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Francesco Vignarca dalla missione di pace a Baghdad



4/12/2002 17:00
COMUNICATO STAMPA: RETE LILLIPUT COMO

Nuovo messaggio di Francesco Vignarca dalla missione di pace a Baghdad
Riportiamo per intero il terzo messaggio inviatoci da Francesco Vignarca, a 
Baghdad con la missione di pace BIPOT (Baghdad Italian Peace Observer Team).

Sta andando tutto molto bene e non abbiamo problemi di sorta... le giornate 
sono sempre pienissime e gli stimoli di riflessione e di elaborazione 
davvero enormi..
Il filo conduttore di tutto puo' essere quello di doversi infilare in tutti 
gli spiragli... la pace si deve davvero infilare in tutti gli spiragli se 
vuole battere la distruzione e la devastazione della guerra, dell'odio e 
della poverta'.
Cosi' come dobbiamo fare noi se vogliamo entrare in contatto con la Baghdad 
piu' vera, visto che il rigido cerimoniale di molti incontri (con il 
presidente del Parlamento iracheno ad esempio) ed il fatto di muoverci con 
macchine ufficiali fornite dal parlamento stesso impedisce spesso la 
mobilita' necessaria a contatti piu' profondi. Per fortuna gli incontri non 
sono tutti di questo genere e quindi anche se gli spostamenti sembrano 
quelli di un film, alla fine si riesce a parlare con la gente e con chi 
opera sul campo in maniera incredibile per migliorare le condizioni di 
questo popolo e di conseguenza della pace.
Bellissimo e sentito l'incontro di lunedi con il vescovo della chiesa 
Caldea Warduni (impressiona sentire dire da un prelato cattolico che la 
pace "e' nelle mani di Allah"...) ed il giro nel Souk (il mercato) piu' 
antico della citta' dipinta anche nelle "mille e una notte"... Li si vede 
la gente girare, parlare, contrattare, osservare, vivere...
E li si coglie come l'idea della guerra non sia cosi opprimente come mi 
sarei immaginato e come tutti piu' o meno pensiamo in Italia! Molto meno 
opprimente sicuramente dell'immagine del "presidentissimo" S.H. che 
campeggia in ogni dove ed in ogni angolo, nelle piu' diverse pose 
(presidente operaio, soldato, studente,...)
Oggi abbiamo avuto la possibilita' di passare in una scuola e poi 
confrontare le nostre impressioni con la delegazione ONU, UNICEF e UNDP che 
lavora da tempo in maniera magnifica per questa popolazione. Inutile dire 
che hanno un giudizio diverso della situazione rispetto alle autorita' locali.
Quello pero' su cui tutti concordano e' che l'embargo ha messo in ginocchio 
un paese ricco di risorse, di cultura, di storia e di dignita' umana nei 
suoi abitanti. Un paese che ora e' sul rischio di una catastrofe, che puo' 
arrivare anche per spinte minime secondo quanto a noi detto da Ramiro Lopes 
da Silva, coordinatore per l'ONU delle attivita' umanitarie in Iraq. Si 
vive in un equilibrio davvero precario... e qualsiasi piccola spinta 
potrebbe essere fatale...
Spezzando del tutto una popolazione gia' piegata da due fuochi opposti e 
con pochissima speranza nel futuro e nella possibilita' di una situazione 
migliore di vita. e noi invece stiamo a fare le filosofie politiche e di 
principio...
Con il cuore in mano ci hanno pure parlato i rappresentanti delle 
pochissime ONG straniere ammesse a lavorare in Iraq (solo 13!!) e che con 
grandissime difficolta' portano avanti discorsi di cooperazione e di 
assistenza delle fasce piu' deboli della popolazione civile irachena 
(bambini e donne soprattutto, come al solito...)
Particolarmente toccante la testimonianza di Cathy Kelly di un gruppo di 
americani pacifisti che semplicemente vivono con il popolo iracheno 
dimostrando con i loro volti e i loro corpi qui che non tutto l'occidente 
vuole una guerra che distruggerebbe ancora di piu' un popolo e delle 
persone prostrate da anni di guerre, di embargo e di regime...
Oggi abbiamo pure avuto l'occasione di incontrare il responsabile della 
base ONU da cui partono le varie ispezioni ai siti di armi. Ci hanno detto 
che stanno lavorando bene e senza intoppi, e proprio ieri hanno avuto la 
possibilita' di ispezionare uno dei palazzi presidenziali.
Dobbiamo continuare a sostenere l'opera dell'ONU qui, sia sul campo 
politico e delle ispezione che su quello umanitario, visto che le agenzie 
che operano stanno portando avanti discorsi avanzati e validi, pure in un 
contesto di lavoro terribile vista anche la diffidenza del governo che non 
riconosce mai i problemi (che sono sempre piccoli e raccontati da tutti 
secondo una versione ufficiale e standard...)
Come ci ha detto Francois Duboix, responsabile dell'UNDP... "pregate per 
noi, pregate per l'ONU..."
Ed io aggiungo che occorre farlo (o se non si vuole pregare... sosteniamola 
con le nostre azioni) perche' assieme a pochi altri (e tra questi le ONG 
come Un ponte per) e' l'unica voce che QUI si sta levando contro le 
"persone" che per meri calcoli economici e politici stanno spingendo per la 
guerra nei luoghi di comando del mondo...
Dipingendo anche per gli sconsolati e fatalisti iracheni una speranza piu' 
luminosa nel futuro..
Nel nostro piccolo stiamo tentando di fare lo stesso...
Nel nostro piccolo speriamo di continuare questa azione contro la guerra 
(contro tutte le guerre!!) anche al nostro ritorno a casa...
A presto... un abbraccio
Salam Aleikhum
Francesco


La missione di pace BIPOT (Baghdad Italian Peace Observer Team) è 
un'iniziativa promossa da "Un ponte per..." per portate la solidarietà 
della popolazione italiana alla popolazione irachena, e per ricordare a 
tutti che la guerra colpisce soprattutto i civili. Tra i partecipanti - 
parlamentari ed esponenti della sociertà civile italiana - anche il lariano 
Francesco Vignarca, in rappresentanza del Coordinamento Comasco per la Pace 
e della Rete di Lilliput.
Rimaniamo in attesa di ulteriori aggiornamenti, che metteremo prontamente a 
disposizione.
Rete Lilliput Como

Per ulteriori informazioni:
www.comopace.org/lilliput
Mail: lilliput.como@tin.it
Cell: 338/9757397