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mercanti di armi: ecco gli assenti alla Camera dei Deputati



Ieri i mercanti di armi hanno stappato la prima bottiglia di spumante che 
avevano tenuto al fresco in frigorifero: la Camera dei Deputati ha 
approvato infatti il ddl 1927 che favorisce un'export di armi meno 
controllato dal Parlamento.

In sostanza la maggioranza dei deputati ha votano l'autocastrazione: non ne 
vuole sapere di esercitare una funzione costituzionale di controllo. E non 
vuole svolgere un ruolo di garanzia per i cittadini che hanno ancora una 
concezione etica della politica, intesa come trasparenza e limitazione 
dell'export di strumenti di morte verso nazioni dittatoriali o in guerra.

Come hanno votato i deputati?
Francesco Vignarca <yugodai@tin.it> mi ha inviato i tabulati da cui risulta 
la posizione di voto di tutti i deputati sul ddl 1927 caldeggiato dai 
mercanti di armi e sui relativi emendamenti.
E' una lettura molto complessa, con migliaia di dati e suscettibile di 
molteplici confronti.
Scrivetegli se avete almeno un'ora da dedicare alla vostra curiosità.

Anch'io ho dedicato la mia "ora di curiosità" ai confronti, ed è troppo 
poco per fare un'analisi esaustiva. Emerge tuttavia qualche evidenza:
- non hanno partecipato al voto leader come D'Alema, Rutelli, Fassino, 
Bertinotti, Armando Cossutta a testimonianza che questa nostra lotta li ha 
lasciati sostanzialmente indifferenti; non mancano altre "assenze illustri" 
che si fanno notare (Bersani, Boselli, Finocchiaro, Nesi, Ostillio, Parisi, 
Realacci, Realacci, Turco, Visco);
- Amato, il leader tenuto in panchina per sostituire Rutelli appena 
possibile, ha votato in linea con il governo dimostrandosi un solido 
alleato di chi vuole dare slancio all'export di armi con questo nuova legge 
che azzoppa la 185/90;
- tutti gli ordini del giorno sono stati respinti (anche quello per un 
maggiore controllo dell'export di armi leggere che vanno in mano ai bambini 
soldato), nonostante il governo avesse fatto balenare l'idea che in fondo 
al posto degli emendamenti potevano passare gli odg.

Adesso vedremo al Senato quali sono i parlamentari che non difenderanno la 
legge 185.
Ce ne ricorderemo al momento giusto. Intanto i mercanti di armi hanno messo 
in frigorifero la seconda bottiglia di spumante e finché c'è guerra c'è 
speranza (per loro).

Forse anche al Senato riusciranno a tenere seminascosta la data di voto, 
spostandola in continuazione come è accaduto per la Camera. Così si evitano 
capannelli di illusi propugnatori della regolamentazione del commercio 
delle armi, propriò lì all'entrata dei luoghi della sovranità popolare.
Ma sì, si tolgano dalle scatole quei fastidiosi e petulanti pacifisti. E si 
dia fiato all'economia del ferro, del fuoco, e se possibile anche della 
tangente.

A.M.