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Comunicato delegazione Ctm altromercato a Porto Alegre 2.



Porto Alegre 24 gennaio 2003
DALLA DELEGAZIONE CTM ALTROMERCATO AL
FORUM SOCIALE MONDIALE 2003


Il FSM e' iniziato, ed alla luce dell'assetto organizzativo complessivo ne 
emergono meglio identita' e problemi. Ma innanzitutto due note positive.

MANIFESTAZIONE DI APERTURA: ieri pomeriggio la Marcia di apertura e' stata 
davvero grande (stimate almeno 200.000 persone) e ricca di sigle e 
striscioni, rappresentativa della ricchezza della partecipazione di questa 
edizione. Clima e feeling ottimo, cui contribuisce - in attesa 
dell'incontro con lui di oggi pomeriggio - anche la consapevolezza di "Lula 
Presidente" (moltissimi i cartelli di supporto a Lula, o le magliette di 
autodenuncia: "ho votato Lula!"), esempio concreto di "un altro  mondo e' 
possibile", pur sapendo i problemi che inevitabilmente gia' emergono e dei 
quali qua si discute apertamente, a partire dalla sua partecipazione a 
Davos ed alla scelta di alcuni - in particolare quelli economici - ministri 
del suo governo.

COMMERCIO EQUO E SOLIDALE ED ECONOMIA SOCIALE/SOLIDALE: siamo soddisfatti 
di vedere come le nostre tematiche specifiche hanno assunto al FSM (e 
quindi dentro i tanti network di organizzazioni dei vari continenti) una 
visibilita' e rilievo istituzionale interessante, e riteniamo - essendo qui 
quasi soli nel 2001, e organizzando il partecipato seminario (l'unico sul 
Fair Trade) nel 2002 - di aver dato il nostro contributo (rappresentando 
anche la nostra attiva base sociale) a cio'. Quest'anno sono oltre 50 le 
iniziative al FSM, piccole e grandi, che a diverso titolo si occupano di 
economia sociale/solidale, e prima di tutto di commercio equo (vedi oltre 
paragrafo sul seminario sul commercio equo). E a parlarne non siamo solo 
noi occidentali, ma anche molti sudamericani ed alcuni politici (ieri sera 
abbiamo conosciuto il neo segretario dell'Economia Solidale del nuovo 
governo brasiliano, ed il 26/1 ci sara' su questo tema un incontro con il 
Ministro del Lavoro brasiliano). Anche se in modo a nostro avviso ancora 
insufficiente, emerge la consapevolezza che l'economia sociale/solidale non 
e' solo una "buona azione" o il sostegno agli esclusi, ma soprattutto 
riferimento necessario per qualsiasi strategia di cambiamento sociale: non 
c'e' alternativa politica e sociale possibile senza una pratica economica 
tanto alternativa quanto sostenibile. E in tale accoppiata di principi e di 
pratica concreta sta il grande significato del Fair Trade, e la grande 
attenzione verso il nostro movimento e la nostra esperienza.

