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La nonviolenza e' in cammino. 354



LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO



Foglio di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la pace di
Viterbo a tutti gli amici della nonviolenza

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. e fax: 0761/353532, e-mail: nbawac@tin.it



Numero 354 del 14 settembre 2002



Sommario di questo numero:

1. Giobbe Santabarbara, necessita' della nonviolenza

2. Ida Dominijanni intervista Rosi Braidotti: Dopo le torri, il corpo che resta

3. Alcune riviste

4. Letture: Associazione Pace e dintorni, Violenza, zero in condotta

5. Letture: Giulietto Chiesa, La guerra infinita

6. Letture: Dennis Dalton, Gandhi, il Mahatma. Il potere della nonviolenza

7. Letture: Heinrich Boell Foundation, The Jo'burg-Memo

8. Letture: Enzo Mazzi, Ernesto Balducci e il dissenso creativo

9. Letture: Edoardo Martinelli, Pedagogia dell'aderenza

10. Letture: Edward W. Said, Fine del processo di pace

11. Letture: Frediano Sessi, Non dimenticare l'Olocausto

12. Letture: Tiziano Terzani, Lettere contro la guerra

13. Tzvetan Todorov, esseri umani e programmi politici

14. Frances Amelia Yates, un'esperienza

15. Un appello "Fuori la guerra dalla storia, fuori l'Europa dalla guerra"

16. Il "C.O.S. in rete" di settembre

17. Un corso di educazione alla pace tenutosi a Gubbio

18. La "Carta" del Movimento Nonviolento

19. Per saperne di piu'



1. RIFLESSIONE. GIOBBE SANTABARBARA: NECESSITA' DELLA NONVIOLENZA

[Come e' noto ai lettori Giobbe Santabarbara esprime, con la sgradevole
rudezza che gli e' abituale, il punto di vista del "Centro di ricerca per
la pace" di Viterbo]

Opporsi alla guerra senza fare la scelta della nonviolenza e' opporsi alla
guerra a meta', e quindi a meta' esserne complici. E dunque un'opposizione
alla guerra che non faccia la scelta meditata ed impegnativa della
nonviolenza non e' un'opposizione vera, ma una finzione, una macabra
ipocrisia.

Ma l'opposizione nonviolenta alla guerra per essere tale deve essere
attiva, poiche' la nonviolenza e' lotta contro la violenza, o non e'. E
deve essere intransigente, poiche' non si puo' transigere sul principio che
tutti gli esseri umani in quanto tali hanno il diritto di vivere, ed
essendo la guerra nella sua sostanza null'altro che omicidio di massa, ne
consegue che vi e' una incompatibilita' assoluta tra il fondamentale dei
diritti umani, il diritto a vivere, e la guerra.

Ne consegue altresi' che se occorre un ripudio integrale della guerra per
affermare il fondamentale dei diritti propri di ogni essere umano, occorre
altresi' un ripudio integrale degli strumenti atti alla guerra: le armi e
gli eserciti.

E dunque l'opposizione alla guerra deve essere altresi' opposizione alle
armi e agli eserciti tutti.

E poiche' vi e' un legame evidente tra armi e fame, tra ingiustizie
strutturali e regimi e poteri che si reggono e dominano con la violenza, ne
consegue anche che la scelta della nonviolenza e' necessaria non solo per
opporsi alla guerra ma per costruire relazioni tra gli esseri umani fondate
su un'economia di giustizia, la difesa della biosfera, la concreta
affermazione dei diritti umani per tutti.

E poiche' una civile convivenza e' possibile solo in un orizzonte inclusivo
dell'umanita' intera, la democrazia si invera nell'incontro e nella
condivisione, e il riconoscimento di umanita' ha come sua condizione la
reciprocita', ne discende che la scelta della nonviolenza e' necessaria
anche nella lotta per la democrazia e l'uguaglianza di diritti.

E detto tutto cio' una duplice domanda: una opposizione democratica che non
fa propria la nonviolenza e' una vera opposizione? E' veramente
democratica? E un movimento che si dichiara contro la guerra e pacifista, e
che non fa propria la nonviolenza, puo' veramente contrastare la guerra? E
puo' veramente contribuire a costruire la pace? Ci sia lecito dubitarne.



2. RIFLESSIONE. IDA DOMINIJANNI INTERVISTA ROSI BRAIDOTTI: DOPO LE TORRI,
IL CORPO CHE RESTA

[Questa conversazione tra le due intellettuali femministe e' apparsa sul
quotidiano "Il manifesto" del 13 settembre 2002. Ida Dominijanni e'
giornalista, Rosi Braidotti insegna all'Universita' di Utrecht]

All'indomani dell'assassinio di Pym Fortuyn in Olanda, Rosi Braidotti -
docente di women's studies all'universita' di Utrecht, origini italiane,
formazione filosofica francese, frequentazione del femminismo europeo e
americano - mi aveva detto in un'intervista sul "manifesto" che molto di
quello che stava accadendo in Olanda aveva a che fare con gli effetti
dell'11 settembre. Con Rosi, che e' anche un'amica, per ripensare l'anno
che e' trascorso ci sono angolature peculiari, segnate da un percorso
femminista per molti tratti comune. Pero' parto anche con lei da una
domanda analoga a quella che ho posto nei giorni scorsi agli altri.

Ida Dominijanni: L'anniversario dell'11 settembre, come scrive Susan
Sontag, ha riciclato parole e immagini di un anno fa, svuotandole di
significato. Un anno dopo, a te sembra svuotato di significato anche
l'evento in se'?

Rosi Braidotti: Ne abbiamo discusso qui all'universita' di Utrecht, dove
alcune studentesse, soprattutto di colore, sostengono che se c'e' un 11
settembre da commemorare e' quello del golpe cileno del `73. Non sono le
uniche, del resto, a ricordare polemicamente quella data a confronto con
quella del 2001: e' un indice della memoria "d'opposizione", chiamiamola
cosi' se non vogliamo definirla antiamericana, che sta montando da varie
parti. Quanto a me, penso che l'11 settembre, quello del 2001 intendo, e'
stato certo un grosso trauma per l'Occidente e per il mondo intero, ma a
rigor di termini filosofici non lo definirei un evento. Almeno se per
evento intendiamo qualcosa che spezza la sequenza lineare della logica del
capitalismo. Il crollo delle Torri, al contrario, sta tutto dentro questa
logica, che come ci hanno insegnato Deleuze e Guattari e' la logica della
catastrofe annunciata. Gli attentati terroristi, come i disastri ecologici,
sono tutte catastrofi annunciate: e il capitalismo non punta a evitarle, ma
solo a trarne il massimo profitto. La commodification, lo svuotamento della
catastrofe e' la regola del funzionamento spettrale dell'economia
capitalistica, dice giustamente Derrida: pensa solo a tutti quelli che
sull'11 settembre hanno speculato in borsa. Che il crollo delle Torri sia
un disastro capitato al cuore dell'Impero, rende solo piu' evidente questa
regola e questa logica, e ovviamente ci colpisce piu' di altri "ordinari"
disastri che capitano ovunque, e di fronte ai quali o ci rassegniamo, come
con l'Aids, o ci bendiamo gli occhi: mentre un anno dopo torniamo a
guardare in tv le immagini del crollo delle Torri, abbiamo gia' dimenticato
quelle di poche settimane fa di Praga sommersa dall'acqua.

