Herzog. Accanto alle
rassegna, alle jam session e ai collettivi si tentava anche una
distribuzione alternativa e di questo lei in prima persona si fece carico
per anni.
Il film "Processo per stupro" legato al nome di Annabella Miscuglio non
arrivo' quindi per caso. C'era dietro a questo lavoro il primo collettivo di
cinema femminista, realizzato con Rony Daopoulo, Anna Carini, Paola De
Martiis, Loredana Rotondo, Maria Grazia Belmonti. Si sentiva anche una lunga
esperienza di cinema militante e d'avanguardia, abbastanza per ideare una
postazione collettiva nella sede di un tribunale, fare in modo che gli occhi
di tutte le donne fossero puntati su un caso che aveva stordito per la sua
efferatezza (e le cui cause si mescolavano in modo inquietante al momento
politico) e rivelava il modo insultante di trattare le donne in aula con
toni che nulla avevano da invidiare alla commedia italiana e una forza della
difesa che divento' un momento storico.
Premiato nei festival internazionali, commentato a lungo nelle pagine dei
quotidiani, fu un lavoro che si credette bene di bloccare e non si trattava
della televisione demente di oggi, ma di quella abbastanza aperta degli anni
ottanta: A.A.A. Offresi (di Miscuglio e Daopoulo) che smascherava doppia
morale, vizi e debolezze dei clienti e per la prima volta metteva in scena
il punto di vista della prostituta come donna sfruttata, fu bloccata dopo
l'anteprima alla stampa perche' rompeva la stanza dei balocchi maschili.
Se e' vero che un documentario deve avere qualcosa di dirompente (e questi
lo avevano) bisogna anche pensare che parallelamente si nutriva di una
tenace produzione in super8 che affondava nelle pieghe delle tematiche
femministe (non dimentichiamo che tra i primi suoi lavori c'e' un film sulle
tarantolate, prima espressione visiva di un genere poi molto frequentato).
Annabella Miscuglio ha continuato il suo lavoro per la Rai sempre con le sue
doti di sensibilita' anche nei casi piu' difficili di una televisione che
stava scivolando pesantemente in fatto di gusto.

