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Collaborazione Italia-Serbia
Ravenna, 16 ottobre 2002
È stato consegnato ieri al Comune di Pancevo il materiale donato dalla
Provincia di Ravenna che servira' a monitorare in continuo la qualita'
dell’aria di quella citta'.
Pancevo e' una citta' della Serbia, di circa 130.000 abitanti, situata a 17
km da Belgrado, nella quale, prima dei bombardamenti della NATO del 1999,
avevano sede numerose industrie attive nel settore della meccanica, del
tessile e del vetro. Di rilevante importanza era poi il centro
petrolchimico (paragonabile per tipologia produttiva a quello di Porto
Marghera) cui era associata una raffineria, l’industria dei fertilizzanti e
quella delle materie plastiche che sorgevano nella zona sud di questa
importante citta' della Vojvodina. Come tristemente noto, l’area
industriale di Pancevo fu bombardata 14 volte nei terribili giorni della
guerra balcanica, producendo pesantissime conseguenze ambientali e
sanitarie, come molti sanno avendo letto le e-mail e i fumetti che il
disegnatore Zograf mandava in quei giorni anche a suoi corrispondenti italiani.
Tra il 24 marzo e l’8 giugno 1999 furono bombardate, in particolare, le
fabbriche e la raffineria che costituivano uno dei distretti chimici e
industriali piu' importanti della ex Yugoslavia. Con la fine della guerra
si e' poi compreso che oltre ad essere un obiettivo militare, l’area
industriale di Pancevo era un "obiettivo economico": sono infatti state
avanzate proposte di acquisto di alcuni impianti da multinazionali attratte
da un’area semidistrutta che costa meno di un’area con impianti efficienti,
e dove si ritiene di poter mantenere in funzione stabilimenti che
difficilmente potranno essere costruiti nei paesi occidentali. Come effetto
di questi bombardamenti si ebbe, tra l’altro, il rilascio nell’ambiente di
2100 tonnellate di dicloro etilene, 250 tonnellate di ammoniaca, 8
tonnellate di mercurio e 460 tonnellate di CVM e, ancora, cloro, ossidi di
zolfo e di azoto. Inoltre, si stima che il bombardamento della raffineria
presente nel comparto industriale abbia determinato la combustione di circa
80.000 tonnellate di petrolio e suoi derivati. Durante uno di questi
bombardamenti, il 18 aprile, si rese necessario evacuare 80.000 abitanti di
Pancevo e dintorni a causa del formarsi di una nube tossica levatasi dagli
impianti colpiti. È stato stimato dall’UNEP che conseguenza di questi
bombardamenti sia stato il rilascio in atmosfera, nei terreni e nei fiumi
di diossine e altre sostanze tossiche e cancerogene che hanno avvelenato e
determinato conseguenze sanitarie a tutt’oggi non completamente note negli
abitanti di quel territorio e che, si ritiene, perdureranno nei prossimi
anni. Si aggiunga che molti degli impianti ancora oggi non hanno ripreso la
produzione a causa dei danni subiti, determinando la perdita dell’impiego
per circa la meta' degli 8.000 occupati prima dei bombardamenti nel
complesso industriale di Pancevo (sono oggi complessivamente stimati in
17.000 i disoccupati di Pancevo). A tutto questo si aggiunga poi che gli
impianti che sono ripartiti l’estate scorsa , producendo con tecnologie
decisamente obsolete e quindi altamente inquinanti, riversano nell’aria e
nei fiumi di Pancevo altre tonnellate di sostanze altamente impattanti.
È quindi facile comprendere perche'’ durante la sua visita a Ravenna del 10
marzo 2001, ospite della Caritas in occasione di un incontro pubblico sul
tema della pace e delle conseguenze ecologiche delle guerre contemporanee
organizzata dall’associazione "Il Villaggio Globale", la sindaca di
Pancevo, Borislava Kruska, abbia chiesto, agli amministratori ravennati che
l’hanno incontrata, soprattutto aiuto per porre rimedio ai guasti
determinatisi in campo ambientale, e conseguentemente sanitario: la
letteratura scientifica medica serba gia' contemplava il "Pancevo cancer"
riferito agli operatori esposti alla produzione di CVM che dagli anni ’60
era prodotto negli impianti della zona.