I. D.: A proposito di immagini. L'immaginario e' stato sempre nella cabina
di regia, nella vicenda dell'11 settembre. Come ha scritto Baudrillard, le
immagini hanno preso in ostaggio l'evento: ne hanno deciso, e continuano a
deciderne, la percezione e il senso. Oggi il cinema - penso ovviamente a
"11 settembre 2001" - ci mette di fronte a una sua percezione planetaria e
articolata, ma per un anno l'icona televisiva dello schianto ha fissato la
nostra attenzione sul cielo sopra Manhattan; e tutt'ora, a rivederla,
continua a fare un grande effetto. Forse perche' col clash delle Torri ha
fatto improvvisamente irruzione nella realta' quello che l'immaginario
aveva anticipato? Il corpo-cyborg, l'uomo-macchina, l'uccello-Ufo... che
cosa hanno suggerito, a una come te che lavora sul tema delle metamorfosi
del corpo e dell'umano in questo inizio di millennio?

R. B.: Non c'e' dubbio, quell'irruzione e' stata per i piu' un grande
shock. Per quelle come noi che hanno lavorato sul rapporto fra corpo e
potere, una dolorosa conferma. Anche su questo piano nell'11 settembre non
vedo una rottura, ma solo il punto acuto di una linea di tendenza
riconoscibile anche altrove. Il corpo cyborg del kamikaze ci impressiona
tanto solo perche' non sappiamo riconoscere figure simili nella nostra
esperienza quotidiana. Tutti i nostri corpi sono traumatizzati dall'impatto
con l'attuale forma del capitalismo: lo stress fa dei luoghi di lavoro
luoghi patogeni, i clandestini muoiono di terrore a bordo delle carrette
che li trasportano, il corpo femminile si smostra fra silicone, anoressia e
bulimia, ci sono trafficanti di droga che ingoiano chili di cocaina per
portarla a destinazione e ogni tanto esplodono... Siamo tutti corpi cyborg,
corpi vettori, corpi che si schiantano. Il suicide-bomber fa parte di
questa mutazione. In fondo, se ci pensi bene, c'e' una linea che collega il
kamikaze e Schumacher... Parlare del corpo-bomba del terrorista e tacere di
tutto il resto a me pare ipocrita. In questo senso, l'irruzione nella
nostra realta' di quei due aerei e di quei diciannove kamikaze avrebbe
potuto e dovuto portare a una riflessione del rapporto fra corpo e potere.
Anche in questo campo, invece, ha aperto una spaventosa regressione.

I. D.: Cambiamo campo. Qualche mese fa hai associato agli effetti dell'11
settembre anche la regressione politica e sociale che vedevi dietro i
risultati delle elezioni olandesi. Tu sei convinta che l'11 settembre sia
rimbalzato cosi' fortemente nel Vecchio Continente?

R. B.: Beh, dall'Olanda s'e' visto benissimo. Il riflesso securitario e'
stato molto forte e ha provocato un altrettanto forte riflesso identitario
che sta cambiando il profilo della societa'. Il paese delle identita'
multiple, del meticciato etnico, della tolleranza e del multiculturalismo,
passato al setaccio della paura, ha cambiato faccia. Per darti l'idea: si
parla per la prima volta di scorte armate per i politici in un paese in cui
finora il primo ministro andava in bicicletta. La lista Fortuyn si sta
rapidamente disintegrando, ma il fenomeno Fortuyn ha portato in auge un
nuovo tipo di middle class: gay bianchi metropolitani, apparentemente
trasgressivi e in realta' molto integrati, che rivendicano spudoratamente
una "olandesita'" post-tollerante e capitalista. Adesso stanno chiudendo le
discoteche gay perche' non ce n'e' piu' bisogno: la linea trasgressiva
disegnata sulla sessualita' si dissolve, mentre si consolida la linea
razzista disegnata sulla differenza etnica.

I. D.: Fermati un attimo. Tutto il pensiero postmodernista, e tu per prima,
aveva scommesso sulle identita' sociali plurime, mobili, nomadi, per
contrastare le coazioni identitarie del politico. L'11 settembre dissolve
questo progetto? O questo progetto rimane utile per contrastare la retorica
dell'identita' - "noi" contro "loro", l'Occidente contro l'Islam, il Bene
contro il Male - con cui la politica americana ha risposto al trauma? La
struttura materiale postcoloniale e multiculturale di societa' come quella
americana o olandese dovrebbe fungere da antidoto contro i richiami
patriottici e nazionalisti. A meno che quel progetto non fosse arrivato a
un punto morto, producendo una nuova segmentazione, piu' che una
fluidificazione, di quelle societa'.

R. B.: Io punto ancora su quel progetto. Su tutte le soggettivita' nomadi e
diasporiche che si possono coalizzare contro le identita' fisse e la
retorica nazionalista e razzista. Pero' quel progetto va continuamente
aggiornato. Nei paesi multiculturali come gli Stati Uniti o l'Olanda, si
stanno producendo nuove stratificazioni culturali e di classe: il
multiculturalismo disegna linee a zig-zag, non una cartografia di figure a
tutto tondo, in cui emergono contraddizioni inedite. Per dirne una, mi
racconta Angela Davis che in alcune realta' americane la borghesia nera e'
diventata piu' intollerante di quella bianca: sono i paradossi
dell'assimilazione e dell'emancipazione. Queste societa' sono multietniche
e multicolorate, ma sono anche pienamente occidentalizzate, e chi le abita,
quale che sia la sua origine, oggi rivendica l'identita' e i valori
occidentali contro i "barbari" che vengono dall'Oriente incivile e
dispotico. Questi processi sono andati piu' in la' di come lo stesso
pensiero postcoloniale, femminismo compreso, li aveva descritti o
ipotizzati: perche' le nuove gerarchie imperiali generano nuovi flussi,
nuove frammentazioni, nuove contraddizioni - tutt'altro che hegeliane e
alquanto schizofreniche, come ben rappresentava "Documenta" di quest'anno a
Kassel.