5. INIZIATIVE. "CREDERE NEL DIALOGO"
[Dagli amici promotori dell'appello ecumenico al dialogo cristiano-islamico
(per contatti: redazione@ildialogo.org) riceviamo e diffondiamo]
I promotori dellíappello ecumenico al dialogo cristiano-islamico che
immediatamente dopo gli attentati dell'11 settembre 2001 hanno indicato nel
dialogo la strada da percorrere per superare i conflitti fra i popoli, sono
profondamente convinti, dopo le imponenti manifestazioni per la pace di
sabato 15 febbraio, che e' necessario continuare la mobilitazione popolare
mettendo al centro delle iniziativa il dialogo fra le religioni ed in
particolare fra quella cristiana e quella islamica che insieme rappresentano
gran parte dei popoli del mondo.
Siamo convinti che non c'e' pace senza il dialogo fra le religioni. Insieme
cristiani e musulmani e tutte le religioni possono rifiutare la logica dello
scontro di civilta' e togliere alla guerra mondiale in corso qualsiasi
copertura o avallo religioso.
Siamo convinti, come ha ricordato recentemente il Cardinale Martini, che "in
questo momento drammatico, confuso e pericoloso bisogna credere nel dialogo
anche contro ogni evidenza e ogni paura".
Crediamo sia fondamentale che alle grandi manifestazioni di piazza, faccia
seguito l'iniziativa capillare di tutti gli amanti del dialogo
interreligioso e di quello con l'islam in particolare, in ogni comune,
citta', regione del nostro paese.
Facciamo cosi' appello a tutti i cristiani e a tutti i musulmani che lo
scorso 29 novembre 2002 hanno dato vita in Italia alla prima giornata del
dialogo cristiano-islamico, che ha ottenuto importanti risultati, di
promuovere momenti pubblici di incontro in sede locale fra cristiani e
musulmani dove si possa proclamare insieme il rifiuto della guerra di
aggressione e dello scontro di civilta', coinvolgendo ove possibile le
istituzioni locali, promuovendo documenti comuni che possano manifestare la
volonta' delle comunita' locali a vivere in pace e nel rispetto di ogni
persona e di ogni religione.
Alla cultura dello scontro e della guerra, bisogna contrapporre la cultura
ed il metodo del dialogo, che e' paziente, che e' segno di saggezza, che non
chiude mai alcuna possibilita' e non interrompe mai i rapporti. Mai come in
questi ultimi giorni risulta chiaro come l'alternativa al dialogo ed alla
convivenza fra popoli diversi per storia, cultura, religione, sia la guerra
con tutto cio' che questo significa per il futuro stesso dell'umanita'.
*
Informazioni utili
Ricordiamo che e' disponibile un libro della Emi, dal titolo "La rivincita
del dialogo" ed un numero speciale del periodico "Il dialogo" (sito:
www.ildialogo.org) con articoli, documenti, proposte di liturgie,
finalizzati ad aiutare quanti vogliano approfondire le ragioni del dialogo e
i contenuti dell'appello ecumenico per il dialogo cristiano islamico. Il
libro puo' essere richiesto direttamente alla Emi, www.emi.it, tel.
051326027, fax: 051327552, e-mail: sermis@emi.it. Il numero speciale puo'
essere richiesto alla redazione de "Il dialogo", e-mail:
redazione@ildialogo.org, tel. 3337043384, o scaricato direttamente dal sito.
Il fascicolo e' stato anche riprodotto dal mensile "Tempi di fraternita'"
del mese di dicembre 2002 (sito: www.tempidifraternita.it). Sono disponibili
altresi' un fascicolo curato da Stefano Allievi dal titolo "Islamica" che
comprende tutta la principale bibliografia in italiano sull'islam (si puo'
richiedere gratuitamente a: cultura@carpidiem.it) e il numero speciale di
"Confronti" dal titolo "Noi e loro" (che si puo' richiedere a:
redazione@confronti.net).
Per firmare l'appello e per adesioni o segnalazione di iniziative, ci si
puo' rivolgere a:
- redazione@ildialogo.org,  tel. 3337043384;
- b.salvarani@carpi.nettuno.it, tel. 3291213885.
Per l'elenco completo dei firmatari dell'appello, per tutti i materiali ad
esso relativi e per le iniziative in corso si puo' visitare il sito:
www.ildialogo.org

6. LETTERE. PEPPE SINI: DENUNCIARE ALL'AUTORITA' GIUDIZIARIA I GOLPISTI E
STRAGISTI
[Il testo seguente e' estratto da una lettera personale a un amico
carissimo]
Tra le iniziative che sarebbero utili per contrastare la guerra e difendere
la Costituzione che la guerra ripudia, suggerirei di inserire anche la
proposta di una campagna (che abbia dimensioni di massa) di denuncia
all'autorita' giudiziaria della violazione della legalita' costituzionale
commessa da governo, parlamento e capo dello Stato con l'avallo alla guerra.
Credo che sarebbe assai utile che il maggior numero possibile di persone e
di soggetti collettivi presentasse denunce a tal fine presso il maggior
numero di uffici giudiziari e altri soggetti preposti alla raccolta di
esposti e denunce (forze dell'ordine, nonche' varie autorita' pubbliche che
in considerazione del proprio ruolo di pubblici ufficiali a fronte di una
"notitia criminis" hanno il dovere di promuovere l'azione penale).
Cio' giova all'impegno per la pace e i diritti umani, alla difesa della
legalita' costituzionale, al fuzionamento della democrazia, ad attivare
tutti i soggetti istituzionali che hanno il dovere di tutelare ed inverare
la legalita' costituzionale, di contrastare i crimini (e di tutti i crimini
la guerra e' il piu' atroce), e di impedire ai golpisti di perpetrare il
piu' grave dei delitti.
E giova anche alla chiarezza, poiche' rende esplicito chi si sta battendo
per la legalita', il diritto, l'umanita' e chi invece sta cooperando a
promuovere il piu' orrendo dei crimini: la commissione di stragi di cui ogni
guerra consiste, oltretutto violando il giuramento di fedelta' alla
Costituzione reso al momento dell'assunzione di alti incarichi
istituzionali.

