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Verso Porto Alegre: il coraggio della differenza del movimento dei movimenti



Lettera aperta ai Movimenti
Verso Porto Alegre: il coraggio della differenza del movimento dei movimenti

&scoperta del crepuscolo in avanti. Il non-ancora-cosciente
come nuova classe della coscienza del nuovo:
giovinezza, svolta storica, produttività&
E. Bloch Del principio speranza


Cari amici e  compagni, coispiratori di un nuovo mondo in costruzione,

anche questanno siamo in tanti in partenza verso il Forum Sociale Mondiale. 
Portiamo con noi le fatiche e le conquiste di un anno di impegnativo, 
insieme a quel pezzo di un mondo diverso che dalla Fortezza di Firenze ha 
manifestato contro la guerra, e ha posto le premesse di una nuova Europa 
possibile, libera dal mercantilismo e dallingiustizia razzista travestita 
da civiltà, e riscattata dalla religione neoliberista. Ma nel rimetterci in 
viaggio, benchè forti delloriginalità e della bontà di unesperienza così 
promettente, dobbiamo badare a non sederci sugli allori, e semmai, a stare 
in guardia, tenendo i piedi ben saldi nelle fondamenta che ci hanno 
sostenuto e dato forza fin qui.

Quest'anno, lo sappiamo, ci ritroveremo in un Forum Mondiale che sta 
pensando di ridefinire la sua, ed ormai di tutti, Carta dei Principi senza 
però riflettere a fondo sul grosso rischio di autoreferenzialità. Un Forum 
che, dopo aver promosso la mobilitazione di tanta parte della società 
civile in tutto il mondo, forse fatica a riconoscere le valenze 
potenzialmente partecipative e le innovative capacità promozionali delle 
esperienze nascenti nei Forum continentali e tematici.

Lorganizzazione dellEuropean Social Forum, sollecitata dal successo di 
Porto Alegre dellanno scorso, ci ha visto impegnati in un percorso di nove 
mesi inedito e ambizioso, fatto di pratiche inclusive, improntate alla pari 
dignità fra soggetti, nello sforzo di declinare localmente lideale della 
democrazia partecipativa. I giorni di Firenze sono stati un evento 
straordinario, non un punto di arrivo, ma linizio di nuovi reticoli di 
elaborazione e proposta,  nutriti di una rinnovata paziente impazienza, 
ingaggiata in campagne e agende di mobilitazione per il cambiamento dal 
basso, volte al coinvolgimento di sempre più ampie parti della società 
civile, italiana, europea, e planetaria.

Mai come oggi il movimento dei movimenti è oggetto dellattenzione 
dellopinione pubblica, oltre che dei media, e particolarmente in Italia, 
degli appetiti di partiti vecchi e/o in via di rinnovamento, di vecchi o 
nuovi politici alla ricerca di una credibilità.

Nellultima riunione del coordinamento organizzatori Esf prima del Forum 
Mondiale, ci siamo ritrovati a ribadire la forte autonomia del movimento 
dei movimenti in Italia e in Europa, non per rivendicare dei primati, si è 
detto, ma per guardare avanti verso le nuove frontiere del cambiamento, per 
continuare ad interrogarci e a confrontarci sulle 
relazioni-diverse-possibilitra noi e con partiti e istituzioni, senza 
cadere nella trappola della neutralizzazione, della omologazione, 
delletichettamento .

E su quelle frontiere stiamo appena adesso imparando la 
lingua-diversa-possibiledi nuove pratiche di cambiamento sociale e politico 
dal basso, uniti nelle differenze, con la volontà di costruire insieme 
perché legittimati / legittimanti nella differenza. Una differenza che 
dobbiamo preservare nei metodi e nei processi, una differenza che si 
sottrae alle etichette con le quali, spesso, si tenta di inglobarci in 
altri progetti politici, che non sono il nostro progetto, e che non 
riflettono il nostro modo di esprimere soggettività e azioni politiche.

Questa differenza infatti ci porta a Porto Alegre non come delegazione 
italiana autoconvocata e autolegittimata, ma come riferimento di ciò che 
vuole essere unassemblea aperta a tutti i delegati italiani presenti.

E auspichiamo che al rientro da Porto Alegre, questa differenza di metodi e 
fondamenta radicalmente partecipativi ci permetta di inaugurare un 
rinnovato contesto di coordinamento italiano verso lEsf2, fondato su un 
patto di lavoro che nasca dalle agende Esf e Wsf, che si potrà definire 
costituentedi una regione-di-mondo-diverso possibile, nella misura in cui 
faccia prevalere la pratica di convergenze reticolari e plurali, basate sul 
nuovo modello della cooperazione-consenso, in grado di esprimere il senso 
di una partecipazione e soggettività politica in continua evoluzione.
Ci auguriamo infatti che laffermazione dellautonomia della soggettività 
politicadel movimento dei movimenti non venga confusa con le spinte alla 
cristallizzazione in un soggetto politico unico, che ingabbiandoci nel 
vecchio modello della coercizione-compromesso, genererebbe le tristi 
involuzioni verticistiche e ideologistiche di tante primavere sociali già 
superate.
Laugurio e linvito che vorremmo fare, alla vigilia di questi prossimi 
impegni, è di mantenere alta la tensione e lattenzione allorizzontalità 
delle relazioni e delle pratiche sociali e politiche, perché ragionare al 
plurale è una continua conquista,  e per noi stessi è ancora in gran parte 
una lingua straniera da inventare e imparare.