I. D.: A quel progetto tu hai ancorato negli ultimi anni anche la tua
convinzione europeista, intendendo l'Europa come una costruzione
postnazionale e l'identita' europea come un'identita' cosmopolita e aperta,
idealmente connessa alla figura della diaspora ebraica. L'esatto contrario,
in breve, dell'Europa-fortezza. Dopo l'11 settembre, anche la costruzione
europea si e' arrestata. E la diaspora ebraica tace di fronte
all'arroccamento identitario di Israele...

R. B.: Lo so bene, le probabilita' che "l'Europa minore", come la chiama
Bifo, proceda sono basse. Ma non bisogna recedere: l'Europa e' il nostro
orizzonte necessario. E la genealogia ebraica europea resta un punto di
riferimento storico, anche se in questo momento la diaspora ebraica e'
cosi' sulla difensiva che perfino alcune femministe ebree americane fanno
il tifo per la guerra... Oltretutto, lavorare sulla costruzione europea e'
una mossa politica di scostamento da quella sinistra che quando avevamo
vent'anni "saltava" l'Europa in nome dell'internazionalismo o del
terzomondismo, dimenticando che e' sempre su cio' che e' piu' prossimo che
bisogna lavorare. Il risultato e' che oggi la sinistra europea non si sa
dove stia: rischiamo di diventare l'ultima stelletta della bandiera
americana. Guarda le giovani generazioni di femministe, conoscono tutte il
femminismo americano e ignorano quello europeo.

I. D.: Lo so bene, passano dalla California per arrivare a Roma o a Milano.
Sul femminismo dopo l'11 settembre, bisognera' fare il punto. Un anno fa,
negli Stati Uniti c'erano femministe che credevano alla guerra di
liberazione delle donne afghane, in nome dell'universalismo dei diritti. Ma
c'erano anche quelle che analizzavano le segrete simmetrie fra il
patriarcato dei talebani e i rigurgiti di patriarcato e di fondamentalismo
sessista in occidente. Io, con le amiche italiane con cui lavoro,
preferisco analizzare quello che sta succedendo nella chiave opposta della
fine del patriarcato: un'implosione drammatica che fa molti danni, ma
un'implosione. Tu che cosa vedi?

R. B.: Vedo una galoppante virilizzazione dello spazio pubblico: Dio patria
e famiglia, guerra indefinita contro il terrorismo e microguerre
quotidiane, mascolinita' gay femminilizzate che cannibalizzano quello che
noi abbiamo detto, genealogie femministe che si frammentano nella nuova
frammentazione delle societa' occidentali di cui abbiamo parlato.

I. D.: Solo questo? Dovremmo discuterne, non sarei d'accordo. C'e' questo,
ma c'e' anche molta distanza femminile - attiva, non indifferente - da
tutto questo. La regressione del discorso politico, della retorica
identitaria, degli appelli alle armi non trova molti consensi fra le donne,
e nelle societa' occidentali le donne non sono piu' una parte marginale
della sfera pubblica, come sai meglio di me. E poi, in termini simbolici,
lo schianto degli aerei sulle Torri e' stato visibilmente una catastrofe
del fallocentrismo... non credi che abbia anche liberato parola e energia
femminile?

R. B.: Ora che mi ci fai pensare: li' per li' io ho sentito solo che si
metteva in atto la logica della catastrofe che ti dicevo all'inizio.
Passato quel momento, ho avvertito che si stava anche aprendo qualcosa. Che
stavamo passando per un punto di non ritorno, che accelerava l'urgenza di
fare quello che dobbiamo fare, almeno noi che non siamo precipitate nella
depressione e nella paranoia. E infatti le mie studentesse dicono che tutto
s'e' rimesso in moto. In fondo anche questa e' una funzione della
catastrofe, liberare energie. Da questo punto di vista, l'11 settembre del
2001 forse conta piu' di quello cileno.



3. STRUMENTI. ALCUNE RIVISTE

- "A. rivista anarchica", mensile, c. p. 17120, 20170 Milano, tel.
022896627, e-mail: arivista@tin.it, sito: anarca-bolo.ch/a-rivista

- "Amici dei lebbrosi", mensile dell'Associazione italiana amici di Raoul
Follereau, via Borselli 4-6, 40135 Bologna, tel. 051433402, e-mail:
info@aifo.it, sito: www.aifo.it

- "Azione nonviolenta", rivista mensile fondata da Aldo Capitini nel 1964,
via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803, e-mail:
azionenonviolenta@sis.it, sito: www.nonviolenti.org

- "Cem Mondialita'", mensile di educazione interculturale, via Piamarta 9,
25121 Brescia, tel. 0303772780, e-mail: cemmondialita@saveriani.bs.it,
sito: www.saveriani.bs.it/cem

- "Critica liberale", esce dieci volte l'anno, via d'Ascanio 23, 00186
Roma, e-mail: info@criticaliberale.it, sito: www.criticaliberale.it

- "Fondazione internazionale Lelio Basso", trimestrale edito dalla
Fondazione internazionale Lelio Basso per il diritto e la liberazione dei
popoli, via della dogana vecchia 5, 00186 Roma, tel. 0668801468, e-mail:
filb@iol.it, sito: www.grisnet.it/filb

- "Il foglio", mensile di alcuni cristiani torinesi, c/o coordinamento
comitati di quartiere, via Assietta 13/A, 10128 Torino, e-mail:
antonello.ronca@libero.it, sito: www.ilfoglio.org

- "Keshet. Vita e cultura ebraica", rivista edita dall'omonima
associazione, via San Gimignano 10, 20146 Milano, tel. 024150800, e-mail:
keshet@libero.it

- "L'incontro", periodico indipendente, via Consolata 11, 10122 Torino,
tel. 0115212000, e-mail: linc@marte.aerre.it

- "Madrugada", rivista trimestrale dell'associazione Macondo per l'incontro
e la comunicazione tra i popoli, via Romanelle 123, 36020 Pove del Grappa
(Vi), tel. 0424808407, e-mail: posta@macondo.it, sito: www.macondo.it

