| 
 Comunicato stampa   Il "Centro di ricerca per la pace" di 
Viterbo commemora domenica 27 ottobre Erasmo da 
Rotterdam il grande umanista e 
pacifista nell'anniversario della 
nascita (avvenuta nella notte tra il 27 e il 28 ottobre 
1466 o 1469)   La 
mattina di domenica 27 ottobre il "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo 
terra' una commemorazione di Erasmo da Rotterdam, nell'anniversario della 
nascita.   Nel 
corso dell'iniziativa verranno letti alcuni passi dalle opere del grande 
umanista e pacifista.   *   Per 
l'occasione uno dei collaboratori del Centro, Benito D'Ippolito, ha composto il 
sonetto che di seguito si riporta.   A 
Erasmo da Rotterdam, nell'anniversario della 
nascita   Nel 
secolo che uccidere era il primo mestiere, un uomo sorse, fiero e 
fermo a dire 
no alla guerra, e in tanto limo di 
concave retoriche, il suo sermo   fu 
chiaro e saldo: no alla guerra, fimo dei 
vizi tutti e divorator vermo, fomento 
a tutti i vizi e manto opimo sol di 
carnefici e ai malvagi schermo.   Ah, 
Desiderio Erasmo, la parola che fu 
piu' tua, il motto no alla guerra ancora 
e' nostra, ancora in alto vola   chiama 
a raccolta ovunque sulla terra chi no 
alla guerra dice, e fa che fola la pace 
non sia piu', ma man che afferra.   *   Riportiamo altresi' una notizia biobibliografica su 
Erasmo stesa dal responsabile del Centro di ricerca per la pace di Viterbo, 
Peppe Sini, come postilla alla sua introduzione a una nuova edizione italiana 
della Querela Pacis, uno dei 
capolavori dell'umanista.   * Una cronologia 
essenziale Nacque 
Erasmo tra il 1466 e il 1469 da genitori non uniti in matrimonio, fanciullo 
frequenta a Deventer una scuola dei Fratelli della Vita Comune; nel 1479 la 
peste uccide la madre, poi il padre; spinto dai tutori Erasmo entra nel convento 
di Steyn, presso Gouda, e abbraccia la vita religiosa. Negli anni di Steyn 
studia alacremente e si segnala come latinista. Nel 1492 è ordinato 
prete. Nel 
1492 lascia Steyn per entrare al servizio di Enrico di Berghes, vescovo di 
Cambrai. Nel 1495 ottiene di andare a studiar teologia a Parigi, l'anno dopo 
lascia il collegio Montaigu e si guadagna da vivere facendo il precettore. La 
sua sarà una vita di andirivieni per l’Europa, con prevalente residenza 
nell’area tra Lovanio, Basilea e Friburgo, ma con fondamentali protratti 
soggiorni in Inghilterra, ed un operoso viaggio in 
Italia. Nel 
1499 compie il suo primo soggiorno in Inghilterra, e vi conosce Thomas More e 
John Colet. Nel 1500 a Parigi pubblica la prima edizione degli Adagia; nel 1501 pubblica il De Officiis di Cicerone ed inizia così 
la sua fondamentale attività di editore di classici; nello stesso anno studia il 
greco. Nel 1502 muore Enrico di Berghes, Erasmo va a Lovanio. Nel 1503 pubblica 
l'Enchiridion militis christiani, nel 
1504 il Panegyricus ad Philippum Austriae 
ducem (uno dei primi importanti testi pacifisti di Erasmo); nel 1505 edita 
le Annotazioni sul Nuovo Testamento 
di Lorenzo Valla, compie il suo secondo soggiorno in 
Inghilterra. Dal 
1505 al 1509 è in Italia: a Venezia presso Aldo Manuzio svolge un'attività 
editoriale cospicua. Lasciando l'Italia medita l'Elogio della follia, che pubblicherà nel 
1511 dedicandola a Thomas More. Dal 
1509 al 1514 è perlopiù in Inghiltera. Nel 1513 muore Giulio II, e viene 
pubblicato il libello Julius exclusus e 
coelis, violento attacco alla figura del papa-guerriero: un testo attribuito 
ad Erasmo, sebbene egli sempre abbia negato di esserne 
autore. Nel 
1514 è a Basilea ed inizia il sodalizio editoriale con lo stampatore ed amico 
Johann Froben. E presso Froben nel 1515 pubblica tra l’altro un’edizione di 