La delegazione della Rete di Lilliput con questa intenzionalità costruttiva 
e con questo impegno a fare rete, sarà presente a Porto Alegre con le altre 
parti dei movimenti dellEsf di Firenze. Lauspicio è che questa 
possa  essere, dopo Firenze, un'occasione per mettere alla prova 
collettivamente la pratica concreta di un metodo nuovo e cioe' il procedere 
per contenuti e partecipazione, intorno allobiettivo del riconoscimento del 
carattere vitale dellesperienza del forum continentale europeo. Riteniamo 
che sia necessario battersi per favorire i processi dal basso e l'autonomia 
dal WSF, seppure nella cooperazione, da parte dei fori continentali e 
tematici: per questo noi non firmeremo documenti generali conclusivi ma 
eventualmente solo piattaforme tematiche di azione, nello spirito di 
Firenze e del mondo diverso che solo la pluralità dei movimenti e degli 
sforzi potrà realizzare. Vorremmo altresì  invitare ad un maggior impegno 
reticolare sulle problematiche relative allambiente, al disarmo, e alla 
difesa popolare nonviolenta , perché siano meglio integrate con le 
mobilitazioni sociali per un mondo più giusto: opposizione alla guerra 
preventiva significa anche lotta per il disarmo e contro lo sviluppo 
dellindustria bellica, senza dimenticare una delle conseguenze dirette 
dellattuale nuovo ordine di guerra, ovvero la sistematica distruzione delle 
basi naturali della vita di noi tutti.

Arrivederci a presto, nella città del bilancio partecipativo, di nuove 
storie ed esperienze di resistenza, e come dice il famoso detto: En el 
camino no hay camino, no hay que caminar.

Il Gruppo di lavoro Wsf della Rete Lilliput

proposte e le mobilitazioni delle alternative.
Occorre procedere e andare oltre. Fare proposte operative. Tuttavia è un
processo, e il solo fatto di iniziare a porre correttamente i compiti e i
problemi è già la metà del lavoro, del cammino. Come abbiamo più volte
sottolineato, i tempi dei potenti non coincidono con i tempi degli
oppressi, delle alternative. Qui sta la sfida ineludibile.

In ultimo, il Brasile di Lula può costituire il centro dellâAsse del Bene,
il retroterra di un mondo che finalmente possa riconoscersi come casa
dellâumano e della felicità per tutti. Ma le sfide per uno stato-nazione
così grande, così ambizioso nel contrapporsi agli Usa e alle grandi agenzie
mondiali del neoliberismo, sono enormi. Il Cile di Allende operava in un
contesto storico affatto diverso. Qui lâesercito è antiamericano,
profondamente antimperialista in quanto nazionalista. Cosa farà il vero
Asse del Male, lo stato-canaglia per eccellenza?



Giorgio Riolo





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L´ACQUA PER TUTTI:

DICHIARARE ILLEGALE LA POVERTA´



Appello del Comitato Internazionale per il Contratto Mondiale dellâAcqua al
II Forum Panamazonico 2003 di Belem do Paraâ 17-19 gennaio 2003



Siamo in Brasile, il paese che possiede lâ11% delle risorse idriche dolci
del pianeta e il 25% delle acque di superficie del mondo. Ma soprattutto
siamo nel paese il cui popolo ha eletto Lula come suo presidente. Ignacio
ãLulaä da Silva ha ridato vita alla speranza. Anche noi, non brasiliani,
siamo nella speranza e vogliamo vivere questa speranza.

Senza acqua non vi eâ vita. Ora il Brasile mostra che il non accesso
allâacqua, come al cibo, non eâ dovuto alla mancanza dâacqua, o di cibo, ma
alla povertaâ. Per questo il presidente Lula ha fatto di ãfome zeroä il suo
primo e fondamentale obiettivo.

Lâobiettivo ãpobreza zeroä nel mondo debe diventare lo spirito della
speranza per tutti coloro che si battono per il diritto allâacqua e per
lâacqua come bene comune appartenente alla vita sul pianeta.