- "Messaggero cappuccino", bimestrale d'informazione dei cappuccini
bolognesi-romagnoli, via Villa Clelia 16, 40026 Imola (Bo), tel. 054240265,
e-mail: fraticappuccini@imolanet.com, sito: www.imolanet.com/fraticappuccini

- "Nigrizia", mensile dell'Africa e del mondo nero, vicolo Pozzo 1, 37129
Verona, tel. 045596238, e-mail: redazione@nigrizia.it, sito: www.nigrizia.it

- "Qualevita", bimestrale di riflessione e informazione nonviolenta, via
Buonconsiglio 2, 67030, Torre dei Nolfi (Aq), tel. 086446448, e-mail:
sudest@iol.it

- "Quelli che solidarieta'", bollettino bimestrale del circolo di Viterbo
dell'associazione Italia-Nicaragua, c/o Giulio Vittorangeli, via Petrella
18, 01017 Tuscania (Vt), tel. 0761435930, e-mail:
giulio.vittorangeli@tin.it, sito: www.itanica.org

- "Solidarieta'", periodico del movimento omonimo, via Belenzani 58,
Trento, tel. 0461983626, e-mail: sol.tn@tin.it



4. LETTURE. ASSOCIAZIONE PACE E DINTORNI: VIOLENZA, ZERO IN CONDOTTA

Associazione Pace e dintorni, Violenza, zero in condotta, La Meridiana,
Molfetta 2002, pp. 180, euro 15,50. Utilie manuale per educare alla pace in
una prospettiva nonviolenta realizzato dall'Associazione "Pace e dintorni"
di Milano, contattabile presso la Casa per la pace, via Marco D'Agrate 11,
20139 Milano, e-mail: pacedintorni@pacedintorni.it, sito:
www.pacedintorni.it; per contattare la casa editrice (una delle pi attive
e prestigiose dell'area nonviolenta): La Meridiana, via Giuseppe Di
Vittorio 7, 70056 Molfetta (Ba), tel. 0803346971, sito: www.lameridiana.it



5. LETTURE. GIULIETTO CHIESA: LA GUERRA INFINITA

Giulietto Chiesa, La guerra infinita, Feltrinelli, Milano 2002, pp. 180,
euro 9. Una pungente analisi della situazione internazionale attuale, con
vari interessanti spunti di riflessione.



6. LETTURE. DENNIS DALTON: GANDHI, IL MAHATMA. IL POTERE DELLA NONVIOLENZA

Dennis Dalton, Gandhi, il Mahatma. Il potere della nonviolenza, Ecig,
Genova 1998, pp. 320, lire 39.000. Una recente monografia (l'edizione
originale e' del 1993 presso la Columbia University Press) di notevole
interesse; l'autore, docente di scienze politiche,  un attento studioso di
Gandhi.



7. LETTURE. HEINRICH BOELL FOUNDATION: THE JO'BURG-MEMO

Heinrich Boell Foundation, The Jo'burg-Memo, Emi, Bologna 2002, pp. 128,
euro 7. Un gruppo di ricercatori coordinati da Wolfgang Sachs ha steso in
vista del vertice di Johannesburg questo utile memorandum che contiene
precise analisi e proposte (ovviamente disattese dai potenti del pianeta).
Da leggere.



8. LETTURE. ENZO MAZZI: ERNESTO BALDUCCI E IL DISSENSO CREATIVO

Enzo Mazzi, Ernesto Balducci e il dissenso creativo, Manifestolibri, Roma
2002, pp. 198, euro 10. Nella prima meta' del libro sono raccolti alcuni
scritti di Mazzi su Balducci, nella seconda vari interventi di Balducci
(perlopiu' trascrizioni di relazioni e dibattiti). Una appassionante
occasione per interloquire con due maestri di nonviolenza.



9. LETTURE. EDOARDO MARTINELLI: PEDAGOGIA DELL'ADERENZA

Edoardo Martinelli, Pedagogia dell'aderenza, Polaris, Vicchio di Mugello
(Fi) 2002, pp. 126. L'autore, uno degli allievi della scuola di Barbiana
che testimonia e prosegue l'impegno di don Milani, in questo bel libro ne
rievoca la figura e la lezione, e presenta la sua proposta educativa come
"pedagogia dell'aderenza", prassi di solidarieta' e di liberazione. Il
libro puo' essere richiesto alla casa editrice Polaris, via Giuseppe Di
Vittorio 14/16, 50039 Vicchio di Mugello (Fi), tel. 0558497488, e-mail:
info@polaris-ed.com, sito: www.polaris-ed.com



10. LETTURE. EDWARD W. SAID: FINE DEL PROCESSO DI PACE

Edward W. Said, Fine del processo di pace,Feltrinelli, Milano 2002, pp.
286, euro 20. Una raccolta di interventi giornalistici dal 1995 al gennaio
2002 del grande intellettuale palestinese.



11. LETTURE. FREDIANO SESSI: NON DIMENTICARE L'OLOCAUSTO

Frediano Sessi, Non dimenticare l'Olocausto, Rizzoli, Milano 2002, pp. 14 +
430, euro 9,90. Un utile repertorio di materiali sull'antisemitismo e la
Shoah curato da uno degli studiosi piu' impegnati nella memoria delle
vittime.



12. LETTURE. TIZIANO TERZANI: LETTERE CONTRO LA GUERRA

Tiziano Terzani, Lettere contro la guerra, Longanesi, Milano 2002, pp. 196,
euro 10. Una testimonianza di grande intensita' e lucidita' del prestigioso
giornalista. Una lettura necessaria.



13. MAESTRI. TZVETAN TODOROV: ESSERI UMANI E PROGRAMMI POLITICI

[Il brano seguente e' estratto da Tzvetan Todorov, Una tragedia vissuta.
Scene di guerra civile, Garzanti, Milano 1995, p. 149.

Tzvetan Todorov e' nato a Sofia nel 1939, si e' trasferito a Parigi dal
1963. Muovendo da studi linguistici e letterari  andato sempre pi
lavorando su temi antropologici e di storia della cultura e su decisive
questioni morali. Tra le sue opere segnaliamo come particolarmente
rilevanti per una cultura della pace e della dignita' umana almeno le
seguenti: La conquista dell'America; Noi e gli altri; Di fronte
all'estremo; Una tragedia vissuta; Le morali della storia; Il giardino
imperfetto; Memoria del male, tentazione del bene (raccomandiamo
particolarmente quest'ultimo lavoro)]

E' che per loro gli esseri umani, la loro vita, la loro dignita' sono
superiori ai programmi politici, quali che siano; agiscono come avvocati di
quelli che hanno bisogno di aiuto, intercedono per le vittime potenziali.
Questo non dispensa dalla necessita' di avere un programma, ma vi apporta
un complemento necessario senza il quale ogni politica rischia di diventare
disumana.



