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Operazione Colomba [Palestina] polaroid




 
ogni giorno e' un good fucking day.
ormai con la testa al ritorno mi inchino davanti a la bellezza di terra 
di fuoco
il fuoco qui raggela il sangue nelle vene
e riduce schiavo alla terra
in questi momenti capita di apprezzare il colore dei fiori e l'odore
la sera le luci rosse lontane danno l'impressione di qualche citta' 
lontana
ma e' illusione
nessuna strada porta a nessuna citta'
i bambini si sbucciano le ginocchia sulle strade brecciate
un filo spinato
un muro
e le luci rosse lontane sono illusioni.
c'e' una strada lontana che corre diritta
dove le macchine corrono veloci
memori di una fretta di altri mondi
il mondo va piano, pianissimo
e i muli sono stanchi 
e vanno lenti
sulle strade senza luce
solo spicchio di ramadan
illumina la sabbia.
si parte per viaggi senza ritorno
brandendo ferri e liberta' in ciclostile
lasciando a casa
un affetto ed un ricatto
si parte per inchiodare alla terra
non importa chi
non si ha tempo per pensare
e non si torna a casa no, non si torna.
resta un manifesto con la moschea sullo sfondo
e la foto in primo piano
quasi sempre sbiadita, piatta
che non leggi mai il turbinio di rabbia e cieca convinzione
e non ti immagini le dita che tremano agitate.
resta un manifesto sul pilastro della casa
schegge di muri non piu' integri per rappresaglia.
resta gente inchiodata alla terra
quella gente spesso illusa
dal bianco di democrazia della propria bandiera
e non ne sa niente.
si parte per viaggi a ritorno indefinito
sulla strada che costeggia il mare
e se ne innamora
e scintillano di ruggine
le giostre in disuso
di un luna park dimenticato
non c'e' angoscia 
e non c'e' euforia
c'e' quiete.
inquieta.
si parte per una galera
in esilio
nella prigione a cielo aperto che e' gaza
per essere partigiano di una causa che per altri e' persa
quando solo ti prende la voglia di ferro in mano
e di carezze e di mentirsi un'altra volta almeno
asserragliato in una chiesa
ricercato
circondato dall'ansia 
per aver lasciato a casa qualcosa di
a occhi ora lucidi di esilio.
si parte si scappa e si migra
il fagotto di tutta una vita
passata in una terra deserta che credevi tua
e quando qualcuno ritorna
non e' per diritto al ritorno
perche' si sta con i polsi legati in una tenda
in quel deserto una volta tuo.
si parte 
nel senso che si trasloca
e come un teletrasbordo
ci si ritrova a vivere nelle tende
a qualche centinaio di metri da quella che era la tua casa
dove ora invece sfrecciano
i memori di una velocita' di altri mondi
fa male voltare la testa da quella parte
perche' e' di la' che vennero una notte
mostri di merdosa ferraglia
a portare la pace
ovvero il deserto
i cingoli lasciano solchi
che a volte sembrano indelebili
che il vento cancella a fatica
come memoria permanente
i cingoli lasciano solchi per la semina
e seminano i suicidi
e la pioggia che li irrora sono lacrime da un'occupazione
da quella parte per tre volte si udi'
il rombo della merdosa ferraglia avvicinarsi
per abbattere i capanni di teli e tronchi di palme
e nessuno si spiega perche'
ed a volte penso che non lo sappiano 
nemmeno i carnefici servi dei grassi maiali 
signori della guerra
quasi sempre nel barcollo dei venti anni
con un fucile in mano 
in una terra occupata
con qualcuno che gli ha parlato di terroristi
e di sicurezza da garantire. 
si giunge sempre tardi
come in un giallo dopo l'assassinio
e ti immagini i movimenti
l'aria si sposta
l'aria si infiamma
l'aria ti schiaccia
molto spesso restano solo
gotici coriandoli 
solo gotici coriandoli
gotici.
sull'asfalto merdosa ferraglia lascia il segno
non resta che guardare i segni e capire il percorso
guardare attraverso le voragini nei muri
le lamiere contorte
le case violate
come il letto disfatto dopo una lunga notte d'amore
ma ogni notte
nel cielo di palestina
ci sono strane luci pulsanti che vegliano 
nella notte di palestina
ormai abbastanza fredda da dirsi d'autunno
un faro veglia sulle cattive intenzioni
e sono frequenti gli spari a volte lontani a volte vicini
e si illumina
in una notte che per te e' notte
ma per altri e' gia' giorno 
sulla strada di saladino che dall'egitto porta a nord
dove qualcuno li aspetta per farli lavorare 
che' la manodopera araba e' produttiva
e non si lamenta
salario minimo
abbassare la testa 
per non guardare lo sventolio delle bandiere bianche
della stessa democrazia che alla sua famiglia
stara' forse rendendo insonne la notte
che per loro e' notte e per lui giorno.
e cosi' corrono i taxi gialli nella notte
sulla strada di saladino
che fu la via dei mercanti.
a nord
la strada si ferma alle torrette militari
della frontiera.
a sud 
si ferma davanti ad un muro alto dieci metri 
e le torrette d'avvistamento
in una zona che ora e' deserto e una volta era un quartiere
centinaia di case stuprate da merdosa ferraglia
la stessa che ci e' venuta addosso ieri
ed ha sparato
che' nessuno deve vedere 
che la sicurezza delle terre occupate 
significa bieca distruzione.
a sud un muro alto dieci metri 
copre la vista dell'egitto 
e la fuga anche solo dello sguardo
dalla prigione striscia di gaza
dove nessuno sa quali colpe ha da espiare.

"mai potrai tornare come prima, mai"

fabio


www.operazionecoomba.org
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{foto palestina} www.tanksnothanks.tk  /  
www.inventati.org/liberapalestina