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DONNE IN NERO A VARESE
DONNE IN NERO A VARESE
In faccia a noi una panetteria, un ottico una farmacia e tanti altri negozi
di ogni genere; dietro a noi una piccola piazza ed una chiesa quasi
nascosta. Noi siamo li', vestite di nero in silenzio. Teniamo uno
striscione nero con una inequivocabile scritta bianca: FUORI LA GUERRA
DALLA STORIA. Accanto alla scritta la mano di Fatima, la figlia prediletta
di Maometto che fermava gli eserciti ponendo la mano davanti ai loro
sguardi, vuole essere il simbolo della speranza di poter fermare tutte le
guerre.
La gente cammina velocemente c'e' chi e' diretto alla stazione, chi entra e
poi esce dai negozi, chi sale e chi scende dagli autobus di citta'; chi si
incontra si saluta e si ferma a fare due chiacchiere. Ma sembra che tutti
abbiano fretta, e' l'ora di cena, chiunque ha a casa un qualcuno che lo
aspetta. Qualcuno ci guarda si sofferma a leggere lo striscione. Una di noi
distribuisce volantini.
Fra meno di mezz'ora il telegiornale parlera' ancora di Bush e della sua
quasi inevitabile guerra. Le false ragioni sono il disarmo e il ripristino
della democrazia e la lotta contro il terrorismo. Le vere ragioni, ormai le
conoscono persino i bambini, sono il petrolio e il controllo di un'area
che, con l'occupazione dell'Afghanistan, farebbe del Medio Oriente
un'intera zona sotto il controllo statunitense.
Speriamo che qualcuno trovi il tempo e la voglia di ripensare a noi, li' in
silenzio e vestite di nero, e di leggere il nostro volantino.E di capire le
nostre ragioni a favore della pace.
"Era il dicembre 1987. La prima intifada era appena scoppiata e sette donne
israeliane hanno iniziato a protestare, vestite di nero e in silenzio, in
una piazza di Gerusalemme, contro l'occupazione israeliana dei territori
palestinesi... Da allora le Donne in nero hanno costantemente testimoniato
la loro opposizione alla guerra, in favore di una soluzione pacifica dei
conflitti: dalla guerra nel Golfo a quella in Afghanistan, dalle guerre
Balcaniche all'intervento NATO in Kossovo; hanno cercato di tessere reti,
costruire ponti di pace...
Le Donne in nero israeliane continuano ancora oggi a protestare contro la
violenza dell'occupazione... La politica che non combatte la fame dando
cibo, che non combatte la sete dando acqua, che non combatte le violazioni
riconoscendo i diritti, e' una politica che persegue lo sterminio della
dignita' sociale e individuale di ciascuno di noi. Per mantenere la nostra
striscia di futuro fatta di pace, di liberta' e di non violenza e'
necessario continuare a manifestare il nostro antimilitarismo e impedire
che la guerra si appropri delle nostre vite. Per questo chiediamo alle
donne che, come noi si sentono contro la guerra, che si sentono colpite
dalle guerre, o che non accettano di sentirsi in guerra, di unirsi
fisicamente a noi o anche solo di vestirsi simbolicamente a lutto, che
siano a scuola, al lavoro o a casa."
Elisabetta Caravati