14. MAESTRE. FRANCES AMELIA YATES: UN'ESPERIENZA

[Questo ricordo d'infanzia abbiamo estratto dai "Frammenti autobiografici"
della grande studiosa, alla p. 178 della raccolta di suoi saggi Giordano
Bruno e la cultura europea del Rinascimento.

Frances Amelia Yates nata nel 1899 e deceduta nel 1981, figura di rilievo
del Warburg Institute e dell'Universita' di Londra, studiosa del
Rinascimento europeo, ha dato dei contributi profondamente innovativi e
fecondi alla conoscenza e comprensione di temi ed aspetti della cultura
europea precedentemente sovente assai fraintesi e trascurati dagli
studiosi. In traduzione italiana sono disponibili i seguenti volumi della
Yates: Giordano Bruno e la tradizione ermetica, Laterza, Bari 1969, 1992;
Larte della memoria, Einaudi, Torino 1972, 1993; LIlluminismo dei
Rosa-Croce, Einaudi, Torino 1976; Astrea. Lidea di Impero nel Cinquecento,
Einaudi, Torino 1978, 2001; Gli ultimi dranni di Shakespeare, Einaudi,
Torino 1979; Cabbala e occultismo nellet elisabettiana, Einaudi, Torino
1982, 2002; Giordano Bruno e la cultura europea del Rinascimento, Laterza,
Roma-Bari 1988, 1995 (raccolta di saggi estratti dai tre volumi dei
Collected Essays, comprensiva anche dei Frammenti autobiografici). Una
bibliografia delle opere della grande studiosa  in Eadem, Giordano Bruno e
la cultura europea del Rinascimento cit.]

Io ero in giardino ed era piovuto; in cielo apparve un arcobaleno.



15. DOCUMENTI. UN APPELLO: "FUORI LA GUERRA DALLA STORIA, FUORI L'EUROPA
DALLA GUERRA"

[Da Monica Lanfranco (e-mail: mochena@village.it) riceviamo e diffondiamo]

Nel 1991 la prima guerra del Golfo ruppe brutalmente e con prepotenza una
lunga generosa ma ingenua fiducia nella pace, che era maturata nei decenni
precedenti attraverso le lotte contro il nucleare, per la pace e per il
disarmo. La risposta fu debole anche perche' lo sconcerto seguito alla
caduta del muro di Berlino e allo sfacelo dell'impero sovietico lasciava
gran parte del popolo di sinistra in grande difficolta' teorica e pratica.

Allora in Italia fu presa l'iniziativa - da parte del movimento femminista
romano - di indire una manifestazione mista (mai prima organizzata dalle
donne), per chiamare alla protesta tutta la popolazione civile, come
soggetto destinato ad essere vittima delle guerre.

Respingevamo l'evento al grido: "Fuori la guerra dalla storia". Alla
manifestazione aderirono numerose associazioni (Arci, Acli, Assopace, Donne
in nero, Udi) e la Fiom.

Quello slogan e' ancora alla base della nostra riflessione sulla guerra e
contro il militarismo, la distruzione di ogni forma di diritto
internazionale, la messa fuori gioco di qualsiasi istanza internazionale di
regolazione dei rapporti fra stati come le Nazioni Unite private di ogni
efficacia.

Lo rilanciamo in occasione di nuovi preparativi  di aggressione verso il
provatissimo popolo irakeno e del tentativo di rendere la guerra
permanente. Oggi lo rilanciamo cosi': "Fuori la guerra dalla storia, fuori
l'Europa dalla guerra".

Noi chiediamo che i governi europei e le istituzioni politiche
rappresentative d'Europa  dicano no a Bush e non si lascino trascinare in
avventure barbare inique e costosissime da ogni punto di vista, che
peggiorano le condizioni di vita delle popolazioni, estendono miseria fame
sete malattie orfanezza migrazioni coatte ecc.

Chiediamo che di fronte alle richieste del governo di appoggiare Bush i e
le parlamentari italiane dicano chiaramente no e legittimino e appoggino
tutte le iniziative volte a rendere impossibile la partecipazione alla
guerra.

Alla guerra ingiusta e' doveroso disobbedire sottrarsi non aderire non
appoggiarla. Il nostro disegno e progetto di una Europa neutrale ha come
primo passo il rifiuto verso qualsiasi avventura militare.

L'Europa ha problemi gravi di stabilita' politica economica sociale e del
territorio, devastato da un modello di sviluppo insostenibile, una politica
economica comune alle  prime prove, una moneta ancora priva di identita'
propria, succube della politica monetaria del dollaro. Un certo
aggravamento delle condizioni di vita e una minore equita' sociale sono
gia' evidenti in conseguenza della scelta di politiche liberiste da parte
di molti governi europei: se a cio' si aggiunge una grave carenza di
equita' nella trattazione dei movimenti migratori da questo e altri
continenti, una produzione squilibrata verso il militare e sempre maggiori
restrizioni delle politiche sociali come scuola pensioni sanita' servizi
sociali trasporti pubblici ambiente, ci si rende conto che solo una attiva
ed espansiva politica europea che sceglie la pace e ripudia la guerra, che
propone soluzioni politiche e non militari per le questioni e i conflitti
esistenti puo' tenerci lontani e lontane da una rovinosa corsa verso la
distruzione del pianeta.

Noi lanciamo, come Convenzione permanente di donne contro le guerre,
assieme a tutte le realta' collettive e le persone singole che vorranno
unirsi a noi, una campagna: "Italia difendi l'art. 11 della  Costituzione,
Europa resta fuori dalle avventure militari aggressive e di offesa agli
altri popoli. Il terrorismo non si supera con la guerra, gli squilibri con
la guerra si aggravano, l'imbarbarimento delle relazioni tra stati popoli
culture religioni generi e persone e' insieme causa e conseguenza della
guerra. Una politica attiva di pace e' necessaria".

Noi appoggiamo tutte le iniziative volte a sottrarre l'Italia a una
qualsiasi partecipazione, fino alla propaganda per la diserzione, il
diritto di dire di no anche se si e' militari volontari, l'obiezione alla
progettazione costruzione vendita di armi.

