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LETTERA APERTA AI NOSTRI LETTORI



LETTERA APERTA AI NOSTRI LETTORI

Cari lettori,
e' inusuale per noi scrivervi una lettera aperta, l'abbiamo fatto in poche 
circostanze. Ma vogliamo condividere con voi alcune preoccupazioni e 
riflessioni. E vogliamo insieme prendere posizione, dire una parola sugli 
arresti e sui provvedimenti ordinati dalla procura di Cosenza. Perche' 
venerdi' mattina siamo rimasti sgomenti. Avevamo ancora negli occhi e nella 
testa le emozioni dei giorni del Forum Sociale Europeo di Firenze e le 
notizie che sono arrivate dal Sud d'Italia sono state un colpo durissimo. 
La prima reazione e' stata di sgomento per la gravita' delle accuse e dei 
provvedimenti adottati (non solo avvisi di garanzia, ma 20 arresti, di cui 
13 in carcere). Poi sono subentrati sbigottimento e amarezza perche' accuse 
tanto pesanti non sono sostenute da fatti consistenti.. Ci saremmo 
aspettati di leggere notizie di reato circostanziate, prove documentate e 
indagini convincenti, ma da quello che e' emerso non c'e' nulla di tutto 
questo.

E allora?
Potremmo aspettare, come si dice, che la giustizia faccia il suo corso. 
Aspetteremo, certo.
Ma, per il lavoro che facciamo, crediamo che la responsabilita' non sia 
soltanto quella di stare a guardare, ma conoscere, approfondire, e prendere 
posizione.
Siamo tra quelli che credono che l'indipendenza della magistratura sia un 
valore imprescindibile per uno Stato democratico. Ma difendere 
l'indipendenza della magistratura non significa chiudere gli occhi o 
abdicare al principio di responsabilita': mezzi di informazione e lettori 
hanno il diritto/dovere di entrare nel merito delle indagini, di verificare 
la fondatezza delle accuse, delle prove, dei metodi utilizzati. Questa 
attenzione fa parte del nostro lavoro e della nostra passione. La dobbiamo 
ai tanti che ci leggono e che condividono con noi l'impegno per un "mondo 
altro". E allora diciamo che c'e' qualcosa di anomalo e di inquietante in 
quello che sta avvenendo a Cosenza.
Molti dei reati contestati si prestano ad una strumentalizzazione politica. 
Uno di questi e' "la cospirazione politica mediante associazione al fine di 
turbare l'esercizio di governo" previsto dall'articolo 305 del codice 
penale. Scrive Giuseppe D'Avanzo su "Repubblica" del 16 novembre: "La 
cospirazione politica e' un reato che Alfredo Rocco ha elaborato per il 
codice fascista del 1930; permette di liquidare, come ha fatto in un 
lontano passato, sindacati, partiti, ogni forma di libera associazione... 
Il giudice di Cosenza brandisce il senso autoritario di quella norma come 
un'arma. Nella cospirazione politica mediante associazione, scrive, e' 
sufficiente che il pericolo sia presunto. Quel reato 'non esige ne' un 
numero di adepti determinato, ne' la consitenza di mezzi idonei alla 
realizzazione dei fini, ne' concreto pericolo per lo Stato essendo il 
pericolo presunto... la costituzione dell'associazione'".

Tutto questo ci preoccupa, perche', tra l'altro, rischia di mettere sotto 
accusa tutti i movimenti che si oppongono all'attuale modello economico che 
produce miseria, ingiustizie, guerre, degrado ambientale. Proprio perche' 
il nostro primo obbligo e' di capire, nei prossimi giorni cercheremo di 
mettere a disposizione sui nostri siti l'ordinanza del giudice di Cosenza 
(quelle 390 pagine che, per il loro numero, sono sembrate a qualche 
commentatore e a qualche politico gia' prova "quantitativa" di un ottimo 
lavoro d'indagine); e gli articoli di colleghi giornalisti che conosciamo 
per l'affidabilita' del loro lavoro. Non solo opinioni quindi.

A Firenze c'eravamo, abbiamo seguito i lavori del Forum e, da cronisti, 
abbiamo percorso piu' volte la grande manifestazione di sabato. Ci e' 
sembrato, in quei giorni, di assistere alla nascita di qualcosa di nuovo.
A quelli che a Firenze c'erano diciamo che bisogna continuare, che le 
intuizioni per un "mondo diverso", piu' giusto e solidale stanno aprendo 
delle brecce nel muro di indifferenza e dogmatismo delle opinioni 
pubbliche, degli organismi internazionali, dei politici. Diciamo anche che 
bisogna continuare ad avere fiducia nelle regole democratiche e nelle 
istituzioni.
A Firenze il dialogo, anche serrato, anche aspro, ma leale e responsabile 
fra movimento e istituzioni e' stato fertile di risultati e, credevamo, di 
un nuovo clima politico. Gli arresti di Cosenza sono un brusco risveglio.

Agli arrestati e agli indagati dalla procura di Cosenza  -alcuni dei quali 
abbiamo conosciuto o incrociato- in questo momento diciamo che siamo vicini 
e solidali con tutte le nostre forze. Con loro non sempre siamo stati 
d'accordo su idee e metodi e, probabilmente, non lo saremo neanche in 
futuro. Ma stanno subendo accuse che ci sembrano ingiustificate, come 
ingiusta e' la carcerazione inflitta ad alcuni di loro.  E' anche per dare 
concretezza ed efficacia a questa solidarieta' che scriviamo questa lettera 
con la promessa di continuare a occuparci di questi fatti cosi' preoccupanti.

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