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Lettera dei familiari delle vittime dell'11 settembre



23 settembre 2002
Al Signor Presidente George W. Bush
The White House
Washington, DC

Caro Signor Presidente,

Ognuno di noi ha perso almeno un familiare l'11 settembre 2001. Le scriviamo
per esprimere la nostra grave preoccupazione riguardo alla sua dichiarata
intenzione di condurre la nostra nazione in guerra contro l'Irak. Dopo
quello che abbiamo subito, nessuno più di noi potrebbe desiderare la fine
del terrorismo. E' questo il motivo per cui la esortiamo vivamente a
perseguire delle azioni diplomatiche, multilaterali e non violente che
proteggano il popolo americano da qualsiasi pericolo possa provenire dal
regime irakeno.

Il nostro gruppo, le Famiglie dell'Undici Settembre per un Domani Pacifico,
è stato formato per far sì che nessuna famiglia in nessun luogo della terra
vivano il dolore e la perdita che noi abbiamo subito attraverso una violenza
insensata. Noi sappiamo che una guerra in Irak causerebbe la sofferenza di
molte migliaia di famiglie irakene innocenti, persone che, come i nostri
familiari l'11 settembre, si sono trovate nel posto sbagliato al momento
sbagliato. Inoltre una guerra metterebbe in pericolo le nostre truppe,
causando lutti e sofferenze ad altre famiglie americane

Le esprimiamo il nostro disappunto per il fatto che Lei ha usato l'
anniversario della morte dei nostri cari non come un momento per la
riflessione e il dolore, ma come il momento per fare appello alla guerra
verso una nazione che non è in rapporto con i fatti dell'11 settembre.
Temiamo che una guerra contro l'Iraq distoglierà le necessarie risorse dal
compito di indagare e portare davanti alla giustizia i responsabili per l'
attacco dell'11 settembre. Temiamo che questa guerra possa destabilizzare le
regione del Medio Oriente e costare la vita a un numero enorme di civili
innocenti in altre nazioni. Siamo profondamente preoccupati per il fatto che
altri morti possano soltanto alimentare il fuoco del terrorismo e dare la
possibilità alle organizzazioni terroristiche di reclutare con maggiore
facilità chi vorrà danneggiarci.

Temiamo che una nuova Guerra possa diminuire il nostro impegno nel portare
stabilità e democrazia in Afghanistan. Il nostro gruppo, le Famiglie dell'
Undici Settembre per un Domani Pacifico, ha inviato quest'anno due
delegazioni in Afghanistan. Alcuni membri del nostro gruppi hanno incontrato
dozzine di normali famiglie afgane. Gli Stati Uniti non possono permettersi
di abbandonare le proprie responsabilità riguardo alla ricostruzione dell'
Afghanistan. Sappiamo meglio di chiunque altro quali effetti possa avere in
America un Afghanistan instabile.

Infine, siamo profondamente preoccupati per il fatto che Lei sta presentando
la guerra contro l'Iraq come un'azione preventiva e, se necessario,
unilaterale. Questo è un pericoloso precedente in un mondo che sta
diventando sempre interconnesso e interdipendente. Non crediamo che il ruolo
guida a livello mondiale degli Stati Uniti consista nell'agire in un modo
che possa servire da scusa alle altre nazioni nazioni che sceglieranno l'
azione militare come prima piuttosto che come ultima soluzione per regolare
i conflitti.

Nel corso di quest'ultimo anno, ognuno di noi ha provato a rispondere alla
morte dei propri cari non con la rabbia o la collera, ma con il sincero
desiderio di creare un mondo in cui nessuna famiglia provi le nostre stesse
sofferenze. Ci auguriamo che Lei si unisca a noi nell'onorare i nostri cari
perseguendo la strada di un futuro di pace. Vogliamo che l'America sia un
luogo sicuro. E soprattutto, non vogliamo vedere un altro 11 settembre
ripetersi in nessun luogo della terra.  Aspettiamo con ansia una Sua
risposta alle nostre preoccupazioni.