Le firme si raccolgono alla e-mail mochena@village.it e l'elenco delle
firme e' sul sito www.marea.it

Invitano a firmare: Lidia Menapace, Imma Barbarossa, Monica Lanfranco,
Giusi Di Rienzo, Monica Di Sisto, Stefania Olivieri, Giuseppina Manera,
Marida Bolognesi, Michela Giovannini, Luigi Pirelli, Nadia De Luzio, Catti
Cifatte, Sonia Masi, Michela Vittori, Giuseppina Aquino, Domenico Gallo,
Francesca Moccagatta, Enrico Peyretti, Alessandra Malatesta, Giuseppe
Reitano, Lanfranco Caminiti, Giovanna Capelli, Elvira Federici; Francesca
la Forgia, Anna Maria Caserini, Chiara Cavallaro, Sancia Gaetani, Romano
Costa, Simonetta Ferruzza, Caterina Costa, Margherita Gaetani, Giulia
Manili, Francesca Manili, Angelo Baracca, redazione di "Femmis",
Massimiliano Pilati, Emma Buonvino, Mercedes Grimaldi, Beatrice Cioni,
Susanna Cattini, Stefania Ventura, Anna Rota, Valeria Savoca, Carmela
Ieroianni, Lisa Clark, Giorgio Stern, Elio Pagani, Patrizia Viglino,
Giovanni Sarubbi, Edvino Ugolini, Luigi Carrano, Giovanni Acquati, Maurizio
Zavaglia, Vincenzo Mallozzi, Claudia Melli, Maremma Social Forum, Pilar
Castel, Giuliana Gentili, Antonella Cammardella, Baroncia Simone, Claudio
Berlengiero, Manuel Berlengiero, Cristina Aicardi, Paola Manduca,
Mariagrazia Campari, Bruna Ricca, Nella Ginatempo, Gruppo di lavoro
Bastaguerraroma del Romasocialforum, Marisa Fiumano', Emanuela Barbieri,
Maria Patrelli Campagnano, Sergio Colombo, Simonetta Jucker,  Stefano
Longagnani, Floriana Lipparini, Armando Gnisci, Aine Cavallini, Mariella e
Andrea Antonini, Angelo Fanelli, Beppe Pavan, Carla Galetto, Velca Fanelli,
Anna Donati, Annamaria Caserini, Centro Donna di Grosseto, Assunta
Signorelli, Sara Michieletto, Zeno Puccioni, Beppe Scali, Andrea Trobbiani,
Maria Chiara Giunti, Grabriela Dino Cresta, Pia Covre, Carla Corso, Daniela
Mannu, Paolo Corazza, Elena Del Grosso, Giuseppina Catalano, L'associazione
Iemanja', Rosa Calderazzi, Marta Ghezzi.

Le adesioni possono essere inviate a mochena@village.it.



16. INFORMAZIONE. IL "C.O.S. IN RETE" DI SETTEMBRE

[Dall'Associazione nazionale Amici di Aldo Capitini (e-mail:
capitini@tiscalinet.it) che cura l'eccellente sito dedicato all'apostolo
della nonviolenza in Italia, riceviamo e diffondiamo]

Vi segnaliamo nell'ultimo aggiornamento di settembre 2002 del "C.O.S. in
rete" (www.cosinrete.it) una selezione critica di alcuni riferimenti
trovati sulla stampa italiana ai temi capitiniani: nonviolenza, difesa
della pace, partecipazione al potere di tutti, controllo dal basso,
religione aperta, educazione aperta, antifascismo, tra cui: Neve' Shalom;
La fiaccola degli anni bui; Erbivendoli e taxisti; La grande strizza;
Veline e cacciatori; Se in Brasile vince la sinistra; Le magliette del Che;
Genova non sara' Ustica; La tomba dei movimenti; Casomai; La grande presa
per i fondelli; Gli errori correggibili dei medici; ecc., piu' scritti di e
su Capitini utili secondo noi alla riflessione attuale sugli stessi temi.
Ricordiamo che sui temi capitiniani sopra citati la partecipazione al
"C.O.S. in rete" e' libera e aperta a tutti.



17. DOCUMENTAZIONE: UN CORSO DI EDUCAZIONE ALLA PACE TENUTOSI A GUBBIO

[Il testo seguente e' un estratto dalla relazione conclusiva del corso di
educazione alla pace svoltosi presso l'Istituto Tecnico Industriale
Sperimentale di Gubbio nell'anno scolastico 2001-2002]

0. Premessa

La presente relazione  stata discussa ed approvata dai partecipanti al
corso di educazione alla pace svoltosi presso l'ITIS di Gubbio nell'anno
scolastico 2001-2002; essa  insieme un prodotto e una verifica del corso;
alla sua stesura hanno collaborato tutti i partecipanti (ovviamente quelli
presenti agli incontri in cui  stata discussa) ed  stata approvata con il
metodo del consenso (ovvero tenendo conto del parere di tutti).

La presente relazione conclusiva costituisce non solo una valutazione del
corso da parte di tutti i partecipanti, ma anche una autovalutazione dei
partecipanti stessi. Invece di essere il solo coordinatore a valutare
tutti, si  scelto - coerentemente con il programma e il metodo del corso -
che tutti insieme si valutasse sia lo svolgimento del corso, sia la
partecipazione di tutti e di ognuno, sia gli esiti di questa esperienza.

La scelta dell'autovalutazione da parte dei partecipanti costituisce la
messa in pratica di uno dei caratteri salienti del corso stesso:
l'esercizio della capacit di giudizio e la conseguente assunzione di
responsabilit.

*

1. Descrizione del corso

Si  svolto tra marzo e maggio 2002 presso lIstituto Tecnico Industriale
Sperimentale di Gubbio un corso di studi sul tema dell'educazione alla
pace. Il corso tenutosi quest'anno ha fatto seguito alla positiva
esperienza dell'analogo corso svoltosi durante lo scorso anno scolastico.

Come gi lo scorso anno l'iniziativa del corso di educazione alla pace 
stata promossa dal movimento pacifista eugubino "Gubbio per la pace" ed 
stata accolta dall'istituto scolastico ed inserita nel piano dell'offerta
formativa (P. O. F.). Il corso  stato coordinato dal responsabile del
"Centro di ricerca per la pace" di Viterbo. Per gli studenti la
partecipazione al corso ha avuto valore ai fini dell'attribuzione del
credito formativo.

