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Fw: Dario Fo e Franca Rame News - Il C@C@O della domenica



Dario Fo & Franca Rame News
Il C@C@O della domenica

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17 novembre 2002

Si', sono stata querelata dalla Fallaci, ma non sono l'unica in Italia che
le abbia dato della terrorista, ha ricevuto da molti, commenti veramente
pesanti.
Senatore Pagliaro: vera e propria istigazione alla violenza.
Il piu' forte (molto piu' del mio) e' quello di Giuseppe Fioroni,
Margherita: La pericolosita' della scrittrice e' pari a quella che crede di
denunciare: la violenza puo' annidarsi anche in una penna impazzita che
ormai aspira solo a essere il Bin Laden dell'Occidente. Al processo saro'
in buona compagnia! Interessante la solidarieta' di Zeffirelli alla
Fallaci: sul Manifesto di giovedi' 7 ha dichiarato, parlando del Sindaco di
Firenze e del Presidente della Regione Toscana: "Peccato che non siamo nel
Medioevo, perché sono due mascalzoni che all'epoca avrebbero impiccato!"
Altro giro, altra querela: Il ministro Castelli mi ha querelato. I fatti:
la mattina del 14 settembre a Roma siamo andati sotto al carcere Regina
Coeli in solidarieta' ai detenuti in sciopero della fame vengo intervistata
da una giornalista dell'Ansa - segue lancio Ansa:
CARCERI: FRANCA RAME; CASTELLI IGNORANTE, SI PROTESTA DA SEMPRE (ANSA) -
ROMA, 14 SET - ''Quel pirla di Castelli si spaventa delle manifestazioni
davanti alle carceri. Dovrebbe acculturarsi perche' le manifestazioni in
appoggio allo sciopero della fame dei detenuti avvengono in Italia da
decenni e non sono state scoperte oggi''. Non risparmia insulti al ministro
della Giustizia Roberto Castelli, l'attrice Franca Rame, presente alla
manifestazione no global davanti a Regina Coeli. ''Castelli si informi - ha
detto - parla come se oggi noi sobillassimo la rivolta nelle carceri ma ce
ne sono sempre state e ce ne saranno sempre di piu' perche' dentro le
condizioni sono terribili e lo si e' sempre saputo''. Rame ha duettato con
Fo ricordando quando negli anni '70 visitavano i detenuti. Uno di questi
detenuti, oggi militante no global, l' ha abbracciata durante la
manifestazione. ''Parlai con lui - ha detto Rame - ai tempi in cui ando' in
vigore il carcere duro. Le condizioni delle carceri sono tragiche e non,
come dice quel genio dell'ingegner Castelli, hotel a cinque stelle. Lui e
Berlusconi dovrebbero entrarci per capire cosa sono''. (ANSA).
Di seguito l'atto di citazione, vi raccomando di non ridere troppo!
Baci Franca Rame

Tribunale Civile di Milano
Atto di citazione
L'on. Ing. Roberto Castelli...

CONTRO

La sig.ra Franca Rame....