7. POESIA E VERITA'. LALLA ROMANO: COME IL CIECO SI AFFERRA
[Da Lalla Romano, Poesie, Einaudi, Torino 2001, p. 56. Lalla Romano, una
delle piu' grandi scrittrici italiane del Novecento, è scomparsa nel 2001]

Come il cieco si afferra
al braccio che lo conduce
e il bambino che ha fame
cerca il seno di donna
ognuno sulla terra
chiede all'altro il suo bene

Ognuno povero in se'
e' ricco per l'altro

Ognuno a un tempo e' madre
e figlio:
nutre e si sfama

8. POESIA E VERITA'. MARIA LUISA SPAZIANI: COME UN GRUMO DI SANGUE
[Da Maria Luisa Spaziani, Poesie 1954-1996, Mondadori, Milano 2000, p. 25.
Maria Luisa Spaziani e' una delle piu' intense voci poetiche italiane di
questi decenni]

Come un grumo di sangue
quest'ora buia al tempo si rapprende.
Piu' nessuna barriera mi difende
dal vento amaro.

L'estate in gloria che su queste strade
per me ha brillato un giorno, ora sepolta
mi mulina le ceneri sul cuore.

E' notte e inverno. E tu sei morto, amore.

9. RILETTURE. DONATELLA DELLA PORTA: MOVIMENTI COLLETTIVI E SISTEMA POLITICO
IN ITALIA. 1960-1995
Donatella Della Porta, Movimenti collettivi e sistema politico in Italia.
1960-1995, Laterza, Roma-Bari 1996, pp. VIII + 216, lire 28.000. Un utile
lavoro di sintesi.

10. RILETTURE. GIOVANNI LODI: UNITI E DIVERSI
Giovanni Lodi, Uniti e diversi, Unicopli, Milano 1984, pp. 160. Un utile
studio sociologico su "le mobilitazioni per la pace nell'Italia degli anni
'80".

11. RILETTURE. GIOVANNI SALIO: LE GUERRE DEL GOLFO E LE RAGIONI DELLA
NONVIOLENZA
Giovanni Salio, Le guerre del Golfo e le ragioni della nonviolenza, Edizioni
Gruppo Abele, Torino 1991, pp. 144, lire 18.000. Un utile lavoro di uno dei
principali studiosi e amici della nonviolenza.

12. RILETTURE. GIOVANNI SCOTTO, EMANUELE ARIELLI: LA GUERRA DEL KOSOVO
Giovanni Scotto, Emanuele Arielli, La guerra del Kosovo, Editori Riuniti,
Roma 1999, pp. 224, euro 9,30. Un ottimo studio che ricostruisce l'"anatomia
di un'escalation" che ha portato alla guerra.

13. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale
e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale
e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae
alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo
scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il
libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali,
l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di
nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza
geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e
la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e
responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio
comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono
patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e
contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto
dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna,
dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione,
la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la
noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione
di organi di governo paralleli.

14. PER SAPERNE DI PIU'
* Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per
contatti, la e-mail e': azionenonviolenta@sis.it
* Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della
Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia:
www.peacelink.it/users/mir; per contatti: lucben@libero.it;
angelaebeppe@libero.it; mir@peacelink.it, sudest@iol.it
* Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista
Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati
per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: www.peacelink.it. Per
contatti: info@peacelink.it

LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO

Foglio di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la pace di
Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. e fax: 0761353532, e-mail: nbawac@tin.it

Per non ricevere piu' questo notiziario e' sufficiente inviare un messaggio
con richiesta di rimozione a: nbawac@tin.it

Numero 519 del 26 febbraio 2003