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Comunicato stampa su software libero e software proprietario
- To: news@peacelink.it
- Subject: Comunicato stampa su software libero e software proprietario
- From: Associazione software libero <PR@softwarelibero.it>
- Date: Fri, 31 Jan 2003 13:41:19 +0100
Siamo presenti alla conferenza stampa organizzata dai Verdi nella sala
rossa di Palazzo Madama su invito del senatore Fiorello Cortiana, autore
di un disegno di legge sull'uso del software libero nella pubblica
amministrazione che sosteniamo con una raccolta di firme.
L'occasione è la partecipazione di Bill Gates ad una conferenza promossa
dal presidente del Senato Marcello Pera. Altri invitati alla conferenza
stampa organizzata dai Verdi sono Italian Linux Society, FSF Europe, LUG
Roma.
Assieme a loro abbiamo preparato il seguente comunicato stampa su
software libero e software proprietario.
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1. Il software libero: un modello commerciale incentrato sulla libertà
Il software libero è un modello commerciale per la distribuzione
dell'informazione che aiuta a conservare e ad estendere il patrimonio
intellettuale attraverso i quattro principi che esso rispetta:
- libertà di utilizzo
- libertà di studio
- libertà di modifica
- libertà di distribuzione
Requisito essenziale per l'applicazione di queste libertà è l'accesso al
codice sorgente.
Si può in tranquillità affermare che il software libero si compone dei
seguenti aspetti che lo rendono una realtà commerciale efficace:
- uso commerciale: il software libero si può vendere
- sviluppo commerciale: il software libero può essere modificato in base
alle esigenze di uno specifico utilizzo e non esistono divieti alla
retribuzione degli interventi di modifica
- distribuzione commerciale: personalizzazioni, servizi di supporto
all'utente, manualistica sono solo alcuni esempi del valore aggiunto
che può completare un'offerta legata al software libero; il modello
commerciale del software libero non si basa sulla vendita della
licenza, come nel caso del software proprietario.
Il vincolo alla diffusione del software libero è il mantenimento delle
seguenti caratteristiche:
- rispetto delle quattro libertà fondamentali sopra citate
- il programma eseguibile deve essere accompagnato dal codice sorgente
- laddove presente, rispetto del copyleft (permesso d'autore, vincolo
secondo il quale un programma che sia la modifica di uno precedente
deve mantenerne la licenza)
2. Diffusione del software e libertà in settori estranei all'informatica
Il software, oggi, è ovunque, non solo in un computer: viene impiegato
per compilare la dichiarazione dei redditi e pagare il bollo dell'auto,
iscrivere il figlio a scuola e gestire le pratiche assicurative,
controllare il conto in banca e archiviare le cartelle cliniche in
ospedale, per giocare e tenere la contabilità domestica, per impostare
il programma di lavaggio di una lavatrice e per comunicare attraverso un
telefono cellulare. Il software, dunque, in qualche modo controlla la
maggior parte delle azioni legate anche alla quotidianità più spicciola,
ed in futuro la sua presenza sarà ancora più pervasiva e necessaria.
In settori diversi da quello informatico, la condivisione da parte di
chi detiene la conoscenza è una potenziale tutela per il cittadino: si
pensi ad esempio alla pubblicazione e alla veicolazione di informazioni
legate alla medicina (e non alla farmaceutica) e alla pratica legale.
Inoltre, chiunque è libero di chiedere la progettazione e la costruzione
della propria abitazione senza restare vincolato a un progettista o a un
costruttore nel momento in cui decide di apportare ulteriore modifiche.
Da un altro punto di vista, sono numerosi i campi in cui un cittadino
può intervenire personalmente senza la necessità del supporto di uno
specialista: si pensi ad ambito come quello idraulico, meccanico,
elettrico, in cui le uniche limitazioni sono i vincoli di reponsabilità
civile e penale.
3. Perché software libero e non software proprietario
Da queste premesse, si capisce come il campo informatico debba offrire le
garanzie fondamentali e estese di libertà e trasparenza:
- il settore privato e ancor più quello pubblico devono acquisire
programmi che garantiscano l'indipendenza dal fornitore
- è fondamentale che si possa conoscere in funzionamento di ogni
componente di un programma perché questo non vada a ledere i diritti
dei cittadini (trattamento dei dati personali, rispetto degli
standard, accessibilità alle informazioni)
- il software proprietario non è posseduto dall'utente -- privato,
azienda o ente pubblico che sia -- : gli viene concessa una licenza
d'uso, con possibilità di intervento frequentemente ridotte al solo
utilizzo
- svincolare le diverse tipologie di utente dai fornitori principali
significa riportare il controllo dell'informazione in Italia con
conseguenti vantaggi per l'economia e la cultura locale.
È per queste ragioni che sosteniamo l'uso e la diffusione del software
libero.
4. Le associazioni
L'Associazione Software Libero è una entità legale senza scopo di lucro
che ha come obiettivi principali la diffusione del software libero in
Italia ed una corretta informazione sull'argomento. È l'affiliata
italiana di Free Software Foundation Europe.
Riferimenti: http://softwarelibero.it/
La Free Software Foundation Europe è la giovane associazione gemella
della Free Software Foundation, che fu fondata nel 1985 da Richard
Stallmann per fornire supporto legale, logistico ed economico al
progetto GNU, il corpus software che costituisce l'infrastruttura dei
sistemi basati su kernel Linux. Attualmente la FSFE ha sezioni in
Francia e Germania, nuove sezioni sono in arrivo in Italia, Portogallo,
Spagna.
Riferimenti: http://fsfeurope.org/
La Italian Linux Society è un'associazione senza scopo di lucro che dal
1994 promuove e supporta iniziative e progetti in favore della
diffusione di GNU/Linux e del software libero in Italia.
Riferimenti: http://www.linux.it/.
Il Linux User Group-Roma è un'associazione di utenti e appassionati del
software libero dell'area romana. Nasce il 9 dicembre 1996 ospitato
dalla Facoltà di Ingegneria dell'Università di Roma "La Sapienza".
Ad oggi consta circa 350 associati.
Riferimenti: http://www.lugroma.org/