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Una coalizione di organizzazioni per i diritti umani invita ilpresidente del Turkmenistan a celebrare il proprio compleannointroducendo lo stato di diritto
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- Subject: Una coalizione di organizzazioni per i diritti umani invita ilpresidente del Turkmenistan a celebrare il proprio compleannointroducendo lo stato di diritto
- From: "Ufficio Stampa Amnesty " <press@amnesty.it>
- Date: Tue, 18 Feb 2003 21:18:06 +0100
Gent.mi tutti,
vi trasmettiamo il comunicato stampa odierno della Sezione Italiana di
Amnesty International:
Una coalizione di organizzazioni per i diritti umani invita il presidente
del Turkmenistan a celebrare il proprio compleanno introducendo lo stato
di diritto
Grazie per la cortese attenzione
Per ulteriori informazioni:
Ufficio stampa
Amnesty International
Tel. 06 44.90.224
cell. 348-6974361
E-mail: press@amnesty.it
COMUNICATO STAMPA
CS22-2003
UNA COALIZIONE DI ORGANIZZAZIONI PER I DIRITTI UMANI INVITA IL PRESIDENTE
DEL TURKMENISTAN A CELEBRARE IL PROPRIO COMPLEANNO INTRODUCENDO LO STATO DI
DIRITTO
Una coalizione di organizzazioni per i diritti umani composta da Amnesty
International, Human Rights Watch, Federazione Internazionale Helsinki per
i diritti umani, Lega internazionale dei diritti umani e Memorial ha
invitato il presidente del Turkmenistan Saparmurat Niyazov a celebrare il
proprio compleanno impegnandosi a proteggere i diritti umani. Il compleanno
del presidente Niyazov, il 19 febbraio, è uno dei maggiori eventi del
paese. I soci di Amnesty International di ogni parte del mondo invieranno
cartoline augurali al presidente mentre in molti paesi sono previste
manifestazioni di fronte alle Ambasciate del Turkmenistan.
La situazione dei diritti umani in Turkmenistan presenta da lungo tempo un
quadro terrificante e l'attentato subito dal presidente Niyazov lo scorso
novembre ha scatenato un nuovo giro di vite.
Le cinque organizzazioni per i diritti umani hanno chiesto al presidente
Niyazov di rilasciare le persone detenute arbitrariamente o illegalmente,
permettere le visite ai detenuti, consentire l'ingresso nel paese agli
osservatori sui diritti umani ed assicurare processi equi e pubblici nei
confronti di coloro che sono stati arrestati per l'attentato di novembre.
La disastrosa situazione dei diritti umani dell'ultimo decennio chiama
direttamente in causa il presidente Niyazov. Il governo non tollera alcun
dissenso, controlla strettamente gli organi d'informazione e limita
fortemente la libertà d'espressione. Le sole religioni approvate sono
l'islam sunnita e quella russa ortodossa, le altre fedi sono perseguitate.
Le minoranze etniche vengono discriminate. Alle organizzazioni non
governative per i diritti umani è impedito di operare. Sono inoltre vietati
il circo, l'opera e l'orchestra filarmonica e l'Accademia di Scienze è
stata chiusa. La nuova ondata di repressione, per quanto straordinaria,
riflette le dure pratiche che i gruppi per i diritti umani hanno
documentato negli ultimi anni.
Il 25 novembre scorso un uomo armato ha attaccato il corteo presidenziale
ferendo una persona. Il presidente Niyazov è rimasto illeso. Secondo fonti
ufficiali le persone arrestate perché coinvolte nel tentativo di omicidio
sono state 67, ma sono in molti a credere che il numero sia più alto. Gli
arrestati sarebbero stati sottoposti a maltrattamenti e torture per
confessare la propria colpevolezza o incriminare altre persone.
Cinquantanove imputati sono stati giudicati in processi celebrati a porte
chiuse dalla Corte suprema e dalla Corte di Ashgabat, due organismi privi
di autonomia giudiziaria: otto sono stati condannati all'ergastolo - tre
dei quali in contumacia - e 51 a pene tra cinque e venti anni di carcere.
Gli imputati non hanno potuto nominare difensori di propria scelta e alcuni
di quelli assegnati di ufficio hanno pubblicamente espresso disgusto per la
prospettiva di difendere i loro clienti.
Molti degli arrestati sono parenti di persone ritenute legate
all'opposizione in esilio. Non è possibile visitarli in carcere e non si
hanno notizie sul loro stato di salute o sul luogo di detenzione. I loro
familiari sono stati minacciati di arresto o sfrattati dalle proprie case e
sono sottoposti a continue molestie e sorveglianza. L'obiettivo, con ogni
probabilità, è quello di costringere gli esuli a rientrare nel paese,
costringendo nel contempo le persone agli arresti a confessare o fornire
testimonianze.
Durante gli ultimi dieci anni lo stato di diritto è stato così degradato da
rendere estremamente improbabili un'inchiesta corretta o un processo equo
nei confronti degli autori del tentato omicidio del 25 novembre. In passato
le autorità turkmene hanno torturato i dissidenti e li hanno condannati a
lunghi periodi di detenzione: come nel caso di Mukhametkuli Aimuradov,
accusato nel 1995 di svariati reati, tra cui il "tentato terrorismo", e
condannato a 12 anni di prigione dopo un processo iniquo. Nel dicembre
1998, è stato raggiunto da altri 18 anni di carcere a causa di un suo
presunto tentativo di evasione.
Tra le persone arrestate all'indomani del 25 novembre vi è un
ambientalista, Farid Tukhbatullin, che Amnesty International ritiene sia un
prigioniero di coscienza, detenuto solo o a causa delle sue azioni non
violente in difesa dell'ambiente.
Amnesty International, Human Rights Watch, Federazione Internazionale
Helsinki per i diritti umani, Lega internazionale dei diritti umani e
Memorial chiedono al presidente Niyazov di:
- rilasciare immediatamente Farid Tukhbatullin e Mukhametkuli Aimuradov;
- indagare su tutte le denunce di tortura e maltrattamenti e prendere
adeguati provvedimenti contro i responsabili;
- cessare la persecuzione nei confronti di tutti coloro che esercitano il
proprio diritto di libertà d'espressione, compreso il dissenso politico non
violento, nonché dei loro familiari;
- consentire l'ingresso nel paese agli osservatori sui diritti umani.
Rispetto alle persone detenute in relazione all'attentato del 25 novembre,
le cinque organizzazioni per i diritti umani chiedono al presidente Niyazov
di:
- porre termine alla detenzione incommunicado;
- permettere le visite dei familiari e la consegna di cibo e medicine
essenziali;
- assicurare processi equi e pubblici che rispettino gli standard
internazionali in materia di equità del processi.
FINE DEL COMUNICATO
Roma, 18 febbraio 2002
La cartolina di auguri al presidente Niyazov si trova su
http://web.amnesty.org/web/web.nsf/pages/TKM_action
Per ulteriori informazioni, approfondimenti, interviste e per ricevere un
dossier in italiano sulla situazione dei diritti umani in Turkmenistan:
Amnesty International - Ufficio stampa
Tel. 06 44.90.224, cell. 348-6974361, e-mail: press@amnesty.it