FATTO E DIRITTO

Il fatto che ha origine alla controversia
Nella mattina del 14 settembre 2002, a margine di una manifestazione
svoltasi di fronte al carcere Roma di Regina Coeli per protestare contro le
condizioni di vita all'interno degli istituti penitenziari, la sig,ra
Franca Rame ha rilasciato alcune gravi dichiarazioni riguardanti la persona
dell'on. Roberto Castelli, attuale Ministro delle Giustizia italiano,
dichiarazioni che vengono oggi sottoposte a questo Ill.mo tribunale
affinché ne accerti l'illiceita' civile e pervenga alle conseguenti
pronunce in tema di risarcimento del danno provocato
...
In particolare una nota di agenzia AGI diffusa alle ore 12,07 del giorno in
esame attribuisce all'odierna convenuta la seguente affermazione "Quel
pirla del ministro Castelli si spaventa delle manifestazioni davanti alle
carceri. Dovrebbe informarsi. Le manifestazioni in appoggio allo sciopero
della fame dei detenuti avvengono da decenni. Si informi... le condizioni
delle carceri sono tragiche e non sono affatto quelle descritte dal genio
di Castelli, (...)"
Analogo e' il significato della dichiarazione resa quel giorno dalla sig.ra
Rame, siccome riportata dall'agenzia di stampa Ansa alle ore 12,29 del
giorno stesso...
Analizziamo il significato delle espressioni utilizzate dalla convenuta
nell'occorso, per poi connotarne la portata sotto il profilo giuridico e
trarne le relative conclusioni.
Il primo lessema ex adverso utilizzato nel corso dell'intervista e' il
sostantivo "pirla", che per sua connotazione gergale e dialettale merita di
essere analizzato con attenzione.
L'analisi deve necessariamente prendere le mosse dal significato letterale
ed etimologico del termine, per poi analizzarne le applicazioni assunte
nello svolgimento delle relazioni interpersonali.
L'origine del termine, chiaramente appartenente al dialetto meneghino
(linguaggio storicamente utilizzato dalla popolazione meno colta dell'area
milanese, in contrapposizione alla lingua dotta parlata dalla nobilta' e
dal clero), deve essere fatto risalire al latino pilus, che letteralmente
significa pestello ma che veniva regolarmente adottato per indicare il
membro maschile.
E' dunque questo il significato letterale da attribuire al termine scelto
dalla sig.ra Rame per apostrofare l'on. Castelli recepito negli identici
termini dal Dizionario Garzanti della lingua italiana.
D'altronde, non puo' essere ignoto a nessuno il fatto che l'accostamento di
un termine tratto dal gergo volgare o dialettale indicante l'organo
sessuale maschile ad una persona assume abitualmente il significato di
attribuzione alla persona stessa di scarsissime qualita' intellettuali,
accompagnate dall'assenza di presenza di spirito e di avvedutezza...
... Cosi' a dirsi per alcuni termini piu' o meno generali, ma di uso
comune, come, a titolo di esempio, per scegliere solo un termine che, per
l'uso ricorrente e' ormai entrato nel lessico quotidiano, tanto da meritare
un posto sul vocabolario Zingarelli, la parola "minchione" (tratto dal
termine dialettale siciliano indicativo del membro maschile), ed
altrettanto e' per il termine "pirla" ma cui conoscenza e la cui
diffusione, complice anche la maggior facilita' di spostamento della
popolazione sul territorio, ha ormai travalicato i confini regionali
d'origine e puo' essere percepito nella sua valenza offensiva in tutta
Italia...
Il significato derisorio e denigratorio del sostantivo utilizzato dalla
convenuta nella fattispecie de quo, pertanto, viola indubitabilmente ogni