Seneca. Nel 1516 pubblica la prima edizione critica del Nuovo Testamento. Inizia 
anche a pubblicare raccolte del suo 
epistolario. Nel 
1516 gli viene attribuita la carica onoraria di consigliere di Carlo d'Asburgo 
(il futuro imperatore Carlo V, che già nel corso dell'anno diverrà re di 
Spagna), e pubblica l'Institutio 
principis christiani. Sempre quest'anno pubblica la sua edizione dell'Opera omnia di Girolamo, e un’edizione 
della Grammatica institutio di 
Teodoro di Gaza. Pubblicazione dell'Utopia di Thomas 
More. Nel 
1517 (che è anche l'anno delle novantacinque Tesi di Lutero) pubblica la Querela Pacis, Carlo si trasferisce in 
Spagna ma Erasmo non lo segue. Dal 1517 al 1522 sarà prevalentemente a 
Lovanio. Nel 
1518 pubblica tra l'altro l'Encomium 
matrimonii. Nel 1519 pubblica la seconda edizione del Nuovo Testamento, 
un’edizione di Cipriano, ed esce un'edizione delle Familiarum colloquiorum formules, che 
diverranno i Colloquia; Carlo viene 
eletto imperatore. Muore John Colet. Nel 1520 pubblica gli Antibarbari. E' l'anno della bolla 
papale Exurge Domine, che Lutero dà 
pubblicamente alle fiamme. Nel 
1521 pubblica il De contemptu mundi. 
Nel 1522 si trasferisce da Lovanio a Basilea; viene pubblicata da Froben la 
prima edizione autorizzata dei Colloquia, la terza edizione del Nuovo 
Testamento, vari altri lavori (tra cui l’edizione di 
Arnobio). Nel 
1523 alle edizioni e commenti di testi neotestamentari e patristici (Ilario) 
aggiunge anche le Tuscolane di 
Cicerone (e nel 1525 l'Historia 
Naturalis di Plinio il Vecchio). Declina l'invito di Francesco I a 
trasferisi in Francia. Nel 
1524 esce il Libero arbitrio cui 
Lutero replicherà col Servo arbitrio, 
al quale Erasmo risponderà con l'Hyperaspistes nel '26. Sempre nel '26 
pubblica l'Institutio matrimonii 
christiani e l’edizione di Ireneo. Nel 1527 la quarta edizione del Nuovo 
Testamento e l’edizione delle opere di Ambrogio. E' l'anno del sacco di Roma. 
Nel 1528 pubblica il Ciceronianus. 
Nel 1529 pubblica il De pueris statim ac 
liberaliter instituendis, e l'Opera 
omnia di Agostino. Dal 
1529 al 1533 è prevalentemente a Friburgo. Nel ’30 cura l’edizione di Giovanni 
Crisostomo e pubblica la sua Consultatio 
de bello turcis inferendo. Nel ’31 edizione di Aristotele, Livio, Gregorio 
Nazianzeno, e Paraphrasis in Elegantias 
L. Vallae. Nel ’32 edizioni di Demostene e Terenzio. Nel '33 pubblica la De sarcienda Ecclesiae concordia. Nel 
1534 la Preparazione alla 
morte. Nel 
1535 a Basilea, quinta edizione del Nuovo Testamento. Decapitazione di Thomas 
More, imprigionato l'anno prima. Erasmo rifiuta l’offerta del cappello 
cardinalizio. Nel 1536 cura l’edizione di Origene. Muore a Basilea tra l'11 e il 
12 luglio. * Una bibliografia 
orientativa I. Le opere di 
Erasmo L'opera 
omnia di Erasmo si legge ancora nell’edizione di Leida (Lugduni Batavorum) del 
1703-1706 a cura di Jean Leclerc (Joannes Clericus), ristampata nel 1961 a 
Hildsheim. Dal 
1969 è in corso ad Amsterdam l'edizione critica, di cui sono già usciti vari 
volumi. Il 
monumentale e fondamentale epistolario di Erasmo è stato edito da P. S. Allen e 
collaboratori e prosecutori ad Oxford tra il 1906 e il 
1958. II. Alcune opere di Erasmo disponibili in 
italiano Per la 
Querela Pacis segnaliamo le edizioni 
curate da Luigi Firpo (Erasmo, Il lamento 
della pace, Utet, Torino 1967; poi Tea, Milano); da Franco Gaeta (Erasmo, Contro la guerra, Japadre, L'Aquila 
1968, che reca anche il Dulce bellum 
inexpertis); da Eugenio Garin (nella sezione di testi erasmiani inclusa 
nella sua monografia Erasmo, Edizioni 
Cultura della Pace, S. Domenico di Fiesole 1988, di cui diremo più 
avanti). Ovviamente quasi non c'è casa editrice, grande o piccola, 