Il corso ha avuto luogo tra il 18 marzo e il 30 maggio articolandosi in 8
incontri pomeridiani dalle ore 14 alle ore 16,30; nella predisposizione del
programma si  tenuto conto delle indicazioni contenute nella relazione
conclusiva dell'analogo corso svoltosi lo scorso anno scolastico.

1. 1. Programma e obiettivi

Rinviando al testo integrale del programma del 31 gennaio 2002 riportato in
appendice al punto 7. 1. di questa relazione per una descrizione
esauriente, qui baster ricapitolare brevemente l'articolazione, la
metodologia e le finalit del corso:

a) quanto all'articolazione, si proponeva di richiamare l'attenzione dei
partecipanti su alcuni aspetti salienti delle principali problematiche
affrontate dalla peace-research e della cultura della pace; a tal fine si 
fatto particolar riferimento a testimonianze significative e a vicende
storiche esemplari;

b) quanto alla metodologia, si proponeva di sperimentare un approccio
seminariale e cooperativo, centrato non solo sulla trasmissione di
conoscenze ma soprattutto sulla pratica della ricerca e del dibattito;
ovvero sulla sperimentazione diretta di modalit relazionali, di studio, di
esercitazione, di confronto e di sostegno reciproco che fossero coerenti
con una cultura e una prassi della pace, della dignit umana, della
responsabilit, della solidariet; a tal fine si  dato ampio spazio alle
esercitazioni, al lavoro di gruppo, alla libera discussione, all'invito ad
esprimere le proprie opinioni ed a confrontarle in un clima di rispetto e
fiducia e di eguaglianza tra tutti;  stato purtroppo insufficiente il
tempo dedicato al dibattito;

c) quanto alle finalit, si proponeva di sviluppare capacit critiche e
disponibilit al confronto sui temi sottoposti alla riflessione e alla
discussione, puntando a promuovere insieme sia l'autonomia personale e
l'autostima che il rispetto per l'altro e la solidariet umana; a tal fine
si sono sperimentate modalit di studio sicuramente impegnative ma insieme
non autoritarie ed anzi miranti a valorizzare la partecipazione diretta e
le qualit di ognuno.

1. 2. Incontri effettuati ed attivit svolte

Il corso si  articolato in 8 incontri; di seguito indichiamo le date e le
principali attivit svolte nei singoli incontri.

18 marzo 2002, I incontro: presentazione del corso; discussione del programma.

4 aprile 2002, II incontro: analisi della situazione mediorientale e delle
radici del conflitto attuale; riflessione sulla comunicazione, sul
linguaggio, sul discorso orale e sul testo scritto.

11 aprile 2002, III incontro: esercitazione: gioco delle iniziali;
riflessione sulla shoah; lettura di testi di Primo Levi; riflessione sulla
scrittura giornalistica; esercitazione: scrittura di un comunicato stampa;
esercitazione: gioco degli inni; riflessione sui pregiudizi; presentazione
di Lorenzo Milani.

17 aprile 2002, IV incontro: lettura di parte degli atti del processo di
don Lorenzo Milani, L'obbedienza non  pi una virt; esercitazione: gioco
delle cinque parole; riflessione sulla pace; riflessione sul metodo del
consenso; avvio della discussione sui criteri per l'attribuzione del
credito formativo.

2 maggio 2002, V incontro: discussione per gruppi sui criteri per
l'attribuzione del credito formativo; riflessione sulle regole della
convivenza, sulla codificazione giuridica, sui diritti umani; riflessione
sulla legislazione italiana con particolar riferimento alla Costituzione;
riflessione sui diritti umani in Italia con riferimento a recenti vicende
di violazione di essi; riflessione sulla voce, la respirazione,
l'intonazione, la lettura ad alta voce; lettura di testi di Bertolt Brecht;
esercitazione: scrittura di testi poetici con la tecnica surrealista del
"cadavere squisito".

9 maggio 2002, VI incontro: presentazione della storia e del significato
della marcia per la pace Perugia-Assisi e della figura, la riflessione e
l'azione di Aldo Capitini; presentazione, discussione ed approvazione del
questionario e della traccia che verranno utilizzati per la stesura della
relazione conclusiva del corso; esercitazione: il dilemma di Sancho Panza;
riflessione su giustizia e responsabilit; presentazione della nonviolenza.

21 maggio, VII incontro: prosecuzione della presentazione delle
caratteristiche della nonviolenza; presentazione delle caratteristiche
delle tecniche nonviolente di deliberazione e di azione; esame dei
questionari; lavoro sulla relazione conclusiva del corso; discussione,
decisione ed approvazione unanime dell'attribuzione del credito formativo.

30 maggio, VIII incontro: segnalazione dell'incontro a Gubbio con una
pacifista israeliana e una pacifista palestinese; presentazione di Ingeborg
Bachmann  e lettura di un suo testo; presentazione di Ernesto Balducci e
lettura di un suo testo; presentazione di Emmanuel Lvinas; presentazione
di Hans Jonas; presentazione di Bartolom de Las Casas e lettura di un suo
testo; riflessione sulla Conquista dell'America e sulle implicazioni per
l'economia mondiale di quell'evento; riflessione sulla storia recente
dell'America Latina; lettura di un brano dalle Tesi sull'et atomica di
Gnther Anders; esame ed approvazione definitiva della relazione conclusiva.

1. 3. Il metodo di lavoro adottato

Come gi nell'esperienza dello scorso anno scolastico, coerentemente con
gli obiettivi che ci si era proposti il metodo di lavoro  stato
caratterizzato da alcuni aspetti salienti che cos riassumiamo:

- non lezione frontale ma approccio seminariale (e disposizione nello
spazio che evidenziasse l'eguaglianza dei partecipanti, tutti seduti
intorno ad un unico tavolo di lavoro);

- il rispetto reciproco; la partecipazione attiva; l'attenzione agli
aspetti comunicativi e relazionali;

- le esercitazioni; il lavoro di gruppo; il dibattito (coi limiti di tempo
gi segnalati); il verbale dei singoli incontri redatto a rotazione dai
diversi partecipanti.

1. 4. Alcuni dati

1. 4. 1. Dati sulla partecipazione (...)