limite appartenente alla normale critica o anche alla consueta satira di
natura politica, e manifesta, viceversa una pesante personalizzazione
dell'invettiva, di portata sicuramente diffamatoria dell'esponente.
Né la sig,ra rame puo' legittimamente ignorare il significato del termine,
atteso che la stessa e' nata a Parabiago (Mi), in una zona che sicuramente
utilizza correntemente il dialetto nella quotidianita'.
Peraltro, corre l'obbligo a questa difesa sottolineare anche come, agli
inizi della propria carriera artistica, la sig.ra rame debutto' al teatro
olimpia di Milano in un'opera dall'inequivocabile titolo di "Ghe pensi mi",
a testimonianza della propria conoscenza del dialetto meneghino.
Altra conclusione non e' percio' possibile: la sig.ra Franca Rame ha
insultato il concludente con la consapevolezza e la volonta' di insultarlo,
al di la' ed indipendentemente dall'esposizione di qualsiasi idea od
opinione personale su temi di interesse pubblico.
Tanto e' vero che, non paga del primo insulto, la convenuta ha
immediatamente ripetuto il concetto sotteso all'epiteto utilizzato,
laddove, solo pochi istanti dopo ha utilizzato, non senza malizia
espositiva, l'eufemismo "quel genio di Castelli", con l'unico e manifesto
intento di riaffermare l'epiteto dei confronti dell'esponente e di metterlo
"alla berlina" nei confronti dell'improvvisato uditorio venutosi a formare.
Il tutto, ovviamente, in assenza dell'on. Castelli ma alla presenza di un
folto gruppo di persone, composto principalmente da cronisti delle
principali agenzie di stampa nazionali, fornito da cassa di risonanza alle
ingiuriose affermazioni in questa sede censurate...
... deve essere immediatamente osservato come la condotta tenuta dalla
sig.ra Rame inegri, senza alcun possibile dubbio, il reato di diffamazione,
previsto e punito dall'art. 595 cod. pen., laddove si ponga mente al fatto
che la stessa ha ritenuto di dileggiare pubblicamente le qualita' personali
dell'esponente, in assenza dello spesso, di fronte ad un nutrito numero di
persone particolarmente qualificate e con lo specifico intento di
diffondere l'ingiuria anche oltre i confini dell'uditorio del momento,,
approfittando del potere di diffusione che gli organi di stampa presenti le
garantivano...
... Né, nella fattispecie, la convenuta potrebbe convincentemente invocare
la sussistenza di qualsivoglia discriminante, che possa giustificare a
propria illecita condotta.
Devono, ovviamente, essere escluse le discriminanti solitamente invocate da
chi esercita professionalmente l'attivita' di informazione, posto che la
sig.ra Rame e' un'attrice e non una giornalista o una cronista e non puo'
esercitare alcun valido diritto di cronaca...
... E altresi' evidente che la condotta non potra' mai assurgere a rango di
espressione di un acritica politica, cosi' come apostrofare come "pirla"
l'altrui persona non attribuisce ad un discorso alcuna valenza satirica,
soprattutto se il discorso stesso proviene da chi la satira la ha
esercitata per anni nel proprio campo artistico, acquisendone notorieta' al
punto di farne quasi una professione.
Lo stridore sotto tale profilo assume ancor piu' rilievo laddove si
confronti l'inutile protervia della contenuta con altre dichiarazioni
raccolte nella medesima circostanza e dalle medesime agenzie di stampa
presso altri partecipanti, tra cui don Luigi Ciotti e Dario Fo, i quali,
pur nella ferma espressione della propria opinione contrastante, hanno
mantenuto il proprio eloquio nei limiti della continenza espositiva....
Tutto cio' premesso... l'on Castelli

