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da Savona un ponte fra "dentro" e "fuori"
REPLAY (da Savona un ponte fra "dentro" e "fuori")
di Elisabetta Caravati
Un tempo fu un monastero, oggi e' un carcere...
Un carcere dove la situazione e' da tempo gravissima per le precarie
condizioni igienico-sanitarie in cui sono costretti a vivere i detenuti che
sono il doppio di quanti la struttura potrebbe ospitare.
Da questo carcere, il S. Agostino di Savona, e' partito "REPLAY, giornale
ristretto in attesa di evasione".
L'idea di questo foglio - scrive Karen Heliot - e' nata grazie ad una
persona che nell'estate del 2001 ci ha regalato alcune copie della rivista
del carcere di Padova "Ristretti".
Il titolo e' tratto da uno scritto di Ben Abed El Majid Fartas "La vita qua
in galera e' come schiacciare il tasto del telecomando su REPLAY che vuol
dire vivere sempre la stessa cosa e vedere la stessa gente. Quando cambi
canale vuol dire che sei libero..."
Scrive Donatella Ramella Ass. Politiche Sociali provincia di Savona:
"Libertad=liberta'. Ci puo' essere nome piu' dissonante, canzonatorio per
un carcere? Esso si trova in Uruguay. In una grande pianura si staglia un
grande edificio moderno, squadrato, circondato da un alto muro e da filo
spinato.
Quello era il carcere dei detenuti politici ai tempi della dittatura in
quel paese, non e' stato distrutto come lo fu la Bastiglia, ma
semplicemente ha cambiato tipologia di inquilini. Quel carcere e' difficile
da raggiungere da chi non abbia l'auto ( ed in Uruguay pochi ce l'hanno) e
questa sua lontananza dal mondo aggiunge isolamento ad isolamento.
C'e' un carcere nel cuore della citta'. Ha un nome che richiama alla
riflessione dello spirito, ma all'interno del quale di spirituale non puo'
esservi nulla se non lo spazio che ciascuna delle persone che ci vivono
puo' costruire nella propria mente. E' un carcere molto vicino al mondo, ma
da questo tagliato fuori, rimosso. Eppure in quel carcere ci sono cittadini
del mondo che varcando quella soglia hanno perso qualcosa che non ci
rendiamo mai conto di avere: la liberta'.
Questi uomini sono consapevoli di aver commesso reati, di aver meritato una
pena, non hanno bisogno di essere oggetto di falsi buonismi.
Hanno bisogno di una nuova opportunita' affinche' una volta scontata la
pena comminata non si trasformi in una condanna a vita.
Un giornale del carcere puo' apparire superfluo (tutto accade "fuori" cio'
che accade "dentro" a chi interessa?) ma non lo e'.
Un giornale e' un tentativo di ristabilire un contatto con il "fuori", di
tornare ad essere, per i detenuti, persone con teste pensanti e mani
scriventi; un giornale e' incrocio di culture, di rabbie, di sguardi sul mondo.
Grazie quindi a chi ha pensato a questa iniziativa, a chi l'ha consentita,
a tutti quei cittadini del mondo, del "dentro" e del "fuori" che
collaboreranno.
La Provincia di Savona e' dalla loro parte."
Tutti dovremmo essere dalla loro parte...
Elisabetta Caravati