Sinceramente,

Famiglie dell'Undici Settembre per un Domani Pacifico

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September 23, 2002
President George W. Bush
The White House
Washington, DC

Dear President Bush,

Each of us lost at least one family member on September 11, 2001.  We are
writing to you now to express our grave concerns about your stated intention
to lead our country into a war in Iraq. After what we have endured, no one
desires an end to terrorism more than we do. This is why we strongly urge
you to pursue diplomatic, multi-lateral and non-violent action to protect
the American people from any danger posed by the Iraqi regime.

Our group, September Eleventh Families for Peaceful Tomorrows, was formed to
work to see that no family anywhere on earth experiences the pain and loss
that we have suffered through senseless violence. We know that war in Iraq
would cause the suffering of many thousands of innocent Iraqi families,
people who, like our family members on September 11th, will find themselves
in the wrong place at the wrong time. A war would also place our military
personnel in harm's way, causing deaths and the suffering of more American
families. It is out of concern for our own service people and for the Iraqi
citizens that we implore you to pursue a resolution of the situation in Iraq
without war.

We are disappointed that you have used the anniversary of our loved ones'
deaths not as a time to mourn and reflect but as a time to call for war on a
country unrelated to the events of September 11th. We are concerned that a
war in Iraq will divert the necessary resources from the task of
apprehending and bringing to justice those responsible for the September
11th attacks. We fear this war could destabilize the Middle East region and
cost the lives of countless, innocent civilians in other nations. We are
deeply troubled that more killing will only fuel the fires of terrorism and
enable terrorist organizations to recruit more easily those who would harm
us.

We are worried that a new war will diminish our commitment to bring
stability and democracy to Afghanistan. Our group, September Eleventh
Families for Peaceful Tomorrows, has sent two delegations to Afghanistan
this year. Members of our group met with dozens of ordinary Afghan families
that were concerned that the US would abandon their country. The US cannot
afford to forsake its responsibilities to assist Afghanistan in her
rebuilding. We know more than anyone does how an unstable Afghanistan can
affect us in America.

Finally, we are deeply troubled that you are proposing war in Iraq as a
pre-emptive, and if necessary, unilateral action. This is a dangerous
precedent in a world that is growing more closely connected and
interdependent. We do not feel the role of the US as a world leader should
be to act in ways that might condone other nations' taking military action
as a first rather than a last option in dealing with their own disputes.

During the past year, each of us has tried to respond to the death of our
loved ones not out of rage and anger, but out of a sincere desire to create
a world in which no family experiences the suffering we have. We hope that
you will join us in honoring our loved ones by pursuing the path of peaceful
tomorrows. We want America to be safe. And most of all, we do not want to
see September 11th repeated anywhere on earth. We look forward to hearing
from you about our concerns.

Sincerely,

September Eleventh Families for Peaceful Tomorrows

http://www.peacefultomorrows.org/letters/bush_iraq_letter.html

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----- Original Message -----
From: Dominique Mourlane
To: Undisclosed-Recipient:;@club-internet.fr;;
Sent: Tuesday, October 01, 2002 11:59 PM
Subject: [ATTAC 09] lettre des familles des victimes du 11 septembre à G. W.
Bush

Lettre des familles des victimes du 11 septembre à Bush.



3 septembre, 2002
M. le président George W. Bush
La Maison blanche
Washington, DC



Cher Président Bush,



Le 11 septembre, 2001, chacun d'entre nous a perdu un membre de sa famille.
Nous vous écrivons pour exprimer les graves soucis que nous cause votre
intention déclarée d'entraîner notre pays dans une guerre contre l'Iraq.
Après ce que nous avons enduré, personne plus que nous ne souhaite la  fin
du terrorisme.  C'est pourquoi nous insistons fortement pour que vous
mettiez en ouvre des moyens diplomatiques, multilatéraux et non violents
visant à protéger le peuple américain de tout danger que représente le
régime iraquien.