CITA

La sig.ra Franca Rame...

CONCLUSIONI

Voglia codesto Ill.mo Tribunale, respinta ogni contraria istanza, eccezione
e deduzione
Dichiarare tenuta e condannare la sig.ra Franca Rame, in quanto autrice
personalmente responsabile degli addebiti contestati, a risarcire al
conchiudente i danni tutti patiti e patiendi, danni da liquidarsi, anche in
via equitativa, nella misura di 100.000,00 euro, ovverso nella diversa
misura che sara' ritenuta di giustizia.
Ordinare, ai sensi dell'art. 186 cod. penale e 120 cod. proc. Civile la
pubblicazione dell'emananda sentenza su due quotidiani a diffusione
nazionale, a cura e spese della convenuta, pubblicazione in Cacelleria
dell'emananda sentenza;
Autorizzare l'esponente, ove la convenuta non provveda, a procedere
personalmente alla pubblicazione della sentenza con addebito delle spese
alla stessa;
Con vittoria di spese e competenze tutte di giudizio, oltre Iva e C.P.A. di
legge.



Articolo di Natalia Aspesi apparso su "La Repubblica" di mercoledi' 13/11

L'on. Ing. Roberto Castelli, attuale Ministro della giustizia ed esimio
esponente di quella Lega che detesta i giudici, si rivolge ai giudici per
ottenere giustizia contro Franca Rame, attrice, rea di avergli dato del
pirla e pure del genio, due epiteti che il querelane ritiene sommamente
ingiuriosi: sia pirla che genio. Come si dice, questi i fatti, riportati
con solennita' leguleia nell'atto di citazione firmato dallo studio
Martinez, di cui fa parte anche l'avvocato dal lusinghiero nome di Novebaci.
"Nella mattina del 14 settembre 2002, a margine di una manifestazione
svoltasi di fronte al carcere romano di Regina Coeli..." C'era, secondo le
agenzie, una gran folla di giovani, arrivati da piazza San Giovanni dove un
milione di persone manifestavano allegramente per la democrazia, e c'erano
Dario Fo e Franca Rame, che da anni si occupano delle pessime condizioni
dei detenuti.
La signora, riporta l'atto di citazione in corsivo, tra gli applausi dice:
"Quel pirla del ministro Castelli si spaventa delle manifestazioni davanti
alle carceri. Dovrebbe informarsi: le manifestazioni in appoggio allo
sciopero della fame dei detenuti avvengono da decenni. Si informi... Le
condizioni delle carceri sono tragiche e non sono affatto quelle descritte
dal genio di Castelli..." I puntini della querela omettono misteriosamente
il seguito delle agenzie, con la Rame che ricorda come in altra circostanza
il querelante aveva paragonato il carcere a un "Hotel a cinque stelle".
Dichiarazione che da parte di un ministro della giustizia, Rame o non Rame,
appare davvero genialmente pirlesca. O pirlescamente geniale. Perché
l'ingegnere - esperto in controllo dei rumori, diventato, curiosamente,
Guardasigilli - se l'e' tanto presa contro un termine che dalle nostre
parti viene persino considerato affettuoso, birichino, troppo leggiadro per
essere offensivo? El me pirla, el me pirlu'n, dicono le lombarde innamorate
al loro lui, incantato dal complimento. E anche la parola genio non puo'
essere considerata normalmente denigratoria, a meno che sull'argomento uno
abbia una gran coda di paglia. O che la sola idea di dire "quel genio di
Castelli" venga di per se' considerata un controsenso.
Gli avvocati che chiedono alla querelata in sede civile una somma di 100
mila euro, deliziano il tribunale con una colta esegesi della parola pirla,
per dimostrare quanto il loro assistito non la meriti. Prima di tutto, e'
offensivo che verso un ministro sia pure padano e leghista (pero' di Cisano
Bergamasco, non milanese) sia stata usata una parola la cui origine
appartiene al dialetto meneghino, "linguaggio storicamente utilizzato dalla
popolazione meno colta dell'area milanese, in contrapposizione alla lingua
dotta parlata dalla nobilta' e dal clero". E forse da Castelli. Inoltre,
pirla deve essere fatto risalire al latino pilus "che letteralmente
significa pestello ma che veniva regolarmente adottato per indicare il
membro maschile". E dare del membro maschile a qualcuno "assume
abitualmente il significato modi attribuzione di scarsissime qualita'
intellettuali, accompagnate dall'assenza di presenza di spirito e di
avvedutezza" Esatto! Sullo Zingarelli, spiegano gli avvocati, c'e' anche un
termine dialettale siciliano, minchione, che sarebbe certamente piu'
offensivo, se la Rame l'avesse usato per un padano. Ma sia pirla che
minchione "complice anche la maggior facilita' di spostamento della
popolazione sul territorio, hanno ormai travalicato i confini regionali..."
In barba alla devolution. La diffamazione da parte della rame (querelata
pure dalla Fallaci per averla accusata di spargere terrore con le sue
sanguinolente lenzuolate) viene ampliata da alcuni fatti: l'essere per
esempio nata a Parabiago, dove certamente si da' del pirla spesso, il che
fa presumere che ne conosca il significato; l'aver debuttato al Teatro
Olimpia di Milano "con l'opera dell'inequivocabile titolo Ghe pensi mi, a
testimonianza della propria conoscenza del dialetto meneghino"; l'aver
utilizzato "non senza malizia espositiva, l'eufemismo 'quel genio di
Castelli' per metterlo alla berlina"; la parola pirla "non potra' mai
assurgere a rango di espressione di una critica politica", né puo' avere
"alcuna valenza satirica: la signora e' un'attrice e non una giornalista e
non puo' quindi esercitare alcun valido diritto di cronaca". Cioe', se un
giornalista desse del pirla al ministro eserciterebbe un diritto di cronaca?
In ogni caso, continuano gli avvocati, dare del pirla "non e' una notizia
in quanto tale". Soprattutto in certi casi. A testimonianza dei danni
subiti dal ministro-ingegnere "si produce" tre note di agenzia e neppure un
ritaglio di giornale. Il querelante e' offeso anche perché parlando alle
agenzie la signora ha voluto diffondere "la propria volonta' dileggiatrice
verso tutti colore che possono essere raggiunti dal potente sistema dei
mass-media".
Noi, finora non ne eravamo stati raggiunti, non avendo letto da nessuna
parte la dileggiante notizia. Da oggi, saranno in tanti ad esserne
informati.