Ero tra gli amministratori che incontrarono la professoressa giunta al
governo della sua citta' dopo la caduta di Milosevic e ho molto lavorato in
questi mesi, con le associazioni del volontariato ravennati e con la
Caritas impegnate in quell’area gia' da diversi anni, per fare qualcosa di
utile nel senso richiesto. Essendo Ravenna una citta' che ha vissuto un
impegnativo rapporto di compresenza con un distretto chimico fin dagli anni
’50, nel tempo si e' sviluppata la capacita' di monitorare e controllare
quanto accade alle varie matrici ambientali per poter continuamente
intervenire a ridurre gli impatti che le emissioni delle industrie
producono. In particolare dal 1972 e' attiva una rete di monitoraggio della
qualita' dell’aria che ha consentito di capire quanto accadeva consentendo
interventi capaci di ridurre drasticamente (anche di dieci volte!) le
emissioni di determinati inquinanti.
Abbiamo allora offerto alla citta' di Pancevo la nostra esperienza di
eccellenza in questo settore proponendo di realizzare anche in quel
territorio una rete di monitoraggio della qualita' dell’aria, cosi’ da
poter impostare il risanamento che una compiuta conoscenza dei dati consente.
L’esperienza dei tecnici dell’ARPA della Regione Emilia Romagna ci ha
consentito di progettare il sistema piu'’ adatto alle caratteristiche della
citta' serba che abbiamo visitato nel novembre scorso, tornando a casa
sempre piu' convinti della necessita' di fare rapidamente quanto ci
proponevamo. Cogliendo l’occasione offerta da un bando regionale che premia
progetti di cooperazione decentrata in Paesi in difficolta', abbiamo
ottenuto un cofinanziamento significativo (60 milioni) al quale si e’
aggiunto l’intervento dell’UNOPS (l’agenzia per lo sviluppo dell’ONU), che
ha riconosciuto necessario e valido il progetto preparato con la
collaborazione dell’ARPA, e ha destinato 140 milioni alla realizzazione di
questa rete che prevede la posa di tre centraline di monitoraggio in
Pancevo, con la capacita' di rilevare in continuo numerosi inquinanti
presenti nell’aria, trasmettendo ogni minuto i dati rilevati ad un computer
centrale che consente una lettura in tempo reale ai tecnici del comune e
dell’Istituto di Sanita' di Pancevo. I dati saranno, inoltre, trasmessi ad
un monitor ubicato in un punto frequentato dal pubblico perche' vi sia una
adeguata diffusione ai cittadini di Pancevo delle informazioni che il
sistema raccogliera'.
Il progetto prevede, infine, che i tecnici di ARPA oltre ad avviare il
sistema svolgano assistenza tecnica per due anni e un addestramento che
formi professionalmente operatori locali in grado di gestire autonomamente
la rete di rilevamento e monitoraggio.
L’intervento ha ottenuto l’apprezzamento delle autorita' di Pancevo e del
pool di esperti ambientali di cui questa si e' dotata; anche UNOPS ha
espresso soddisfazione perche' da due anni la citta' riceve promesse ma
nessuno ha ancora fatto niente. L’intervento avviato da Ravenna si prevede
che sia ultimato entro ottobre 2002. Se cosi' sara', la realizzazione del
primo intervento italiano in aiuto a Pancevo ci consentira' di dire che
siamo riusciti a fare qualcosa che era, semplicemente, necessario.
P.s.: il 21 maggio 2002 a Ravenna e' stato firmato un protocollo d’intesa
tra UNOPS, Provincia di Ravenna e municipalita' di Pancevo che fissa i
punti dell’intesa. La bonta' del progetto "ravennate" ha convinto anche il
Comune di Venezia, e un consorzio di imprese da questo coordinate, a
contribuire con ulteriori 100 milioni raddoppiati da UNOPS cosi' da
consentire di aggiungere alle apparecchiature che si vanno ad installare
altri strumenti che consentiranno di indagare la presenza di ulteriori
inquinanti nell’aria di Pancevo, citta' nella quale il numero dei morti
nell’anno 2001 e’ risultato del 20% superiore al numero dei morti dell’anno
2000.
Il materiale ieri arrivato a Pancevo sara' installato da un tecnico
specializzato entro il mese di ottobre; purtroppo si tratta solo del
materiale donato da Ravenna e dagli altri enti locali emiliano-romagnoli,
poiche' quello che sara'’ donato da UNOPS anche per conto di Venezia sta
conoscendo tempi lunghi di acquisizione. Essendo pero' il sistema ravennate
autosufficiente, entro il 15 novembre e' comunque prevista una
inaugurazione di quanto sara' installato e calibrato entro due settimane.
Andrea Mengozzi,
Assessore all’Ambiente della Provincia di Ravenna