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TAVOLA ROTONDA SU ‘QUALI ALTERNATIVE AL NEOLIBERISMO?




SBILANCIAMOCI !
Per un'Italia capace di futuro

Campagna promossa da:
Altreconomia, Antigone, Arci, Arci servizio civile, Associazione Ambiente e 
Lavoro, Associazione Finanza Etica, Aon, Assopace, Campagna per la riforma 
della Banca Mondiale, Cittadinanzattiva, Cocis, Cnca, Ics, 
Ctm-Altromercato, Donne in nero, Emergency, Legambiente, Lila, Lunaria, 
Mani Tese, Msf, Pax Christi, Uisp, Uds, Udu. Wwf


Newsletter n° 4

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Sommario: 1.Sbilanciamoci e Attac vi invitano alla Tavola Rotonda sul 
tema‘Quali alternative al neoliberismo?’ che si terrà a Roma mercoledì 11 
dicembre alle ore 17.30  presso l’Aula Magna della Facoltà di Lettere e 
Filosofia della Terza Università. 2. I pericoli delle cartolarizzazioni: 
una scheda a cura di Sbilanciamoci sui lavori della tavola rotonda del 5 
novembre organizzata assieme a Cgil e associazioni ambientaliste.


TAVOLA ROTONDA SU ‘QUALI ALTERNATIVE AL NEOLIBERISMO?’ L’incontro promosso 
da Attac, Sbilanciamoci e Lunaria si svolgerà a Roma mercoledì 11 dicembre 
alle 17.30 presso l’Aula Magna della Facoltà di Lettere e Filosofia della 
Terza Università (via Ostiense 234, metro Marconi). Interverranno Martino 
Mazzonis (Sbilanciamoci), Giorgio Dal Fiume (CTM- Altromercato), Tom 
Benettollo (Arci), Emiliano Brancaccio (ATTAC Italia), Marigia Maulucci 
(segreteria CGIL).
L’obiettivo dell’incontro è discutere come è possibile utilizzare la spesa 
pubblica e il ruolo redistributivo dello Stato per promuovere idee diverse 
di sviluppo e pratiche economiche alternative, mettendo a confronto 
prospettive politiche ed esperienze dei movimenti.
Per  informazioni: sbilanciamoci@lunaria.org

FINANZIARIA 2003 E CARTOLARIZZAZIONI. Con l’approvazione del decreto 
legge  63/2002 (convertito in L 112/2002) che  ha  istituito le società per 
azioni Patrimonio spa e Infrastrutture spa, l’attuale governo  si prepara a 
gestire un sistema  su scala nazionale di vendita e cessione di diritti 
d’uso di beni pubblici a favore di privati.
Con queste società di proprietà pubblica -  che potranno essere partecipate 
anche da soggetti privati -  lo Stato incasserà il corrispettivo del 
trasferimento dei diritti sui beni venduti o oggetto di cartolarizzazione e 
in tal modo potrà reperire risorse in modo permanente per finanziare il 
programma di infrastrutture previsto dalla finanziaria.
Il nostro codice civile detta una disciplina particolare dei beni pubblici 
- distinti in patrimonio disponibile, patrimonio indisponibile e demanio - 
in base alla quale solo i beni disponibili possono essere liberamente 
venduti o ceduti in base alle regole di diritto civile che disciplinano la 
vendita e i diritti di godimento degli altri beni, mentre per i beni 
demaniali e indisponibili il codice prevede alcune fondamentali 
limitazioni: i beni demaniali non possono essere venduti o ceduti (salvo 
alcune eccezioni previste dalla legge) mentre la vendita o cessione di 
quelli indisponibili è valida solo se rispetta il vincolo di destinazione 
pubblica fissato dalla legge.
In virtù della natura riservata dei  beni demaniali e del vincolo 
pubblicistico di destinazione che grava su quelli indisponibili, è previsto 
inoltre un divieto generale di escussione su questi beni  (espropriazione 
di uno o più beni del debitore al fine di soddisfare le ragioni del 
creditore).
La legge 112 (articolo 7) - aggirando le limitazioni previste nel nostro 
codice civile  (artt 823, 828) - consente, invece,  il  libero 
trasferimento al Patrimonio spa non solo dei beni  del patrimonio 
disponibile ma anche dei beni demaniali e indisponibili.
Che fine fa il patrimonio pubblico?
Che succede se il privato al quale lo Stato ha ceduto l’uso di un bene 
indisponibile non rispetta il vincolo di destinazione pubblica fissato 
dalla legge su quel bene?
In tal caso, il destinatario del bene non dovrebbe essere più legittimato 
a  disporne. Invece, con questa nuova legge, non è chiaro se lo Stato sarà 
tenuto comunque a rispettare l’obbligo di cessione assunto nei confronti 
del privato: in caso contrario, infatti, quest’ultimo potrebbe reagire 
chiedendo l’espropriazione forzata sul bene;
con questo tipo di azione promossa dal privato, lo Stato perderebbe così 
definitivamente la disponibilità di quel bene e il bene non avrebbe più 
sostanzialmente una funzione pubblica.
La costituzione di un unico Patrimonio spa  consentirà al governo di fare 
cassa in modo indiscriminato e incontrollato a danno della tutela del 
nostro patrimonio artistico e ambientale: con questa nuova legge, infatti, 
“modalità e valori di trasferimento e di iscrizione dei beni nel bilancio 
della società vengono definiti mediante decreto dal Ministro dell’Economia 
e delle Finanze”. Il  Ministro avrà così mano libera nell’individuazione 
dei beni “di particolare valore artistico e storico” da trasferire al 
patrimonio disponibile  dello Stato, con l’unica cautela di una intesa con 
il Ministero dei Beni culturali che è di per sé insufficiente a costituire 
una garanzia di tutela di tali beni.

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