Secondo i Millenium Development Goals definiti dalle Nazioni Unite nel
settembre 2000, la risoluzione finale della Conferenza Mondiale sul
Finanziamento dello Sviluppo a Monterrey (marzo 2002) e la Dichiarazione
politica del III Vertice Mondiale sullo Sviluppo Sostenibile a Johannesburg
(settembre 2002), i potenti del mondo considerano che non eâ piuâ possibile
sradicare la povertaâ. Cercano di far credere che il diritto di vivere non
appartiene a tutti. Secondo loro, lâunico obiettivo ambizioso e realista eâ
di dimezzare al 2015 lâattuale numero di ãgrandi poveriä (1,3 miliardi di
persone), nel mentre sappiamo che esistono 2,7 miliardi di poveri. Il che
significa lâaccettazione dellâinevitabilitaâ di 3 miliardi di poveri nel
2015, come minimo, su una popolazione mondiale di 7,5 miliardi.

Da Belem, dal Brasile di Lula, dobbiamo dichiarare che cioâ eâ
inaccettabile. Eâ dal Brasile, dallâAmerica del Sud, in cooperazione con i
popoli europei, africani, asiatici e dellâAmerica del Nord che deve partire
la mobilitazione popolare mondiale per la proclamazione dellâillegalitaâ
della povertaâ.

Come nel XIX secolo, la dichiarazione dellâillegalitaâ della schiavituâ
rappresentoâ una delle piuâ grandi conquiste sociali e culturali
dellâumanitaâ, cosiâ il secolo XXI deve affermare lâillegalitaâ della
povertaâ.

Il diritto allâacqua per tutti passa attraverso lo sradicamento della
povertaâ, il che implica la lotta senza ambiguitaâ contro la
privatizzazione e la mercificazione dellâacqua.

Invitiamo tutti i partecipanti del Forum Panamazonico a collaborare
attivamente alla realizzazione del Forum Alternativo Mondiale dellâacqua
che si terraâ a Firenze il 21 e il 22 marzo 2003 e che ha come obiettivo di
definire e promuovere in tutto il mondo una ãPolitica Mondiale e Locale
dellâacqua fondata sul diritto di vivere per tutti, sullâacqua bene comune
e sulla democrazia dellâacquaä.

Eâ lâassemblea qui presente favorevole a un tale appello?







Riccardo Petrella, Emilio Molinari, Giorgio Riolo

a nome del Comitato Internazionale per il Contratto Mondiale dellâAcqua




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IL MOVIMENTO ITALIANO A PORTO ALEGRE

Tra il 23 ed il 28 gennaio si terrà a Porto Alegre la terza edizione del
Forum sociale mondiale.

I due anni che ci dividono dal primo appuntamento mondiale di quanti e
quante si battono contro la globalizzazione liberista e per un altro mondo
possibile hanno visto una straordinaria crescita dei movimenti e
l'allargarsi del forum
sociale mondiale. Un processo in continuo movimento che
cambiando le cose, cambia anche se stesso.

Due anni fa molti e molte di noi erano a Porto Alegre e al ritorno
lavoravano per costruire il controvertice al G8 di Genova. Il movimento
prendeva forma anche in Italia, irrompeva una nuova generazione, non solo
anagrafica ma soprattutto politica. Un anno fa siamo tornati a Porto Alegre
portandovi lo spirito di Genova e la mobilitazione
contro la guerra permanente e per la pace. Oggi tanti e tante si apprestano
a ripartire con la straordinaria esperienza del primo Forum sociale europeo
nel cuore e nella mente, ma anche con la consapevolezza che occorre far
crescere la capacità dei movimenti di costruire convergenze e mobilitazioni
coordinate, a partire dal rifiuto totale della guerra.

Ecco perché, insieme ai movimenti di tutta Europa, stiamo organizzando nello
spazio pubblico del Fsm una giornata contro la guerra, per discutere insieme
alle forze che hanno dato vita al forum sociale in Palestina e ai movimenti
di tutti i continenti su come fermare insieme la guerra annunciata contro
l'Irak.
Vogliamo anche confrontarci con gli altri forum regionali e tematici sulla
nostra esperienza del Fse di Firenze, il metodo aperto e partecipativo che
vi abbiamo praticato e la possibilità di costruire unità e allargamento, a
partire dall'autonomia dei movimenti e dalla radicalità dei suoi contenuti.
Ma intendiamo anche confrontarci con i movimenti sociali di tutto il
pianeta, perché il regime globale della guerra e del neoliberismo che ci
stanno imponendo, esige che nella nostra pluralità coordiniamo le agende e
le
lotte, che ci diamo strumenti di comunicazione e confronto continuativi.

Per questo, ma anche per poterci sempre confrontare in maniera aperta e
plurale, abbiamo organizzato a Porto Alegre un incontro dei partecipanti
italiani, al quale invitiamo tutti e tutte a partecipare.

L'incontro si terrà a Porto Alegre il 23 gennaio, dalle ore 9.30 alle 12.30,
presso la PUC, nella sala numero 101, edificio n.9.

Ci vediamo a Porto Alegre
Un'altra Europa è possibile
Un altro mondo è possibile


Gli organizzatori del Forum Sociale Europeo


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