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San Valentino - Amnesty International ricorda che i diamanticostano sangue



Gent.mi tutti,

vi trasmettiamo il comunicato stampa odierno della Sezione Italiana di Amnesty
International:


San Valentino - Amnesty International ricorda che i diamanti costano
sangue


Grazie per la cortese attenzione


Per ulteriori informazioni:
Ufficio stampa
Amnesty International
Tel. 06 44.90.224
cell. 348-6974361
E-mail: press@amnesty.it



COMUNICATO STAMPA
CS20-2003


SAN VALENTINO - AMNESTY INTERNATIONAL RICORDA CHE I DIAMANTI COSTANO SANGUE


L'anno scorso la Sierra Leone, quest'anno la Repubblica Democratica del
Congo: in occasione della ricorrenza di San Valentino, Amnesty
International ricorda che il vero costo dei diamanti rimangono le
uccisioni, i ferimenti, l'impunità, i conflitti armati di cui fanno le
spese centinaia di migliaia di civili..

Il movimento per i diritti umani segnala in particolare il caso della
Repubblica Democratica del Congo. "Il sangue scorre ogni giorno nelle zone
diamantifere di Mbuji-Mayi e la comunità internazionale gira la testa
dall'altra parte per non vedere, per non intervenire" - ha dichiarato
Umberto Musumeci, responsabile del coordinamento diritti economici e
sociali della Sezione Italiana di Amnesty International.

Nello scorso ottobre, una delegazione di Amnesty International ha potuto
visitare la zona di Mbuji-Mayi, verificando l'esistenza di gravissime
violazioni dei diritti umani, soprattutto ai danni di minatori illegali, in
cerca di qualche piccola pietra con cui risolvere il problema della loro
assoluta povertà. Queste persone vengono uccise oppure, nei casi più
fortunati, gettate senza alcuna accusa né condanna in prigioni affollate e
fatiscenti.

"La Repubblica Democratica del Congo possiede immense ricchezze naturali
che ne potrebbero fare un paese ricco e felice" - ha affermato Musumeci.
"Ciò nonostante, il paese è in coda alla classifica mondiale dello sviluppo
umano. I responsabili di questa situazione ora gestiscono anche il
commercio dei diamanti".

Ciò che accade nella zona diamantifera di Mbuji-Mayi è sintomatico: le
istituzioni governative e giudiziarie sono inadeguate, corrotte e
inefficienti, e ciò rende più facile l'appropriazione delle ricchezze del
paese a spese dello sviluppo economico e sociale collettivo. Le peggiori
violazioni dei diritti umani, commesse in questo clima di illegalità da
forze di sicurezza spesso assoldate nello Zimbabwe, sono coperte da un
clima generale di impunità.

Amnesty International si appella alla comunità internazionale,
all'industria della gioielleria, alla MIBA - la compagnia mineraria della
Repubblica Democratica del Congo - e ai consumatori, perché vengano
tutelati i diritti umani così gravemente e palesemente violati.

L'organizzazione per i diritti umani chiede in particolare che sia bloccato
il commercio dei diamanti illegali attraverso l'applicazione rigorosa del
Procedimento Kimberley, il sistema di certificazione per i diamanti grezzi
entrato in vigore il 1° febbraio scorso, ma che va tuttavia integrato -
pena la sua inefficacia - da altre norme che richiedano controlli severi,
la trasparenza e l'uniformità delle statistiche.

L'accordo prevede che i paesi firmatari sottopongano la produzione,
l'importazione e l'esportazione di diamanti grezzi ad un controllo basato
su appositi certificati di origine che permettano di riconoscere e
rintracciare la località di estrazione. La maggior parte dei paesi
firmatari (soprattutto i più forti produttori ed i maggiori acquirenti) ha
dichiarato di essere pronta ad applicare la nuova regolamentazione, ma non
si conosce ancora la posizione di Cipro, Giappone, Malta, Thailandia,
Ucraina. Inoltre, il corretto funzionamento di questo sistema dovrebbe
eliminare le triangolazioni finora avvenute con il coinvolgimento di
svariati paesi africani e chiudere così degli importanti canali di
smistamento dei diamanti provenienti da estrazione illegale.

"Un diamante, anche piccolo, deve restare un pegno d'amore e non può essere
il frutto di sofferenze inimmaginabili. Chi lo compra, chi lo commercia,
dovrebbe assicurarsi della sua provenienza e della legittimità della sua
estrazione e del suo commercio in tutto il mondo, per non diventare
involontariamente un complice. Soprattutto nel giorno di San Valentino!" -
ha concluso Musumeci.

FINE DEL COMUNICATO
Roma, 13 febbraio 2003

Per ulteriori informazioni, approfondimenti ed interviste:
Amnesty International, tel. 06 44.90.224, cell. 348-6974361, e-mail:
press@amnesty.it

Il rapporto di Amnesty International Democratic Republic of Congo: Making a
Killing è disponibile presso il sito Internet: www.amnesty.org