Notre groupe, Les Familles du onze septembre pour des lendemains pacifiques
(September Eleventh Families for Peaceful Tomorrows), a été formé avec l'
objectif de veiller à ce qu'aucune famille au monde ne fasse l'expérience de
la douleur et de la perte que nous avons subies à  la suite d'une violence
insensée.  Nous savons qu'une guerre en Iraq serait cause de souffrance pour
des milliers de familles iraquiennes innocentes, des gens qui, tout comme
les membres de nos familles le 11 septembre, se trouveront au mauvais
endroit au mauvais moment.  Une guerre mettrait également nos troupes en
danger et serait cause de morts et de souffrance chez d'autres familles
américaines.  C'est par inquiétude pour les membres de nos propres forces
armées et pour les citoyens iraquiens que nous vous supplions de trouver une
solution à la situation iraquienne sans recourir à la guerre.

Nous sommes déçus que vous ayez choisi l'anniversaire du décès de nos
proches non pas comme un moment de deuil et de réflexion,  mais pour lancer
un appel à la guerre contre un pays qui n'a rien à voir avec les événements
du 11 septembre.  Nous sommes inquiets du fait qu'une guerre en Iraq
détournera les ressources nécessaires à la tâche d'appréhender et de faire
comparaître en justice les responsables des attaques du 11 septembre.  Nous
craignons que cette guerre ne déstabilise le Moyen-Orient et  qu'elle ne
coûte la vie à d'innombrables civils innocents dans d'autres pays.  Nous
sommes profondément préoccupés à la pensée que d'autres tueries encore ne
pourront qu'attiser les feux du terrorisme et permettre à des organisations
terroristes de recruter avec plus de facilité ceux qui voudraient nous
nuire.

Nous sommes inquiets du fait qu'une nouvelle guerre affaiblira notre
engagement d'apporter la stabilité et la démocratie en Afghanistan.  Notre
groupe, Les Familles du onze septembre pour des lendemains pacifiques, a
envoyé cette année deux délégations en Afghanistan.  Des membres de notre
groupe ont rencontré des douzaines de familles afghanes ordinaires qui
craignaient que les États-Unis n'abandonnent leur pays.  Les  É.-U. ne
peuvent se permettre de se soustraire à leur responsabilité d'aider à
reconstruire l'Afghanistan.  Nous savons mieux que quiconque combien l'
instabilité en Afghanistan peut nous affecter en Amérique.

Enfin, nous sommes profondément préoccupés du fait que vous présentiez la
guerre contre l'Iraq comme une action préventive et, au besoin, unilatérale.
Ceci constitue un précédent dangereux dans un monde où les liens deviennent
de plus en plus étroits et interdépendants.  Nous ne croyons pas que le rôle
des États-Unis en tant que leader mondial consiste à agir d'une façon
pouvant servir d'excuse à d'autres nations qui choisiraient l'action
militaire comme première solution  plutôt que comme solution ultime pour
régler leurs propres conflits.

Au cours de cette dernière année, nous avons, chacun,  tenté de réagir à la
mort d'êtres aimés non pas avec rage ou  colère, mais avec le désir sincère
de créer un monde dans lequel nulle famille ne ferait l'expérience de cette
souffrance qui est la nôtre.  Nous espérons que vous vous  joindrez à nous
pour honorer nos chers disparus en vous engageant sur le sentier des
lendemains pacifiques.  Nous voulons que l'Amérique soit un pays sûr.  Et,
par-dessus tout, nous ne voulons voir se répéter le 11 septembre nulle part
au monde.  Nous espérons  que vous voudrez bien nous faire connaître votre
réponse à nos préoccupations.



Sincèrement,



Les Familles du onze septembre pour des lendemains pacifiques

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