che non abbia pubblicato l'Elogio della 
follia, sovente arricchito da perspicue introduzioni e prefazioni di 
preclari studiosi. Dall’edizione a cura di Benedetto Croce per Laterza (Elogio della pazzia e Dialoghi, Laterza, 
Bari 1914), a quella a cura di Tommaso Fiore per Einaudi (Elogio della pazzia, Einaudi, Torino 
1943), a quella a cura di Eugenio Garin (Erasmo da Rotterdam, Elogio della follia, Serra e Riva, 
Milano 1984, poi Mondadori, Milano 1992) ad innumerevoli altre: tra le recenti 
segnaliamo quella di Luca D'Ascia con un saggio di Bainton, per 
Rizzoli. Dei Colloquia dopo la traduzione parziale di 
Gian Piero Brega (Erasmo, I colloqui, 
Feltrinelli, Milano 1959, poi in edizione rivista 1967; e adesso Garzanti, 
Milano 2000) finalmente è stata pubblicata una traduzione integrale con testo a 
fronte: Erasmo da Rotterdam, Colloquia, Einaudi, Torino 2002 
(progetto editoriale e introduzione di Adriano Prosperi, traduzione, cura e 
apparati di Cecilia Asso). Degli 
Adagia segnaliamo la pregevole 
edizione di un piccolo ma prezioso saggio di essi a cura di Silvana Seidel 
Menchi: Erasmo, Adagia. Sei saggi 
politici in forma di proverbi, Einaudi, Torino 
1980. Una 
segnalazione particolare vogliamo fare anche per L'Institutio principis christiani, nella 
traduzione italiana a cura di Margherita Isnardi Parente: Erasmo da Rotterdam, 
L'educazione del principe cristiano, 
Morano, Napoli 1977. Va 
letto anche almeno il Libero arbitrio 
nell'utile edizione a cura di Roberto Jouvenal: Erasmo, Il libero arbitrio (testo integrale); 
Lutero, Il servo arbitrio (passi 
scelti), Claudiana, Torino 1969, seconda edizione del 1973. Una nuova edizione 
del solo testo erasmiano (ma con una prefazione di Sergio Quinzio) è nella 
traduzione di Italo Pin: Erasmo da Rotterdam, Sul libero arbitrio, Edizioni Studio 
Tesi, Pordenone 1989. Ovviamente vari altri testi di Erasmo sono disponibili in 
traduzione italiana. E’ 
opportuno avvertire che sovente gli apparati critici e informativi che 
accompagnano le traduzioni italiane dei testi erasmiani sono assai 
approssimativi. III. Alcune opere su 
Erasmo Chiunque si accosti alla letteratura critica novecentesca 
su Erasmo non può non notare la presenza tra i suoi studiosi di un elevato 
numero di persone che hanno dato  
buona prova di sé nell’opporsi al fascismo: scorrendo i nomi dei 
traduttori, dei curatori, degli autori di studi e ricerche erasmiane trovi 
alcune delle figure più nitide ed alte dell'antifascismo e della Resistenza. 
Pensiamo che non avvenga per caso. Ed anche se in questa nota non citiamo che 
pochi autori di contributi maggiori, vorremmo qui idealmente ricordarli tutti, 
con ammirazione ed affetto. Tra le 
principali monografie disponibili in italiano che ricostruiscono vita, 
personalità, riflessione ed opera di Erasmo segnaliamo particolarmente le 
seguenti: Johan Huizinga, Erasmo, 
Einaudi, Torino 1941 (più volte ristampata); Roland H. Bainton, Erasmo della Cristianità, Sansoni, 
Firenze 1970; Pierre Mesnard, Erasmo, 
Accademia Sansoni, Milano 1971; Cornelis Augustijn, Erasmo da Rotterdam. La vita e l'opera, 
Morcelliana, Brescia 1989; Léon E. Halkin, Erasmo, Laterza, Roma-Bari 1989. 
Fondamentale è anche Hugh R. Trevor-Roper, Protestantesimo e trasformazione 
sociale, Laterza, Bari 1969 e più volte ristampato; il primo saggio del 
volume è specifico su Erasmo, ma - scrive l'autore nella prefazione all'edizione 
italiana, e dice bene - "la figura e le idee di Erasmo dominano il libro. Se 
questi saggi, come spero, hanno una loro unità, mi sembra che il filo conduttore 
sia appunto la sconfitta delle prospettive aperte da 
Erasmo". Su 
Erasmo e la pace cfr. Eugenio Garin, Erasmo, Edizioni Cultura della Pace, S. 