1. 4. 2. Materiali di studio utilizzati

Durante il corso sono stati diffusi ai partecipanti i seguenti materiali di
studio:

- Alcuni materiali di e su Hannah Arendt (estratti da "La nonviolenza  in
cammino");

- Gnther Anders, Tesi sull'et atomica, Centro di ricerca per la pace,
Viterbo 2001;

- Ingeborg Bachmann, Alle Tage / Tutti i giorni (testo originale in tedesco
e traduzione in italiano);

- Ernesto Balducci, Alcuni pensieri di pace;

- Bertolt Brecht, poesie varie estratte da Poesie di Svendborg, Einaudi,
Torino;

- Hans Jonas, Sull'orlo dell'abisso (intervista a "Der Spiegel"), estratta
da Id., Sull'orlo dell'abisso, Einaudi, Torino 2000;

- "La nonviolenza  in cammino" n. 84 dell'8 gennaio 2001 (recante anche il
testo di Anders sopra citato);

- "La nonviolenza  in cammino" n. 145 del 10 marzo 2001 (recante anche il
testo di Enrico Peyretti di seguito citato);

- Bartolom de Las Casas, estratti dalla Brevissima relazione della
distruzione delle Indie;

- Emmanuel Lvinas, estratti da Ethique et infini, Fayard, Paris 1982
(testo originale in francese);

- Materiali per una cultura della pace e della dignit umana: Giuliano
Pontara, le ragioni della nonviolenza, Centro di ricerca per la pace,
Viterbo 2000;

- Lorenzo Milani, L'obbedienza non  pi una virt, Edizioni del Movimento
Nonviolento, Perugia 1983;

- Per un accostamento alle opere e alla testimonianza di Primo Levi, Centro
di ricerca per la pace, Viterbo 1990 (con allegato in appendice: Peppe
Sini, Primo Levi undici anni dopo, Centro di ricerca per la pace, Viterbo
1998);

- Enrico Peyretti, Difesa senza guerra. Bibliografia storica delle lotte
nonarmate e nonviolente, Centro di ricerca per la pace, Viterbo 2001;

- Poesie scritte col metodo surrealista del "Cadavere squisito";

- Progetto di corso di educazione alla pace, del 31 gennaio 2002;

- Proposta di canovaccio per la relazione conclusiva;

- Proposta di questionario per l'autovalutazione;

- Schede sulla nonviolenza estratte da Alberto L'Abate (a cura di),
Addestramento alla nonviolenza, Satyagraha, Torino 1985;

- Peppe Sini, La nonviolenza contro la guerra, Centro di ricerca per la
pace, Viterbo 2000;

In occasioni specifiche sono stati diffusi anche altri materiali
informativi, tra cui ad esempio il programma della marcia per la pace
Perugia-Assisi; il depliant del corso di laurea in "Scienze per la pace"
dell'Universit di Pisa; l'invito all'incontro pubblico a Gubbio con le
pacifiste Ruth Hiller e Rania Hammad.

*

2. Giudizio sul corso

Il giudizio condiviso  stato che il corso  stato interessante ed utile.

Per tutti i partecipanti il corso  stato occasione di prima conoscenza o
di significativo approfondimento di almeno alcuni dei temi trattati.
Condiviso  stato anche l'apprezzamento per gli approfondimenti sui temi
della comunicazione, del linguaggio, della scrittura.

Vi  stato altres un notevole apprezzamento per il metodo di lavoro
adottato nel corso.

*

3. Attribuzione del credito formativo

3. 1. Criteri per l'attribuzione

Dopo una discussione approfondita svoltasi nell'arco di pi incontri, si 
deciso unanimemente che il credito formativo previsto per gli studenti
partecipanti al corso venisse attribuito sulla base dei seguenti criteri:

a) partecipazione ad un numero adeguato di incontri;

b) effettuazione di un numero adeguato di letture;

c) partecipazione ad un numero adeguato di esercitazioni.

Si  ritenuto inoltre di non attribuire giudizi individuali differenziati,
facendo prevalere anche in sede di attribuzione del credito il criterio
della solidariet e della cooperazione che  stato alla base
dell'esperienza del corso, anzich il criterio dell'individualismo e della
competizione.

3. 2. Studenti partecipanti cui  stato attribuito il credito formativo (...)

4. Osservazioni e proposte

Non si sono riscontrati aspetti negativi nel corso.

Cose migliorabili: dedicare pi tempo al dibattito.

Cose particolarmente apprezzate: le esercitazioni ed alcune letture
effettuate; l'uguaglianza tra i partecipanti.

Diversi partecipanti hanno segnalato che temevano il corso potesse essere
piuttosto noioso, mentre si  rivelato pi interessante di quanto si
aspettassero.

*

5. Se sia bene riproporre questa esperienza in futuro

E' stato espresso un ampio consenso all'idea che il corso venga riproposto
il prossimo anno scolastico.

E' stata altres segnalata l'opportunit che esso inizi prima cos da non
sovrapporsi alla fase finale dell'anno scolastico gi gremita di impegni di
studio e verifica; che esso si articoli in pi incontri cos da avere pi
tempo a disposizione; e che si aggiunga pi tempo da dedicare all'attivit
di dibattito.

*

6. Ringraziamenti (...)

7. Allegati

Sommario degli allegati:

7. 1. Programma del corso

7. 2. Proposta di questionario per l'autovalutazione

7. 3. Proposta di canovaccio per la relazione conclusiva

7. 4. Modulo di attestato di attribuzione del credito formativo

7. 5. Poesie scritte dai partecipanti al corso nell'incotnro del 2 maggio 2002

7. 6. Notizie biobibliografiche su alcuni autori e alcune autrici cui si 
fatto riferimento durante il corso

(...)



18. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale
e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale
e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae
alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo
scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova
il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.

Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:

1. l'opposizione integrale alla guerra;

2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali,
l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di
nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza
geografica, al sesso e alla religione;

3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e
la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e
responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio
comunitario;

4. la salvaguardia dei valori di cultura e dellambiente naturale, che sono
patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e
contaminazione sono un'altra delle forme di violenza delluomo.

Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto
dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna,
dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.

Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio,
l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la
noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione
di organi di governo paralleli.



19. PER SAPERNE DI PIU'

* Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: http://www.nonviolenti.org
; per contatti, la e-mail : azionenonviolenta@sis.it

* Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della
Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in
Italia: http://www.peacelink.it/users/mir . Per contatti: lucben@libero.it
; angelaebeppe@libero.it ; mir@peacelink.it

* Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista
Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati
per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: http://www.peacelink.it . Per
contatti: info@peacelink.it



LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO



Foglio di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la pace di
Viterbo a tutti gli amici della nonviolenza

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. e fax: 0761/353532, e-mail: nbawac@tin.it



Numero 354 del 14 settembre 2002