Ecologia
Entro il 2005 sorgera' a Buronga, nel centro del deserto australiano la
prima "Torre piena di vento".
Si tratta di un cilindro in cemento armato di 130 metri di diametro per
oltre un km di altezza. La struttura e' circondata da pannelli solari che
riscaldano l'aria alla base della torre. Dato che l'aria calda tende a
salire si creera' una corrente ascensionale (vento) tanto piu' forte quanto
maggiore sara' la differenza di temperatura tra la base e la punta. Il
vento creato muovera' grandi turbine eoliche che produrranno energia
elettrica.
Con5 km quadrati di pannelli solari si può arrivare a produrre 200 megawatt
di energia, assolutamente pulita.
Il progettista della torre si chiama Jorg Schlaich, ingegnere
dell'universita' di Hannover.
(Fonte: Focus)

Le buone notizie della settimana
(tratte da C@C@O Il quotidiano delle buone notizie)

Storie di ladri
La Polizia tedesca lo ha definito "il criminale piu' scemo della Germania".
Ha tentato una rapina in banca, ma ha dimenticato di fare i buchi  per gli
occhi al cappuccio (standing ovation in redazione).
L'uomo aveva infilato la maschera appena fuori la banca e poi aveva fatto
irruzione. Resosi conto che non ci vedeva, ha tirato su il copricapo e
tutti lo hanno potuto vedere in faccia.
La Polizia lo ha arrestato il giorno dopo. Il cappuccio verra' esposto in
un museo.

Da una confezione di sale da cucina: "Questo sale di roccia ha piu' di 200
milioni di anni. Si e' formato con un lento, antichissimo processo
geologico nelle piu' remote vette delle montagne tedesche. Consumare entro
aprile 2003."
(Fonte: Internazionale)

Non posso, sono morto
Stefano Ramuni, 39 anni, ha beffato per dieci mesi il tribunale di Mantova
con un falso certificato di morte che ha indotto il giudice che lo doveva
processare per truffa a sentenziare l'estinzione del reato per morte del
reo.
Qualche giorno fa pero' il trucco e' stato scoperto dalla procura di
Sondrio che ha accertato che Ramuni lo ha usato in ben 52 procure in tutta
Italia dove e' indagato per una serie interminabile di truffe.
In tasca ne aveva un'altra decina pronti per essere spediti a vari
tribunali e procure.
Gli e' dispiaciuto buttarli via. Tutto cio' dimostra che fingere di non
esistere funziona ma non bisogna esagerare.

Recordmen
Kolio Botev, 77 anni, del villaggio di Dimitrievo, in Bulgaria, e' entrato
nel Guinness dei Primati. Vive da 60 anni con un proiettile conficcato
dietro l'orecchio destro. Nel 1942 i medici dissero che se avessero tentato
di asportare il proiettile, l'uomo sarebbe morto.
Kolio Botev ha cosi' vissuto quasi tutta la sua vita sentendo strani rumori
nella testa e non riuscendo a chiudere completamente l'occhio destro.
Fino ad oggi il record apparteneva a un  giapponese che visse per 58 anni
con una pallottola nell'occhio sinistro. L'anno scorso pero' e' stato
operato e 'fanculo' anche il Guinness dei Primati.

Denaroterapia
Joe Donde, un noto uomo politico keniano, stava partecipando al rito
funebre di un suo zio in un piccolo villaggio quando, parlando di un suo
avversario politico lo avrebbe definito "topo di fogna". Subito si e' reso
conto che la maggioranza dei presenti non approvando la sua affermazione
stava brandendo sedie, vanghe e armadi a piu' ante al precipuo scopo di
procurargli notevole dolore fisico e un certo stato di prostrazione
psicologica. S'e' quindi dato alla fuga. E' riuscito a stento a salvarsi
dalla folla inferocita lanciando dietro di se un fascio di banconote, che
hanno immediatamente bloccato gli aggressori.


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