Domenico di Fiesole (FI) 1988 (che reca anche i seguenti testi erasmiani: il Dulce bellum inexpertis, dagli Adagia; la Querela Pacis; e tre testi dai Colloquia: la Confessio militis, Militis et Cartusiani, il Charon). Per una puntuale collocazione 
di Erasmo nella tradizione (ed alle radici) del pensiero pacifista moderno si 
veda anche l’eccellente antologia a cura di Ernesto Balducci e Lodovico Grassi, 
La pace. Realismo di un'utopia, 
Principato, Milano 1983. Per la 
bibliografia cfr. (in francese) gli ottimi lavori specifici di Jean-Claude 
Margolin. Su 
Erasmo e l'erasmismo fondamentali sono gli studi di Augustin Renaudet, Marcel 
Bataillon, e per l'Italia Silvana Seidel Menchi, Erasmo in Italia. 1520-1580, Bollati 
Boringhieri, Torino 1987. Su Erasmo e l'Italia cfr. anche i classici studi (che 
non ci risulta siano stati tradotti in italiano) di P. De Nolhac, Érasme en Italie. Étude sur un épisode de la 
Renaissance, Paris 1888; ed Augustin Renaudet, Érasme et l'Italie, Genève 1954, nuova 
ed. 1998. Vari 
studiosi italiani nel corso degli ultimi decenni hanno dedicato ad Erasmo studi 
talvolta perspicui, rinunciamo a darne qui un elenco rinviando alle bibliografie 
contenute nei volumi sopra segnalati. Degli 
autori già citati vorremmo ricordare altri libri a nostro parere utili a 
lumeggiare le premesse, il contesto o l'eredità erasmiana: di Johan Huzinga cfr. 
anche L'autunno del Medioevo 
(Sansoni) e La civiltà olandese del 
Seicento (Einaudi); di Pierre Mesnard si veda anche almeno l'eccellente Il pensiero politico rinascimentale, 2 
voll., Laterza, Bari 1963-1964; di Eugenio Garin e di Ernesto Balducci si 
dovrebbero ricordare qui innumerevoli opere, basti aver reso omaggio ai loro 
nomi di maestri. IV. Su Thomas 
More Ovviamente non si può parlare di Erasmo e tacere di 
Thomas More, l’amico fraterno, l’autore dell'Utopia, il testimone del primato della 
coscienza e della dignità umana; su More si legga almeno introduttivamente il 
volume di Cosimo Quarta, Thomas More, 
Edizioni Cultura della Pace, S. Domenico di Fiesole (Fi) 
1993. V. Et 
coetera Sul XVI 
secolo un utile testo introduttivo è quello di H. G. Königsberger e G. L. Mosse, 
L’Europa del Cinquecento, Laterza, 
Bari 1969 (ma noi abbiamo sotto gli occhi l’edizione del 1974); cfr. anche 
almeno Gerhard Ritter, La formazione 
dell’Europa moderna, 2 voll., Laterza, Bari 1964, 1968 (ma noi abbiamo letto 
l’edizione del  
1976). Sulla 
figura di Carlo V resta ancora insostituibile come compendio biografico Karl 
Brandi, Carlo V, Einaudi, Torino, 
1961, in nuova edizione del 2001. Sulla 
cultura del Rinascimento basterà il rinvio alle molte eccellenti opere di 
Eugenio Garin; come è noto hanno sviluppato negli ultimi decenni nuove 
prospettive, ed hanno lumeggiato aspetti prima sottovalutati, i lavori di 
Frances Amelia Yates. Sulle 
vicende della Riforma e della Controriforma (o della Riforma protestante e di 
quella cattolica, se si preferisce) per un avvio cfr. almeno J. Lortz ed E. 
Iserloh, Storia della Riforma, Il 
Mulino, Bologna 1974; Roland H. Bainton, La Riforma protestante, Einaudi 1958, 
1974; Hubert Jedin, Riforma cattolica o 
Controriforma?, Morcelliana, Brescia, 1957, 
1987.   Centro di ricerca per la 
pace strada S. Barbara 9/E, 01100 
Viterbo tel. e fax 0761353532, e-mail: 
nbawac@tin.it   Viterbo, 26 
ottobre 2002  |