PROBLEMI ORGANIZZATIVI E DI IDENTITA' DEL FSM
Il FSM e' iniziato nella confusione organizzativa: il programma complessivo 
e' stato reso  disponibile solo oggi pomeriggio, molti padiglioni e tendoni 
stamane erano ancora in montaggio, mancano riferimenti nei vari luoghi di 
svolgimento degli incontri. Abituati alla efficienza totale degli anni 
passati, e' una novita' negativa che incide - almeno in questa prima 
giornata - sulla percezione e la partecipazione dei presenti. Ma a nostro 
avviso il problema organizzativo rappresenta problemi ben piu' grandi di 
identita' e prospettiva del FSM, forse inevitabili alla terza edizione e 
data l'enorme partecipazione e visibilita' acquisita. Forse il FSM 
quest'anno pecca di gigantismo: 1.100 workshop; tra le 10 e le 15 
conferenze mondiali ogni mattina; altri seminari a tutte le ore; incontri 
tematici (lavoro/sindacato, donne/femminismo, razzismo/negritudine, 
educazione, enti locali...), ed ovviamente il flusso ininterrotto degli 
incontri tra e dentro le reti (anche quella dell'economia sociale/solidale) 
e le varie delegazioni e sul futuro dell'assetto interno al Consiglio 
Internazionale che gestisce il FSM. Non e' solo un problema di quantita': 
ci sono, solo per fare un esempio, almeno 15 workshop sul tema dell'acqua, 
tra loro non coordinati, (le iniziative sull'economia sociale/solidale di 
cui parlavamo sopra sono quasi tutte in rete tra loro). Ripetitivita' e 
dispersione emergono in modo molto piu' rilevante dell'anno passato, in 
questa grande "fiera" che e' il FSM. Associando cio' al moltiplicarsi degli 
incontri di alto livello - tra leader internazionali o tra grandi 
organizzazioni, per esempio quelli in calendario tra tutte le federazioni 
dei sindacati mondiali - e l'evidente interesse dei media ma anche delle 
delegazioni nazionali piu' che sul presente dei "contenuti" sul futuro del 
FSM (e sul pesare nelle decisioni organizzative e nell'agenda delle 
iniziative), ci sembra evidente che quest'anno l'insieme dei contenuti e 
delle esperienze rappresentato dai workshop (anha una scarsa rilevanza. 
Essendo il FSM pensato e presentato come uno "spazio disponibile per tutti 
coloro che condividono la critica al neoliberismo ed alla guerra, la cui 
sintesi e' l'insieme delle iniziative e non le decisioni di un ristretto 
gruppo di dirigenti", questo ci sembra un cambio - negativo - rilevante. 
Che rende necessario (ci sembra di poter dire all'inizio del Forum) un 
ripensamento sui pesi e le misure del FSM, cercando di "governare" e 
limitare un gigantismo dannoso e che la vetrina (pur necessaria ed 
importante) non vada a discapito della partecipazione delle tante 
organizzazioni di tutto il mondo, ed in definitiva dei contenuti. Anche a 
tal fine ci sembra che l'effettuazione del prossimo Forum Sociale Mondiale 
in India possa dare in contributo ed evitare una inerzia pericolosa.

PRIMO INCONTRO SULLA RETE DI ECONOMIA SOLIDARIA
Siamo nell'accampamento della gioventu', in un tendone. L'organizzazione, 
perfetta degli anni scorsi, e' andata un po' in tilt quest'anno complice 
l'enorme afflusso di gente e problemi con il sistema informatico. L'inizio 
avviene con una piccola cerimonia sui colori, i punti cardinali e il 
significato per la vita degli elementi naturali secondo le tradizioni 
indigene. Parlano diversi rappresentanti delle reti di economia solidale, 
piu' dal punto di vista teorico che pratico. Molte interessanti suggestioni 
ma ci sembra che non ci sia ancora una chiarezza reale di cosa sia questa 
economia solidale e soprattutto quale sia il suo progetto: testimonianza, 
contaminazione, confronto, integrazione con l'economia attuale. Positivo il 
fatto che quest'anno l'economia sociale abbia uno spazio molto ampio al 
Forum con conferenze anche nelle sale principali dell'Universita' PUC 
(storica sede delle attivita' del FSM). C'e' una tavola rotonda ben 
organizzata con Max Havelaar-Francia, Global Exchange (Usa), Artisans du 
Monde (Francia), un'organizzazione di produttori indiana. Presenti alcune 
migliaia di persone, a testimoniare del forte interesse sul tema Fair 
Trade: una cosa impensabile solo due anni fa' quando eravamo (noi di Ctm 
altromercato) quasi i soli rappresentanti del commercio equo mondiale. 
Partecipa alla tavola anche Paul Singer, neo ministro per l'economia 
solidaria del governo Lula. Due parole, poca enfasi, ma un grande impegno: 
quello di dar fiato all'economia solidale anche come programma per 
sconfiggere la fame.
Era programmato anche un seminario su prodotti ecologici e commercio equo 
organizzato da Associazione Consumi Etici e Alternativi (Acea), ma e' 
andato deserto, pare per mancanza dei relatori.

La Delegazione del Consorzio Ctm altromercato a Porto Alegre 2003:
Giovanni Bridi
Giorgio Dal Fiume
Stefano Magnoni
Paolo Morini (Chico Mendes Milano)
Maurizio Ricci (Chico Mendes Milano)
Roberto Barbiero (Mandacaru' Trento)