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pacifisti italiani respinti dal governo israeliano



Gerusalemme 24.06.2002

IL GOVERNO ISRAELIANO
IMPEDISCE IL SOSTEGNO INTERNAZIONALE
ALLA CATENA UMANA PER LA PACE

Continuano i respingimenti all'aereoporto di Tel Aviv delle delegazioni
internazionali in arrivo per partecipare alla catena umana per la pace
organizzata congiuntamente da palestinesi e israeliani per il 29 giugno.

Oltre ai 30 italiani respinti nei giorni scorsi, la stessa sorte è toccata
a un altro gruppo di 15 italiani, sequestrati in aereoporto dalle tre del
pomeriggio di ieri.

Dopo essere stati interrogati per sei ore, il gruppo è stato costretto a
passare la notte in una stanza chiusa a chiave, e solo l'interessamento
dell'ambasciata italiana ha permesso loro di ricevere intorno alla
mezzanotte acqua e cibo.

Questa mattina una donna è stata reimpatriata con il primo volo Alitalia,
senza che le fosse consegnato indietro il passaporto. Gli altri, in possesso
di biglietto di un altra compagnia aerea, dovranno probabilmente
attendere -in condizione di reclusione- fino alle 16 di oggi pomeriggio.

Ciò è avvenuto nonostante le pressioni continue di parlamentari della
Knesset sul Ministero degli Interni israeliano e nonostante le assicurazioni
offerte per tutta la giornata da Peace Now - il movimento pacifista
israeliano copromotore della catena umana - che ha garantito per la
delegazione italiana.

Nella mattinata di ieri era parso possibile che il Ministero degli Interni
potesse accettare di revocare l'ordine di bloccare tutte le delegazioni
in arrivo per la catena umana, qualora avesse avuto la possibilità di esaminare
la lista completa dei partecipanti.

Nonostante la lista sia stata consegnata da oltre ventiquattro ore, non
è ancora giunta alcuna risposta ufficiale. Informazioni ufficiose di questa
mattina informano che il Ministero degli Interni avrebbe deciso di non
esaminarla e di confermare dunque il divieto totale di ingresso.

La catena umana del 29 giugno è la prima manifestazione per la pace promossa
unitariamente da palestinesi e israeliani dall'ultima invasione israeliana
delle città palestinesi. E' sostenuta da parlamentari e da intellettuali
israeliani ed è stata regolarmente autorizzata dalle autorità competenti.

I promotori hanno sin dal dicembre scorso chiesto il sostegno internazionale
a questa difficile e delicata iniziativa.

Dall'Italia è previsto l'arrivo di circa 350 persone, organizzate dalle
coalizioni Action for Peace e Tavola della Pace, in rappresentanza della
Regione Campania, Toscana e Umbria, di Enti Locali, di organizzazioni
sindacali, associative, pacifiste e di partiti politici.

"L'atteggiamento delle autorità israeliane è tanto più assurdo e colpevole"
dichiarano gli organizzatori della delegazione di Action for Peace "perchè
nega l'ingresso a persone che intendono sostenere una manifestazione
pacifica, che chiede pace sicurezza e dignità per entrambi i popoli, e per
di più autorizzata dalle autorità competenti".

"Chiediamo" continuano gli organizzatori di Action for Peace "che il Governo
italiano e il Parlamento esprimano con chiarezza la loro critica al Governo
israeliano per il suo comportamento.

"E' inaccettabile che cittadine e cittadini italiani vengano discriminati
sulla base della loro scelta pacifista e non vengano assolutamente tutelati
dal nostro Governo a fronte di una grave violazione dei loro diritti."

"Ciò che sta succedendo a noi" sottolineano al contempo i rappresentanti
di Action for Peace "è nulla rispetto alle incredibili violazioni dei diritti
umani e della legalità internazionale che sta avvenendo in tutti i territori
palestinesi invasi dall'esercito israeliano, verso le quali il silenzio
della comunità internazionale è criminale."

"La manifestazione a cui ci stavamo preparando era uno dei pochissimi segni
di speranza in una situazione che ogni giorno è più drammatica.

"Negare l'ingresso a chi sostiene le ragioni della pace e del
dialogo -mentre l'esercito israeliano continua l'invasione di tutti i
territori palestinesi e tiene da giorni la popolazione civile sotto
coprifuoco- è una ulteriore dimostrazione da parte del governo israeliano
della scelta di imporre una soluzione di forza al conflitto e la sua
indisponibilità a favorire una soluzione negoziale."
Per informazioni: 00972.52.260329 - 00972.55.275952
(organizzazione Action for Peace)